Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

L’importanza della contro intelligence per l’Italia: difendere la democrazia dall’ingerenza straniera

L’importanza della contro intelligence per l’Italia: difendere la democrazia dall’ingerenza straniera Introduzione Nel contesto geopolitico odierno, l’ingerenza delle potenze straniere è diventata un problema di portata significativa per molti paesi. L’Italia, con la sua posizione strategica e la sua economia sviluppata, non è immune da tali minacce. L’adozione di misure di contro intelligence si è dimostrata fondamentale per proteggere l’economia, la società e, soprattutto, la democrazia italiana dai rischi derivanti dall’interferenza straniera. L’ingerenza straniera e i rischi per l’economia italiana L’economia italiana è strettamente integrata nell’economia globale, il che rende il paese suscettibile alle influenze esterne. Le potenze straniere possono cercare di infiltrarsi nelle istituzioni economiche italiane per ottenere informazioni riservate, rubare segreti commerciali o manipolare i mercati finanziari. Queste azioni possono compromettere la competitività delle imprese italiane, minare la fiducia degli investitori e provocare danni significativi all’economia nazionale. La contro intelligence si pone l’obiettivo di individuare e neutralizzare tali minacce. Attraverso la raccolta di informazioni, l’analisi dei modelli di comportamento e la collaborazione con le agenzie di sicurezza nazionali, la contro intelligence può identificare le reti di spionaggio economico straniero e adottare misure preventive per proteggere gli interessi economici dell’Italia. L’ingerenza straniera e i rischi per la società italiana Oltre all’economia, l’ingerenza straniera può influire profondamente sulla società italiana. Le potenze straniere possono cercare di influenzare l’opinione pubblica, manipolare le elezioni, sostenere gruppi estremisti o infiltrarsi in organizzazioni politiche e sociali. Queste azioni possono minare la coesione sociale, favorire tensioni interne e minacciare la stabilità del paese. La contro intelligence gioca un ruolo cruciale nel rilevare e contrastare tali minacce. Monitorando le attività di agenti stranieri, individuando campagne di disinformazione e adottando misure per prevenire l’interferenza negli affari interni, la contro intelligence può proteggere la società italiana dalla manipolazione straniera e preservare la democrazia. La difesa della democrazia italiana La democrazia è il fondamento della società italiana e il principale baluardo contro l’ingerenza straniera. Le potenze straniere possono cercare di indebolire la democrazia italiana tramite propaganda, attacchi informatici, finanziamenti illeciti e altre tattiche subdole. Queste minacce mettono a rischio la sovranità nazionale, l’integrità delle istituzioni democratiche e la fiducia dei cittadini nel sistema politico. La contro intelligence, in collaborazione con le forze dell’ordine e le agenzie di sicurezza, lavora per proteggere la democrazia italiana. Attraverso la raccolta di informazioni sulla presenza di agenti stranieri, il monitoraggio delle campagne di disinformazione, la protezione delle infrastrutture critiche e l’adozione di misure preventive, la contro intelligence può preservare la tenuta della democrazia italiana e garantire che le decisioni che riguardano il paese siano prese dagli italiani stessi. Conclusioni L’ingerenza straniera rappresenta una minaccia significativa per l’Italia, poiché può influire negativamente sull’economia, sulla società e sulla democrazia. La contro intelligence svolge un ruolo vitale nella protezione degli interessi nazionali, identificando e contrastando le attività degli agenti stranieri. Investire nella contro intelligence e nella collaborazione internazionale è fondamentale per garantire che l’Italia rimanga un paese sovrano, sicuro e democratico. Solo attraverso uno sforzo congiunto è possibile difendere l’Italia dagli attacchi esterni e garantire un futuro prospero per tutti i cittadini italiani.

