Nome dell'autore: Osservatore Meneghino

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Parco Lambro, approvati gli interventi di riqualificazione

Nuove attrezzature e interventi di riqualificazione al Parco Lambro. La Giunta comunale di Milano ha dato il via libera alla realizzazione di “Vivere il parco Lambro”, il progetto presentato dai cittadini del Municipio 3 nell’ambito del Bilancio Partecipativo, per un importo totale di 650.000 euro. “Con questi interventi renderemo il parco urbano più grande di Milano più funzionale e accogliente per i tanti cittadini che lo frequentano – dichiara l’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran -. C’è sempre più voglia di verde e di fare sport all’aria aperta, e Parco Lambro, da qualche anno reso più vivibile grazie il divieto d’accesso alle auto, è il luogo ideale per riscoprire la natura in città”. “Un altro progetto della prima edizione del Bilancio Partecipativo prende finalmente vita – commenta l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data Lorenzo Lipparini -. Da oggi i cittadini potranno conoscere lo stato di avanzamento lavori di questo e degli altri progetti delle due edizioni in modo facile e intuitivo, grazie al nuovo sistema di monitoraggio delle opere pubbliche appena lanciato sul sito del Bilancio Partecipativo”. Gli interventi, che si aggiungono al potenziamento dell’illuminazione in corso da parte di A2a, riguardano la riqualificazione e la realizzazione di nuove aree attrezzate in diverse aree del parco. Più sport per tutti grazie alla realizzazione di due campi da basket e uno da beach volley, oltre al tracciamento di segnaletica orizzontale per l’individuazione dei percorsi vita e per il running. Saranno inoltre posate 110 nuove alberature, tra cui querce, frassini, cercis, alberi di tulipani, riqualificati alcuni percorsi in asfalto, sostituite alcune panchine e riqualificata un’area cani esistente. Infine sarà adeguato l’impianto delle vasche in pietra presenti nell’area verde dedicata ai cani e creata una zona di raccolta e smaltimento naturale dell’acqua derivante da ruscellamenti. I lavori saranno realizzati nel 2019.

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Rissa per donna senza velo, arrestati quattro egiziani

A scatenare lo scontro è stata la frase: “Con te non parlo perché non porti il velo e vivi nel peccato” rivolta a una donna italiana, compagna di un egiziano di 25 anni dal quale aspetta un bambino. A pronunciarla il custode trentaduenne del palazzo in cui abitano i due. E’ successo intorno alle 21.40 di sabato davanti al portone di uno stabile in via Crespi, una traversa di viale Monza, quando il portiere vedendo i due rientrare a così apostrofato la puerpera, causando la reazione del suo compagno.  Il quale, ha reagito con calci e pugni e poi estraendo un coltello con il quale ha ferito anche suo fratello 38enne e un amico di 22 anni del portinaio, che sono intervenuti nella discussione. Giunti sul posto i Carabinieri hanno sedato la rissa e arrestato i quattro contendenti, tutti più o meno feriti in modo non grave, salvo il custode che ora è in stato di fermo in ospedale dove è sotto osservazione. Secondo quanto riferito agli uomini dell’Arma nel palazzo frizioni e litigi fra “laici” e “praticanti”si trascinano da tempo. L’episodio è stato commentato da Silvia Sardone Consigliere Comunale e Regionale del gruppo misto, che rileva: “Tra violenze e atteggiamenti da Islam radicale questa zona tra Viale Monza e Via Padova continua a essere un ghetto di violenza e degrado” concludendo che l’episodio è la riprova “che l’integrazione non esiste“. Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza di Regione Lombardia, denuncia che: “a Milano e Lombardia le violenze ai danni di donne di religione islamica sono all’ordine del giorno e la cosa più grave è che tutto questo succede nel totale silenzio delle femministe e della sinistra, che non aprono bocca né scendono in piazza“.

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Writer americani condannati per imbrattamenti

Sono passati cinque anni da quando si erano fatti riprendere mentre imbrattavano i treni del metrò sulla linea verde e su quella rossa dopo essere entrati abusivamente nei depositi Atm. Fu proprio grazie a quelle immagini, poi pubblicate in rete, che gli investigatori milanesi impegnati ad indagare sugli autori dei vandalismi riuscirono a individuarli. Si tratta della nota coppia di writer americani “Utah & Ether” che il 3 ottobre il Tribunale di Milano ha condannato (insieme ai writer Borid e Avido che li aiutarono) a un anno e tre mesi per imbrattamento – pena sospesa per via della condizionale – oltre al pagamento delle spese legali e a risarcire i danni a Trenord e ATM. Pena che non ha probabilmente destato nessuna preoccupazione alla 36enne di New York, Danielle Erin Bremner (alias Utah) e il 33enne di Chicago, Jim Clay Harper IV (Ether), che utilizzano  le condanne come un modo per accrescere la loro notorietà. Infatti, dopo avere avere ampiamente pubblicizzato quella subita le 2009 a Boston, il processo intentato a Utah a New York, e l’arresto di entrambi avvenuto a Melbourne, Australia nel 2016, ora stanno facendo lo stesso con le conseguenze  della denuncia ricevuta nel 2008 dalla polizia di Milano per aver imbrattato cinque treni alla fermata Inganni. Sulla loro pagina Facebook, seguita da oltre 25mila persone, i due, riferendosi alla condanna, hanno scritto di aver ottenuto un nuovo riconoscimento a livello internazionale della loro “arte”. Una notizia che sicuramente ne accrescerà la fama fra quelli che apprezzano le “imprese” dei vriter americani e li arricchiscono acquistando i capi del brand di abbigliamento che hanno lanciato con successo, grazie ai cui proventi i due non hanno avuto nessuno problema ha versare i più di 7.000 che la condanna li ha condannati a risarcire all’azienda dei trasporti milanesi.

