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Notizie da Roma e dintorni.

Proteste no vax: feriti tra le forze dell’ordine. Stefano Paoloni (SAP): “Ancora una volta la Polizia sola di fronte ai facinorosi. Solidarietà alla CGIL”

Proteste no vax: feriti tra le forze dell’ordine. Stefano Paoloni (SAP): “Ancora una volta la Polizia sola di fronte ai facinorosi. Solidarietà alla CGIL”. Roma e Milano si sono ritrovate ieri invase dalla sete di protesta dei  “NO VAX”. Gente per lo più pacifica che civilmente voleva esprimere il proprio dissenso al green pass, ma la protesta ben presto è sfociata in virulenti atti di violenza e al solito i primi a farne le spese sono gli operatori della Polizia di Stato e delle FFOO in generale: “Le forze dell’ordine hanno il compito di garantire a tutti di manifestare e di poter esprimere il proprio pensiero come previsto dalla costituzione  “pacificamente e senza armi” – sottolinea Stefano Paoloni, segretario generale del SAP – Quando le manifestazioni sfociano in violenze significa che la politica non ha saputo affrontare e gestire la situazione lasciando le forze dell’ordine con il cerino in mano ad affrontare i facinorosi, e rischiando la propria incolumità. Detto questo, esprimiamo solidarietà ai colleghi feriti, e alla CGIL per il vile attacco alla loro sede nazionale. Nessuno tolleri o giustifichi la violenza”.

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Rotta balcanica, la lettera del SAP al ministro Lamorgese

Rotta balcanica, la lettera del SAP al ministro Lamorgese. Il Sindacato autonomo di polizia ha infatti ritenuto troppo preoccupante la situazione ai confini per rimanere in silenzio e ha preso carta e penna. Ecco dunque a proposito della rotta balcanica, la lettera del SAP al ministro Lamorgese: Signor Ministro, con la presente sottoponiamo alla Sua attenzione la grave situazione che da tempo si sta verificando nella provincia di Trieste, i cui territori sono interessati dalla c.d. rotta balcanica. Trattasi di un problema rilevante che si affianca a quello dell’immigrazione clandestina via mare e altrettanto importante da richiedere soluzioni immediate e una visione di medio-lungo periodo. Infatti, i dati concernenti l’immigrazione proveniente dal versante Nord-Est confermano la necessità di decisioni non più procrastinabili. È chiaro che analizzando il trend degli ultimi anni tale flusso migratorio non ha più un carattere emergenziale ma si è cronicizzato a fronte di un depotenziamento degli organici degli uffici della Polizia di Stato interessati. Infatti, i rintracci sono notevolmente aumentati ma dall’altro lato si è drasticamente ridotto il numero degli operatori di Polizia impegnati nell’attività di contrasto all’ immigrazione clandestina. Basti pensare che nei mesi di giugno, luglio e agosto 2020 i rintracci erano stati complessivamente 1498 mentre negli stessi mesi quest’anno hanno raggiunto il numero di 2398. A fronte di ciò gli Uffici di Polizia sul territorio hanno subito un taglio consistente degli organici. La Polizia di Frontiera di Trieste oggi può contare complessivamente su un numero di 111 operatori mentre nel 2007, quando erano attivi i valichi di frontiera e la Slovenia non apparteneva all’area Schengen, la Polizia di Frontiera del capoluogo giuliano era costituita da 260 unità per lo svolgimento del lavoro ordinario di retro-valico. È facile osservare che in quel tempo però non c’era un fenomeno immigrazione così grave legato alla c.d. “rotta balcanica” né tantomeno un’emergenza sanitaria. Attualmente i migranti che entrano in Italia attraverso tale rotta sono principalmente di nazionalità pakistana, afghana e bengalese ed è immaginabile che con la crisi afgana il flusso migratorio non possa che aumentare. Misure quali l’istituzione delle pattuglie congiunte con la polizia slovena e l’utilizzo dei droni, adottate dal Governo nel mese di agosto, si sono rivelate inadeguate. Le pattuglie miste sarebbero efficaci se operanti non a campione bensì su ogni quadrante di servizio, concordando con la polizia slovena i luoghi dove effettuare questo tipo di servizio. Inoltre, sarebbe stato necessario aggregare personale specializzato e non utilizzare esclusivamente, come invece si è fatto, il personale degli uffici territoriali, cosa che ha comportato un ulteriore aggravio di lavoro ad un organico notevolmente esiguo. Ai problemi di organico si aggiungono carenze di carattere logistico, sanitario e l’assenza di strumenti efficaci per una proficua attività di polizia. Rispetto al 2020, infatti, la Polizia di Frontiera nel 2021 non ha potuto procedere alle c.d. riammissioni informali che in passato avevano dato ottimi risultati. Inoltre, come anticipato, i quotidiani problemi legati alla rotta balcanica, interessata dai flussi migratori ormai da 30 anni, sono oggi aggravati dall’emergenza sanitaria correlata alla pandemia. Ad esempio, negli ultimi giorni gli operatori di polizia si sono ritrovati, terminate le operazioni di identificazione e sbrigate le pratiche previste per legge, a dover “ospitare” per lungo tempo nei propri uffici i “rintracciati” nell’attesa che venissero collocati in strutture attrezzate. Nonostante gli sforzi profusi dalle Amministrazioni locali e la richiesta di stanziamenti della Prefettura per il miglioramento dei moduli abitativi, finalizzati alla realizzazione di un open-space dotato di una superficie vetrata che separi migranti da personale di vigilanza, siamo ben lontani dalle risposte che un fenomeno di queste proporzioni richiede. Infatti, i flussi migratori della c.d. rotta balcanica ormai non rivestono più carattere emergenziale, si protraggono da diversi anni e potrebbero incrementarsi a causa della crisi afgana. Signor Ministro, per le ragioni suesposte riteniamo non più procrastinabile l’adozione di un ampio programma idoneo ad assicurare la regolare attività di polizia nell’ambito dei servizi volti al contrasto dell’immigrazione clandestina nella c.d. rotta balcanica nonché a garantire la sicurezza degli operatori. Oggi è quanto mai imprescindibile una politica proattiva che anticipi le possibili conseguenze derivanti dalla crisi afgana. Nello specifico è indispensabile rinforzare adeguatamente gli uffici della Polizia di Frontiera, nell’immediato attraverso l’aggregazione di personale e nel medio-lungo periodo mediante un programma di potenziamento strutturale. È chiaro che le forze “ordinarie” in campo non sono sufficienti a gestire l’attuale flusso migratorio. Pertanto, a dispetto del mancato rinforzo di operatori delle Polizia di Frontiera proveniente da altre provincie è necessaria l’aggregazione di personale professionalmente preparato. Inoltre, la provincia di Trieste necessita altresì di strutture, mezzi e di un piano logistico adeguato ad affrontare un possibile ulteriore arrivo in massa dalle terre afghane. Per quanto concerne nello specifico la Polizia di Frontiera occorre fornire agli operatori mezzi e dotazioni adeguate nonché procedure efficaci e funzionali quali le “riammissioni informali”. Signor Ministro, Le chiediamo pertanto di volersi attivare tempestivamente e di farsi promotore in seno al Governo di un’azione politica all’altezza delle necessità evidenziate. Auspicando che siano assunte al più presto le opportune e necessarie determinazioni e in attesa di un cortese urgente riscontro, si porgono distinti saluti. IL SEGRETARIO GENERALE – Stefano PAOLONI –

