Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Come mai questo braccino corto sui social dei candidati?

Come mai questo braccino corto sui social dei candidati? Perché il sempre interessante Corriere della Sera oggi ha pubblicato un articolo in cui fa i conti in tasca agli investimenti sui social dei 4 candidati presidente alle elezioni regionali. Come prevedibile quella che ha messo più grana è Lady Moratti, la cui candidatura non a caso è stata spinta da tutti quelli che la vedono come una cassaforte da svuotare (comprensibilmente vista la ricchezza dell’ex manager UBI). Lei distacca di un paio di decine di migliaia di euro Pierfrancesco Majorino e non parliamo degli altri. Una poraccitudine inspiegabile vista la centralità che stanno avendo proprio questi canali per la campagna lombarda. Viene dunque da chiedersi come mai questo braccino corto sui social dei candidati? E’ vero che solo per spostare la sua corte una come Moratti spenderà migliaia di euro al giorno e negli ultimi due mesi ha girato la Lombardia come una trottolina  impazzita, ma tutti ricordano i milioni spesi per le comunali perse contro Pisapia. Mah. Fontana ha la scusante che cinque anni al governo gli hanno dato un numero di followers impressionante. E molti dovrebbero essere veri, Bestie leghiste permettendo. Majorino ha impostato la campagna sul coinvolgimento della “base” e non ha nemmeno tutti questi ricchi dalla sua se si escludono quelli comunque potentissimi come Guzzetti. Forse ha speso tutto per le cinque agenzie di comunicazione che lo seguono. La chiave del mistero potrebbe essere le spese per i consulenti: forse la politica è diventata come il lavoro in Italia, costa più la progettazione del lavoro stesso. Se così fosse l’ordine di arrivo dei candidati ci dirà anche chi ha assunto i migliori e chi si è fatto turlupinare.

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Chi ci capisce è bravo

Chi ci capisce è bravo. Perché pare proprio che i lombardi non abbiano capito un tubo delle prossime elezioni regionali. Corrono tutti a vedere i sondaggi “illegali”, cioè quelli che danno in vantaggio un partito o l’altro e che vengono pubblicati all’italiana: sarebbe vietato, ma tutti lo fanno e tutti sanno dove lo fanno. Ma nessuno si prende la briga di chiedere ai lombardi se sanno che si vota ancora prima di domandare chi voterebbero: qualcuno di questi geni delle statistiche si è preso il disturbo di chiedere ai soliti mille intervistati oltre alla preferenza anche la conoscenza? Pare di no a girare per Milano. Ma i Pagnoncelli de noatri sono bravi, dicono, e chi ci capisce è bravo. Dunque forse la domanda per loro non ha senso, almeno fino alla prossima consultazione: subito dopo ricominceranno le rilevazioni e i commenti per decidere perché buona parte dei lombardi non sarà andata a votare. Forse sarebbe il caso di chiederselo prima? Magari ripensare anche i vetusti rituali della politica che insozzano le città di manifesti e volantini che diventano subito dopo spazzatura di cui non si occupa più nessuno: basti vedere quanti politici sono stati multati per le affissioni illegali e quanti li hanno visti poi a togliere manifesto per manifesto. Perché forse per parafrasare un passaggio biblico: se i cittadini non vanno a votare, forse è il voto che deve andare dai cittadini. Almeno si sconfiggerebbe il virus della non partecipazione alla vita pubblica senza le ansie comunicative fatte male e malamente da una politica ferma al secondo Dopoguerra, quello del Novecento per intenderci. Ma ora che siamo di nuovo in un periodo di pestilenze, guerre e carestie, perché non provare a ripensare i modelli? Forse perché Chi ci capisce è bravo, tanto da non volere perdere il posto guadagnato in questo vetusto e decadente modellino vecchio stile.

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Che Cospito!

Che Cospito! Nel giro di pochissimo tempo Milano si è risvegliata anarchica veramente. Ormai eravamo abituati a parlare di centri sociali soprattutto per il Leoncavallo, sorta di associazione a scopo di lucro che da anni sforna più parlamentari e politici ben pagati che iniziative anti sistema. Si sono borghesizzati pure loro, per usare un termine desueto. Invece grazie al trasferimento di Cospito a Opera Milano si è risvegliata anarchica. C’è pure Fumagalli, cognome molto milanese in questo caso affidato a un giornalista del Tg2, che si è preso gli schiaffi dai compagni di merenda dell’anarchico più famoso d’Italia. Le  auto della polizia locale vengono bruciate nel parcheggio municipale come nulla fosse e tutti si sentono precipitati in una dimensione surreale. Perché il 41bis è il regime di carcere duro non a caso, ma sono molto pochi quelli che lo vogliono togliere dichiarando che sanno di fare  indirettamente un favore alla mafia. Invece per l’anarchico Cospito sono di più quelli che si spendono per farglielo togliere perché sarebbe troppo duro. Ma Cospito non è un ragazzino agitato. E’ uno che sparava e metteva bombe. Poi non era troppo bravo come terrorista e la strage programmata non è andata  a buon fine, ma non pare un gran motivo per trattarlo come se non fosse pericoloso quanto i mafiosi. Per fortuna però queste sono le valutazioni che spettano ai magistrati e ai politici, per i giornalisti resta solo la cronaca degli avvenimenti.

