Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Lo Stato vince sempre

Lo Stato vince sempre. Questa è la vera notizia dentro la notizia sull’arresto di Matteo Messina Denaro. In fondo non lo sarebbe una notizia, se all’Italia non piacesse coltivare le proprie paure e paranoie. Per l’ennesima volta non c’è stato il tempo di festeggiare l’arresto dell’ultimo rimasuglio della mafia corleonese che si rilanciavano interviste di fiancheggiatori di mafiosi che alludevano a trattative tra Stato e mafia, secondo la solita genialata di dare più credito alla malavita che alle forze dell’ordine. Ma a  leggere il Sole24Ore di oggi si capisce che lo Stato vince sempre per la sua capacità di condurre lotte nel lungo periodo: si parla di qualcosa come 9mila persone arrestate e 5 miliardi di euro sequestrati. Per smantellare un’organizzazione come questa non bastano cinque minuti, ma ci vuole un’organizzazione molto più potente come lo Stato. Magari piano, ma alla fine il topo cade sempre in trappola. E questa volta pure l’ultimo stragista se ne va dietro le sbarre dopo aver vissuto in clandestinità per decenni. Noi dell’Osservatore vogliamo solo rivolgere un grande grazie a tutti i servitori dello Stato che hanno contribuito a chiudere un’epoca, da Mattarella in giù fino all’ultimo cittadino per bene. E al diavolo i complottismi che piacciono tanto a quelli “a cui non la si fa”.

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Ci sarà un confronto tra Majorino e Fontana?

Ci sarà un confronto tra Majorino e Fontana? Perché almeno tra i due contendenti principali dovrebbe esserci un momento di confronto. Magari non una serie visto che Fontana sembra troppo impegnato per spiegare pubblicamente ai lombardi cosa intende fare nei prossimi cinque anni, ma  almeno uno con lo sfidante principale andrebbe fatto. E’ una questione di rispetto per gli elettori, anche se si capisce che il rischio di doversi confrontare comporta il rischio di perdere un dibattito. E Fontana ha già diverse rogne. Eppure se uno pensa di avere le spalle abbastanza larghe per proporsi come governatore di dieci milioni di persone, dovrebbe pure averle per scambiare due chiacchiere con il suo sfidante. E’ la democrazia, che piaccia o meno ai leghisti. E fino a quando resiste agli scossoni del presente, sarà pure il caso di assecondarne le forme. Altrimenti si può negare e tirare dritto, tanto ormai gli italiani sono abituati a tutto. Un candidato che non spiega cosa  vuole fare non sarebbe poi così grave, certo pure un presidente eletto così non sarebbe un granché come prospettiva visto che si sentirebbe autorizzato a governare nella stessa maniera. Ma è tutto nelle mani degli elettori, dunque speriamo che non applaudano.

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Che brutta fine per il Comitato Nord

Che brutta fine per il Comitato Nord. Dovevano ribaltare la Lega salviniana, tornare a parlare di Nord e autonomia. Lasciarsi alle spalle Facebook come guru delle proprie mosse politiche, insomma riprendere il filo del discorso politico che ha reso la Lega Nord un punto di riferimento del panorama politico italiano. Erano pure partiti bene: tessere e adesioni rapidissime, perché in quel mondo Salvini lo amano sempre meno. Avevano la possibilità di presentarsi con un simbolo e contarsi, magari ribaltando pure i pesi in casa Lega. Puntare sull’alleanza con Moratti sembrava l’idea perfetta per raccogliere quanti hanno abbandonato la nave leghista negli ultimi anni, ma poi tentenna di qui e tentenna di lì, si è risolto tutto in una scissione dell’atomo: i quattro fuoriusciti sono andati due da una parte e due dall’altra, con il risultato che i due andati in direzione Moratti manco saranno nella sua lista. Gli altri con tutta probabilità resteranno fuori da tutto pure loro. Bossi e Ciocca, i due animatori interni del Comitato Nord, torneranno con tutta probabilità nel silenzio. Che brutta fine per il Comitato Nord, da nemesi di Salvini a conferma del suo potere immenso all’interno dei ranghi verdi.

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“Lobby nera”: tutti assolti

“Lobby nera”: tutti assolti. Perché dopo un can can mediatico pazzesco, l’inchiesta sulla presunta lobby nera si è afflosciata del tutto: non c’è nessuna lavatrice per soldi, non c’è nessun complotto. Al massimo qualche frase buttata lì per convincere un presunto imprenditore a versare soldi per la campagna elettorale. Ma reati nessuno. Fidanza, Valcepina, Bastoni, Rocca e persino il “barone nero” Jonghi Lavarini escono candidi come delle colombe da quello che è stato uno dei casi mediatici delle ultime elezioni comunali milanesi. Per Fratelli d’Italia è un’ottima notizia visto che si prepara a sbancare pure alle elezioni regionali dove è dato come il partito che da solo prenderà più di un quarto dei voti totali. Numeri da sondaggi si capisce, ma che indicano una tendenza  chiara, tanto più che la Lega è in crisi…nera. Dunque ecco che dopo 15 mesi di indagini serrate si scioglie tutto in una bolla di sapone e Milano e la Lombardia possono tornare a dormire sonni tranquilli: non c’è nessuna oscura organizzazione di destra con piani malvagi. L’unico pare essere vincere le elezioni.