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Poliziotto del Reparto Mobile di Padova vittima del covid dopo un servizio di vigilanza ai migranti presso il centro accoglienza di Taranto. Stefano Paoloni SAP: “Il Ministro Lamorgese sempre indifferente a tutti i nostri gridi di allarme”

Poliziotto del Reparto Mobile di Padova vittima del covid dopo un servizio di vigilanza ai migranti presso il centro accoglienza di Taranto. Stefano Paoloni SAP: “Il Ministro Lamorgese sempre indifferente a tutti i nostri gridi di allarme”. ll Covid ha mietuto purtroppo l’ennesima vittima, e stavolta è un appartenente alle FFOO: si tratta di un poliziotto di 58 anni, in forza presso il Reparto Mobile di Padova. Era stato in servizio nello scorso mese di luglio proprio nel centro di accoglienza migranti di Taranto, una struttura che ospita più di 300 immigrati, alcuni dei quali positivi al Covid. Ma sono state le pessime condizioni di lavoro a determinare probabilmente l’accaduto. Condizioni che il SAP denuncia da mesi al Ministro dell’Interno, Prefetto Lamorgese, e l’ultima missiva in ordine temporale porta la data del 6 agosto 2021. In quella lettera, il SAP denunciava proprio le gravissime criticità riguardanti le condizioni sanitarie in cui operano i colleghi poliziotti nei vari centri accoglienza dislocati in tutto il territorio nazionale: “Il nostro dovere principale è quello di salvaguardare le giuste condizioni di lavoro dei colleghi poliziotti – il commento di Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP – e sono mesi che cerchiamo in tutti i modi di spingere il Ministro Lamorgese a prendere seri provvedimenti su dinamiche molto pericolose. E oggi siamo qui a piangere l’ennesimo collega che non ce l’ha fatta. Esprimiamo innanzitutto le nostre condoglianze ai familiari del poliziotto deceduto, ma al tempo stesso esprimiamo tutta la nostra rabbia, per dover assistere allibiti, all’immobilismo del Ministro Lamorgese. La quale sa bene in quali condizioni lavorano tutti i nostri colleghi nell’opera di vigilanza dei migranti presso i centri di accoglienza. Sa bene il Ministro quali sono le criticità e i rischi. Glielo abbiamo scritto in tutte le maniera, da mesi, e l’ultima missiva è proprio di questo mese, quando le abbiamo scritto a chiare lettere che la situazione è al collasso”.   “Sa bene, il Ministro, che i poliziotti sono costretti a gestire migranti che il più delle volte non sono stati sottoposti nemmeno ad un tampone! Da mesi – conclude Paoloni – urliamo al Ministro che un migrante deve essere innanzitutto visitato da un medico e poi consegnato alle FFOO. Non possiamo gestire e lavorare a stretto contatto, se non in promiscuità, con cittadini clandestini in quarantena. E questa è una vergogna che va avanti da mesi, nel silenzio più assoluto del Ministro Lamorgese”.   

