Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Dezinformacija: La sfida crescente della disinformazione nell’era digitale

Dezinformacija: La sfida crescente della disinformazione nell’era digitale. Nell’era digitale in cui viviamo, l’informazione è diventata una risorsa di valore inestimabile. Tuttavia, questa stessa era digitale ha anche portato alla diffusione su vasta scala di notizie false, ingannevoli e manipolate, creando un terreno fertile per la disinformazione. Uno dei termini che è emerso in relazione a questo fenomeno è “dezinformacija“, un termine che deriva dalla parola russa per disinformazione, ma che si è diffuso in tutto il mondo per descrivere i tentativi sistematici di manipolare l’opinione pubblica attraverso notizie false. Cos’è la dezinformacija? La dezinformacija si riferisce alla diffusione deliberata di informazioni false o fuorvianti con l’intento di influenzare l’opinione pubblica, danneggiare la reputazione di individui o organizzazioni, o alterare il dibattito pubblico su questioni di interesse. Questa pratica è stata particolarmente amplificata dalla diffusione dei social media e dalla facilità con cui le informazioni si diffondono rapidamente attraverso le reti online. Meccanismi della dezinformacija: La dezinformacija può assumere diverse forme e sfruttare vari meccanismi per raggiungere i suoi obiettivi. Alcuni di questi includono: Notizie false: La creazione e la diffusione di notizie completamente inventate sono un modo comune per promuovere la disinformazione. Queste notizie possono essere scritte in modo convincente e diventare virali prima che la loro falsità venga scoperta. Manipolazione dei fatti: Invece di creare notizie completamente false, la dezinformacija può coinvolgere la manipolazione dei fatti esistenti. Questo può avvenire attraverso la selezione selettiva delle informazioni o la loro interpretazione distorta per adattarle a una narrativa specifica. Bot e account falsi: I bot sui social media e gli account falsi possono essere utilizzati per diffondere la dezinformacija in modo rapido e massiccio. Questi account automatizzati possono amplificare le false narrazioni, aumentando così la loro visibilità e credibilità apparente. Manipolazione dell’algoritmo: Le piattaforme digitali utilizzano algoritmi complessi per mostrare agli utenti contenuti rilevanti. Tuttavia, la dezinformacija può sfruttare queste dinamiche manipolando gli algoritmi per far emergere contenuti falsi o fuorvianti. La diffusione della dezinformacija ha conseguenze significative sulla società e sulla democrazia. Alcuni dei principali impatti includono: Polarizzazione e conflitto: La disinformazione alimenta la polarizzazione sociale e politica, creando divisioni all’interno delle comunità e fomentando il conflitto tra gruppi con opinioni diverse. La manipolazione delle informazioni può spingere le persone a schierarsi su posizioni estreme e ad attaccare coloro che dissentono, minando la coesione sociale e la capacità di raggiungere un consenso sulla base di fatti condivisi. Perdita di fiducia: Quando le persone sono costantemente esposte a informazioni false o fuorvianti, la fiducia nelle istituzioni, nei media e nel processo decisionale democratico può essere erosa. La mancanza di fiducia mina la costruzione di una società informata e impegnata, mettendo a rischio la stabilità e il funzionamento delle democrazie. Impatti sulla salute pubblica: La dezinformacija può avere gravi conseguenze sulla salute pubblica, specialmente durante eventi di crisi come pandemie. La diffusione di notizie false sui vaccini, ad esempio, può portare a una diminuzione della copertura vaccinale e mettere a rischio la salute di intere comunità. La disinformazione può anche promuovere false cure o teorie del complotto, mettendo in pericolo la vita delle persone e minando gli sforzi per affrontare adeguatamente le emergenze sanitarie. Manipolazione elettorale: La dezinformacija può influenzare le elezioni e i processi democratici. Attraverso la diffusione di informazioni false o ingannevoli, gli attori malintenzionati possono cercare di influenzare l’opinione pubblica, manipolare il voto e minare l’integrità del processo democratico stesso. Questo solleva gravi preoccupazioni per la legittimità dei risultati elettorali e mina la fiducia dei cittadini nel sistema politico. Impatti economici: La disinformazione può avere conseguenze economiche negative. Ad esempio, notizie false sulle prestazioni finanziarie di un’azienda possono influenzare le decisioni di investimento e causare fluttuazioni dei mercati finanziari. Inoltre, la dezinformacija può danneggiare la reputazione di un’azienda o di un individuo, portando a perdite finanziarie e danni duraturi. Conclusione: La dezinformacija rappresenta una sfida sempre più urgente nella nostra società digitale. Affrontare questo problema richiede un approccio multi-stakeholder che coinvolga governi, piattaforme digitali, organizzazioni della società civile e i cittadini stessi. È necessario promuovere l’alfabetizzazione mediatica e la capacità critica delle persone per valutare in modo accurato le informazioni, oltre a sviluppare meccanismi di verifica delle notizie e regole più rigorose per la trasparenza delle piattaforme digitali. Combattere la dezinformacija richiede uno sforzo congiunto per promuovere la trasparenza, l’accountability e l’accesso a informazioni accurate. Le piattaforme digitali devono assumersi la responsabilità di identificare e rimuovere contenuti falsi, implementando politiche più rigorose e strumenti di verifica. I governi devono lavorare per promuovere la regolamentazione adeguata e la cooperazione internazionale per contrastare la diffusione della disinformazione su scala globale. Inoltre, educare le persone sull’importanza dell’alfabetizzazione mediatica è fondamentale per sviluppare la capacità critica necessaria per valutare le fonti di informazione e riconoscere le manipolazioni. Le scuole, i media e le organizzazioni della società civile possono svolgere un ruolo fondamentale nell’insegnare alle persone come individuare e combattere la disinformazione. Infine, è importante promuovere la collaborazione tra i diversi attori coinvolti nella lotta alla dezinformacija. Gli sforzi congiunti tra governi, piattaforme digitali, organizzazioni della società civile e accademici possono favorire lo scambio di conoscenze, lo sviluppo di migliori pratiche e l’adozione di soluzioni innovative per contrastare la disinformazione. La sfida della dezinformacija non può essere sottovalutata. Richiede un impegno costante e continuo da parte di tutti noi per preservare la verità, proteggere la democrazia e promuovere una società informata e consapevole. Solo attraverso la collaborazione e l’azione collettiva possiamo affrontare efficacemente questa minaccia e costruire un futuro in cui l’informazione sia un faro di verità e conoscenza.

