Nome dell'autore: Osservatore Meneghino

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Marcora (Fdi) e Sardone (Lega): inaccettabile la chiusura della scuola di via Gentilino

“Il Comune di Milano, dopo non aver nemmeno concluso i lavori di manutenzione ordinaria di cui si era fatto carico, almeno eviti la chiusura definitiva dello storico asilo di via Gentilino dopo 70 anni di eccellente servizio”  lo scrivono in una nota le leghiste Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale, e Andreana De Franceschi, consigliere del Municipio 5. Un provvedimento “vergognoso” adottato senza avvisare i genitori, sottolineano le leghiste, aggiungendo “È curioso come il Comune, a danno quasi fatto, millanti ora l’acquisto dell’immobile di via Gentilino, quando è ancora indietro coi lavori di ristrutturazione: non si può giocare sulla pelle delle famiglie in questo modo” concludendo “I Pd di Zona 5 ora attacca la maggioranza di Palazzo Marino sulla vicenda, rimpallandosi le responsabilità. Vigileremo insieme alle famiglie la situazione per evitare ulteriori passi falsi”.  Anche il Consigliere Comunale  di Fratelli d’Italia Enrico Marcora è intervenuto sulla questione dichiarando: “E’ inaccettabile la chiusura della scuola dell’infanzia di Via Gentilino 4. Ho presentato ieri la richiesta di una Commissione Comunale al fine di affrontare l’ennesima mancanza di attenzione del Comune di Milano verso le famiglie del municipio 5 con la possibile chiusura della scuola dell’infanzia”.  “Siccome il Comune – ha poi spiegato Marcora – per questo plesso scolastico, è in affitto da una struttura mutualistica privata, ritengo sia doveroso che si adoperi al fine di acquistare l’immobile stesso e continuare, anche a seguito di lavori di ristrutturazione, l’attività della scuola materna”. “Non si può” ha quindi concluso Marcora “mettere in difficoltà le famiglie e collocare i bambini in altri plessi scolastici causando immensi disagi ai genitori ed ai nonni che si occupano dei bambini”.

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Movida. Piscina (Lega): Sala favorisce minimarket e massacra italiani

“È imbarazzante che il Sindaco chieda a Confcommercio di ascoltare i cittadini, quando è lo stesso Sala che non riesce più a rapportarsi con chi vive i disagi a causa dell’inerzia comunale. È evidente che la sinistra non sia in grado di dare soluzioni diverse da quelle fallimentari già sperimentate in via Lecco, prendendosela solo con chi lavora invece che gestire la movida”, evidenzia Samuele Piscina, Segretario cittadino della Lega e Consigliere comunale di Milano. “Il divieto di asporto dalle 00.00 alle 06.00 per tutti i giorni della settimana senza alcuna distinzione tra alcolici e non, così come il divieto di utilizzo dei dehors nei giorni feriali dalle 00.30 alle 06.00 e nei giorni festivi dalle 01.30 alle 06.00 e il divieto di commercio in forma itinerante su area pubblica e somministrazione di alimenti e bevande dalle ore 20.00 alle 06.00, non risolve sicuramente il problema. In pratica ogni cittadino che si reca al minimarket potrà comprare bottiglie per ubriacarsi in strada poiché la vendita in tali esercizi non corrisponde all’asporto. Invece, chi vorrà prendere la pizza o il gelato da portare a casa o consumare durante una passeggiata, sarà impossibilitato a farlo. Insomma, il Sindaco se la prende solo e unicamente con gli esercizi di somministrazione, ma favorisce nettamente i minimarket”. “Come Lega continuiamo a sostenere che i locali gestiti nel rispetto delle regole sono l’unico presidio positivo che impedisce a tanti giovani di riversarsi per le nostre strade, consumando alcolici e non permettendo il riposo dei residenti. I cittadini sono stufi di questo teatrino. Il netto fallimento delle ordinanze adottate in via Lecco ha già evidenziato come manchino i controlli della Polizia Locale. Invece di colpire gli onesti italiani per favorire gli esercizi gestiti da stranieri, il Comune cominci a contrastare il disturbo della quiete attraverso la Polizia Locale durante le ore notturne. Inoltre, vanno riviste le piazze tattiche: luoghi in cui si riversano individui senza controllo ed educazione creando solo e unicamente disagi. Si tratta di un esperimento fallito al quale penso debba essere messa la parola fine”, conclude Piscina.

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Terminata la piantumazione delle nuove aiuole di piazza Duomo

