Nome dell'autore: Osservatore Capitolino

Notizie da Roma e dintorni.

La milanese Silvia Romano, sicuramente viva fino a Natale

Fino al giorno di Natale, Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya il 20 novembre scorso, era viva. E’ quanto emerge al termine del vertice avvenuto a Roma tra le autorità giudiziarie italiane e kenyote. La conferma dell’esistenza in vita della giovane milanese fino a quella data viene dalle dichiarazioni fatte da due cittadini kenyoti arrestati il 26 dicembre in quanto ritenuti gli esecutori materiali del sequestro. La ragazza, secondo quanto hanno raccontato,è stata poi ceduta ad una altra banda di sequestratori. ANSA  

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Federalberghi: “Emendare il decreto sicurezza bis”

Le Commissioni I e II della Camera dei Deputati hanno svolto oggi l’audizione di Federalberghi sulla proposta di legge C1913, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza (cosiddetto decreto-legge “sicurezza bis”).   L’audizione ha riguardato la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr’ore successive all’arrivo dei clienti, ai sensi dell’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.  In particolare, l’attenzione si è concentrata sull’articolo 5 del decreto-legge, che riduce sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che – nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle ventiquattro ore – essa debba avvenire “con immediatezza”. Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, “nel confermare la piena e consueta disponibilità degli albergatori a collaborare con le forze dell’ordine per contribuire alla tutela della sicurezza pubblica”, ha segnalato “la necessità di emendare il decreto-legge, al fine di evitare di arrecare disagi ai turisti e di non imporre alle imprese adempimenti talvolta impossibili da realizzare”. “Sino ad oggi gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto”. Federalberghi quindi propone di emendare l’articolo 5 del decreto-legge “definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro ed univoco, entro il quale effettuare la comunicazione e consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del Ministero dell’Interno”. Nucara ha concluso il proprio intervento chiedendo “di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa, per dare al Ministero dell’Interno il tempo necessario per aggiornare le procedure di acquisizione telematica dei dati e consentire il collegamento diretto ed automatico tra il cervellone del Viminale e gli alberghi”. Quante comunicazioni vengono effettuate ogni anno?     Non sono disponibili informazioni ufficiali sul numero di soggetti che trasmettono alle Questure i dati sui clienti alloggiati e sul numero di comunicazioni che il Ministero dell’Interno riceve ogni anno riceve.  Per la parte che riguarda le strutture regolarmente autorizzate, il dato può essere desunto dalle statistiche ISTAT:     –   nel 2018, i 205mila esercizi ricettivi italiani hanno ospitato circa 128 milioni di turisti, per complessivi 429 milioni di pernottamenti;     –   la quota maggioritaria si è diretta verso i 33mila alberghi, con 97 milioni di arrivi (76% del totale) e 279 milioni di pernottamenti (65%).  L’obbligo di comunicazione alle Questure riguarda anche gli alloggi non convenzionali, inclusi quelli destinati alle cosiddette locazioni brevi. In mancanza di altre fonti, il numero di tali alloggi e il numero di persone che vi soggiornano, può essere stimato ricorrendo a fonti empiriche:     –   nel mese di aprile 2019, sul principale portale erano presenti circa 420mila annunci relativi ad alloggi ubicati in Italia;     –   osservatori autorevoli ritengono che il movimento turistico complessivo che gravita sull’Italia possa essere stimato applicando alle statistiche ufficiali un moltiplicatore di 2,77, per un totale di quasi un miliardo e duecento milioni di presenze, di cui circa 760 milioni concernenti i pernottamenti non rilevati e/o sommersi e quindi, anche ipotizzando una permanenza media molto alta (ad esempio, 6 giorni), più di 125 milioni di arrivi. Considerato che il nuovo sistema prevede che venga effettuata una comunicazione per ogni arrivo, è atteso un totale di oltre 250 milioni di comunicazioni ogni anno.

