Lasciate una casa ai City Angels

Lasciate una casa ai City Angels. La notizia data con il consueto aplomb da Mario Furlan ha lasciato di stucco chiunque abbia avuto a che fare con la benemerita associazione di volontariato in questi anni. Dal lavoro di Furlan e dei suoi associati è nata una realtà con la forza di aiutare migliaia di persone, soprattutto i più fragili della società: l’oasi del clochard in via Lombroso aveva avuto il merito di creare una zona in cui anche chi è rimasto senza niente aveva la possibilità di trovare un pasto caldo, cure mediche di primo livello e un posto per dormire. Un luogo di cui la città poteva andare fiera, perché opposto e complementare alle sfavillanti torri per ricchi che si stanno alzando ovunque. Senza l’oasi del clochard, Milano non sarà più la città simbolo dell’accoglienza.  Curarsi degli ultimi deve essere tra le priorità dell’Amministrazione, perché dei primi già si occupano in tanti. Sarebbe invece il caso che nei milioni di metri quadrati che si stanno rifacendo in città si trovassero i cinquemila metri quadrati necessari a ricreare l’oasi. Nessuno, nemmeno Mario Furlan, ha detto che debba per forza rimanere in via Lombroso, ma c’è mezza città da rifare. E parliamo di una funzione di alto interesse sociale, lo sottolineiamo per gli immobiliaristi. I City Angels aveva riqualificato la zona di via Lombroso a proprie spese, un investimento di quasi centomila euro per ridare alla città un pezzo caduto nel degrado a causa dell’abbandono da parte dell’Amministrazione e di un insediamento abusivo di nomadi. Eppure tutte queste questioni sono passate quasi sotto silenzio, forse perché nonostante le centinaia persone schierate per dare un contributo alla società, i City Angels hanno sempre tenuto un profilo basso. Furlan e i suoi hanno sempre battuto i marciapiedi, ma quasi sottovoce, con una delicatezza sconosciuta ad altre realtà dell’accoglienza. Una forma di rispetto della società a cui davano un aiuto senza chiedere niente in cambio se non la possibilità di mettersi a servizio della collettività. Come può dunque Milano perdere una realtà così senza fare niente? Ci sono stabili occupati da personaggi che non hanno dato nulla alla città se non locali commerciali abusivi che hanno la protezione dell’Amministrazione, finanziamenti dati in maniera quantomeno discutibile ad associazioni il cui contributo alla società è sconosciuto ai più, per non parlare dei tanti bandi sul nulla. E’ mai possibile che il sindaco Giuseppe Sala abbia troppo da fare per trovare uno spazio per un’associazione benemerita come i City Angels? Le Olimpiadi sono fra sette anni, c’è il tempo di cercare un’altra sistemazione per l’oasi del clochard. Nessuno pretende di metterla in via San Marco, ma ci sono tanti posti in cui si potrebbe trovare quello spazio con luce, gas e servizi essenziali. I City Angels non chiedono tanto, danno tanto. Lasciate una casa ai City Angels.