Se da un lato il Comune sembra essere più permissivo nei confronti dei manifestanti pro-Palestina, dall’altro la Prefettura è decisa a non concedere loro quello che agli altri non viene concesso. Infatti, la chiusura alle manifestazioni in piazza Duomo e Piazza della Scala deciso da tempo dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, ha portato al divieto di transitarvi anche per i futuri cortei annunciati dai sostenitori della causa palestinese, con tutte le scontate proteste del caso da parte degli organizzatori.
Più permissivo in alcuni casi invece il Comune. Come nel caso segnalato dal Consigliere Comunale della Lega Samuele Piscina, “Il Comune non può far finta di non avere competenze in merito alla bandiera della Palestina esposta sullo stabile comunale dell’ex municipio di Crescenzago in Piazza Costantino. La sinistra ancora una volta dimostra di essere ondivaga sulla guerra in medioriente”. Contestazione probabilmente ispirata dal regolamento che norma l’esposizione di bandiere sugli immobili comunali.
“Ho presentato una legittima richiesta di chiarimento all’Assessorato competente attraverso una Domanda a Risposta Immediata – spiega Piscina – ma mi sono trovato di fronte al solito atteggiamento da Ponzio Pilato degli esponenti del Pd che si dichiarano impossibilitati a portare la risposta in aula in quanto lo stabile non sarebbe più nelle disponibilità. Eppure – aggiunge – lo stabile in Piazza Costantino, inserito nel Fondo immobiliare Milano 1 di BNP Paribas, nonostante l’avvio del processo di alienazione, è ancora nelle disponibilità milanesi perché il Comune ne detiene sia le quote che la governance, come ribadito anche sul sito dell’Amministrazione comunale”.
“Evidentemente – conclude quindi il leghista – domandare come mai il Comune non intervenga per richiedere ad ANPI e Legambiente, affittuarie dello stabile, di toglierela bandiera, è troppo scomodo per la maggioranza di Palazzo Marino”.