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Tentano rapina, due minori finiti al Beccaria

Due ragazzi di 17 anni sono stati arrestati dagli agenti della Questura di Milano perché, armati di un coltello, hanno cercato di rapinare un loro coetaneo in via Mosè Bianchi. La vittima è riuscita a fuggire in un bar da dove ha chiamato la Polizia e ha tenuto d’occhio i due. Non ha quindi avuto dubbi nel riconoscerli quando gli agenti sono arrivati sul posto. I due minorenni, entrambi italiani, sono stati portati nell’istituto per minori Beccaria.  

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Rinviata al 12 la soluzione del mistero del processo UBI

Rinviata al 12 la soluzione del mistero del processo UBI. Nell’udienza del 4 maggio del procedimento che vede alla sbarra 30 imputati, tra cui nomi pesanti del sistema bancario italiano come Giovanni Bazoli, non si è ancora risolta la questione: secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Fabio Pelosi nell’assemblea dei soci del 2013 ci sarebbe stato una fraudolenta alterazione di maggioranza realizzata attraverso molteplici differenti condotte che portarono alla vittoria della lista Moltrasio. Per dimostrare l’effettiva alterazione della maggioranza occorrerebbe “vincere la prova di resistenza”. Il P.M. dovrebbe quindi dimostrare “al di là di ogni ragionevole dubbio” che, senza le numerose condotte contestate agli imputati, sarebbe certamente risultata vincitrice la lista che si è classificata seconda. L’impresa si preannuncia titanica: il P.M. dovrebbe dimostrare che almeno 2.600 voti espressi mediante delega in favore della lista risultata vincitrice non sono stati validamente espressi. Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza ha sentito oltre 400 persone e ha contato più di 1.100 voti non validi (perché frutto di deleghe “in bianco”, vietate per evitare il fenomeno di rastrellamento di voti per delega). Il P.M. ha chiesto al Tribunale di acquisire la prova indispensabile per dimostrare la tesi d’accusa: un file Excel contenente i nomi dei 14.000 soci di UBI che si sono presentati all’assemblea del 2013 e il codice univoco assegnato “at random” ad ogni votante. L’abbinamento del nominativo di ogni singolo socio ad un codice numerico è indispensabile per poter ricostruire le determinazioni di voto. Le schede di voto utilizzate da UBI riportavano infatti il codice assegnato ad ogni socio, così permettendo di “tracciare il voto”, cioè di sapere chi ha votato per chi. Ovviamente per consentire questo abbinamento socio – voto è necessario avere a disposizione i due elementi indispensabili: le schede di voto e il database riversato su un DVD che contiene gli abbinamenti tra i nomi dei soci e il codice assegnato. Lo scontro tra avvocati e PM che sta infuocando l’arena processuale si protrae dal 15 maggio e ha ad oggetto l’asserito (dalle difese) omesso deposito del database e delle schede di voto al momento della chiusura delle indagini preliminari, nel novembre 2016. Ma facciamo un passo indietro. Tutto il procedimento è incentrato sull’assemblea dei soci Ubi del 2013, l’ultima svoltasi con il vecchio assetto da banca popolare per Ubi: in sostanza, il gruppo dirigente della banca veniva eletto dall’assemblea dei soci. Ogni possessore di almeno 250 azioni di Ubi aveva diritto a esprimere un voto. E ciascuno poteva avere fino a tre deleghe di altri soci. L’impianto accusatorio sostiene che ci furono persone che rastrellarono deleghe in bianco e si presentarono a quell’assemblea votando per persone a loro sconosciute, dunque in assenza di qualsiasi indicazione di voto. Dal processo stanno emergendo una ad una le molteplici condotte ipotizzate dal P.M. Un esempio: gli apicali del gruppo avevano il divieto di portare deleghe come previsto dal Codice Civile. Eppure alcuni si sono presentati portando deleghe, in alcuni casi anche con decine di deleghe grazie a un meccanismo come questo: il socio si presentava sia come persona fisica, sia come rappresentante di società che possedevano un numero sufficiente di azioni per esprimere un voto. In questo modo sarebbe stato possibile moltiplicare anche il numero delle deleghe perché una singola persona rappresentava sé e le aziende. Il 4 maggio sono stati sentiti anche diversi dipendenti Confiab, Consorzio Fidi fra Imprese Artigiane della Provincia di Bergamo, che avrebbero fatto parte di un altro meccanismo volto a truccare il voto: la cassa del consorzio sarebbe stata usata per consegnare 3200 euro ad ogni dipendente “operativo”. Con questi soldi avevano ricevuto l’incarico di comprare 4 pacchetti da 250 azioni di Ubi, in parte per sé in parte per parenti e amici. Il mistero delle prove al processo Ubi resisterà almeno fino al 12 giugno. Nell’udienza del 4 maggio del procedimento che vede alla sbarra 30 imputati, tra cui nomi pesanti del sistema bancario italiano come Giovanni Bazoli, non si è ancora risolta la questione: secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Fabio Pelosi nell’assemblea dei soci del 2013 ci sarebbe stato una fraudolenta alterazione di maggioranza che portò alla vittoria della lista Moltrasio, ma la prova che potrebbe dimostrare la tesi d’accusa ancora non è stata prodotta. Nell’ultima udienza del procedimento i difensori degli imputati, gli avvocati Fabio De Matteis (dello studio dell’ex ministro Severino) e Dinacci, hanno lamentato la mancanza del DVD contenente il file con i nomi dei 14mila soci che avevano partecipato all’assemblea. Quel database dice chi c’era e quante deleghe aveva portato. Per sapere se il Tribunale riterrà utilizzabile la prova chiesta dal P.M. bisognerà aspettare il 12 giugno.