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Per essere madre lavoratrice devi essere Presidente del Consiglio

Per essere madre lavoratrice devi essere Presidente del Consiglio. Perché piaccia o meno, questa è la realtà italiana in cui ci troviamo. Tutti parlano di famiglia, denatalità, e supercazzole con scappellamento a destra come fosse antani. Ma poi alla prova dei fatti non è nemmeno possibile contattare i nidi aziendali di ospedali come il Niguarda di Milano. Non qualche piccolo e sperduto presidio sanitario sull’Appennino, ma il più grande ospedale della Lombardia. Perché la Pulcini & Co manco risponde al telefono o via mail. Forse bisogna essere raccomandati da qualcuno? Sarebbe il caso di metterlo nelle note a margine. Rosario Ambrosino, niente meno che CEO, dovrebbe spiegarlo: noi prendiamo i bandi, ma per offrire i servizi solo a chi ci pare a noi. Per chi non conosciamo, non vale nemmeno la risposta al telefono. Sarebbero soldi pubblici quelli che intasca la Elior, quindi la cortesia sarebbe quantomeno dovuta a tutti, ma tant’è si vede che la sua azienda se ne può sbattere. Si vede che i vari responsabili aziendali come Gianluca Galletti, Emiliano Colangeli, Vanni Rastelli, Nicola Pignataro, Angelo Sica, hanno impostato così i rapporti con l’esterno? Perché c’è chi le vite le ha salvate a Niguarda e chi come chi scrive durante la pandemia ha trovato il modo di far affluire gratuitamente rifornimenti per il personale sanitario. Gratuitamente. Mentre la Elior spa prende dei soldi per offrire un servizio che ci permettiamo di bollare come incomprensibile: a cosa serve un nido aziendale se le madri non possono avere una risposta dal nido? E’ perfettamente in linea con l’Italia in cui tutti parlano dell’importanza della famiglia e poi vanno a nigeriane. O dei governi che propongono di passare un paio di settimane per uffici pubblici a sentire i deliri di gente che a malapena parla italiano per uno sconto di 100 euro sulle tasse. Perché ancora non hanno capito che all’italiano medio non gliene sbatte un fico secco di 100 euro in meno, possono chiederne anche 200 in più, basta avere i servizi. Che vuol dire prenotare una visita in ospedale prima di morire e senza pagare i privati, oppure trovare un asilo nido quando si commette l’imprudenza di mettere al mondo un figlio. L’unica opzione resta quella: in Italia per essere madre lavoratrice devi essere Presidente del Consiglio. Se ti attacchi al proverbiale tram.