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Competenze digitali. Aidr: il 2023 obiettivo principale della Commissione europea

Competenze digitali. Aidr: il 2023 obiettivo principale della Commissione europea. Nicastri (Aidr): consistenti finanziamenti dell’Ue anche per sistemi formativi evoluti con esperienza in realtà 10virtuale ed aumentata. Tra i principali e consistenti programmi di finanziamento dell’Ue dedicati alle competenze digitali ci sono il Fondo sociale europeo Plus (Fse+), con oltre 99 miliardi di euro da utilizzare entro il 2027, le risorse per il dispositivo per la ripesa e la resilienza (PNRR) dove circa il 20% della spesa sociale è dedicato ai programmi di occupazione e competenze, il programma Digital Europe con un budget di 580 milioni di euro per lo sviluppo di competenza digitali avanzate ed Erasmus+, con 26,2 miliardi di euro per programmi di formazione professionale, mobilità e partenariati per la cooperazione in tutta Europa. In Italia, invece, sono stati avviati i programmi di formazione finanziata con il Fondo Nuove Competenze, che mette a disposizione un miliardo per la formazione dei lavoratori sulla transizione verde e digitale. Un’opportunità di sviluppo in direzione della transizione verde e digitale, una sfida da affrontare insieme; l’anno appena iniziato porta con sé un’occasione unica di crescita e inclusione per tutti i cittadini europei. Il 2023 è stato proclamato infatti “Anno europeo delle competenze” sulla scia di quanto annunciato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2023 e in base alla proposta adottata dalla Commissione UE. “Come ha evidenziato la Commissione Europea – sottolinea in una nota il presidente dell’Aidr, Mauro Nicastri – disporre delle competenze, mette i cittadini in grado di affrontare con successo i cambiamenti del mercato del lavoro e di prendere pienamente parte alla società e alla democrazia, nell’ottica di una ripresa economica sostenibile e di una crescita equa e giusta. Per centrare gli obiettivi stabiliti dall’Europa – sottolinea ancora Nicastri – sarà essenziale puntare su programmi di formazione dedicati, calibrati sulla scorta delle reali necessità del mercato, partendo da un’attenta analisi delle competenze di base, come ha ricordato in una recente intervista anche Nunzia Ciardi, vice direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), evidenziando quanto la formazione e le competenze digitali siano anche essenziali come strumento di protezione dagli attacchi informatici a tutti i livelli, sia per i cittadini utenti, sia per le figure tecniche e i professionisti di cybersecurity. Saper usare e saper usare in maniera consapevole gli strumenti digitali – spiega ancora Nicastri – è una priorità non più procrastinabile per tutta la popolazione. Nel corso di questi anni, la nostra associazione si è impegnata attivamente per la diffusione della cultura digitale, partendo dal sostegno ai programmi di educazione digitale, grazie al supporto di aziende, università, associazioni e fondazioni, istituzioni locali e centrali ed europee. Nei prossimi mesi – ha concluso Nicastri – daremo seguito al programma che la Commissione europea ha voluto dedicare alla formazione e allo sviluppo di competenze digitali promuovendo, tra le scolaresche, partecipazione, competitività e talento, come avvenuto il 13, 14 e 15 dicembre scorso con l’Istituto S. Lopiano di Cetraro”.

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Forza Monza

Forza Monza. Ieri, oggi e domani. Perché il Monza è davvero una scommessa, una cenerentola. E’ stata presa e lanciata in Serie A come si potrebbe lanciare un bambino su una pista di ghiaccio. Tra le uscite del presidente e le ovvie difficoltà a misurarsi con squadre forti e solide su più fronti, poteva tranquillamente finire il campionato a zero punti. Invece è già la seconda volta che compie quello che viene considerato un mezzo miracolo: ha fermato una carichissima Inter inzuppata di argentini freschi di coppa del mondo con un 2-2 inaspettato. Almeno dagli scommettitori. Ecco dunque che il campionato ci riserva questa inaudita sorpresa di un Monza che azzoppa la corsa di un team con nomi e stipendi mostruosi al confronto. Come quando aveva fermato la Juventus infarcita anch’essa di campioni di tutte le nazioni. Allora forza Monza, perchè speriamo sempre di vedere il campionato assegnato a una squadra inaspettata. Vogliamo una Salernitana campione d’Italia perché sarebbe il sintomo di un’Italia in grado di produrre economie locali abbastanza forti da poter dar vita a una competizione positiva tra esperienze diverse. Un campionato dominato da quatto o cinque squadre sarebbe migliore di quello spagnolo, ma peggiore di tutti gli altri. Speriamo dunque che pur tra mille difficoltà parta davvero “l’altro campionato” evocato da Adriano Galliani quando parlava delle sue prospettive sulla seconda parte del campionato. Non sappiamo se andrà così, ma sicuramente il Monza ha iniziato con il piede giusto questo 2023. Se arriverà al prossimo campionato potrebbe iniziare a diventare un caso molto particolare e molto positivo per il calcio italiano. Una sorta di Chievo Verona dei nostri tempi. In ogni caso grazie al Monza questa speranza è accesa, dunque: forza Monza!

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