Nome dell'autore: Osservatore Meneghino

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Sala: sulla sicurezza conto nell’aiuto del milanese Salvini

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, mette da parte le divisioni politiche e si dice fiducioso in un aiuto sul tema sicurezza da parte del vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “È chiaro che con Salvini ci sono tante cose che ci separano, ma è milanese e conosce la città, quindi conto su un aiuto”, ha spiegato il Sindaco, a margine del suo intervento al convegno sul futuro delle città, organizzato dalla rivista Domus in occasione dei suoi 90 anni, in cui ha parlato – oltre che degli aspetti positivi delle realtà urbane – anche su quelli critici, su cui bisogna intervenire, come verde e sicurezza. “Quello della sicurezza è un tema su cui non si arriverà mai a un punto finale. Ovviamente c’è la sensibilità dei cittadini, ovviamente nessuno si accontenta dei dati che dicono che i crimini sono in diminuzione”, ha spiegato. A una domanda sui mancanti fondi previsti dal decreto sicurezza per nuove assunzioni nelle Forze dell’Ordine e anche nella Polizia locale, il Sindaco ha risposto sottolineando anche quelle che – a suo dire – sono le colpe delle città, osservando: “Pensate al tema dei vigili. Anche le città hanno le loro colpe, perché hanno accettato il crearsi di una situazione negli anni in cui la quota parte dei vigili che sono per strada rispetto a quelli che sono negli uffici non è certo l’ideale. Però così è e indietro è difficile tornare. È chiaro che oggi avremmo bisogno di più persone in giro ed è chiaro che è quello che poi ci chiedono i cittadini. Sarà un dibattito interessante”.

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Rogoredo, un muro contro lo spaccio

Sarà finito in settimana il muro, che ha un’estensione di oltre 200 metri ed è alto quattro, la cui realizzazione è stata discussa e approvata in un Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza dello scorso maggio per fronteggiare il fenomeno dello spaccio nel cosiddetto ‘boschetto di Rogoredo’, da anni al centro di proteste da parte dei residenti e periodicamente interessato da operazioni di polizia, come ricorda il Corriere della Sera. Il muro, che si trova immediatamente fuori dalla stazione ferroviaria, come ha spiegato Luca Cavacchioli, direttore territoriale produzione di Rfi Lombardia, costituisce una delle opere decise in un tavolo di coordinamento presieduto dalla prefettura e al quale hanno partecipato tutti gli enti preposti alla sicurezza, tra cui la struttura di protezione aziendale di Rfi. Il muro è infatti solo una parte delle opere eseguite intorno alla stazione di Rogoredo, in quanto a poche centinaia di metri dal manufatto è stata realizzata la chiusura varchi dello scavalco ferroviario e sono state messe delle recinzioni cosiddette ‘antiscavalco’ per evitare gli attraversamenti irregolari dei binari. I lavori sono partiti a luglio e hanno avuto un costo di 700mila euro. Di interventi per porre fine alla piaga dello spaccio nel boschetto di Rogoredo si era parlato nei giorni scorsi, quando il ministro dell’Interno, Matteo Salvini era stato in prefettura per incontrare istituzioni milanesi e lombarde e anche per salutare il prefetto di Milano uscente, Luciana Lamorgese.

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Espulso imam che aggredì Daniela Santanchè

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il provvedimento di espulsione di un imam “che incitava al terrorismo islamico in Italia“. Lo ha reso noto lo stesso titolare del Viminale su twitter postando la foto mentre firma il provvedimento. Secondo fonti del ministero l’imam espulso è Ahmed Elbadry Elbasiouny Aboualy, egiziano di 35 anni in Italia dal 2005, residente a Milano e titolare di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Secondo gli investigatori, durante e suoi sermoni, l’imam ha mostrato più volte un orientamento ultraradicale e intratteneva rapporti con elementi radicalizzati come Mohamed Game, l’autore dell’attentato alla caserma dell’Esercito Santa Barbara di Milano. Aboualy, sostengono ancora gli investigatori, è lo stesso uomo che nel 2009 aggredì l’ex deputata Daniela Santanchè durante una manifestazione contro il velo integrale per le donne musulmane. “Mi ricordo molto bene di questo signore che mi ruppe due costole in nome della religione di pace. A mai più!” ha commentato su twitter Daniela Santanchè.

