Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Majorino in Europa tra gli applausi di tutti

Lui è contento, ma gli altri anche di più. E non solo i suoi compagni di partito, la disponibilità espressa da Pierfrancesco Majorino per una candidatura alle europee toglie un gran peso dal cuore di molti. Avversari compresi. “Sarà poi il Pd a decidere se sarò in lista o meno e gli elettori eventualmente a scegliere, ma sono pronto per questa sfida” ha  annunciato l’assessore al Welfare milanese.  Il sindaco Giuseppe Sala si è affrettato a fargli i complimenti e gli auguri perché Majorino “è cresciuto molto” ed “è “un radicale radicale nelle idee ma anche molto con la testa sulle spalle“. Un appunto per tutti i futuri candidati. Non gli chiederà nemmeno di dimettersi, come successo per altri membri della giunta e per spiegare la differenza applicata al caso: la campagna è breve, quindi possono sostituirlo. Ma l’ex direttore generale della Moratti in fondo ha tutto da guadagnare dalla partenza di Majorino per altri lidi: è uno che lo ha sfidato come in pochi hanno osato fare, ha gestito i servizi sociali con efficienza tanto da garantirsi una base in grado di richiamare migliaia di persone a ogni manifestazione. Tra l’altro proprio il muovere masse gli ha garantito la forza di spostare l’asse del Pd e della giunta milanese a sinistra. Senza di lui le personalità in giunta si riducono a poco: nessuno immaginerebbe nemmeno di sfidare il sindaco alle primarie. Così mentre Sala gongola, al massimo avrà un Majorino ridimensionato da una batosta se torna scornato, gli avversari festeggiano anche di più. Sono contenti perché Sala da solo non potrà più contare sulle legioni che il giovane (beh sì in Italia Majo è un giovane) assessore è in grado di muovere a Milano: le sue manifestazioni pro immigrazione e porti aperti non piacciono a molta parte della destre. E anche a destra si sa che Majorino sa amministrare i servizi sociali, anche se magari non piace l’impostazione teorica, un sostituto potrebbe essere un  piccione più impallinabile. Meglio, molto meglio se va via Majo, è un pensiero diffuso. L’entusiasmo è tanto da far supporre che per le europee il neocandidato potrebbe avere dei voti non previsti come quelli di chi lo vede come il sinonimo di “migranti ovunque”. Lui è contento, ma gli altri anche di più.  

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La delusione del Municipio 9

Come amano ripetere alcuni della giunta municipale, il Municipio 9 per dimensioni è “la terza città della Lombardia”. Un ente numericamente molto rilevante, ma che sembra allo sbando. L’assessore alla Sicurezza, ruolo di assoluta rilevanza visto che proprio sul tema è stato sconfitto il centrosinistra dopo una vita, è stato prima silurato e poi non sostituito. Ma è solo un esempio. Il presidente Giuseppe Lardieri, con sorpresa di moltissimi, era riuscito a condurre una campagna che ha strappato alle sinistre una delle loro roccaforti, ma poi sembra non essere all’altezza del compito di governare: da mesi ormai la sua maggioranza si dibatte in una crisi che fa saltare commissioni, partire eventi in ritardo o che fa andare deserti i bandi. Un primo colpevole era stato individuato in Andrea Pellegrini, tornato a essere semplice consigliere dopo un’esperienza come assessore alla Sicurezza, ma anche la sua (mancata) sostituzione non ha risolto i problemi. Tra i pochi che cercano di mandare avanti la baracca, ovvero governare, c’è l’assessora Debora Giovanati, record woman di preferenze e a quanto pare l’unica davvero attrezzata dell’attuale giunta per governare: crea e fa partire bandi, gestisce le sue deleghe, insomma fa quello per cui viene pagata. Ma sopra di lei c’è un uomo che sembra ottimo come candidato, ma pessimo come presidente. Secondo molte voci, persino interne alla sua stessa maggioranza, Lardieri ha parlato tanto e concluso molto poco. Sarebbe una vera delusione per i sostenitori del centrodestra che erano entusiasti di una vittoria inaspettata. Ma se in campagna elettorale spegnere, allungare tempi e modi del dibattito, può funzionare, non altrettanto si può dire del post elezioni. Governare non è semplice, soprattutto macchine complesse come quelle pubbliche. Lardieri però non sembra attrezzato, rischia seriamente di passare alla storia come una triste delusione per gli elettori e per i suoi padrini politici.  

