Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

La metropolitana 4 e il fallimento di Pietro Salini

La metropolitana 4 e il fallimento di Pietro Salini. Milano, la metropoli italiana che ha sempre rappresentato un modello di efficienza e innovazione, è recentemente diventata il palcoscenico di un’opera di promesse non mantenute e aspirazioni fallite. Il caso della Metro 4 di Milano, incompleta nonostante le promesse di essere pronta per l’Expo 2015, è emblematico. L’annuncio che il Comune di Milano acquisirà per 225 milioni di euro le quote della metropolitana dagli azionisti privati, non è solo una mossa amministrativa, ma sottolinea un epilogo di fallimento per il settore delle infrastrutture pubbliche in Italia. Pietro Salini, l’imprenditore che ha guidato questo progetto, incarna l’immagine del magnate che non è riuscito a portare a termine un’opera tanto essenziale per la città. Questa situazione solleva interrogativi profondi sulle dinamiche tra il settore pubblico e quello privato in Italia, specialmente in ambito di grandi opere. Il ritardo nella realizzazione della Metro 4 non è solo un inconveniente logistico, ma rappresenta una falla nella promessa di un progresso che avrebbe dovuto elevare la qualità della vita urbana e rafforzare l’immagine di Milano come una città all’avanguardia. È ironico osservare come Salini si sia presentato come un eroe borghese nella celebrazione dell’arrivo della Metro 4 in piazza San Babila e dell’apertura della nuova piazza. Questo atto di autocelebrazione contrasta nettamente con la realtà dei fatti: una metropolitana incompleta e una serie di scadenze mancate che hanno lasciato i milanesi in attesa. Questa discrepanza tra l’immagine proiettata e la realtà effettiva è un riflesso di una più ampia problematica nel panorama delle infrastrutture italiane, dove grandi proclami e gesti simbolici spesso nascondono inefficienze e ritardi. In questo contesto, l’acquisto delle quote della Metro 4 da parte del Comune di Milano non è solo un tentativo di salvare il progetto, ma rappresenta anche un’ammissione tacita delle difficoltà incontrate nel settore delle pubbliche infrastrutture quando queste vengono affidate a privati. È un momento di riflessione per la città di Milano e per l’Italia in generale, su come i grandi progetti infrastrutturali dovrebbero essere gestiti e su come gli interessi pubblici dovrebbero essere tutelati in queste collaborazioni tra pubblico e privato. In conclusione, la storia della Metro 4 di Milano è un monito sulla necessità di una maggiore trasparenza, responsabilità eefficacia nella gestione dei progetti infrastrutturali. Essa solleva questioni cruciali su come le alleanze tra settore pubblico e privato debbano essere strutturate e monitorate per assicurare che i progetti non solo soddisfino le scadenze, ma riflettano anche le esigenze e le aspettative dei cittadini. La vicenda di Pietro Salini, che ha assunto un ruolo quasi eroico nella narrazione della Metro 4, svela una tendenza preoccupante nel modo in cui le figure imprenditoriali possono essere percepite in Italia. L’eroismo borghese, in questo caso, sembra slegato dai risultati tangibili e dalle responsabilità reali. È fondamentale che le figure chiave nei progetti infrastrutturali siano valutate non solo in base alla loro immagine pubblica, ma anche in base al loro impatto concreto sulla società e sulla qualità della vita urbana. Il caso della Metro 4 di Milano è un chiaro esempio di come i grandi progetti possano trasformarsi in simboli di inefficienza e fallimento, nonostante le buone intenzioni iniziali. È un richiamo alla necessità di un’approfondita revisione dei modelli di gestione e di un rinnovato impegno verso la responsabilità e l’efficacia nel settore delle infrastrutture. In ultima analisi, la responsabilità di garantire che progetti come la Metro 4 siano completati in modo tempestivo e efficiente ricade su tutti gli attori coinvolti, dal settore pubblico a quello privato. È essenziale che le istituzioni pubbliche svolgano un ruolo attivo nel supervisionare e guidare tali progetti, assicurando che gli interessi dei cittadini siano sempre al primo posto. Allo stesso tempo, è fondamentale che il settore privato aderisca a standard elevati di trasparenza e responsabilità, riconoscendo che la realizzazione di infrastrutture pubbliche non è solo un’opportunità di profitto, ma anche un impegno sociale e civico. In conclusione, la vicenda della Metro 4 non è solo la storia di un progetto incompleto, ma simboleggia una più ampia questione di governance e di responsabilità nel settore delle infrastrutture italiane. È una lezione per le future collaborazioni tra pubblico e privato, sottolineando la necessità di un approccio più olistico, responsabile e orientato al benessere collettivo. Solo così potremo garantire che le città italiane, come Milano, non solo mantengano la loro efficienza e il loro dinamismo, ma diventino anche esempi di sviluppo sostenibile e inclusivo per il futuro.

