Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Si è rotto il Parco Lambro, di nuovo

Si è rotto il Parco Lambro, di nuovo. Perché Milano è bellissima, si vive bene, i mezzi pubblici funzionano, i parchi sono tenuti bene…ah no scusate. Dovevamo usare l’imperfetto. In omaggio alla verità fattuale e all’attuale sindaco, campione di imperfezioni (mai visto un condannato restare sindaco, per dirne una). Perché Milano ERA bellissima, si VIVEVA bene, i mezzi FUNZIONAVANO bene e i parchi ERANO tenuti bene. Oggi invece siamo arrivati al punto che spesso vengono chiusi a causa del maltempo. Eppure c’è tanto di assessore al Verde da sempre, persona che il cittadino suppone si debba occupare di tenere in ordine i parchi. Compresa la cura vera degli alberi, quella che prevede le potature e se necessario gli abbattimenti. Non quella dei disegnini o delle fotine da Instagram. Perché se no poi lorsignori i soldi delle tasse per tutto ciò, stipendio dell’assessore compreso, li vogliono, però non garantiscono il ritorno. Anzi, in caso di emergenza vietano ufficialmente l’ingresso ai parchi (ricordiamo tutti gli anni scorsi) perché così se qualcuno si fa male, non può denunciare il condannato di Palazzo Marino o i suoi fedeli. Infatti non hanno combinato nulla di rilevante e dopo gli ultimi venti si è rotto il Parco Lambro, di nuovo (vedere la foto a corredo di questo articolo). L’ultima volta erano caduti così tanti alberi che il legno triturato ricavato ha scaldato buona parte delle case popolari di Milano. Non c’è un male senza un bene dunque. Salvo, a quanto pare, nel caso di Sala. Il cui contributo al miglioramento della città non è noto.

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Verri (Lega): “Beppe Sala il censore si ricicla speaker radiofonico. Ma quando governa?”

Verri (Lega): “Beppe Sala il censore si ricicla speaker radiofonico. Ma quando governa?”. “Beppe Sala sbarca su Rtl con una rubrica mensile e, come troppo spesso accade, la prima cosa che fa è attaccare gratuitamente la Lega e Matteo Salvini” così Alessandro Verri sulle parole di Sala in radio. “Sala in cerca di ricollocamento, ora si ricicla speaker radiofonico per nascondere i gravi e ormai evidenti fallimenti della sua amministrazione. Non avendo idea di cosa fare, si cimenta in altro” Duro l’attacco di Sala sul Reimigration Summit previsto per il 17 maggio. “Parla di semplificazioni e slogan – continua Verri – ma è proprio lui il primo a banalizzare temi complessi come l’immigrazione, limitandosi a frasi ideologiche e inutili moralismi. La verità è che Milano è una città sempre più insicura e fuori controllo e Sala non ha né la visione né il coraggio politico per affrontare davvero le sfide che i milanesi vivono ogni giorno.” “Beppe si dice “democratico” e poi vuole censurare un convegno di libere opinioni. Pensi a risolvere i problemi reali dei cittadini, anziché attaccare chiunque abbia un’idea diversa. Milano non è “cosa sua” e non deve essere ostaggio del pensiero unico della sinistra più intollerante e autoreferenziale.”

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Fums, profums e salums: a Sutrio la festa della Carnia cambia data