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Bando per sostenere le imprese nell’acquisto di mezzi ecologici

È online sul portale del Comune il bando per le imprese che vogliono chiedere un contributo per l’acquisto di mezzi ecologici nuovi ad alimentazione, elettrica, ibrida, metano, benzina/metano, gpl, benzina gpl, benzina euro 6. L’avviso pubblico per la sostituzione dei mezzi – fa sapere una nota di Palazzo Marino – è legato all’attivazione di Area B, la nuova zona a traffico limitato che entrerà in vigore il 21 gennaio 2019 per vietare l’accesso in città alle auto più inquinanti, e resterà aperto fino al 31 dicembre 2019. Gli incentivi, del valore complessivo di oltre 5,2 milioni di euro, potranno essere richiesti dalle micro, piccole e medie imprese (MPMI) e le imprese artigiane con sede legale o unità locale a Milano e/o di licenza per l’esercizio dell’attività di vendita su aree pubbliche rilasciata dal Comune di Milano, proprietarie di un autoveicolo N1 e N2 (di massa inferiore o uguale a 7,5 tonnellate) e dovranno essere utilizzati per la rottamazione o in alternativa l’esportazione del veicolo, appartenente ad una delle categorie ambientali di seguito indicate, fuori dal territorio dell’Unione Europea. Le auto da sostituire per le quali si potrà chiedere il contributo in conto capitale, in numero massimo di due richieste per ciascuna impresa, vanno dai diesel classe pre-euro ed Euro 0 fino agli Euro 4; l’autoveicolo acquistato dovrà essere necessariamente intestato alla medesima impresa che richiede il contributo e la proprietà dovrà essere mantenuta almeno per anni cinque dall’acquisto. I contributi previsti dal bando non saranno cumulabili per lo stesso investimento con altri contributi erogati da altri soggetti pubblici e la valutazione della domanda sarà ‘a sportello’ secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande stesse; saranno considerati ammissibili gli investimenti i cui ordinativi siano stati effettuati dalla data di pubblicazione del bando fino al 31 dicembre 2019 o fino all’esaurimento dei fondi.

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Piazza Duca D’aosta dalla riqualificazione ai bivacchi

Oltre a piazza Duca d’Aosta, il degrado è arrivato anche a piazza Luigi di Savoia. Questo in sintesi il pensiero espresso da Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto, che ha realizzato le immagini. “Oltre a piazza Duca d’Aosta, dove gli immigrati sono padroni delle aiuole e spacciano a cielo aperto, i bivacchi toccano anche la vicina piazza Luigi di Savoia, affianco alla stazione Centrale”  denuncia Sardone presente sul posto “Proprio in questo momento si possono notare decine di immigrati sdraiati in mezzo al verde della piazza con tanto di teli, coperte, cuscini, valigie e sacchetti“. “Le aiuole di piazza Duca d’Aosta, comprese quelle appena riqualificate dalla sinistra, sono così piene che i nuovi immigrati sono costretti a trovare altre aree dove poter fare i propri comodi. Una situazione inaccettabile” continua la Sardone “per una città come Milano. I turisti che arrivano in stazione Centrale non possono fare lo slalom tra venditori abusivi, spacciatori, ubriachi“. Quindi l’ex azzurra conclude, “Mi piacerebbe capire come intenda intervenire il Comune, visto che col passare del tempo i bivacchi si espandono a macchia d’olio. Nei giorni scorsi sono stati emessi tre daspo urbani proprio in questa zona verso dei parcheggiatori abusivi, una misura giustissima per carità, ma perché se ci sono di mezzo gli immigrati il Comune continua a far finta di nulla?“.