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Nasce a Milano il primo circolo del movimento Indipendenza fondato da Alemanno

Nasce a Milano il primo circolo del movimento Indipendenza fondato da Alemanno. È stato inaugurato domenica 31 dicembre il primo circolo milanese del Movimento “Indipendenza”, fondato da Gianni Alemanno durante la riunione tenuta a Roma il 25 e 26 novembre 2023. A fare gli onori di casa è stato il coordinatore provinciale di “Indipendenza” Alfredo Durantini. Il movimento, come stabilito nel documento assembleare, si propone principalmente di promuovere “la dottrina sociale Cattolica, la cultura identitaria e l’appartenenza comunitaria al popolo italiano, l’Umanesimo del lavoro, l’Autodeterminazione e i diritti dei popoli e i principi fondamentali della Costituzione Italiana” spiega Durantini. “Si tratta, insomma, – continua il neo-coordinatore di Indipendenza – di una forza politica culturalmente posta a difesa della famiglia tradizionale ed estremamente conservatrice sui temi etici, ma che al contempo ambisce a recuperare quell’attenzione alle classi sociali svantaggiate promettendo battaglia al capitalismo finanziario e allo strapotere delle multinazionali, avendo dunque l’ambizione di esercitare attrattiva verso il popolo deluso dagli attuali partiti”. “A Milano finalmente torna una voce per perorare il superamento delle vecchie logiche politiche Destra/Sinistra, per rappresentare e dare voce al comune sentire dei cittadini lottando contro lo scollamento della politica verso i reali bisogni delle famiglie e dei lavoratori. Vogliamo – Conclude Alfredo Durantini – dare voce alla politica del NOI per dare spazio alla partecipazione ed alla creazione del consenso dal basso”. mailto:milano@movimentoindipendenza.it https://www.facebook.com/IndipendenzaMilano/

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Terre D’Oltrepò. Piano strategico quinquennale per il rilancio della cooperativa vinicola e del territorio dell’Oltrepò Pavese