Sutrio si prepara ad accendere i fuochi e sprigionare aromi intensi e tradizioni profonde con “Fums, profums e salums”, la storica festa dedicata al meglio della norcineria carnica che, nel 2025, si presenta con una nuova data e un format arricchito di sorprese gastronomiche. L’appuntamento è per domenica 27 aprile, nell’ultima domenica del mese e in concomitanza con il ponte primaverile, perfetto per una gita fuori porta nel cuore della Carnia, in Friuli Venezia Giulia. La Pro Loco di Sutrio, organizzatrice dell’evento, ha scelto di spostare la manifestazione dal consueto mese di marzo ad aprile per valorizzare ancora di più il legame con il territorio nel pieno della primavera. Una decisione che punta a favorire un’esperienza completa tra sapori, natura e cultura, in uno dei borghi più suggestivi delle montagne friulane. Un viaggio tra affumicati, sapori di montagna e nuove suggestioni Il cuore della festa resta invariato: con un unico voucher, i visitatori potranno accedere a un percorso gastronomico attraverso il centro del paese, assaporando piatti tipici preparati in otto stand degustazione, ciascuno affidato a un diverso ristorante del territorio. Ma quest’anno, la vera svolta è nella proposta culinaria. Non più solo maiale: saranno protagonisti tutti i prodotti affumicati, che siano di origine animale, ittica o vegetale. Troveremo quindi accanto ai classici salami anche trota affumicata, verdure delle aziende agricole locali, selvaggina e altre specialità reinterpretate in chiave innovativa dagli chef. Una reinterpretazione moderna della tradizione carnica, che si apre a nuove contaminazioni senza perdere la sua identità. 8 tappe, 8 ristoratori, 8 esperienze uniche Ogni stand sarà gestito da un ristorante locale, che presenterà una ricetta originale a base di affumicati, rispettando la tradizione o esplorando nuovi percorsi creativi. Accanto a ciascun piatto, sarà presente anche il produttore dei principali ingredienti, pronto a raccontarne la storia e a venderli direttamente a chi vorrà portarli a casa. Una filiera corta che si racconta attraverso il gusto, l’incontro e la trasparenza. Novità 2025: cene a quattro mani e il concorso “Salat, fumat e mangjat!” Tra le chicche di questa edizione, le cene a quattro mani della sera del 27 aprile, dove cuochi locali cucineranno insieme a ospiti d’eccezione della ristorazione friulana. Un’occasione di sperimentazione e dialogo tra cucine, che si preannuncia come uno degli eventi più attesi della giornata. Ritorna poi il concorso per il miglior salame affumicato del Friuli Venezia Giulia, dal nome emblematico “Salat, fumat e mangjat!”, aperto a macellerie artigianali e a privati. Le iscrizioni sono già aperte e il concorso promette, come sempre, un confronto gustoso e appassionato tra i migliori salami del territorio. L’arte dell’affumicatura, patrimonio della Carnia In Carnia, l’affumicatura non è solo una tecnica, ma un saper fare antico, tramandato come un segreto di famiglia. Nato dalla necessità di conservare gli alimenti, il fumo ha dato origine a una varietà di salumi unici, ciascuno legato al microclima e alle tradizioni del singolo paese.Ogni norcino — o purcitar, come si dice in zona — custodiva una ricetta diversa, con tempi, legni e aromi specifici. Un patrimonio intangibile fatto di mani esperte, cantine, fuochi lenti e stagionature pazienti, che oggi torna protagonista a Sutrio. Una festa che racconta una terra “Fums, profums e salums” è molto più di una festa gastronomica: è un viaggio culturale, un omaggio ai mestieri antichi, ai sapori autentici e alla socialità che nasce attorno a un piatto condiviso. È l’occasione perfetta per scoprire — o riscoprire — la Carnia vera, fatta di prodotti genuini, natura incontaminata e comunità accoglienti. 📅 Segnate in agenda: domenica 27 aprile 2025, Sutrio vi aspetta.

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Caso don Marelli, la Diocesi di Milano: “Allontanato da Seregno già nel 2023”

Caso don Marelli, la Diocesi di Milano: “Allontanato da Seregno già nel 2023”. Il caso del prete indagato per abusi sessuali è esploso sulla stampa oggi: è indagato sia dal tribunale della Chiesa, sia da quello statale per presunti abusi sui ragazzi dell’oratorio. L’arcidiocesi milanese ha diramato una nota in cui spiega che il caso non è stato subito reso noto per tutelare le famiglie coinvolte, ma che avrebbe provveduto ad allontanare il religioso da Seregno appena dopo aver ricevuto le prime segnalazioni. Per non lasciar spazio a fraintendimenti su un caso così delicato, pubblichiamo la nota per intero: Milano, 27 marzo 2025 – Con riferimento ad alcuni articoli pubblicati oggi su stampa e web in merito a una vicenda che coinvolge don Samuele Marelli, presbitero della Diocesi, si precisa quanto segue. Durante le festività natalizie del dicembre 2023 sono giunte formalmente all’Ordinario diocesano alcune segnalazioni di comportamenti non appropriati da parte di don Marelli – in quel momento Vicario della Comunità pastorale “San Giovanni Paolo II”, a Seregno (MB) -, rispetto al proprio ministero di sacerdote e al proprio ruolo di educatore. Subito, a titolo prudenziale, si è ritenuto di chiedergli di allontanarsi da Seregno e di sospendere qualunque attività pastorale, per procedere poi a una verifica di queste segnalazioni, per quanto compete all’autorità ecclesiastica, secondo le normative canoniche. In quella situazione e per quelle che erano le informazioni allora disponibili, si è valutato non opportuno comunicare pubblicamente le motivazioni dell’allontanamento di don Marelli, soprattutto a tutela delle persone eventualmente coinvolte e delle loro famiglie, e del diritto alla buona fama. Già dal mese di febbraio 2024 è stata avviata la cosiddetta “indagine previa”, ovvero quella fase prevista dalla normativa canonica finalizzata a verificare la probabilità effettiva circa la commissione di un delitto canonico, i cui atti sono stati inviati al Dicastero per la Dottrina della Fede. Nel mese di giugno 2024, secondo le indicazioni ricevute dalla Santa Sede, il Tribunale ecclesiastico regionale lombardo ha avviato il processo canonico in primo grado di giudizio, la cui conclusione è prevista nelle prossime settimane. A coloro che hanno segnalato i suddetti fatti all’Ordinario diocesano è stato ricordato che era loro garantita la possibilità di presentare denuncia anche in sede statale. Tutte le energie di sacerdoti, laici e laiche della comunità di Seregno sono da mesi indirizzate ai ragazzi, ai giovani e alle loro famiglie, che stanno affrontando un tempo di analisi dell’accaduto, insieme a qualificate professioniste, che li sostengono e li affiancano, ascoltando e accogliendo le loro sofferenze, preoccupazioni e interrogativi. Nelle scorse settimane il Consiglio pastorale è stato informato sulla vicenda. La parrocchia, l’Arcivescovo con i suoi collaboratori e l’intera comunità diocesana sono vicini alle persone coinvolte.

