Incendio Codogno: i primi risultati sulle diossine

CodognoIncendio Codogno: i primi risultati sulle diossine. Sono 0.19 picogrammi per metro cubo (pgTEQ/m3). È questo il valore delle concentrazioni di diossine – espresse in termini di tossicità totale equivalente alla TCDD, la cosiddetta “diossina Seveso” – rilevate nella fase acuta dell’incendio che si è sviluppato il 28 agosto scorso in un capannone della GGM Ambiente a Codogno, nel Lodigiano. La concentrazione di benzo(a)pirene è risultata di 0.93 nanogrammi per metro cubo (ng/m3).

I risultati si riferiscono al primo filtro del campionatore ad alto volume, posizionato sottovento al confine fra l’area industriale e l’abitato di Codogno, prelevato dai tecnici del Gruppo specialistico contaminazione atmosferica di Arpa Lombardia nel pomeriggio del giorno dell’evento. Nell’area monitorata si è dunque registrata una lieve alterazione della qualità dell’aria attribuibile all’incendio nelle fasi più intense, con valori comunque inferiori al livello di 0.30 pgTEQ/m3 suggerito dall’OMS per le diossine per considerare un inquinamento in atto, e valori di benzo(a)pirene inferiori al limite per la sua concentrazione media annuale di 1 ng/m3. È importante ricordare che per le diossine (PCDD-DF) la normativa sulla qualità dell’aria non prevede un limite di legge. L’esposizione per inalazione diretta, che può avvenire durante un incendio, costituisce solo una piccola percentuale – generalmente inferiore al 5% dell’esposizione totale – di quanto l’uomo assume normalmente ogni giorno attraverso il cibo.

Le concentrazioni nell’aria da e oltre i 0.30 pgTEQ/m³ vengono considerate dall’OMS come indicative di una sorgente locale che necessita di essere individuata e controllata, non per gli effetti sanitari diretti da inalazione, ma al fine di evitare la dispersione prolungata di questi inquinanti nell’ambiente e da qui, nel tempo, all’uomo. Nel caso degli incendi la sorgente è nota e generalmente, superata la fase acuta, nell’arco delle 24/48 ore successive i valori dei contaminanti atmosferici rientrano nei livelli normalmente registrati nelle zone monitorate, nel medesimo periodo dell’anno. Il Benzo(a)pirene, unico IPA (idrocarburo policiclico aromatico) normato in Lombardia, viene rilevato con concentrazioni inferiori a 0.07 ng/m3 nella stagione estiva, mentre nei mesi più freddi può superare i 5 ng/m3, in particolare nelle aree dove si fa un uso esteso delle combustioni di biomassa per il riscaldamento domestico.