Terre D’Oltrepò. Piano strategico quinquennale per il rilancio della cooperativa vinicola e del territorio dell’Oltrepò Pavese. Con un valore totale del mercato del vino in Italia nel 2022 di circa 14,2 miliardi di euro, di cui il 60% proveniente dall’export, emerge la necessità di affrontare le sfide per mantenere e migliorare la competitività. La missione di Terre D’Oltrepò è quella di creare un polo vinicolo industriale integrato e sostenibile, in grado di catalizzare e valorizzare le risorse inespresse del territorio. Il rilancio del Gruppo si concentra principalmente sull’incremento della capacità produttiva e industriale, con un focus particolare sulla qualità del processo produttivo, che dovrà essere trasparente e certificato ad ogni passo. Il modello di riferimento è quello dello Champagne, dove un singolo centro di pressatura ha dimostrato di catalizzare e incrementare la capacità produttiva dell’area. L’obiettivo è aumentare la capacità produttiva acquisendo nuovi soci oltre i 5.000 ettari di contribuzione attuale, che includono sia l’Oltrepò Pavese, sia i Colli Piacentini. Chiediamo al nostro collega Paolo Brambilla, Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che ha visitato recentemente le cantine di Terre d’Oltrepò, come si sta rinnovando il posizionamento del brand della grande cooperativa vinicola. “Il mercato del vino italiano è un affascinante mondo in cui tradizione e innovazione si fondono per creare un’esperienza unica” ci dice subito. E aggiunge che le etichette italiane raccontano storie di territorio, cultura e passione. Le cantine, spesso gestite da famiglie per generazioni, sono autentiche custodi di tradizioni millenarie. Ma nonostante la forte radicazione nella storia, il mercato del vino italiano è tutto tranne che statico: nuove generazioni di enologi stanno portando innovazione e creatività nel settore. Le bottiglie italiane non sono solo sinonimo di eccellenza, ma anche di avventura e sorpresa. E Paolo Brambilla continua: “Terre d’Oltrepò sta rinnovando l’approccio con il mercato grazie all’arrivo del nuovo CEO, Umberto Callegari, protagonista di una carriera internazionale di grande prestigio: il suo ruolo di World Wide Commercial Lead di Customer Transformation presso Microsoft lo ha visto guidare un team di 400 advisor strategici, svolgendo un ruolo cruciale nella trasformazione digitale di Microsoft: sotto la sua guida, la pipeline aziendale ha raggiunto i 20 miliardi di dollari con un ROI di circa 1:80 evidenziando la sua abilità nella creazione di nuovi ricavi e modelli di business in contesti globali e complessi. Ora Umberto Callegari si trova al timone di un’impresa vinicola con un enorme potenziale. Il suo approccio manageriale e strategico si riflette nella visione a cinque anni, dove prevede un completo cambiamento del modello operativo, investimenti nell’industrializzazione del gruppo e una focalizzazione su uno sviluppo sostenibile, margini accresciuti, internazionalizzazione del business e la creazione di una rete di partner strategici”. Attualmente, il costo del capitale investito nelle operazioni vinicole è superiore al suo ritorno, principalmente a causa della polverizzazione delle aziende. L’approccio proposto da Terre D’Oltrepò è quello di gestire il vino come un’estensione dell’industria manifatturiera ed alimentare, con investimenti mirati in tecnologia e cultura, portando l’industria del vino a privilegiare il ruolo dei produttori. “È stata una scelta di cuore” ci confida il dott. Callegari. ”Essendo nato e cresciuto in Oltrepò, era logico arrivare alla più grande cantina cooperativa della Lombardia: mi ero sempre chiesto come fosse possibile che, mentre il vino italiano ha avuto uno sviluppo così incredibile nel mondo, l’Oltrepò non lo avesse ancora avuto”. Gli impatti tangibili dell’operato di Terre D’Oltrepò sono già visibili. “Però resta il fatto che oggi non siamo in grado di fare sistema” commenta Umberto Callegari “ e questo si riflette anche nel mondo del vino. Il vino italiano vale in tutto circa 14 miliardi di dollari: il primo produttore italiano, che è CIV, fa 700 milioni, il primo produttore mondiale, Castel Group che è francese, genera circa 16 miliardi di fatturato annui da solo”. Parlando dei cambiamenti internazionali, ha sottolineato poi il drammatico impatto delle condizioni postBrexit nel mercato UK, con accise in aumento e vendemmie sempre più calde a causa del surriscaldamento globale. “O noi creiamo un polo industriale capace di catalizzare la nostra capacità produttiva e di creare un cambiamento culturale di modello operativo passando da logiche di puro prodotto a logiche di servizio end to end, da aggiungersi all’investimento in eccellenza operativa e branding, oppure il futuro non sarà roseo, non solo per l’Oltrepò ma, credo, per il sistema del vino italiano”. Terre D’Oltrepò ha delineato il proprio impegno verso la creazione di una piattaforma vinicola in grado di fornire “operations as a service” per soci e partner, specialmente per il metodo classico da uve Pinot Nero, senza dimenticare la necessità di un approccio congiunto tra aziende, sindacati, associazioni e politica per realizzare la visione di Terre D’Oltrepò, capofila della prima filiera enologica integrata e circolare della Lombardia.

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Sala ancora in difficoltà sullo Stadio

Sala ancora in difficoltà sullo Stadio. La complessa vicenda dello stadio di San Siro, che vede coinvolti il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Milan, l’Inter, e le istituzioni governative, continua a dominare le cronache cittadine. L’attuale situazione si concentra su un delicato equilibrio tra la tutela del patrimonio storico e le esigenze di modernizzazione delle infrastrutture sportive richieste dalle due prestigiose squadre di calcio. Il sindaco Sala ha chiesto al governo di decidere rapidamente sulla possibilità di imporre un vincolo di tutela storico sullo stadio Meazza di San Siro, una mossa che potrebbe influenzare significativamente il progetto di un nuovo impianto desiderato da Milan e Inter. La questione del vincolo rappresenta una spada di Damocle sul progetto, con Sala che enfatizza la sua volontà di far rispettare le regole e di confermare l’interesse pubblico nella situazione​​. Recentemente, in Consiglio comunale, è stato approvato un ordine del giorno sul nuovo stadio, imponendo diverse condizioni al masterplan, tra cui un numero massimo di posti, distanze specifiche da via Tesio, aree verdi significative, e investimenti nel quartiere. L’approvazione ha visto un’insolita conformazione di voti favorevoli e contrari all’interno della maggioranza di Sala, suggerendo un clima di incertezza e dibattito tra i membri del Consiglio​​. Sala ha inoltre commentato la possibilità che l’Inter costruisca un nuovo stadio a Rozzano, esterno alla città di Milano, definendo tale opzione “ingestibile” e sottolineando che sarebbe un “errore macroscopico” per le società. Ha espresso dubbi sulla fattibilità della sicurezza in un impianto fuori città, e ha invitato le squadre a ripensare la loro decisione, sottolineando che anche il Consiglio comunale sta cercando di promuovere una mozione per mantenere le squadre a Milano​​. In conclusione, il sindaco Sala si trova in una posizione di delicato bilanciamento tra le esigenze storiche e culturali della città e le pressioni commerciali e sportive. La sua gestione di questa situazione riflette una comprensione profonda delle dinamiche urbane e un impegno a salvaguardare gli interessi pubblici, pur cercando di accommodare le richieste delle due importanti squadre di calcio della città.