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Franceschini vota centrodestra?

Franceschini vota centrodestra? Perché l’uscita pubblica con cui ha proposto di cambiare le regole sui cognomi dei figli è stata spettacolare. Nel senso proprio che ha dato spettacolo. Si è inventato una proposta mediaticamente efficace, specialmente per il centrodestra. O in generale l’animo conservatore condiviso anche da molti elettori del Partito democratico. Tanto è vero che ci sono migliaia di reazioni scandalizzate da ogni direzione. Segno che il centrosinistra intende rimanere stabilmente all’opposizione. Perché Franceschini ha proposto di lasciare solo il cognome della madre ai figli? Come risarcimento per un’ingiustizia secolare. Ora, qualcuno potrebbe ironizzare sottolineando che in effetti nel caso di Franceschini se i suoi figli non avessero un cognome diverso potrebbe essere pure un vantaggio per loro. Però prendendo seriamente le parole di questo sub-leader (sub-comandante è passato di moda) del PD ravvisiamo una pesante idiozia: l’idea che si possa rimediare a un torto con una vendetta. Perché se le donne avessero subito un torto (sorvoliamo sul semplicismo con cui si riassumono secoli di tradizioni, sic!) non si rimedia ribaltandolo sull’altro coniuge. Per altro l’Italia è un Paese dove le donne possono liberamente usare il proprio cognome e i figli volendo pure possono decidere di usare o l’uno o l’altro. Quindi è esagerata in ogni caso come proposta. Però forse la verità è che Franceschini vota centrodestra, o quanto meno vorrebbe rimanere serenamente all’opposizione da dove è possibile muovere critiche senza avere responsabilità di fare nulla. Comprensibile dopo trent’anni in cui in un modo o nell’altro è sempre stato al governo. Eppure qualcuno potrebbe non prenderla benissimo, magari proprio i suoi elettori che potrebbero chiedersi se è il caso di votarlo ancora. Sia lui che il PD.  Ma chissà se confermerà il dubbio: Franceschini vota centrodestra?

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Il 20 marzo l’evento “Come la sanità pubblica è diventata un affare privato”

​Il 20 marzo 2025, alle ore 18:30, si terrà l’evento intitolato “Come la sanità pubblica è diventata un affare privato”, organizzato da Stefano Buffagni per presentare il libro “CODICE ROSSO” con le autrici Milena Gabanelli e Simona Ravizza. Questo incontro si propone di analizzare la crescente privatizzazione del sistema sanitario pubblico italiano e le implicazioni che ne derivano per i cittadini. QUI PER ISCRIVERSI La privatizzazione della sanità pubblica in Italia: uno sguardo ai dati Negli ultimi anni, il sistema sanitario nazionale italiano ha subito una progressiva privatizzazione. Secondo dati aggiornati al 2023:​ Il 60% dei fondi sanitari finisce nelle mani di enti privati. Il 50% delle istituzioni che si occupano di malattie croniche è di natura privata.​ Oltre l’80% delle strutture di assistenza sanitaria residenziale è gestito da privati.​ Questa tendenza ha portato a un aumento delle spese sanitarie a carico delle famiglie: il 74,8% delle famiglie italiane sostiene mensilmente costi per visite, assistenza sanitaria e medicinali, e il 5,17% di esse spende oltre il 20% dei propri consumi non essenziali per coprire queste spese. ​ Tra il 2010 e il 2019, la spesa sanitaria nazionale è stata ridotta di 37 miliardi di euro, di cui 25 miliardi derivanti da tagli effettuati tra il 2010 e il 2015 e ulteriori 12 miliardi da un sottofinanziamento rispetto a quanto programmato per il periodo 2015-2019. Al 2022, il gap della spesa sanitaria pro capite con la media dei paesi dell’OCSE è pari a 48,8 miliardi di euro. Questa situazione ha portato 14 milioni di italiani a rinunciare a cure mediche nel 2022, principalmente a causa dei tempi di attesa e dei costi elevati. ​ Parallelamente, la sanità privata italiana ha registrato una crescita significativa, con un fatturato di 10,6 miliardi di euro nel 2022, segnando un aumento dell’8,7% rispetto al 2019. I principali operatori del settore includono il Gruppo San Donato e il San Raffaele, la Humanitas, il Gruppo Villa Maria, il Gemelli e la Kos. ​ L’evento di domani rappresenta un’importante occasione per approfondire queste tematiche, analizzando le cause e le conseguenze della privatizzazione della sanità pubblica in Italia. Sarà un momento di confronto per discutere possibili soluzioni volte a garantire un sistema sanitario equo e accessibile a tutti i cittadini.​ La progressiva privatizzazione del sistema sanitario pubblico italiano solleva questioni cruciali riguardo all’accessibilità e all’equità delle cure mediche. Eventi come questi sono fondamentali per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un dibattito costruttivo su come garantire il diritto alla salute per tutti.

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