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Federalberghi, Bocca: un commissario UE per il turismo

“Siamo convinti che la richiesta che arriva da Hotrec sia quanto di più sostenibile in una prospettiva internazionale che dia centralità al comparto, cosa che la nostra Federazione chiede a gran voce da tempo. Si tratta di un obiettivo condiviso a livello europeo, per questo invitiamo il governo italiano a sostenere con forza questo appello, con la consapevolezza che tale impegno premierebbe il nostro Paese”.   Così Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha commentato la richiesta di istituire per la prossima Commissione Europea un Commissario per il turismo, lanciata da Hotrec in occasione della 78a Assemblea generale tenutasi a Helsinki.  A chiederlo con unanime enfasi sono state le 43 associazioni nazionali del mondo dell’ospitalità dei 31 paesi europei presenti all’incontro, condividendo la necessità che il turismo sia voce autorevole assieme alle altre materie: allo stato attuale esso non è infatti contenuto nel portfolio della Commissione Europea.

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Un milione di visitatori per Cantine Aperte

Moltissimi giovani, tanti stranieri, musica, arte e degustazioni enogastronomiche: il pubblico di Cantine Aperte si conferma interessato, social e composto da visitatori italiani e internazionali che approfittano dell’occasione per conoscere le eccellenze del territorio. Le previsioni avverse non hanno limitato il flusso costante di enoturisti, circa un milione, che hanno sfidato la pioggia per scoprire le oltre 800 Cantine Aperte associate al Movimento Turismo del Vino. Grande successo per le cene con il vignaiolo in Friuli Venezia Giulia e Umbria, in programma al sabato sera e andate sold out, che hanno confermato la volontà dei partecipanti a conoscere da vicino i protagonisti del mondo enologico. Per alcune cantine in Sardegna, Calabria, Sicilia, Campania e per una cantina della Lombardia l’appuntamento si ripete questo fine settimana. «Siamo felici della partecipazione e dell’entusiasmo degli enoturisti che hanno visitato le cantine e animato i nostri eventi» ha affermato il presidente di Movimento Turismo del Vino Italia Nicola D’Auria. «Questa edizione è stata una grande dimostrazione di affetto da parte del mondo dei winelovers, che nonostante la pioggia hanno contribuito a rendere speciali queste due giornate. Credo che una risposta del genere sia particolarmente importante quest’anno, dopo la firma del Decreto sull’Enoturismo che inizia finalmente a regolamentare un settore tanto importante per il nostro Paese. Ringrazio i produttori, i partner e tutti coloro che si sono spesi affinché l’evento riuscisse nel migliore dei modi» ha concluso D’Auria. Tra le regioni con più partecipazione ci sono state le Marche (75 cantine), il Friuli Venezia Giulia (68 cantine), il Veneto (73 cantine) e la Toscana (oltre 90 cantine). Molti gli appuntamenti che hanno unito l’intrattenimento e il viaggio con la degustazione: in Lombardia, nell’Oltrepò Pavese, una flotta di circa 20 vespe ha accompagnato gli enoturisti alla scoperta delle cantine. Il clima freddo ha permesso anche di organizzare degustazioni singolari, come la polentata che si è tenuta in Valtellina. In Friuli Venezia Giulia le oltre 30 000 presenze hanno superato quelle degli scorsi anni, con