Nessuno ha chiesto la lista dei 150 progetti di Sala
Nessuno ha chiesto la lista dei 150 progetti di Sala. Perché? Forse perché si ha paura di inimicarsi i costruttori milanesi che hanno un ruolo simile a quello dei Caltagirone a Roma? Sono cioè i veri possessori dei palazzi del potere. Oppure è perché in quei 150 progetti oltre le leggi nazionali ci hanno messo le mani in tanti? Vorremmo capire come mai di fronte a un sindaco che ammette che buona parte delle opere edilizie in programma siano illegali o quanto meno oltre le normative nazionali, nessuno dell’opposizione chieda conto delle 150 opere da lui citate. Qui si parla di scali ferroviari, reinventing cities e molti altri nomi che significano semplicemente una marea di cantieri per tutta la città e che cambieranno il volto della città. Perché qui si parla di milioni di metri cubi che andranno per alto a occupare buona parte delle zone rimaste libere in città. Come è possibile che nessun consigliere di opposizione abbia intenzione di chiarire un punto importante per la città come la quantità immane di operazioni immobiliari che stando alle leggi nazionali sono fuori legge? L’opposizione potrebbe alzare il tiro per una volta e chiedere davvero conto a Sala di cosa sta facendo, perché sotto la Madonnina lui e “i suoi” (cit.) sembrano aver deciso di non chiarire mai il proprio operato. E quando qualcuno gliene chiede conto, reagiscono stizziti. Anzi, incazzati proprio. Come se chiedere a un sindaco e “ai suoi” di che marmellate stanno cucinando fosse un crimine di lesa maestà. Surreale? No. Nella MIlano degli anni Venti è tutto normale. E infatti nessuno ha chiesto la lista dei 150 progetti di Sala, perché cosa vuoi che interessi a 1,4 milioni di cittadini di cosa si sta facendo nei loro quartieri. Cosa volete che sia. E infatti ai sit in promossi da cittadini non viene né Sala né l’assessore Tancredi (ma viene Mattia Ferrarese), forse perché sono impegnati a cercare di capire come non finire in manette continuando a stressare i magistrati che finalmente hanno aperto una finestra sull’edilizia milanese. Peccato che nessun consigliere comunale se ne stia occupando.
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