Una bomba carta in via Lario. Al momento non ci sono conferme su feriti, ma nel quartiere la notizia ha inquietato molto perché la bomba è stata messa in un locale gestito da cittadini cingalesi. Dopo i gravissimi attentati perpetrati in Sri Lanka pochi giorni fa che ancora hanno strascichi,sapere di una bomba carta lanciata in un negozio del genere spaventa molto. D’altronde in Italia non è nemmeno la prima volta che qualche soggetto border line getta nel panico semplici cittadini: in questi giorni se ne è avuto un assaggio anche a Verona su un mezzo del trasporto pubblico per fortuna più fumo che arrosto. Ma anche questa è globalizzazione. Ormai la parte nord del quartiere Isola è diventata una asian town. Anche una storica scuola privata cattolica oggi è un istituto frequentato principalmente da figli di cittadini di paesi del sud dell’Asia. E via Lario fa parte di questa ghettizzazione: un giorno i cittadini si sono svegliati e non hanno più visto un’insegna in italiano.
E’ una città nella città che si è sviluppata nel silenzio perché cittadini dello Sri Lanka come di tanti altri paesi del sud est asiatico per l’italiano medio sono sempre stati “i filippini”, etnie che non mettevano paura e che per molti radical era quasi degradante pensare. Loro però sono lavoratori indefessi e hanno acquistato case, attività e presto come i cinesi inizieranno a dare lavoro anche agli italiani. Asiantown è una ricchezza per Milano perché la aiuta ad avere una dimensione ancora più internazionale, ma si porta dietro anche i problemi grandi come il mondo. Comprese le bombe carta.
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