L’importanza della contro intelligence per l’Italia: difendere la democrazia dall’ingerenza straniera Leggi tutto »

“Milano: L’importanza di preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici”

“Milano: L’importanza di preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici” Introduzione: Negli ultimi decenni, Milano ha subito un’intensa crescita urbana, caratterizzata da un proliferare di nuovi palazzi e grattacieli che si innalzano nel cielo. Tuttavia, mentre la città si sviluppa e si trasforma, è fondamentale riflettere sull’importanza di non costruire troppi palazzi e di preservare il territorio. In un’epoca di cambiamenti climatici sempre più evidenti, l’espansione incontrollata e l’eco di cemento rischiano di mettere a repentaglio l’ecosistema e la qualità della vita dei cittadini. Il pericolo di un eco di cemento: L’eccessiva densificazione urbana può portare a un fenomeno noto come “eco di cemento”, in cui la natura viene soppiantata da superfici impermeabili e inutilizzabili dal punto di vista ecologico. Questa tendenza porta a un aumento dell’impermeabilizzazione del suolo, che comporta una maggiore esposizione agli effetti delle alluvioni e delle inondazioni. Inoltre, le aree urbane con una copertura prevalente di cemento e asfalto tendono ad assorbire e trattenere il calore, creando le cosiddette “isole di calore” che aggravano ulteriormente gli effetti del cambiamento climatico. I rischi di un’edilizia senza considerare i servizi per il territorio: Nel corso dello sviluppo urbano, spesso si dimentica di considerare l’importanza dei servizi per il territorio. Questi includono parchi, aree verdi, spazi aperti, sistemi di drenaggio, reti di trasporto pubblico efficienti e infrastrutture per la gestione sostenibile dell’acqua e dei rifiuti. Senza tali servizi, le città si trovano ad affrontare problemi come l’inquinamento atmosferico, l’accumulo di rifiuti, la carenza di aree ricreative e di svago, e l’inefficienza nel movimento delle persone. Preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici: I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia concreta per le città di tutto il mondo, e Milano non fa eccezione. La costruzione sconsiderata di palazzi senza tener conto degli impatti ambientali può esacerbare i problemi legati ai cambiamenti climatici e aumentare la vulnerabilità della città. Pertanto, è cruciale adottare un’approccio olistico nell’edilizia urbana, che consideri attentamente l’equilibrio tra lo sviluppo urbano, la conservazione del territorio e la sostenibilità ambientale. Un approccio sostenibile all’edilizia: Per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e preservare la qualità della vita nelle città, è necessario adottare un approccio sostenibile all’edilizia. Ciò significa promuovere la densificazione intelligente, incentrata sulla riqualificazione di aree già urbanizzate anziché sulla continua espansione urbana. Inoltre, bisogna favorire la progettazione urbana che preveda la creazione di spazi verdi accessibili, parchi pubblici, giardini verticali e sistemi di drenaggio sostenibili per ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e mitigare gli effetti delle inondazioni. Conclusioni: La città di Milano affronta sfide significative nel contesto dei cambiamenti climatici, e la costruzione sconsiderata di palazzi può aggravare ulteriormente la situazione. Preservare il territorio, promuovere l’edilizia sostenibile e considerare i servizi per il territorio sono elementi fondamentali per creare città resilienti e in grado di adattarsi ai mutamenti climatici. Solo attraverso un approccio bilanciato e consapevole si potranno garantire un futuro sostenibile e una qualità della vita elevata per i cittadini milanesi.

“Milano: L’importanza di preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici” Leggi tutto »