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L’Export Digitale Italiano: Un Nuovo Orizzonte di Opportunità Globali

L’Export Digitale Italiano: Un Nuovo Orizzonte di Opportunità Globali Introduzione: L’export digitale italiano sta aprendo le porte a un mondo di opportunità senza confini. In un’era in cui la tecnologia e l’interconnessione globale sono diventate la norma, l’Italia si sta affermando come una forza nel settore digitale, esportando prodotti e servizi innovativi in tutto il mondo. In questo articolo, esploreremo l’espansione dell’export digitale italiano e l’importanza che riveste per l’economia del paese. L’Impatto dell’Export Digitale sull’Economia Italiana: L’export digitale sta rapidamente emergendo come un pilastro fondamentale dell’economia italiana. Le imprese italiane, grandi e piccole, stanno capitalizzando sulle opportunità offerte dalla digitalizzazione, sfruttando le tecnologie emergenti per raggiungere nuovi mercati e ampliare la propria base clienti. Questa trasformazione digitale non solo crea nuove opportunità di crescita, ma contribuisce anche a rafforzare la competitività dell’Italia a livello globale. Settori Trainanti dell’Export Digitale Italiano: L’Italia sta facendo grandi passi avanti nell’export digitale in diversi settori chiave. L’industria manifatturiera italiana, famosa per la qualità e l’artigianato dei suoi prodotti, si sta adattando alle nuove tecnologie digitali. Le aziende manifatturiere italiane stanno implementando soluzioni di intelligenza artificiale, Internet delle cose e automazione per migliorare l’efficienza dei processi produttivi e offrire prodotti personalizzati ai clienti globali. Il settore dell’e-commerce italiano sta crescendo a un ritmo accelerato. Le aziende italiane stanno aprendo negozi online, creando piattaforme di vendita al dettaglio digitali e sfruttando le opportunità offerte dal commercio transfrontaliero. Prodotti italiani di alta qualità, come moda, design, cibo e bevande, stanno raggiungendo clienti in tutto il mondo grazie alle piattaforme di e-commerce. L’export digitale nel settore dei servizi sta vivendo un’espansione significativa. Le startup italiane stanno emergendo come leader nel campo delle soluzioni tecnologiche innovative, come fintech, intelligenza artificiale, turismo digitale e servizi di consulenza. Queste imprese stanno conquistando mercati internazionali, offrendo competenze e soluzioni avanzate ai clienti globali. Sfide e Opportunità: Nonostante i progressi, ci sono ancora sfide da affrontare nell’export digitale italiano. La digitalizzazione delle imprese italiane richiede investimenti in infrastrutture digitali, formazione del personale e promozione dell’innovazione. Inoltre, è essenziale favorire la collaborazione tra il settore pubblico e privato per creare un ambiente favorevole all’export digitale. Tuttavia, le opportunità sono infinite. L’Italia ha una ricchezza di talento creativo e competenze tecniche che possono essere sfruttate per sviluppare prodotti e servizi digitali di qualità che rispondano alle esigenze del mercato globale. Inoltre, l’export digitale offre l’opportunità di diversificare l’economia italiana, riducendo la dipendenza da settori tradizionali e aprendo nuove vie di crescita e sviluppo. La Promozione dell’Export Digitale Italiano: Per sostenere e promuovere l’export digitale italiano, il governo e le istituzioni stanno adottando una serie di iniziative. Vengono offerti finanziamenti, agevolazioni fiscali e programmi di supporto alle imprese digitali, allo scopo di incoraggiare l’innovazione e la competitività internazionale. Inoltre, sono stati istituiti hub digitali e centri di ricerca per favorire la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra imprese, università e centri di ricerca. Le associazioni di categoria e le camere di commercio svolgono un ruolo importante nel fornire assistenza alle imprese interessate all’export digitale. Organizzano missioni commerciali, partecipazioni a fiere internazionali e attività di networking per facilitare il contatto tra imprese italiane e potenziali partner o clienti stranieri. Conclusioni: L’export digitale italiano rappresenta una straordinaria opportunità di crescita economica e sviluppo per il paese. L’Italia sta dimostrando di essere un attore rilevante nel panorama digitale globale, con aziende che si distinguono per l’innovazione, la creatività e la qualità dei loro prodotti e servizi digitali. Attraverso l’export digitale, l’Italia sta diffondendo la sua cultura, il suo stile di vita e la sua eccellenza in tutto il mondo. La combinazione di tradizione e innovazione rappresenta una vera forza competitiva per le imprese italiane sul mercato globale. Con l’impegno continuo delle imprese, il supporto delle istituzioni e la collaborazione tra i vari attori, l’export digitale italiano continuerà a crescere e a consolidare la posizione dell’Italia come protagonista nella rivoluzione digitale globale.

