Nome dell'autore: Davide Agricola

Se l’Ucraina perde la guerra, sarà l’Europa a uscirne vincitrice

Se l’Ucraina perde la guerra, sarà l’Europa a uscirne vincitrice. Nel nostro continente è in corso una guerra che deciderà il suo destino. Se la Russia dovesse essere sconfitta in Ucraina, l’Europa rimarrebbe sotto l’egemonia americana per un secolo. Tuttavia, se gli Stati Uniti perderanno, come credo, la NATO si disintegrerà e l’Europa potrà riconquistare la propria autonomia. Gli europei dovranno affrontare uno choc psicologico quando comprenderanno che la NATO non esiste per difenderci, ma per tenerci sotto controllo. Gli Stati Uniti hanno utilizzato il conflitto in Ucraina per consolidare la subordinazione dell’Europa, una strategia nata già durante la guerra in Iraq, quando un’alleanza tra Russia, Germania e Francia terrorizzò Washington. Da allora, separare la Russia dalla Germania è divenuto l’obiettivo primario degli strateghi americani, e l’escalation del conflitto ucraino ha servito esattamente questo scopo. Inoltre, il quadro diventa ancora più complesso se consideriamo che il dollaro ha perso la sua egemonia nelle transazioni internazionali, superato da euro e yen. Questo crea una situazione esplosiva, se poi si aggiunge il tema delle materie prime, come gas e petrolio, che hanno rafforzato la dipendenza europea dagli Stati Uniti… Tuttavia, anche questa dinamica è destinata a collassare non appena la guerra terminerà, poiché le forniture energetiche dalla Russia riprenderebbero a pieno regime, riducendo drasticamente la sudditanza europea. In sintesi, credo che il conflitto in Ucraina non sia solo una questione regionale, ma soprattutto il campo di battaglia in cui si deciderà il futuro dell’Europa e la sua libertà o la sua prolungata sottomissione.

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La Mazzata di Fine 2023: Tra Tasse, Assicurazioni e Connessioni Oscure

La Mazzata di Fine 2023: Tra Tasse, Assicurazioni e Connessioni Oscure. L’affrontare tasse e aumenti derivati da guerre non previste è solo l’inizio di una serie di sfide che il cittadino medio si trova ad affrontare. L’obbligo di assicurare ogni oggetto con ruote é un’ulteriore mazzata da parte del governo europeo e quello italiano, che solleva interrogativi sulla loro equità: chi realmente ne beneficia? Mentre il settore assicurativo sembra essere il primo ad approfittare di questa nuova normativa, la situazione rivela una connessione oscura con il mondo bancario. Le banche, apparentemente estranee a questo obbligo, saranno coloro che guadagneranno di più? Una riflessione sulla tanto discussa “tassa sugli extraprofitti” fa emergere dubbi sulla sua vera natura e sull’efficacia nel proteggere i cittadini. La modifica della tassa, trasformata in una misura di ristrutturazione sotto la pressione delle banche, pone l’accento sulle scelte difficili che le istituzioni finanziarie devono compiere. Ma chi ne soffrirà veramente? L’utente, costretto a pagare il prezzo di una ristrutturazione che sembra privilegiare le banche piuttosto che il bene comune. La stretta connessione tra banche e assicurazioni emerge chiaramente, con le prime che estendono i loro servizi in modo pervasivo. L’obbligo di tracciabilità, una diretta conseguenza di questi accordi, sembra portare profitti considerevoli alle banche. Una situazione che solleva domande sulla trasparenza e l’equità dietro le decisioni governative. Il tentativo passato di Matteo Renzi di detassare o abbassare la soglia a 100 euro per agevolare le piccole attività ha suscitato perplessità. Il suo misterioso declino di supporto all’interno del partito ha lasciato un chiaro messaggio: le banche rimangono intoccabili, ma a quale costo per il bene pubblico? L’idea che una breve inattività o blocco delle transazioni possa destabilizzare l’intero settore bancario è intrigante. Sarebbe sufficiente un breve periodo di 48 ore per far perdere miliardi al settore, spingendo governi e banche a una profonda riflessione. Cosa succederebbe se tutti decidessero di agire in modo coordinato per far valere le proprie preoccupazioni? Con l’entrata in vigore della nuova normativa il 23 dicembre 2023, ci prepariamo a una fine d’anno che eroderà ulteriormente il tesoretto italiano. Cosa ci riserverà il 2024? Una domanda che rimane sospesa nell’aria, mentre i cittadini si preparano ad affrontare le incertezze di un futuro sempre più legato alle decisioni delle istituzioni finanziarie. Buon 2024

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Si celebra oggi la “Giornata Internazionale delle persone con disabilità”

