A Bergamo si cerca di chiudere l’era Covid
A Bergamo si cerca di chiudere l’era Covid. Perché dell’inchiesta che coinvolge mezza classe politica italiana si può facilmente prevedere che non se ne farà nulla. Al massimo una tirata d’orecchi come per il sindaco Sala, l’unico sindaco di una grande città italiana condannato per aver truccato delle carte ancora al suo posto. Fontana si è confermato presidente della prima regione italiana, Conte si è confermato presidente di una consistente forza parlamentare. Il comitato di esperti come Locatelli godono della protezione dei palazzi romani perché sarebbe difficile trovare persone con curricula paragonabili. E poi se sono colpevoli loro, lo sono pure tutti quelli che hanno firmato i provvedimenti in Parlamento. Dunque forse l’unico che rischia di diventare l’agnello sacrificale è Giulio Gallera. L’ex assessore al Welfare era già in bilico per la questione elezione, perché su Milano Forza Italia è quasi del tutto in coma irreversibile. E già nel pieno della pandemia Fontana aveva scaricato lui come assessore insieme a una buona parte dei disastri lombardi. Dunque ora Gallera è l’unico che rischia davvero. Sarebbe il giusto sacrificio a un’opinione pubblica che non ha dimenticato i suoi morti e certe uscite che definire infelici è quanto meno educato. Ma dipenderà dai giudici. Perché ora a Bergamo si cerca di chiudere l’era Covid, inutile nasconderlo. Quello è il senso dell’inchiesta. E sembra che nessuno abbia intenzione di riprodurre la patetica tradizione italiana di processi che durano 60 anni. Chi è sopravvissuto al Covid, vedrà.
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