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Alla Bicocca industria petrolifera e cambiamenti climatici

Oggi il direttore editoriale dell’Osservatore Meneghino sarà alle ore 16.00 presso la Sede Centrale della Biblioteca di Ateneo (edificio U6, piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano) per moderare l’incontro dal titolo “L’industria petrolifera e i cambiamenti climatici. Confronto su una recente ricerca”.  Con i relatori presenti cercheremo una risposta a domande come: qual è il ruolo dell’industria petrolifera e, più in generale del settore energetico, rispetto ai cambiamenti climatici? Oppure, quali sono le possibili soluzioni per un futuro meno dipendente dai combustibili fossili? I nomi dei relatori sono garanzia della serietà del dibattito: Marco Grasso, autore della ricerca Oily politics: A critical assessment of the oil and gas industry’s contribution to climate change e docente di Geografia Economica e Politica presso l’Università di Milano-Bicocca,  e Stefano Pareglio, Professore di Economia dell’ambiente presso l’Università Cattolica di Milano. Leggi l’articolo apparso sulla rivista Energy Research & Social Science [2019]: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214629618306376?via%3Dihub Iscrizione online: https://forms.gle/TN1dLPn1JFrbEopn8 L’ingresso è libero e aperto a tutti.

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Celebrato il gemellaggio tra Kazakistan e Kirghizistan

Una grande festa per unire due comunità lontane dalla terra natia. Al ristorante Pane e Tulipani, zona stazione Centrale, si è infatti celebrata la festa di gemellaggio tra Kirghizistan e Kazakistan. Un momento di grande gioia per le due comunità residenti in Italia. Alla festa tenutasi domenica scorsa hanno partecipato duecento persone, che hanno potuto godere di due performance artistiche per poi scatenarsi nei balli sulle musiche classiche della tradizione dei due paesi. Alla festa ha partecipato, anche se solo con una telefonata, Albano Carrisi che ci ha tenuto a improvvisare un duetto con la cantante che potete vedere nel video qui sopra. Un momento di grande emozione per la cantante e per tutti: Albano infatti è ancora uno dei nomi più noti della musica italiana all’estero. Soprattutto in Paesi dell’ex Unione Sovietica come il Kazakistan. Sebbene sia ignorato dai più, il Kazakistan è un partner molto importante per l’Italia. Lo Stivale è infatti sempre tra i primi partner commerciali del Kazakistan, una nazione che può contare su enormi risorse in termini di materie prima, ma che ha un gran bisogno di competenze tecniche specifiche proprio per poter mettere a frutto il suo potenziale.

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Design Week, con Raffaella Verri la Sicilia nel centro di Milano