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Compie cento anni la Rivista italiana delle Sostanze Grasse edita da Innovhub SSI

Compie cento anni la Rivista italiana delle Sostanze Grasse edita da Innovhub SSI, che pubblica articoli riguardanti lo studio e la composizione delle sostanze grasse, le tematiche connesse alle nuove tecnologie produttive, prendendo in considerazione anche gli aspetti della sostenibilità e della sicurezza alimentare, testimoniando il rapido evolversi scientifico e tecnologico che è avvenuto e continua a realizzarsi anche in questo settore. Attraverso gli articoli scientifici pubblicati da autori italiani ed esteri, la rivista diventa portatrice anche del dibattito sull’innovazione tecnologica e punta alla divulgazione delle nuove conoscenze in modo che siano fruibili da tutta la comunità, essendo pubblicata in modalità Open Access, in cui gli articoli sono liberamente scaricabili dal link: https://www.innovhub-ssi.it/media/pubblicazioni/risg-rivista-italiana-sostanze-grasse.kl. Ha dichiarato Massimo Dal Checco, Amministratore Unico di Innovhub SSI: ““Si tratta di un compleanno importante, ha dichiarato Massimo Dal Checco, Amministratore Unico di Innovhub SSI, che rispecchia la storia delle stazioni sperimentali, in alcuni casi oggi confluite in Innovhub SSI, che hanno aiutato dal primo dopoguerra ad oggi l’industria italiana a crescere con il proprio contributo di ricerca e sviluppo. Oggi il nostro obiettivo, promuovendo l’innovazione, è la crescita della competitività per il futuro delle nostre imprese”. Per l’occasione Innovhub ha organizzato un evento presso la Camera di Commercio di Milano, a metà novembre con il titolo: “Sostanze grasse: ricerca, innovazione e scenari futuri”. Si è fatto il punto su temi emergenti e attuali del settore delle sostanze grasse, in particolare quelli che riguardano l’ambito alimentare: nuove prospettive per il food, sicurezza alimentare, nuove tecnologie produttive, aspetti nutrizionali, novel food, problematiche attuali dell’agricoltura, materiali a contatto con gli alimenti, autenticità, normativa, ricerca e innovazione. L’ iniziativa è stata organizzata con il contributo di Enterprise Europe Network, la rete di cui Innovhub SSI s.r.l. è partner, nata nel 2008 per volontà della Commissione Europea per supportare l’internazionalizzazione e l’innovazione di aziende e centri di ricerca. La Rivista Italiana delle Sostanze Grasse nasce un secolo fa dall’idea del Prof. Stefano Fachini, Direttore dell’allora Laboratorio Scuola e Stazione Sperimentale Oli e Grassi, di pubblicare un Bollettino mensile. Lo scopo era quello di creare un forte legame tra scienza e applicazioni industriali, contare di più a livello nazionale e internazionale, mettere gli uomini e le donne di scienza sotto lo stesso tetto, contribuendo al rilancio del Paese. A conclusione del convegno, Anna Cane, Presidente del Gruppo Olio d’Oliva di Assitol dichiara che “L’importante lavoro svolto dalla RISG può tradursi in 3 parole chiave: Conoscenza, Multidisciplinarietà e Condivisione, elementi alla base della ricerca scientifica, da cui l’industria olearia ha attinto per il miglioramento continuo della qualità e dei processi produttivi”. Pierangela Rovellini, Direttore Editoriale della rivista, dichiara che: “Imprenditori più di cent’anni fa diedero vita alla Rivista Italiana delle Sostanze Grasse, un progetto ampio, ambizioso, impegnativo, visionario. Ora tocca a noi promuovere nuovi progetti: la RISG in passato ha consolidato il suo posizionamento grazie alla guida di importanti leader e oggi ci rivolgiamo ai giovani ricercatori per puntare su contenuti sempre più proiettati al futuro”.