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Sequestrate 5000 dosi di shaboo a spacciatore recidivo

Circa 5000 dosi di shaboo per una valore al dettaglio trai 70 e i 100 mila euro, sono state rinvenute dagli agenti dell’Unità Contrasto stupefacenti della Polizia Locale di Milano, coordinati dal comandante Marco Ciacci. Il sequestro è avvenuto in viale Monte Ceneri, a casa di un 19enne di origine asiatica. Il giovane, che è stato tratto in arresto, era stato fermato e trovato in possesso di oltre quattro grammi di metanfetamina e in seguito, durante la perquisizione della stanza dove alloggiava poco distante, è stato trovato il resto della sostanza stupefacente: 480 grammi, sotto il letto in undici involucri. L’asiatico era già stato arrestato della Polizia Localenel dicembre del 2016, quando era ancora minorenne fu trovato con in tasca oltre 62 grammi di shaboo. Fu il primo a finire in carcere a Milano in un indagine dell’Unità Contrasto Stupefacenti della Polizia Locale che dall’inizio di quest’anno ha arrestato in flagranza di reato 110 spacciatori e sequestrato complessivamente 2 chili e 300 grammi di metanfetamina.

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Via San Basilio, rinvenuti due ordigni bellici

E’ successo in via San Basilio nel quartiere di Segnano alle porte della Bicocca. Due bombe a mano risalenti alla Seconda guerra mondiale sono state trovate durante gli scavi di un cantiere nell’area della ex Breda. Erano all’interno di una nicchia in un sotterraneo a cinque metri di profondità, probabilmente le stanze erano un rifugio antiaereo. Gli operai della ditta che hanno scoperto gli ordigni li hanno immediatamente segnalati alla polizia che ha fatto intervenire gli arteficieri. Le bombe, una modello Oto e una Srmc di fabbricazione italiana, sono state rimosse e fatte brillare in un luogo sicuro.

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Parco delle favole dedicato alla memoria di Luciana Cella Guffanti

Si è tenuta questa mattina la cerimonia di dedica del Parco delle Favole di Affori a Luciana Cella Guffanti, durante la quale sono intervenuti il figlio di Luciana Stefano Guffanti, Rosamaria D’Ambrosio Galbussera dell’Associazione Amici del Parco, Felice Carlo Besostri e Luigi Ripamonti. Scomparsa nel 2016, era definita la ‘pasionaria’ di Affori, quartiere in cui viveva dal 1964 e per il quale ha combattuto diverse battaglie, in particolare per la salvaguardia delle aree verdi. Tra queste, proprio quella che ha permesso di trasformare una cava adiacente a viale Enrico Fermi nel cosiddetto Parco delle Favole, inaugurato nel 1976. Il 1975 vedeva nascere un secondo comitato: “Si trattava di salvaguardare un’area di 26mila mq che stava per essere destinata dal Consiglio di Zona a una società sportiva che l’avrebbe cintata per ottenere un campo di calcio con relativi spogliatoi, usufruibile quindi soltanto da atleti e non dagli abitanti. Dopo varie traversie durate circa un anno ottenemmo che l’area fosse attrezzata a verde pubblico con relativi campi gioco. Era l’inizio di quello che poi sarebbe stato battezzato: Parco delle Favole“, scrisse Luciana Cella in una lettera in cui raccontava il suo attaccamento per Milano e il suo impegno per il quartiere Affori. Per poi proseguire: “ L’area negli anni si è trasformata notevolmente: i circa quattrocento alberi che erano stati messi a dimora sono ora piante di alto fusto che in molti casi raggiungono l’altezza di cinque piani. Le specie sono varie: celtis australis, detti anche bagolari o spaccasassi, aceri di monte, olmi, gleditsia triacanthos, frassini, pioppi italici, ippocastani, tigli, querce, catalpe bignoidea. Il loro stato di salute è risultato essere ottimo, come lo testimonia la verifica fatta recentemente da un agronomo del Comune. È stato chiamato il Parco delle Favole, ma una mia amica dice che avrebbe dovuto avere il mio nome, chiamarsi Parco Luciana Cella. Io penso che anche se sono stata io a volerlo, senza la presenza di tutte le altre donne e gli uomini che si sono spesi con me per averlo non avrei avuto l’energia per portare avanti così ostinatamente il mio progetto”. Ed è proprio alla luce di questo amore di Luciana per il suo quartiere, il suo parco, che negli scorsi mesi l’associazione Amici del Parco aveva chiesto al Comune l’opportunità di integrare la targa con il suo nome. Una richiesta che la Giunta ha accolto lo scorso giugno e che ha portato alla nuova la targa su cui ora c’è scritto “Parco delle Favole voluto da Luciana Cella Guffanti”.

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