Nome dell'autore: Osservatore Meneghino

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Brera riallestita innaugura Palazzo Citterio

Questa mattina, il occasione della presentazione della mostra il VII Dialogo “Attorno a Ingres e Hayez Sguardi diversi sulle donne di metà Ottocento” curata da Florence Viguier-Dutheil, Isabella Marelli, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, in presenza del Sindaco Giuseppe Sala e del Ministro dei Beni e delle Attività culturali Alberto Bonisoli, è stato celebrato il completamento del riallestimento della Pinacoteca di Brera, iniziato tre anni fa. Un progetto ambizioso, che ha coinvolto le 38 sale del museo, il restauro di due tra le più importanti opere di Francesco Hayez e di ‘Porta Gregotti’, l’ingresso principale chiuso da 100 anni, oltre all’apertura del ‘Caffè Fernanda’ e reso possibile dall’autonomia istituzionale conseguente alla riforma Franceschini. “Sono contento di essere giunto alla fine di un’importante tappa della rivisitazione della Pinacoteca di Brera: possiamo dire a questo punto di avere un museo che è pienamente all’interno di Milano e che si apre a tutta la città“, ha detto il ministro Bonisoli. “Precisamente tre anni fa, il giorno dopo il mio compleanno di 60 anni, occupai il mio posto a Brera e, in mezzo all’infuriare delle polemiche giornalistiche, confesso che anche io mi immersi nei problemi da risolvere“, ha raccontato il direttore della Pinacoteca James M. Bradburne, citando Ettore Modigliani. “Ascoltavo tutti e dopo averla concordata con gli altri direttori di Brera, ho lanciato la missione di rimettere la Pinacoteca al centro della città e il fruitore al centro di Brera”. “Sono una persona che mantiene le promesse”, ha aggiunto Bradburne, sottolineando di lavorare “nell’ombra dei grandi direttori del passato: Modigliani, Wittgens e Russoli“.  l progetto di riallestimento, in particolare, s’ispira alle idee di ‘museo vivente’ di Fernanda Wittgens, la visionaria direttrice che riaprì la Pinacoteca nel 1950, dopo i bombardamenti del ’43 e a cui è dedicata la caffetteria inaugurata oggi. “Io mi sento un umile strumento della sua missione“, ha infine spiegato Bradburne. “Quello di Brera è un gran percorso, perché rispetta le tradizioni, ma fa un grande cambio di passo nell’approccio e nella valorizzazione degli spazi“, ha commentato in conferenza stampa il Sindaco Sala, non nascondendo di avere avuto delle perplessità nel momento in cui Bradburne fu nominato direttore. “Il dubbio era se questo canadese inglese sarebbe stato in grado di interpretare lo spirito milanese e dare il suo contributo alla città” ha spiegato Sala, rilanciando il progetto “Questa è la sfida che lancio alla città: in questo momento non dobbiamo solo gestire quello che abbiamo, ma avere il coraggio di pensare in grande e con una testa internazionale, perché è questo che Milano è diventata. La Milano aperta, eclettica, che dà spazio a tutti è vincente. Viviamo in tempi in cui si passa dal successo all’insuccesso in un attimo, quindi bisogna subito rilanciare“, ha spiegato Sala, plaudendo al riallestimento della Pinacoteca, ma augurandosi che si prosegua con l’allargamento degli spazi dell’Accademia a Scalo Farini e con l’apertura di Palazzo Citterio. Negli ultimi tre anni il museo della Pinacoteca di Brera ha abbracciato un nuovo approccio qualitativo, valorizzando la collezione permanente con i Dialoghi che, sviluppandosi attorno ai dipinti della Pinacoteca e ad alcune opere in prestito, hanno stimolato confronti e approfondimenti, rappresentando l’occasione per il riallestimento di intere sezioni espositive. In occasione del nuovo allestimento delle sale dedicate all’Ottocento e del settimo Dialogo sono stati realizzati nel laboratorio di restauro della Pinacoteca vari interventi conservativi: in particolare sono state restaurate due fra le più importanti tele di Francesco Hayez l”Autoritratto’ del 1848 e il ‘Ritratto di Alessandro Mazoni’ del 1841. Le opere seguono una scansione cronologica, intrecciata a una suddivisione per scuole pittoriche regionali. L’intervento di riqualificazione ha interessato i 38 spazi espositivi della Pinacoteca, accompagnandosi al riordino della collezione con una nuova illuminazione con Led a ridotto impatto ambientale, nuove tinte alle pareti, nuove didascalie concepite per diverse tipologie di pubblico e anche d’autore, come il premio Nobel Orhan Pamuk, e nuovi servizi. Tra questi il ‘Caffè Fernanda’, che sovverte la visione pluridecennale di bookshop, caffetterie ed esposizioni museali come ‘servizi aggiuntivi’, secondo la la definizione della legge Ronchey del 1993. “Non sono servizi aggiuntivi, ma sono core business“, ha spiegato invece Bradburne. “Mi è molto piaciuto come è stato impostato il riallestimento, anche facendo scelte coraggiose, come il colore dei muri. Non è scontato“, ha commentato il ministro Bonisoli. “Secondo me il cardine di una struttura del genere è quello di essere accessibile: accessibile in termini fisici, di orario e di giornata“, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di inserire gratuità all’interno della formula complessiva museale, concludendo “C’è una doppia logica rendere il museo interessante per chi già è appassionato e ha un gusto raffinato, ma anche rendere vicina l’arte a chi non ha ancora avuto la fortuna di conoscerla. E questa è un’opportunità che noi abbiamo, sia in termini sociali che economici”.