Creatività e intuizione trasformate in impresa; è questo “Couturier Maestri d’Arte”, di Raffaella Verri, una donna eccezionale, ideatrice di un nuovo e moderno concetto di mecenatismo e valorizzazione dell’ imprenditoria italiana. Ricerca e selezione accurata dei brand sono uniti qui, da un unico comun denominatore, l’esaltazione del patrimonio culturale e artistico italiano e soprattutto siciliano. Salotto di eccellenze dell’arte, della fotografia, della moda, dei gioielli, dell’architettura, inaugurato da pochissimo,  in via della Moscova 7-aperto dalle 10 alle 23,00-in uno scenario che rievoca i fasti del Regno delle Due Sicilie, è un’esperienza sensoriale tra storia ed eleganza, oggetti di arte, architettura, fotografia, moda, gioielli e pubblicazioni, tutto rigorosamente selezionato dall’architetto Sebastiano Provenzano e tutto in vendita. Storia e cultura sono in collegamento direttamente con il futuro, grazie alle moderne tecnologie, come I ledwall che trasmettono temi ed evocazioni, facendo vivere agli ospiti una vera e propria experience di grande impatto  e condivisione culturale. Stilisti, artisti, fotografi e creativi daranno forma a realizzazioni e oggetti, con un’identità, una storia, speciali nella loro unicità, ma condivisibili con tutti coloro che vorranno coglierne la vera essenza, come in occasione della Design Week, durante la quale “Couturier Maestri d’Arte” organizza aperitivo tutti i giorni dalle ore 18.00 in cui si potranno degustare finger food di specialità siciliane accompagnate da vini Tasca D’Almerita e Champagne Boulanger. Si potranno assaggiare  specialità siciliane, come: arancinette, panini con panelli, crocchette al latte, sfilcione, panino con meusa. Il pubblico potrà ammirare-e anche acquistare-le opere esclusive di artisti/designer, come : Proprio per questa occasione abbiamo deciso di intervistare Verri.  “Il progetto nasce dalla volontà di trasformare un elemento negativo della mia vita in un elemento positivo, lo scorso marzo ho perso mio padre e ho voluto ricordarlo realizzando il suo desiderio più grande: far conoscere e apprezzare l’arte e la cultura della Sicilia, terra in cui i miei genitori mi hanno cresciuta.”-dice Raffaella Verri-“prima lavoravo nel campo della ricerca accademica, ma negli ultimi due anni ho avuto delle difficoltà nella vita privata che mi hanno portato a cercare qualcosa che mi realizzasse dal punto di vista personale, che mi facesse bene al cuore, qualcosa che amassi fare, e il desiderio di mio padre è stato un pretesto in più per far partire questa impresa. È anche un modo per incoraggiare e dimostrare ai miei figli, ma anche alle altre persone, che da un momento negativo può nascere qualcosa di positivo. Ho avuto una famiglia splendida che mi ha insegnato valori importanti, tra cui la generosità, per questo il mio progetto si basa soprattutto sull’aiuto, ho voluto infatti dar voce a chi voce non ne ha, a maestri dell’artigiano che provengono da piccoli centri e che, a causa di problematiche economiche, non hanno avuto la possibilità di far conoscere le proprie creazioni. I nostri prodotti sono unici, lavorati e curati artigianalmente da persone che cercano come me, come tutti, di lasciare un segno e che hanno le capacità e le competenze per farlo. Lasciare un segno non può prescindere dalla generosità e dalla condivisione”. Cos’ha di diverso il tuo progetto? “Innanzitutto il fatto che noi non ci leghiamo alla parola “moda” ma, al contrario, la combattiamo. La moda è passeggera, l’eleganza è senza tempo e senza confine, ed è proprio all’eleganza che noi aspiriamo. Non a caso, noi abbiamo deciso di realizzare la nostra sede in centro a Milano, ma ben distinta dal quadrilatero della moda. Sono prodotti unici, per questo possiamo tranquillamente indossarli senza il rischio che qualcun altro indossi il nostro stesso capo d’abbigliamento, inoltre sono prezzi accessibili e offriamo la possibilità di affittare i capi, come le creazioni di Gaby Charbachy, artista prestigioso, abiti da grande soirée, patrimonio delle collezioni personali di Couturier Maestri d’Arte, per trasformare in un sogno le occasioni più importanti. Siamo una voce fuori dal coro, noi non puntiamo al capo riconducibile al Brand dalla firma, ci piace che un prodotto sia riconducibile all’artista dallo stile, e per far sì che il consumatore riconosca l’impronta dell’artista, è necessario che conosca la sua storia, per questo la nostra sede non ha le sembianze di un classico negozio ma di un vero e proprio salotto, ci piace che le persone si sentano a casa e accogliamo volentieri chi ha voglia di ascoltare, prima ancora di acquistare. Dietro ad ogni nostro prodotto, c’è una storia e il nostro scopo è farla conoscere. Non puntiamo alla scelta passiva, ma all’esperienza d’acquisto elaborata, l’acquisto deve essere una scelta ragionata, una fonte d’arricchimento”. Hai fatto tutto da sola? È un progetto che è partito esclusivamente da me, è un’idea che ho partorito da sola, poi, ovviamente, ho dovuto selezionare persone con un background culturale ben selezionato che mi aiutassero a trasformare l’intuito in competenza. Abbiamo un team ben assortito, si è stabilito un rapporto paritario, non c’è chi comanda o chi si sottomette, perché la nostra impresa si basa sul rapporto biunivoco; gli artisti, senza di noi, non potrebbero esporre e noi senza di loro non potremmo raccontare. Siamo legati al fatto che il nostro fine ultimo non è il guadagno, ma la divulgazione. Il guadagno deve essere sempre e solo un mezzo per andare avanti, mai la finalità. Quali sono i tuoi progetti futuri? Quando ci sentiremo forti e pronti per farlo, vorremmo diffondere questa nostra cultura in tutto il mondo. Ci piacerebbe educare a un linguaggio differente, far capire che non esiste solo la moda a cui siamo abituati, noi la rispettiamo ma rappresentiamo altro. L’idea sarebbe quella di andare in 10 o 15 posti nel mondo per creare un concept all’estero dove vendere prototipi e fare workshop per insegnare in loco quell’arte, perchè un prodotto può essere copiato, ma la creatività italiana no. La creatività è un bene intellettuale, non materiale!”. “Il progetto nasce dalla volontà di trasformare un elemento negativo della mia vita in un elemento positivo, lo scorso marzo ho perso mio padre e ho voluto ricordarlo realizzando il suo desiderio più grande: far conoscere e apprezzare l’arte e la cultura della Sicilia, terra in cui i miei genitori mi hanno cresciuta.”-dice Raffaella

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