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Coppini per Moratti e Fontana da Calenda e Salvini

Coppini per Moratti e Fontana da Calenda e Salvini. Con un rapidissimo uno-due entrambi i candidati di centrodestra hanno preso un coppino dai capi dei loro partiti di riferimento. Da una parte Moratti si è riscoperta anti liberalizzazione affermando che i tassisti hanno bisogno di più tutele per quanto concerne le licenze, cioè ha ripetuto il mantra di tassisti e balneari che pretendono di essere tutelati dal libero mercato che invece vale per tutti gli altri. E infatti subito Carlo Calenda e Niccolò Carretta di Azione hanno subito ricordato a Lady Moratti che lei sarebbe candidata per il Terzo Polo, cioè persone che vedono nel mercato delle licenze il male. Le licenze andrebbero gestite come in tutta Europa, cioè senza il mercato parallelo che ha resto molto benestanti generazioni e generazioni di tassisti. Primo coppino. Invece Fontana ha provato a tenersi un’infrastruttura prevista per le Olimpiadi invernali 2026, ma Salvini gli ha ricordato che le infrastrutture sportive a livello olimpionico costano e dunque se già esistono in Piemonte, va benissimo così. L’importante è che “qualcuno pattinerà”. Secondo coppino. Ecco dunque i coppini per Moratti e Fontana da Calenda e Salvini, Pierfrancesco Majorino invece è tranquillo, forse perché non c’è ancora il segretario del Partito democratico. Intanto è l’unico candidato a non aver preso coppini. Magari gli porterà bene.

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Il mistero dei voti per Moratti

Il mistero dei voti per Moratti. In questi giorni di politica isterizzata dall’approssimarsi del voto alcuni grandi misteri aleggiano nell’aria, ondeggiano tra le granitiche certezze di alcuni e quelle di altri. Noi più umilmente attendiamo. Perché il percorso morattiano è stato quanto meno innovativo: voleva essere candidata del centrodestra, poi ha cambiato e si è proposta per il centrosinistra. E in questa seconda fase si è scoperto che parte del PD non la disprezzava poi molto. Infine, ha deciso di correre da sola raccogliendo intorno a sè dei CUD di tutto rispetto. I voti dovrebbe prenderli, anche se solo un miracolo potrebbe smuoverla dalla terza posizione a cui è destinata. Resta però il mistero dei voti per Moratti: alcuni sono certi che pescherà dai delusi di una Lega ormai sgonfiata e stanca, altri certissimi che invece saranno gli elettori del Partito democratico a votarla in massa o quasi. Ma chi sarà alla fine? Perché qualcuno la voterà, questo pare certo. Forse si capirà chi non ha scelto nè carne nè pesce, ma la terza opzione: basterà vedere le preferenze. Se saranno eletti candidati di estrazione progressista sarà più chiaro chi l’ha votata. Se invece saranno altri l’esito resterà incerto con ogni probabilità. Sicuramente se ottenesse un buon risultato, anche gli altri schieramenti potrebbero iniziare a pensare alle prossime consultazioni con uno sguardo diverso. Perché se il terzo polo diventa una realtà, qualcuno dovrà pure farci i conti.

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Chi ha vinto il confronto tv?

Chi ha vinto il confronto tv? Perché come auspicato nelle scorse settimane alla fine il confronto tra candidati c’è stato. Vivace. Non particolarmente coinvolgente, ma c’è stato. Fontana insiste che le cose con il centrodestra vanno bene e che ciò che non va è colpa del governo nazionale. Majorino gli ha ricordato che in realtà il trasporto su ferro in Lombardia è imbarazzante e che la sanità dovrebbe essere pubblica. Moratti pare abbia intenzione di far entrare gli stranieri nella gestione delle ferrovie lombarde e potrebbe non essere un male, ma soprattutto spiega perché è andata a Londra a fare campagna per le elezioni regionali della Lombardia. Ghidorzi ha sottolineato che la Lombardia è la regione più inquinata d’Italia e dunque vanno portate avanti politiche veramente in grado di dare respiro ai lombardi. Queste sono le posizioni salienti del discorso, o almeno come sono state riassunte da alcune autorevoli testate. Ci scusiamo con i 4 candidati se  non si riconoscono nella sintesi e siamo pronti a ospitare i loro interventi. Ma alla domanda su chi ha vinto il confronto tv solo gli elettori potranno rispondere tra due settimane.

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