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Consiglio Comunale, proposta targa per Stefano Cucchi

Il consigliere comunale del PD, Alessandro Giungi, ha presentato nella seduta del Consiglio un Ordine del giorno, firmato anche da altri esponenti del centrosinistra,  per chiedere alla giunta di intitolare una targa o un monumento a Stefano Cucchi, definito nel testo “un simbolo di coloro che muoiono di cause non naturali in stato di detenzione“. Una morte “da ritenersi come una delle più gravi per l’ordinamento di un Paese democratico, stanti le responsabilità dirette in capo allo Stato nella sicurezza e nella salute della persona reclusa“. L’Odg, non ancora votato, propone come luogo per la targa o il monumento un punto simbolico della città, come ad esempio i giardini di piazza Filangeri e avanza anche l’idea di “proporre all’Amministrazione penitenziaria che le persone detenute negli Istituti di pena milanesi contribuiscano alla realizzazione della targa o del monumento“.

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Consiglio Comunale: via libera alla coltivazione di cannabis terapeutica

Il Consiglio comunale ha approvato una mozione presentata dal vice capogruppo di Forza Italia, Alessandro De Chirico, sulla coltivazione nel territorio cittadino di cannabis a scopo terapeutico. 37 i consiglieri che hanno partecipato al voto, di cui 30 i favorevoli e 7 i contrari: i consiglieri di Lega, Forza Italia (eccetto il primo firmatario De Chirico), i Consiglieri Strada e Fumagalli, di “Noi Milano – Beppe Sala sindaco” e il Consigliere Matteo Forte di “Milano popolare”. Il testo “impegna il sindaco, in quanto responsabile della condizione di salute della popolazione nel territorio milanese, a istituire un tavolo di confronto con tutti gli enti coinvolti per elaborare alcune ipotesi di luoghi già ora meglio predisposti a questo tipo di coltivazione e ad attivarsi presso gli organi competenti affinché il governo autorizzi la coltivazione della cannabis a scopo terapeutico presso apposite strutture pubbliche individuate dal Comune all’interno del territorio cittadino“. Favorevole anche il parere della giunta, espresso in Aula dall’Assessore a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data, Lorenzo Lipparini. Il testo della mozione ripercorre il quadro normativo sulla cannabis a uso terapeutico, tra cui la delibera regionale n. XI/491 del 2 agosto scorso, che ha “definito le regole per la prescrizione, l’allestimento, l’erogazione e la rimborsabilità a carico del S.S.R. dei preparativi galenici magistrali a base di cannabis per uso medico, nel rispetto delle normative vigenti, assicurando l’uniformità delle procedure su tutto il territorio regionale“. La mozione presentata dal consigliere De Chirico e approvata da Consiglio comunale ricorda anche come l’attuale Ministro della Salute Giulia Grillo abbia “sottolineato che la produzione di cannabis terapeutica effettuata dallo Stabilimento Militare di Firenze è insufficiente al fabbisogno nazionale” e come “l’importazione di cannabis all’estero aumenti i costi per i malati e per il sistema nazionale” concludendo  “secondo alcune proiezioni realizzate da associazioni nazionali di agricoltori la coltivazione in Italia della cannabis terapeutica sia ‘una opportunità che potrebbe generare un giro di affari di 1,4 miliardi e garantire almeno 10mila posti di lavoro“.