un sabato che ha visto la partecipazione di un pubblico competente, molto interessato anche agli abbinamenti tra vino e cibo che hanno esaltato la territorialità. Tra le 8 000 e le 10 000 persone, oltre le aspettative, si sono riversate nelle cantine del MTV Trentino Alto Adige, che tra gli altri appuntamenti ha organizzato sfilate di auto storiche e laboratori di pittura con il vino. Anche in Veneto, dove il meteo è stato più clemente, gli enoturisti sono stati migliaia. Un flusso continuo fin dal mattino che ha permesso alle aziende di concentrarsi sulla qualità dell’accoglienza. Tante le risposte anche all’iniziativa #CantineAperteMoments lanciata sui social. Stimolanti ed apprezzati i programmi tematici organizzati per raccontare l’evento insieme in chiave WineExperience anche attraverso contest specifici come quello dei soci vicentini. Una bella affluenza di giovani si è registrata nelle Marche, che hanno approfittato della possibilità di scoprire il territorio attraverso l’app Cantine Marche in Tour. In Umbria grande apprezzamento per “L’Evoluzione” della manifestazione, che quest’anno ha puntato sulla qualità dell’accoglienza e dell’offerta e sull’educazione al bere consapevole. Vino e cultura hanno fatto da filo conduttore nelle cantine di MTV Basilicata, che ha organizzato speciali itinerari tra le località di interesse storico. Il MTV Puglia ha accolto i partecipanti nelle cantine fino alla tarda serata di domenica con musica, concerti nelle bottaie, verticali di etichette storiche, minicorsi con sommelier professionisti, attività di approfondimento, connubi vino/arte, spettacoli e incontri con artigiani del gusto. Piena soddisfazione anche per MTV Abruzzo, MTV Molise, MTV Toscana, MTV Lazio, MTV Valle d’Aosta. Oltre al vino e agli abbinamenti gastronomici, diverse cantine in tutta Italia sono state animate da musica, concerti in vigna, e singolari esibizioni con strumenti musicali “non convenzionali” come botti e valigie. Grande successo anche per le passeggiate tra i filari, che hanno permesso di toccare con mano un mestiere affascinante come quello del produttore di vino. Tra le iniziative di beneficienza ricordiamo le collaborazioni con AIRC per l’Umbria e UNICEF per il Friuli Venezia Giulia, ai quali sono stati devoluti gli incassi delle vendite dei calici. Sui social sono state condivise oltre 4000 foto con l’hashtag #CantineAperte2019. L’elevato numero di partecipanti, inoltre, ha generato un importante ritorno economico per tutto l’indotto che gravita attorno a Cantine Aperte come le strutture ricettive e ristoranti. Cantine Aperte si dimostra un appuntamento imperdibile, capace di declinarsi in una grande varietà di proposte territoriali e di coinvolgere con appuntamenti sempre nuovi i turisti del vino. Cantine Aperte è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità nell’accoglienza, tratti distintivi delle cantine MTV. Partner istituzionali: Vinitaly, AEE Asosiacion, Enit Sponsor: RCR, Goldplast, Wineplan, Offerspans, Vinitaly Media partner: PleinAir, L’Eco della Stampa, Intravino, Food&Wine, Cucina&Vini, Italia a Tavola IL MOVIMENTO TURISMO DEL VINO. L’Associazione Movimento Turismo del Vino è un ente non profit ed annovera circa 900 fra le più prestigiose cantine d’Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità.

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