La festa per la M4 quasi finita dimentica Ielpo

La festa per la M4 quasi finita dimentica Ielpo. Perché ieri è stato un momento di grandi festa: la Metropolitana 4 apre la tratta da Linate a piazza San Babila. Tutti felici, tutti contenti. Perché quando Pietro Salini fa qualcosa è sempre importante essendo un uomo ricchissimo e a capo di uno dei più grandi gruppi industriali del mondo. E soprattutto uno che distribuisce ricchi stipendi e ricche pubblicità ai sempre più poveri giornali italiani. Nessuno sembra aver notato che è forse la settima inaugurazione della linea 4 delle metro milanese. E anche questa volta non è finita. Perché hanno annunciato che sarà finita entro il 2024. Quindi visto il ritardo di 7 anni probabilmente la finiranno davvero nel 2025. E nessuno ha chiesto quanto sia costata ai milanesi, perché ci hanno lavorato in tanti e con ricchi stipendi. Quindi anche Raffaele Ielpo è stato dimenticato: eppure questa è la prima metro dopo trent’anni a fare morti. Gli ultimi si erano registrati con la metro 3, la Gialla. Ma che vuoi che sia sull’altare del progresso. Milano ormai è lanciata verso il prossimo muro su cui schiantarsi. Perché tanto l’importante è far girare soldi per certi circoli della “sinistra”: le virgolette sono volute visto che a parte un antifascismo di facciata non si capisce in cosa sarebbero “di sinistra” certi personaggi che hanno stuoli di persone a servizio. E così anche i giornali progressisti quando parlano del rinvio a giudizio di alcuni potenti dicono “datore di lavoro”, perché hai visto mai che si ricordi che almeno formalmente chi sta nel mondo di sopra debba spiegare perché Ielpo è morto. Perché nei cantieri gli operai dichiaravano che i controlli di Ats erano noti in anticipo e i capi cantiere li avvertivano di far trovare tutto in ordine. Perché è successo non è importante per prendersela a caso con un ricco, visto che la ricchezza non è certo una colpa in sé. Sarebbe importante per fermare la corsa intrapresa verso una Milano senz’anima e morale a cui sembra aspirare una classe politica locale sempre più simile a un enzima senza controllo che arriva e modifica tutto ciò che vuole come vuole. E se qualcuno dice qualcosa, ecco che arrivano le vendette. E allora per un giorno meglio dimenticare la verità dei fatti, meglio dimenticare come sono state fatte le cose. Tanto basta farle in qualche modo e far correre centinaia di milioni in una certa direzione. Se poi qualche povero muore, povero lui. Nella Milano di oggi non c’è spazio per chi ha una ral da pezzenti. Se ne stessero in Italia.

La festa per la M4 quasi finita dimentica Ielpo Leggi tutto »

La Tesla mortale di Roma

La Tesla mortale di Roma. Perché a Roma si continua a morire per suv o auto potenti guidate da gruppi di ventenni. Il caso fa meno parlare perché probabilmente una donna di 67 anni fa meno impressione di un bambino di 5 anni. E poi nel caso della Tesla mortale di Roma non c’è il tema social: per settimane ci siamo sentiti dire da tutte le testate italiane che il tema dell’incidente mortale di Roma erano i giovani e i social. Nessuno ad esempio ha chiesto quando questi ventenni hanno preso la patente visto che esistono dei limiti di potenza per i neopatentati. Potrebbe essere un risultato o una proposta migliore quella di limitare meglio la potenza delle autovetture che vengono affidate a chi in teoria ha appena iniziato a guidare. Invece si è preferito parlare di social network, perché i social sono il grande nemico di un’Italia che parla spesso di innovazione, ma non ha idea di preciso di come applicarla. Siamo a malapena fuori dal periodo in cui le persone hanno digerito il mito startup. Fino a poco tempo fa si sono spesi miliardi a caso per qualunque proposta “innovativa”. In pochi si chiedevano se effettivamente servissero certe proposte, ma il tema “tirava”. E dunque sono stati stanziati miliardi di bandi pubblici e privati per effetti quanto meno discutibili. Ora siamo sul grande terreno dei social, che fanno perdere quello più razionale della gestione del traffico. E di chi lo crea. Perché gli unici provvedimenti sono quelli di chiudere le città o rendere impossibile viaggiare in auto in città, stabilendo gerarchie economiche in un Paese dove non mancano già di loro: alla fine in città gira solo chi può pagare box, pass o alla peggio le multe. Però è un tema complicato. Sembra meglio scagliarsi contro il “potere forte” di turno, cioè i social. E spesso tramite social. Con il risultato che la Tesla mortale di Roma viene derubricato a caso di cronaca nera triste, ma non così serio da parlarne. Un articolo e via. Fino al prossimo incidente mortale.