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Cicciarèm on ciccinin, parte il corso di dialetto milanese

Una lingua da imparare o “rinfrescare” e “usare” nella vita di tutti i giorni. Così il Presidente del Municipio 4 di Milano, Paolo Guido Bassi, presenta la nuova edizione di Cicciarèm on ciccinin, il corso di lingua Milanese che inizia domani, dalle 14.30 alle 16, nel palazzo municipale di via Oglio 18 e che si terrà ogni martedì alla stessa ora fino a dicembre. “Un’occasione– spiega Bassi – per scoprire o riscoprire la nostra Milano attraverso storie, leggende, personaggi, dialetto e modi di dire. La nostra città è moderna e internazionale, ma vogliamo che mantenga salde le sue radici”. Le lezioni, fa sapere l’esponente della Lega, saranno tenute “da Angelo Magni, poeta e scrittore meneghino, autore di diverse ‘traduzioni’ nel vernacolo di Carlo Porta, fra le quali si ricordano anche quelle del poeta Trilussa”. L’iniziativa, aggiunge Bassi, “è gratuita per gli utenti ed è stata realizzata a costo zero per i cittadini, visto che i docenti non hanno chiesto alcun genere di rimborso spese”.

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Olimpiadi, ufficializzata la candidatura Milano – Cortina

Questa mattina il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana ha annunciato che “Il Coni ha ufficializzato che la candidatura italiana per i giochi olimpici invernali 2026 sarà quella di Milano – Cortina“. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ha commentato la notizia mentre si trovava alla Pinacoteca di Brera: “È un passo necessario e tanto atteso. Ovviamente è un passo, poi è chiaro che adesso bisognerà lavorare e accelerare sulla preparazione di un ottimo dossier, perché abbiamo convinto il Coni e il governo, ora dobbiamo convincere il Cio“. Il primo cittadino è apparso visibilmente soddisfatto, giudicando la decisione “molto positiva”. Infine Sala ha parlato dei prossimi passi in programma per sostenere la candidatura: “Giovedì  avremo questo incontro a Venezia: il Coni sarà rappresentato dalla Bianchedi. Ho sentito questa mattina Malagò che parte mercoledì per Buenos Aires per comiciare a sostenere la candidatura“. Soddisfatto anche il  segretario metropolitano del PD, Pietro Bussolati. “Finalmente  dopo qualche pasticcio, si è usciti dall’impasse causata da Appendino e Cinque Stelle. Adesso c’è bisogno di lavorare insieme per portare avanti quella che rappresenta, senza alcun dubbio, un’opportunità di crescita e prestigio per la nostra città e per la Lombardia” ha commentato Bussolati, auspicando che “la maggioranza giallo-verde al governo del Paese non si tiri indietro, ma anzi si impegni a sostenere il progetto delle Olimpiadi“.

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Anche in viale Monza volantini pro BR

A denunciarlo è il Presidente del Municipio 2 Samuele Piscina, che ha rinvenuto i volantini pro BR insieme ad altri militanti, mentre svolgeva un gazebo a sostegno alla realizzazione di una cancellata presso l’area verde in via dei Transiti, finalizzata a contrastare spaccio e delinquenza. “Dopo Sesto, i volantini pro-Brigate Rosse sono stati affissi anche a Milano, in viale Monza, davanti al centro sociale T28” spiega Piscina, aggiungendo“Il ritorno dei fiancheggiatori dei terroristi rossi non va assolutamente sottovalutato. Il sostegno a chi ha commesso reati gravissimi come Nadia Lioce… mette in evidenza come il terrorismo rosso sia ancora presente nelle nostre strade, anche sotto nuove forme quale quella dei centri sociali che ogni giorno mettono a ferro e fuoco le nostre città e tentano di dettare legge con occupazioni abusive di stabili e alloggi che invece spesso dovevano essere destinati a persone bisognose e perbene”. L’esponente del Carroccio, che ha emesso la nota insieme al Deputato leghista  Luca Toccalini, conclude auspicando: “ferme parole di condanna anche da parte del Sindaco di Milano, nonostante continui a sostenere la regolarizzazione del Leoncavallo e difenda i centri sociali, principali responsabili di queste azioni. Certi manifesti nella nostra città non possono essere lasciati affissi nel silenzio delle istituzioni democratiche”.

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