Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

A Bergamo si cerca di chiudere l’era Covid

A Bergamo si cerca di chiudere l’era Covid. Perché dell’inchiesta che coinvolge mezza classe politica italiana si può facilmente prevedere che non se ne farà nulla. Al massimo una tirata d’orecchi come per il sindaco Sala, l’unico sindaco di una grande città italiana condannato per aver truccato delle carte ancora al suo posto. Fontana si è confermato presidente della prima regione italiana, Conte si è confermato presidente di una consistente forza parlamentare. Il comitato di esperti come Locatelli godono della protezione dei palazzi romani perché sarebbe difficile trovare persone con curricula paragonabili. E poi se sono colpevoli loro, lo sono pure tutti quelli che hanno firmato i provvedimenti in Parlamento. Dunque forse l’unico che rischia di diventare l’agnello sacrificale è Giulio Gallera. L’ex assessore al Welfare era già in bilico per la questione elezione, perché su Milano Forza Italia è quasi del tutto in coma irreversibile. E già nel pieno della pandemia Fontana aveva scaricato lui come assessore insieme a una buona parte dei disastri lombardi. Dunque ora Gallera è l’unico che rischia davvero. Sarebbe il giusto sacrificio a un’opinione pubblica che non ha dimenticato i suoi morti e certe uscite che definire infelici è quanto meno educato. Ma dipenderà dai giudici. Perché ora a Bergamo si cerca di chiudere l’era Covid, inutile nasconderlo. Quello è il senso dell’inchiesta. E sembra che nessuno abbia intenzione di riprodurre la patetica tradizione italiana di processi che durano 60 anni. Chi è sopravvissuto al Covid, vedrà.

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Schlein arriva seconda

Schlein arriva seconda. Perché è la rappresentazione del ritardo della presunta sinistra sui presunti temi che diceva di sostenere. Usiamo il termine presunti perché nel Partito democratico si è sempre parlato di diritti delle donne, ma in decenni non sono mai riusciti a eleggerne una. Ci sono riusciti solo i sindacati con Susanna Camusso e ora pare che stia avendo dei guai nell’affare Panzeri anche se lei nega ogni coinvolgimento. Ma il Pd? Il Pd parlava parlava, giudicava giudicava e poi non faceva. La destra invece, additata come retrograda, come quella parte che vede la donna solo in cucina e a fare figli, ha eletto il primo presidente del Consiglio donna. Perché secondo le boldrini di questo mondo il punto era violentare l’italiano. Invece la destra ha dimostrato che il rispetto per le donne, la parità, vuol dire anche lasciarle essere il capo. Pure se basse, pure se bionde. Ed ecco che magicamente anche il mondo di sinistra scopre di poter eleggere un segretario donna. Ovviamente subito contestata internamente perché troppo oltranzista. Come se Meloni fosse una moderata. Ma Schlein arriva seconda ed è un fatto. E’ una contrifigura al momento: è più alta, non è bionda, rappresenta quel fascino per l’estero che hanno sempre avuto i presunti progressisti. Persino il cognome non richiama niente di italiano. Vedremo se saprà rappresentare bene il contraltare di Meloni così come Montgomery lo fu per Rommel. Oppure no. In ogni caso, anche se arriva seconda, è una notizia positiva l’aver finalmente pensionato il Novecento e molti suoi strenui difensori. L’Italia sta finalmente modernizzando la sua classe politica infarcita di gente che aveva conosciuto quasi la fase unitaria.

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L’importanza del diritto d’autore

