“Un’altra assoluzione, due su due. La dedico al mio amico Fiano, perché è venuto il tempo di distinguere il grano dal loglio: una cosa è il rispetto e la tutela dell’ordine democratico e un’altra inseguire fantasmi che non esistono“. Ad affermarlo all’Adnkronos è il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, che, da avvocato, è parte del collegio legale che ha difeso davanti alla Corte d’Appello di Milano i 16 militanti di destra radicale accusati di apologia di fascismo per aver partecipato, nel 2013, alla commemorazione di Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù morto, a soli 18 anni, il 29 aprile 1975, dopo essere stato brutalmente aggredito a colpi di chiave inglese da militanti di Avanguardia Operaia a Milano.
La decisione è della IV Sezione della Corte d’Appello di Milano, che ha ribaltato la decisione presa in primo grado dal Tribunale, che aveva condannato gli imputati, tra cui diversi esponenti di Forza nuova e CasaPound (oltre al cantante e scrittore Federico Goglio, in arte Skoll), a un mese di reclusione, 250 euro di multa e un risarcimento di 12mila euro all’Anpi. Ai 16 era contestata la violazione dell’articolo 5 della legge Scelba per aver fatto il saluto romano in seguito alla ‘chiamata del presente’ in ricordo di Sergio Ramelli e di altri due esponenti di destra, Enrico Pedenovi, ucciso il 29 aprile 1976 a Milano da un commando di Prima Linea, e Carlo Borsani, assassinato dai partigiani il 29 aprile 1945.
Il pm aveva chiesto la conferma delle condanne, ma la Corte di Appello, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha deciso per l’assoluzione di tutti gli imputati.