Si celebra oggi la “Giornata Internazionale delle persone con disabilità”. Con l’augurio che il mondo possa veramente cambiare e che una rivoluzione culturale, quanto mai necessaria, possa scuotere le coscienze per costruire una società davvero inclusiva! Fino a quando avremo la necessità di fermarci a riflettere e strutturare eventi in cui si “parla” di disabilità, di inclusione, di cultura e persino, di diritto allo sport, come previsto dalla Costituzione Italiana, vuol dire che esistono ancora esclusioni, discriminazioni, pregiudizi, preconcetti e che i diritti restano soltanto “privilegi” per i fortunati che ne usufruiscono. Ancora oggi, non siamo capaci di guardare l’altro con gli occhi di chi va “oltre” l’apparenza, per valorizzare, sempre e comunque, l’unicità della persona, impegnandosi, concretamente, a tutelarne la dignità. La “diversità”, viene considerata un valore aggiunto, e percepita come un limite, come una barriera che separa e non come un ponte che congiunge una regione con un’altra con riferimento al Ministro del dicastero delle infrastrutture Matteo Salvini. Nessuno può permettersi di stabilire chi è “normale” e chi è “diverso”! Dietro al mondo “apparente” della “disabilità” ci sono diritti che esistono solo sulla carta, diritti negati che non essendo davvero per TUTTI, sono soltanto PRIVILEGI per coloro che possono usufruirne. VITE fragili, di persone stravolte dalla malattia, con il cuore spezzato dalla burocrazia, tra l’indifferenza dilagante di chi dovrebbe trattare con i guanti bianchi chi soffre, mentre proprio chi dovrebbe tutelare l’atleta “diverso” non rispetta le necessità di chi ha bisogno. Non sono le leggi che mancano! Manca la sensibilità nelle persone “sane” di capire cosa vive realmente il diversamente abile. Manca la sensibilità di capire che vivere con l’incertezza di ogni domani è lacerante, per animo, psiche e corpo, e che la possibilità di mantenere una vita normale è la migliore fonte di coraggio per non arrendersi allo sconforto, alla desolazione, alla malattia. Mai arrendersi, nonostante tutto e tutti.

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Provano le scarpe nei negozi e le comprano online per risparmiare!

Provano le scarpe nei negozi e le comprano online per risparmiare! La pratica di provare le scarpe nei negozi e poi acquistarle online è comune, ma la legislazione fiscale può influenzare le scelte dei consumatori. Talvolta, politiche fiscali meno onerose per gli acquisti online favoriscono questo comportamento. Tuttavia, è importante considerare gli impatti sull’economia locale e quali conseguenze con il protrarsi di questo malcostume possa arrecare ai piccoli commercianti. Invertire questo trend potrebbe richiedere una combinazione di sforzi da parte del governo, dei consumatori e dei piccoli commercianti. Alcune possibili azioni includono: 1. Agevolazioni fiscali per i negozi locali: Introdurre incentivi fiscali o riduzioni di tasse per i piccoli negozi al fine di renderli più competitivi rispetto agli acquisti online. 2. Campagne di sensibilizzazione: Informare i consumatori sugli impatti positivi dell’acquisto locale, come il supporto all’economia locale, la creazione di posti di lavoro e una maggiore diversità di prodotti. 3. Programmi di fedeltà: I negozi locali potrebbero implementare programmi di fedeltà o offerte speciali per incentivare i clienti a fare acquisti in loco anziché online. 4. Collaborazioni locali: Creare collaborazioni tra i negozi locali per offrire pacchetti o sconti combinati, rendendo più conveniente l’acquisto presso più esercizi. 5. Migliorare l’esperienza d’acquisto: Fornire un servizio clienti eccellente, un ambiente piacevole e un’ampia gamma di prodotti possono incoraggiare i consumatori a preferire i negozi fisici. 6. Regolamentazioni sulle vendite online: Esaminare e regolamentare le pratiche di vendita online per garantire condizioni di concorrenza più equilibrate tra i vari tipi di commercio. Queste sono alcune delle possibili strategie applicabili, le soluzione potrebbero richiedere una o più combinazioni di approcci per avere un impatto significativo e proteggere la piccola imprenditoria italiana. Sarà il caso che il governo ci pensi prima che il danno economico diventi irreparabile.

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La pratica di provare le scarpe nei negozi e poi acquistarle online è comune, ma la legislazione fiscale può influenzare le scelte dei consumatori. Talvolta, politiche fiscali meno onerose per gli acquisti online favoriscono questo comportamento. Tuttavia, è importante considerare gli impatti sull’economia locale e quali conseguenze con il protrarsi di questo malcostume possa arrecare ai piccoli commercianti. Invertire questo trend potrebbe richiedere una combinazione di sforzi da parte del governo, dei consumatori e dei piccoli commercianti. Alcune possibili azioni includono: 1. Agevolazioni fiscali per i negozi locali: Introdurre incentivi fiscali o riduzioni di tasse per i piccoli negozi al fine di renderli più competitivi rispetto agli acquisti online. 2. Campagne di sensibilizzazione: Informare i consumatori sugli impatti positivi dell’acquisto locale, come il supporto all’economia locale, la creazione di posti di lavoro e una maggiore diversità di prodotti. 3. Programmi di fedeltà: I negozi locali potrebbero implementare programmi di fedeltà o offerte speciali per incentivare i clienti a fare acquisti in loco anziché online. 4. Collaborazioni locali: Creare collaborazioni tra i negozi locali per offrire pacchetti o sconti combinati, rendendo più conveniente l’acquisto presso più esercizi. 5. Migliorare l’esperienza d’acquisto: Fornire un servizio clienti eccellente, un ambiente piacevole e un’ampia gamma di prodotti possono incoraggiare i consumatori a preferire i negozi fisici. 6. Regolamentazioni sulle vendite online: Esaminare e regolamentare le pratiche di vendita online per garantire condizioni di concorrenza più equilibrate tra i vari tipi di commercio. Queste sono alcune delle possibili strategie applicabili, le soluzione potrebbero richiedere una o più combinazioni di approcci per avere un impatto significativo e proteggere la piccola imprenditoria italiana. Sarà il caso che il governo ci pensi prima che il danno economico diventi irreparabile.

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