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Intellettuali del Sud indolenti e asserviti alle mafie e al potere economico e politico del Nord Italia

Intellettuali del Sud indolenti e asserviti alle mafie e al potere economico e politico del Nord Italia. Gli intellettuali del Sud? Sono tanti. Tuttavia occorre tristemente riconoscere che essi esportano il proprio sapere nei territori del Nord Italia, quasi ignorando la necessità di far vivere un impegno che riabiliti l’importanza del  Meridione d’Italia, quasi tradendo le proprie radici e la propria origine culturale. Essi eludono il valore e la  ricchezza dei territori che hanno dato loro i natali.  Sembrano essere figli ingrati! Il Sud d’Italia è prospero di beni di varia natura che occorre saper valorizzare e non lasciare più avvolti nel silenzio. Occulti poteri è vero che si sono impossessati del Sud d’Italia, di cui non vogliono, per interessi personali, la crescita economico-sociale e culturale. L’Italia può giovarsi di un’economia ubertosa che percorra l’intero stivale. L’Italia, pertanto, può produrre benessere per tutti. L’Italia deve, per raggiungere tale obiettivo, avvalersi del contributo di bravi economisti e studiosi di materie finanziarie, nonché di politici, donne e uomini, che riconoscano la necessità di uno sviluppo globale dell’Italia. Urge, nel contesto attuale, la rinascita dei territori del Sud d’Italia, non solo dei territori del Nord d’Italia, devastati entrambi dalle conseguenze della tragica pandemia. Occorre che l’intelligenza dei meridionali sia posta al servizio delle proprie terre e che non sia servile rispetto alle correnti politiche del Nord Italia. E’ giunta l’ora del risveglio del pensiero dormiente ed indolente degli uomini che governano il Sud d’Italia e ne esportano le migliori energie. Si, è vero, è giunta l’ora, in quanto  l’Europa ha messo a disposizione delle  nazioni europee e, pertanto, anche  dell’Italia un’ingente somma di denaro perchè si riscattino  dalla loro debolezza economica, generata dalla pandemia. Si definisce “Piano per la ripresa economica dell’Europa”, mediante i progetti “Recovery Fund” e “Nex Generation EU”, ponendo a disposizione , per la loro realizzazione, ingenti stanziamenti economici. Parte di tali stanziamenti deve essere destinata allo sviluppo del Meridione d’Italia e, per tale ragione, le menti illustri del Sud si impegnino per la definizione dei piani di sviluppo maggiormenti  urgenti e per il loro accoglimento da parte dello Stato italiano, prima che sia troppo tardi e, ancora una volta, il Meridione d’Italia si estromesso dalle politiche di sviluppo italiano. Chi ama l’Italia non può che amare il Meridione d’Italia perché facente parte della nazione italiana, senza  dubbio alcuno. Le nostre illusti menti si impegnino, dunque, per far sì che il Sud Italia sia  destinatario dei progetti voluti dall’Europa e non strizzino più l’occhiolino a politici del Nord, i quali  vogliono un Sud Italia povero e negletto, servo della gleba e non territorio evoluto economicamente, culturalmente e socialmente, nonchè moralmente. Noi meridionali non siamo figli di un dio minore! Vigileremo affinché si esprimano, in tutto il loro vigore conoscitivo, quegli intellettuali del Sud d’Italia che hanno a cuore le sue sorti, in quanto lo amano, consapevoli del fatto che in esso affondano le loro radici. Sarà il loro amore vigoroso per il Sud d’Italia, che ha dato loro i natali, a far accogliere le istanze del suo sviluppo e benessere,  che essi rivolgeranno allo Stato italiano senza titubanza alcuna. Biagio Maimone www.progettodivitasud.it

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La manifestazione Sì Vax di Calenda non convince Zingaretti e Raggi