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Leoncavallo, non si placa la polemica sulle dichiarazioni del Consigliere Marcora

Continuano le polemiche scaturite a partire da lunedì pomeriggio in seguito alle dichiarazioni del Consigliere Comunale della Lista Civica Beppe Sala Sindaco, Enrico Marcora. Il suo appello al Ministro degli Interni Salvini, perché si attivasse per fare quanto non riuscito al Comune, cioé sgomberare il Leoncavallo, è risultato indigesto a buona parte della maggioranza. Quasi immediatamente l’Assessore Pierfrancesco Majorino aveva tenuto a precisare a mezzo social: “l’uscita del consigliere Marcora sulla necessità di sgombero del Leoncavallo non ci sposta di un millimetro“. Stesso mezzo di comunicazione scelto dal Consigliere di Milano Progressista, Paolo Limonta che dalla sua bacheca facebook lo aveva invitato a “accomodarsi tra i banchi dell’opposizione di centrodestra“. Sempre sui social, anche Anita Pirovano, Consigliere di Milano Progressista, dopo avere ribadito la volontà di proseguire con il percorso di regolarizzazione, aveva concluso “direi che il Leoncavallo sta bene dove sta. Marcora, invece, mi pare un po’ a disagio nella coalizione“. Altri li hanno imitati nel condannare le parole di Marcora e oggi a metterci il carico ci hanno pensato Marco Fumagalli, Capogruppo Lista Civica Beppe Sala Sindaco Noi, Milano, e Sergio Meazzi, presidente Associazione Civica Noi Milano Metropolitana, prendono le distanze dall’intervento di Marcora: “Si è aperta una polemica legata alle dichiarazioni di Enrico Marcora esponente della Lista Noi Milano Beppe Sala Sindaco, dove evidenziava la necessità di sgomberare il Centro Sociale Leoncavallo – hanno dichiarato – La posizione del consigliere è frutto di una valutazione personale che rispettiamo, ma non rispecchia la posizione della Lista sulla questione. Non rileviamo la necessità di un intervento del Ministro Salvini in questa vicenda. Tutti ci auguriamo che la vicenda si possa concludere al più presto e che la stessa possa percorrere le vie sin qui utilizzate del dialogo“. Dall’altro lato dell’emiciclo dell’aula di Palazzo Marino i pareri sono invece tutti a favore di Marcora, anche se non sono stati in molti a esprimersi. Da Palazzo Lombardia, a fianco di Marcora si è immediatemnte schierato l’Assessore a Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo de Corato dichiarando: “Esprimo tutta la mia solidarietà a Marcora, politico di lungo corso, che evidentemente non ha capito con chi è stato eletto. Una richiesta legittima, quella di un intervento del ministro dell’Interno per sgomberare il centro sociale leoncavallo, che in qualsiasi altra amministrazione sarebbe risultata essere una richiesta normale, qui fa sì, addirittura, che Fumagalli e Meazzi ne prendano le distanze, quasi come riportare la legalità fosse una cosa di cui vergognarsi”. Spiegando:  “Giungi del Pd  festeggia suonando il bongo con alla voce Simone Zambelli, presidente del consiglio di Municipio 8, e alla batteria Fabio Galesi, presidente Municipio 8, all’interno delle torri di via Stephenson occupate abusivamente sempre dagli attivisti di Aldo dice 26×1. Tasca si vanta del suo passato da ex sessantottino e Limonta, consigliere della lista ‘Milano Progressista’, è uno dei capi storici dei centri sociali. Dove pensa di trovarsi Marcora facendo interventi legittimi e sensati? Si trova in mezzo a persone che si preoccupano di prendere le distanze con una velocità che, vista la celerità degli sgomberi, non pensavamo potessero avere”. Concludendo con il dire che: “tutti  si ‘augurano la vicenda si possa concludere al più presto’, magari a tarallucci e vino, come loro solito“. Tagliente il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Alessandro de Chirico, che si chiede se c’è in vista una “purga stalinista per marcora?” proseguendo “il collega ha scatenato l’ira della sinistra estrema e di quella borghese che strizza l’occhio, da sempre, ai centri sociali” invitando a riflettere su quelli che  “si stanno scagliando contro un esponente di maggioranza non più disponibile a chinare il capo“. L’azzurro sottolinea quindi “Il sindaco, la giunta e i gruppi consiliari di centrosinistra dovrebbero prendere le distanze da chi si muove nell’illegalità e non da chi non ci sta più” per poi concludere con il comunicare che ha “chiesto al collega Corrado di convocare urgentemente una o più commissioni ad hoc per affrontare il tema degli stabili occupati in tutta Milano, soprattutto di quelli di proprietà comunale“.  

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