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A Palazzo Morando la mostra 100 anni a Milano. Un secolo di storia e società attraverso la presenza del Rotary

A Palazzo Morando la mostra 100 anni a Milano. Un secolo di storia e società attraverso la presenza del Rotary. Apre il 27 ottobre 2023 “100 anni a Milano. Un secolo di storia e società attraverso la presenza del Rotary”, una mostra storico-documentaria a Palazzo Morando, organizzata in collaborazione con il Comune di Milano, per celebrare il centenario del Rotary Club Milano, il più antico d’Italia. La mostra getta uno sguardo attento sulle personalità distintive, le iniziative coraggiose e gli eventi storici indimenticabili di questi 100 anni di vita del Rotary, narrandoli in parallelo alla vibrante evoluzione di Milano. La città lombarda ha attraversato epoche di cambiamento, crescita, sfide e rinascita, sempre con un occhio al futuro, proprio come il Rotary. Il percorso espositivo offre una ricca selezione di immagini, opere d’arte e materiali inediti provenienti dall’archivio del Club, conservato presso la Cittadella degli Archivi di Milano, con il coinvolgimento di istituzioni iconiche come l’Istituto dei Tumori, il Grattacielo Pirelli e l’Autostrada del Sole. Il principale nucleo di dipinti in esposizione, che illustrano i cambiamenti di Milano da un punto di vista stilistico, sociale, urbanistico e paesaggistico, provengono all’archivio del Museo di Palazzo Morando. Sono opere di artisti milanesi e non che abbracciano un periodo molto ampio e offrono l’occasione di ammirare dipinti di norma conservati nel caveau dell’istituzione che ha come scopo la tutela del patrimonio artistico legato alla cità di Milano. Fiore all’occhiello della mostra, sotto il profilo artistico, è la coppia di sculture di Francesco Messina, provenienti dallo Studio Museo a lui intitolato. Questa esposizione è solo uno degli eventi previsti per celebrare il centenario del Rotary Milano durante l’intero 2023. Dallo spettacolo di balletto al Teatro alla Scala di febbraio scorso, con la partecipazione di una delle stelle più acclamate del balletto contemporaneo, Roberto Bolle, all’installazione monumentale, creata attraverso un concorso che ha coinvolto i giovani artisti laureandi e neo-laureati della Scuola di Scultura dell’Accademia di Brera: sarà oggetto di un evento specifico il prossimo novembre nel “Cortile della Magnolia” dell’Accademia. Come pure il restauro del trono di Napoleone, che dopo la mostra a Palazzo Morando diventerà un punto di riferimento essenziale nel riallestimento degli appartamenti neoclassici di Palazzo Reale. La mostra a Palazzo Morando sarà aperta al pubblico dal 27 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024, con ingresso gratuito. L’esposizione è stata curata da Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Lorenza Salamon, gallerista milanese. L’allestimento dell’esposizione è stato affidato alle capacità creative dell’architetto Francesca Aletti. Si ringrazia Credem Euromobiliare Private Banking. Il Governatore del Distretto 2041 (Area metropolitana di Milano) Giulio Koch ha ricordato durante il suo intervento che “Il 18 e 19 novembre a Milano avrà luogo il Congresso Nazionale di Celebrazione del Centenario del Rotary in Italia. Parteciperanno i 14 Distretti italiani e dall’analisi del glorioso passato si trarranno spunti per progettare il futuro dell’azione rotariana anche a Milano, concentrando gli sforzi su Giovani, Lavoro ed Ambiente come principali aree critiche. Interverranno il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ed il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, oltre a illustri esponenti della società civile. La sede sarà l’Aula Magna dell’Università Statale in Via Festa del Perdono 7. Il Congresso sarà preceduto da un concerto per Organo e coro offerto dai Rotariani alla cittadinanza la sera del 17 novembre”. SCHEDA ESPOSIZIONE 100 ANNI A MILANO. UN SECOLO DI STORIA E SOCIETÀ ATTRAVERSO LA PRESENZA DEL ROTARY. a cura di Stefano Zuffi, Lorenza Salamon progetto allestimento Francesca Aletti Palazzo Morando | Costume Moda Immagine via Sant’Andrea, 6 dal 27 ottobre 2023 Orari: da martedì a venerdì, ore 14 – 18.30; sabato e domenica, ore 10 – 18.30 +39 02 884 65735 – 46054 | c.palazzomorando@comune.milano.it | www.costumemodaimmagine.mi.it   INGRESSO GRATUITO

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