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Acquarone e Maglie, in pochi giorni due croci per il giornalismo

Acquarone e Maglie, in pochi giorni due croci per il giornalismo. Perché in questi giorni sono scomparsi Andrea Acquarone e Maria Giovanna Maglie. Due giornalisti noti dei giornali di destra e due perdite che si notano. Andrea Acquarone era un cronista di nera come si vedono nei film sul giornalisti. Uno che davvero sapeva tirare fuori notizie che non dovevano essere pubblicate grazie a una rete di contatti solida e costruita negli anni. Un vero personaggio da redazione e con tanta sicurezza dei propri mezzi che anni fa si prese il disturbo di salire in cronaca di Milano all’epoca della gestione Rocchi per complimentarsi con un giovane giornalista per un “colpo” ben riuscito: “Bel colpo quello, volevano tenerlo riservato” mi disse di fronte al capo redattore. Quello sorrise pure. E chi conosceva Rocchi in redazione sa che non era così semplice vederlo soddisfatto e sorridente. Ad Acquarone va la gratitudine di chi scrive e l’onore del ricordo dei suoi articoli migliori. A Maria Giovanna Maglie il ricordo del suo lavoro prima della sua esperienza sui giornali generalisti dove si era schierata come giornalista “organica” quando ancora Salvini e la destra destra non andavano così per la maggiore come oggi. In questi giorni in tanti si sono riscoperti di destra, mentre la Maglie si era schierata quando ancora Riccardo De Corato era praticamente tutta la destra di Milano e della Lombardia e Fratelli d’Italia sembrava un partito nato per esclusione di altre possibilità. Così Acquarone e Maglie, in pochi giorni due croci per il giornalismo, lasciano un vuoto che si sente. Più di quanto si possa dire della maggioranza dei giornalisti italiani. E già questo fatto indica quanto nel loro piccolo abbiano segnato un percorso tra le righe, ma da evidenziare.

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Come è nato il Monopoly

Il Monopoly è stato creato da un uomo di nome Charles Darrow negli Stati Uniti durante la Grande Depressione negli anni ’30. La storia di come è nato il Monopoly è abbastanza interessante. Si dice che Darrow abbia iniziato a progettare il gioco nel 1933, quando era disoccupato e cercava un modo per intrattenere se stesso e la sua famiglia. Ha preso ispirazione da un gioco chiamato “The Landlord’s Game” (Il gioco del proprietario terriero) creato dalla saggista ed economista statunitense Elizabeth Magie negli anni 1900. Darrow ha apportato diverse modifiche al gioco originale e ha creato una versione che rappresentava una critica al sistema economico monopolistico dell’epoca. Ha incluso elementi come l’acquisto e la vendita di proprietà, il pagamento degli affitti e le penalità per le imposte. Dopo aver completato il suo prototipo, Darrow ha cercato di vendere il gioco a diverse aziende di giochi da tavolo, ma inizialmente ha ricevuto numerosi rifiuti. Tuttavia, alla fine, la Parker Brothers (ora parte di Hasbro) ha deciso di pubblicare il Monopoly nel 1935. Il gioco ha riscosso un enorme successo negli Stati Uniti e ha conquistato rapidamente il mondo. È diventato uno dei giochi da tavolo più popolari e iconici di tutti i tempi, con diverse edizioni speciali e varianti che sono state pubblicate nel corso degli anni. Quindi, il Monopoly è nato come un progetto di un uomo disoccupato durante la Grande Depressione e si è trasformato in uno dei giochi da tavolo più amati e riconoscibili al mondo, rappresentando una satira del sistema economico basato sul monopolio.

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