La Tesla mortale di Roma Leggi tutto »

Il declino degli asili nido a Milano: un’allarmante emergenza sociale

Il declino degli asili nido a Milano: un’allarmante emergenza sociale Carissimi lettori, Mi rivolgo a voi oggi con preoccupazione riguardo a una questione che ha suscitato il mio interesse, ma ancor più la mia indignazione. Gli asili nido, fondamentali istituzioni per la crescita e lo sviluppo dei nostri piccoli cittadini, stanno sperimentando un drammatico declino nella città di Milano. Quel che è più preoccupante è che il Comune sembra aver trascurato questo aspetto cruciale dell’istruzione e del benessere dei bambini e delle famiglie milanesi. La storia è ben nota: da almeno dieci anni, gli asili nido a Milano sono stati vittime di una politica di chiusura costante. Questo è un fenomeno che andrebbe analizzato con estrema attenzione. Come può una città di tale rilevanza, con un passato di cultura e progresso, voltare le spalle a un pilastro fondamentale della società come la formazione dei propri cittadini di domani? I benefici degli asili nido sono incommensurabili. Non solo fungono da luoghi sicuri per i nostri piccoli, ma anche come fonte di socializzazione e sviluppo del linguaggio fin dai primi anni di vita. Sono ambienti in cui il gioco e l’apprendimento si fondono armoniosamente, contribuendo in modo significativo alla formazione di menti brillanti e curiose. Eppure, non possiamo ignorare il fatto che il Comune di Milano abbia dimostrato una mancanza di impegno e sensibilità nei confronti di questa tematica, come dimostrato dal persistente schema di chiusure. D’altra parte, mi fa rabbia e malinconia sapere che altri Comuni italiani, come Bologna, si stiano dimostrando più attenti e propositivi nell’utilizzare i fondi del PNRR dedicati agli asili nido. La domanda che ci si pone è ovvia: perché il Comune di Milano non ha colto l’importanza degli asili nido e la necessità di investire nelle giovani generazioni? Le scuse possono essere molteplici, ma ciò che emerge è una mancanza di priorità che mette a repentaglio il futuro stesso della nostra città. Cari lettori, è nostro dovere sostenere e promuovere l’importanza degli asili nido a Milano. Non possiamo restare indifferenti a una situazione che mina il benessere e l’educazione dei nostri bambini. Invito i cittadini a mobilitarsi e a chiedere con forza che venga riconosciuta l’urgenza di questi luoghi di apprendimento e sviluppo. E’ giunto il momento che il Comune di Milano metta da parte gli interessi personali e si concentri sulle necessità reali della popolazione. La crescita di una città passa attraverso la crescita dei propri cittadini, e gli asili nido sono la prima pietra di questa costruzione. Non possiamo permettere che Milano continui a rimanere indietro rispetto ad altre realtà italiane. Invito dunque tutti a prendere posizione e a esprimere la propria voce affinché gli asili nido a Milano vengano tutelati e valorizzati. La nostra città merita un futuro luminoso, e ciò sarà possibile solo investendo nelle nuove generazioni e offrendo loro le migliori opportunità di crescita e sviluppo. È necessario che il Comune di Milano prenda coscienza del ruolo fondamentale degli asili nido e agisca immediatamente per garantirne il pieno funzionamento e l’accessibilità a tutte le famiglie milanesi. Non possiamo più permettere che la chiusura di queste istituzioni porti all’isolamento e all’ineguaglianza sociale dei più piccoli e delle loro famiglie. Occorre anche sollecitare una maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi destinati agli asili nido, affinché non vengano sprecati o utilizzati per altri scopi. Dobbiamo esigere che le risorse siano effettivamente destinate a sostenere e migliorare l’istruzione e l’accoglienza dei bambini, garantendo personale qualificato e strutture adeguate. Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura dell’importanza dell’istruzione fin dai primi anni di vita. Gli asili nido devono essere visti come un investimento a lungo termine nella società, poiché contribuiscono alla formazione di cittadini consapevoli, competenti e creativi, in grado di affrontare le sfide future con fiducia e saggezza. Carissimi lettori, il tempo è giunto per un cambiamento. Non possiamo restare spettatori passivi di una situazione che mina le basi stesse della nostra società. Dobbiamo unirci, fare sentire la nostra voce e chiedere un’immediata inversione di tendenza. Gli asili nido a Milano meritano il nostro sostegno e la nostra attenzione, poiché rappresentano il futuro stesso della nostra città. La nostra tradizione e il nostro passato ci insegnano che Milano è una città capace di grandi imprese e di affrontare le sfide più difficili. Ora è il momento di dimostrare di essere all’altezza anche delle sfide sociali, di difendere i diritti dei più piccoli e di investire nella crescita e nel benessere delle giovani generazioni. Siate attivi, cari lettori, e unitevi a questa causa. Con la vostra determinazione e la vostra volontà, possiamo riportare l’attenzione su una tematica vitale per il futuro di Milano. Gli asili nido sono le radici che alimentano la crescita di una città, e noi dobbiamo proteggerle e farle crescere per garantire un futuro migliore per tutti. Concludo quindi con un appello alla coscienza civica e all’azione collettiva: difendiamo gli asili nido di Milano, affinché i nostri bambini possano crescere felici, sani e pronti a costruire il futuro che meritano.