La manifestazione Sì Vax di Calenda non convince Zingaretti e Raggi. In questi giorni infatti il candidato più lanciato di tutti alla guida della Capitale ha proposto una grande manifestazione a favore dei vaccini. Un’idea che però non sembra convincere i suoi avversari nonostante l’invito a partecipare: “Per essere chiari: comprendo fino in fondo il rischio che questa iniziativa dell’11 settembre diventi divisiva per la concomitanza della campagna elettorale. Per questa ragione ho scritto più volte a Nicola Zingaretti spiegando che in caso di sua presenza e co-organizzazione non parlerei proprio. Lo stesso dicasi per Virginia Raggi. – ha scritto Calenda sulla sua pagina Facebook – Sarebbe bello avere una iniziativa aperta da Nicola e chiusa da Virginia in quanto autorità locali, con testimonianze di medici, sportivi, artisti etc. Io più di così non posso fare. Poi se per non indispettire i No/Ni vax questa proposta cadrà nel vuoto andremo avanti. Sono convinto che quella sui vaccini sia una grande ed epocale battaglia culturale. E che le piazze non possano essere lasciate ai No Vax”. Ma anche se la manifestazione Sì Vax di Calenda non convince Zingaretti e Raggi, l’ex ministro non molla: “Basta No Vax, Ni Vax e fiancheggiatori vari. L’Italia seria deve reagire a questa deriva irrazionale, pericolosa e insensata. Noi organizzeremo a Roma l’11 settembre una manifestazione aperta a tutti e senza simboli di partito. #Mobilitiamoci”. Calenda d’altronde ha dimostrato di “avere le palle” come si dice in gergo, perché ha deciso di candidarsi anche senza l’appoggio di grandi partiti e non sta mollando l’osso, una tenacia che lo sta premiando anche in termini di consensi, perché l’uomo è un bravo organizzatore e ha una retorica molto convincente sia per iscritto che verbalmente. Per Roma potrebbe essere davvero una svolta epocale come lo è stato avere un sindaco donna. Per una città macista come Roma, il passaggio di Virginia Raggi è stato molto importante a livello storico. Ora un politico manager come Calenda potrebbe essere un altro importante esperimento per la capitale dopo l’affossamento subito negli ultimi 15 anni.  

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Anche Vittorio Sgarbi a “La Piazza-la politica dopo le ferie” di Affaritaliani.it 

Anche Vittorio Sgarbi a “La Piazza-la politica dopo le ferie” di Affaritaliani.it. Fitto il calendario con Giuseppe Conte, Giancarlo Giorgetti, Antonio Tajani,, Matteo Salvini e in collegamento telefonico Silvio Berlusconi. Il critico d’arte e deputato Vittorio Sgarbi sarà ospite de “La Piazza-la politica dopo le ferie“, la kermesse organizzata da Affaritaliani.it a Ceglie Messapica (Brindisi), venerdì 27 agosto 2021. Quella di Sgarbi è una voce critica che si aggiunge a quella di Gianluigi Paragone, leader di Italexit che parteciperà a La Piazza nella serata di chiusura, domenica 29 agosto 2021. Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico nel governo Draghi e vicesegretario federale della Lega, aprirà (in collegamento via Skype) la quarta edizione de La Piazza. Fitto il calendario delle presenze: si comincia venerdì 27 agosto con Antonio Tajani, europarlamentare e coordinatore nazionale di Forza Italia, che salirà sul palco allestito nel cuore pulsante cittadino, piazza Plebiscito, dove si alterneranno, la stessa sera, il leghista Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze nel governo Draghi e Antonio Misiani, (PD), responsabile economico del Pd. La prima uscita di Giuseppe Conte da leader del Movimento 5 Stelle è prevista, proprio a Ceglie Messapica, sabato 28 agosto. Conte ha scelto la Piazza di Affaritaliani.it (è la quarta volta consecutiva), prima di una serie di tappe che lo porterà in giro per l’Italia per arricchire il suo programma di governo in vista della convention organizzativa degli iscritti al Movimento. L’evento chiuderà domenica 29 agosto con Matteo Salvini e in collegamento telefonico Silvio Berlusconi. Interverranno, inoltre, il sindaco di Milano Beppe Sala, Guido Crosetto, Michele Emiliano, Roberta Pinotti, Ettore Rosato, Gianluigi Paragone, il virologo Fabrizio Pregliasco sugli scenari epidemiologici autunnali, mentre il sondaggista Roberto Baldassari (direttore generale della Lab2101) presenterà in esclusiva per la Piazza le previsioni sulle elezioni comunali dei sindaci di Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Tanti i temi che verranno affrontati: le cose da fare dopo le ferie, dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica, alle votazioni per i sindaci e consiglieri comunali delle principali città italiane, dall’impatto autunnale del Covid sull’economia e sulla società ai progetti di rilancio dell’economia nazionale grazie ai fondi del Pnrr in arrivo dall’Europa.

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