L’importanza del diritto d’autore. Il diritto d’autore è una forma di protezione legale per i creatori di opere originali, come libri, film, musica, opere d’arte, software e altro ancora. Questo diritto protegge i creatori dalle copie non autorizzate delle loro opere e consente loro di controllare come le loro opere vengono utilizzate e distribuite. Il diritto d’autore è stato introdotto per la prima volta nel XVIII secolo e ha subito molte modifiche nel corso degli anni. Oggi, la maggior parte dei paesi ha leggi sul diritto d’autore che regolano la protezione delle opere e le modalità di utilizzo e distribuzione delle stesse. Una delle caratteristiche fondamentali del diritto d’autore è la durata della protezione. In genere, la protezione dura per tutta la vita del creatore più un certo numero di anni dopo la sua morte. Dopo questo periodo di tempo, l’opera entra nel dominio pubblico e diventa disponibile per l’uso pubblico senza restrizioni. Il diritto d’autore garantisce ai creatori una serie di diritti esclusivi, come il diritto di riprodurre, distribuire e eseguire pubblicamente le loro opere. Ciò significa che nessuno può utilizzare o distribuire le opere protette dal diritto d’autore senza il permesso del creatore o dei suoi rappresentanti legali. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni alle leggi sul diritto d’autore che consentono l’utilizzo di opere protette senza il permesso del creatore. Ad esempio, la legge sulla giustizia d’autore degli Stati Uniti prevede l’utilizzo equo delle opere protette a scopi come la critica, il commento, le notizie, l’insegnamento e la ricerca. Ci sono anche alcune limitazioni al diritto d’autore, come la durata limitata della protezione e il fatto che solo le opere originali sono protette. Inoltre, il diritto d’autore non protegge le idee o i concetti, ma solo l’espressione di tali idee. In conclusione, il diritto d’autore è un aspetto importante della protezione della proprietà intellettuale dei creatori di opere originali. Sebbene possa sembrare restrittivo a volte, il diritto d’autore è fondamentale per garantire che i creatori possano controllare come le loro opere vengono utilizzate e distribuite, e che vengano compensati per il loro lavoro creativo

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L’importanza di celebrare i propri eroi

L’importanza di celebrare i propri eroi. Perché una città che non sa celebrare i propri eroi è una città senza identità, è solo un coacervo di case e persone. Un insieme senza alcun senso e dunque senza possibilità di avere un’anima. E senz’anima non si può andare in nessuna direzione, non si possono sognare né un presente né un futuro. Ecco perché è importante il passo compiuto nei confronti di Ersilia Bronzini Majno. Perché oggi la passeggiata che le è stata dedicata all’interno del viale che porta il suo stesso cognome è una vera conquista femminile e milanese: da lei e il marito è nata una delle più note, sebbene diffamate, istituzioni milanesi. Con grande anticipo sui tempi moderni, l’Asilo Mariuccia offriva una tutela e un futuro alle donne ai margini della società e ai loro figli. Una missione di primaria importanza che è stata portata avanti nei decenni fino a oggi, tempi in cui la Fondazione Asilo Mariuccia è diventata una piccola potenza dei servizi sociali meneghini. Oggi con metodi del tutto nuovi l’ente continua a formare ragazzini di tutte le nazionalità e trova la via per emancipare le donne vittime di violenza o senza tutele. Un vero orgoglio per una città che ultimamente si racconta solo attraverso grattacieli e sfilate della moda. Dunque ecco perché dobbiamo ricordarci l’importanza di celebrare i propri eroi: senza le persone come la signora Majno Milano non sarebbe Milano. Perché se ancora oggi la città è un faro di civiltà e speranza nel depresso panorama nazionale lo dobbiamo a personalità come lei. Senza le grandi donne del suo passato Milano sarebbe una città qualunque. E oggi non avrebbe il ruolo che ha pure per tutti gli altri italiani che qui possono trovare lavoro, prospettive, insomma l’occasione di costruirsi un futuro.

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La sfiga ci vede benissimo e pure gli scioperi

La sfiga ci vede benissimo e pure gli scioperi. Perchè se è vero che venerdì 17 è il giorno della sfortuna per antonomasia, ci stava proprio uno sciopero. Ed essendo venerdì pare che l’adesione sia molto alta: ATM ha appena comunicato che fino alle 15 tutte le linee sono di fatto chiuse. Sono giusto i treni partiti presto che arriveranno al capolinea. Tutti gli altri oggi restano fermi. Perché? La lista delle rivendicazioni sindacali è sempre più lunga. E ancora non si è attuata la direttiva europea che potrebbe rendere inutili parecchi addetti del trasporto pubblico regionale. In quel caso sì che potrebbero esserci dei disagi veri, perché per onestà intellettuale va ammesso che molti uffici apprezzano lo sciopero del venerdì perché è quello che permette di chiedere ai capi un giorno di smart working che fa sempre molto comodo. Che si abbia una famiglia o no. Ecco perché la sfiga ci vede benissimo e pure gli scioperi: vanno d’accordissimo.

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