Il declino degli asili nido a Milano: un’allarmante emergenza sociale Leggi tutto »

L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma

L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma. Perché dall’inizio di questa esperienza, l’alleanza non ha mai funzionato. Reggeva in Parlamento perché la guida del non compianto Di Maio aveva portato i 5 Stelle oltre il 33 per cento dei consensi nazionali. Quindi aggiungendo una qualsiasi percentuale era possibile creare un governo, tant’è che quel Movimento 5 Stelle ha in effetti governato sia con la destra che con la sinistra. Fino a farsi ppi snaturare dai discorsi surreali che si sentono a Roma. Moderazione, centrismo e via così di idiozie: gli unici partiti che hanno raccolto percentuali decisive sono proprio quelli che veicolavano uno o due idee molto chiare. Molto decise. Mentre i centristi non hanno mai preso nulla a parte i posti di potere. Perché inevitabilmente i giornali di sistema iniziavano a sottolineare l’impreparazione, la poca educazione istituzionale e così via, mentre i loro referenti ne combinavano di ogni. E così i 5 stelle hanno seguito gli stessi percorsi della Lega e di altri prima di loro, vedendo erodere i propri consensi giorno dopo giorno nel segno della responsabilità e del rispetto istituzionale. Per non parlare del mitico campo largo. Il sistema con cui il Pd ha sistematicamente distrutto qualunque alleato, perché il PD più di altri è ormai forza di sistema. E dunque pensa solo a perdurare. Quale che sia la condizione. Infatti L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma: perché in Parlamento esistono commissioni, sottocommissioni, presidenti di organismi sostanzialmente inutili come il Censis che possono creare problemi. E dunque conviene sempre essere alleati del Pd per le forze di opposizione. Almeno a Roma. Poi in tutte le altre situazioni puoi pure perdere, tanto il potere finale è a Roma. Questo alla fine sembra  il filo conduttore dei 5 Stelle che anche oggi applicano lo stesso schema pure in Lombardia: si vergognano così tanto di sè stessi da aver deciso di fare l’alleato minore in ogni occasione. Eppure una certa politica non funziona: altrimenti Michele Usuelli sarebbe ancora in Consiglio regionale: l’ex consigliere radicale era un maestro delle battaglie che piacciono alla gente che piace. Era quello che si inginocchiava in aula quando andava di modo in senso anti trumpiano. E i giornali ne parlavano. Era quello delle mozioni che obbligavano il PD a seguirlo pur essendo l’unico rappresentante della sua forza politica in Consiglio. Ecco: Usuelli è rimasto fuori. Segno che i politici nostrani sono vittime delle bolle in cui credono. Ma l’aspetto peggiore è che lo sono pure le idee per le quali le persone li hanno votati. Per carità, in tanti sarebbero pure contenti di vedere i 5 Stelle perdere sempre, ma ci si chiede se questo sia il destino che si sono scelti. Perché il Molise non è la Lombardia, eppure hanno perso pure lì.

L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma Leggi tutto »