Sono state ufficialmente consegnate da Zegna alla città di Milano le aiuole di piazza Duomo. Questo progetto – realizzato grazie al bando del Comune di Milano e della durata di tre anni – ha l’obiettivo di creare uno spazio verde ispirato alla filosofia di responsabilità ambientale dell’Oasi Zegna, un territorio naturale che si estende per 100 km² nella cornice delle Alpi Biellesi, in Piemonte. Per realizzare il progetto, Zegna ha coinvolto un gruppo di esperti botanici e paesaggisti con l’obiettivo di portare a Milano alcuni degli elementi caratteristici della vegetazione di Oasi Zegna nel rispetto dell’ecosistema locale. Le aiuole saranno caratterizzate da una struttura di base permanente composta da quattro boschetti di canfore a cespuglio disetanee, piante sempreverdi e frondose che rappresenteranno gli elementi maturi di un ecosistema ottimizzato. Tra questi boschetti, saranno anche presenti delle piante soggette a rotazione: rododendri dall’autunno alla tarda primavera e Philadelphus dalla fine della fioritura dei rododendri, così da garantire il rispetto della biodiversità e della stagionalità delle piante, che verranno ripiantate in Oasi Zegna a fine ciclo. Sulle aiuole sarà presente un QR code che permetterà ai visitatori di vedere live uno dei territori che Zegna sta riforestando, offrendo un’esperienza unica di connessione con la natura. Piazza Duomo sarà un’opportunità unica per creare uno spazio che, nel totale rispetto delle esigenze monumentali, simboliche ed estetiche del luogo, promuova una maggiore connessione tra cittadini, cittadine e natura. Il progetto delle nuove aiuole trae infatti ispirazione dal dipinto del 1957 di Dino Buzzati, “Piazza del Duomo di Milano”, dal quale emerge uno stimolante dialogo tra città e natura, e mira a promuovere il ruolo fondamentale di quest’ultima riflettendo sulle istanze contemporanee di sostenibilità. Gildo Zegna, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Ermenegildo Zegna, ha commentato: “Sono estremamente orgoglioso di vedere le nuove aiuole di piazza del Duomo prendere vita. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo significativo nella diffusione della cultura ambientale, della responsabilità sociale verso la comunità e del senso di responsabilità verso il territorio, valori fondanti che il marchio Zegna promuove sin dalla sua fondazione. I nuovi spazi verdi segnano l’inizio di un ambizioso progetto che, partendo da un luogo simbolo della città di Milano, si trasformerà in un’iniziativa su scala globale con la creazione di nuove OASI ZEGNA nel mondo, esempio concreto dei principi cardine che da sempre guidano il nostro brand”. Agli inizi del secolo scorso, Ermenegildo Zegna intraprese un vasto programma di riforestazione nell’area montuosa attorno al suo Lanificio e collegò per la prima volta i due versanti della montagna attraverso la costruzione della Strada 232. Il progetto di rimboschimento e di sviluppo della comunità locale che ha dato vita all’Oasi Zegna oggi conta più di 500.000 alberi e promuove la coesione e l’armonia tra uomo, impresa e natura. La visione del fondatore è stata coltivata dalle generazioni successive, che continuano a preservare l’Oasi Zegna come modello unico di responsabilità sociale e ambientale. Per la realizzazione e la manuntezione del verde di piazza Duomo è stata chiamata la ‘NESPOLI VIVAI’ di Carugo, azienda florovivaistica con esperienza pluriennale nel settore. Il Garden Design è ad opera di ‘HORTENSIA’, team di esperti paesaggisti, agronomi, progettisti e giardinieri guidato da Vittorio Peretto.

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Sarà sgomberato il campo rom abusivo di via Bonfadini

“Oggi abbiamo deliberato la sua chiusura, come abbiamo fatto in questi anni per piu di altri 20 campi”. Lo ha scritto su Facebook l’Assessore Marco Granelli riferendosi al campo rom di via Bonfadini nel Municipio 4. “Il campo è la soluzione sbagliata per chi ci vive e per il quartiere e la città. – ha aggiunto Granelli –  Infatti il campo è degrado sociale, ambientale, teatro di reati, non aiuta l’integrazione delle persone e la loro dignità. Il percorso di chiusura si concluderà nell’estate, l’area servirà per completare il nuovo mercato agroalimentare di Milano. Le famiglie che hanno i requisiti verranno, nelle prossime settimane, accompagnate alle soluzioni abitative che la legge prevede per chi è in difficoltà”. “Bene lo sgombero dello storico campo nomadi di via Bonfadini, catalizzatore di degrado e illegalità da oltre 30 anni, ci auguriamo che non vengano date corsie preferenziali per l’assegnazione di case popolari e ci sia la massima attenzione per evitare occupazioni abusive negli alloggi dei vicini quartieri Aler e MM” è stato il commento alla notizia di Francesco Rocca, Consigliere comunale di Fratelli d’Italia che ha aggiunto “Ci auguriamo che, con lo sgombero del campo nomadi, l’Amministrazione comunale non sposti ulteriori problematiche in altre località con fragilità sociali come nei caseggiati MM di via del Turchino e Aler nel quartiere Molise-Calvairate”. “Finalmente il Comune si è deciso a chiudere il campo rom di via Bonfadini, un buco nero d’illegalità dove per decenni i nomadi hanno fatto quello che hanno voluto, tra furti di auto poi incendiate, spaccio di droga e ricettazione, nel silenzio assoluto della sinistra” ha invece dichiarato Silvia Sardone Europarlamentare e Consigliere Comunale della Lega. La leghista ha quindi auspicato “non ci siano scorciatoie per i rom riguardo le case popolari” concludendo”Chi ha devastato il quartiere impunemente non può essere premiato in alcun modo”.    

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Approvate modifiche allo statuto di Milanosport

Nel corso della seduta di ieri, il Consiglio comunale ha approvato le modifiche allo Statuto di Milanosport. Con il voto favorevole dell’Aula, la società partecipata al 100% dal Comune di Milano cambia denominazione sociale, diventando società sportiva dilettantistica di capitali. In particolare vengono modificati gli articoli 1, 2.1, 2.2, 7, 18.2, 30, 31, 32.1, abrogati gli artt. 3 e 8 e introdotti i nuovi articoli 30 e 31. Il passaggio da “Milanosport S.p.A.” a “Milanosport SSD S.p.A.” consente alla società, che gestisce 24 impianti sportivi di proprietà comunale, di acquisire tutte le caratteristiche necessarie a uniformarsi alle nuove regole disposte dalla Riforma dello Sport e di rientrare, quindi, all’interno del suo perimetro di efficacia. Ai sensi della Riforma, diventando SSD S.p.A., Milanosport acquisirà la qualifica di “datore di lavoro sportivo” e potrà gestire direttamente i rapporti di collaborazione sportiva con istruttori, assistenti bagnanti e coordinatori di vasca.

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Cento strade a 30 all’ora davanti alle scuole

A partire da settembre sono circa 100 le strade davanti alle scuole della città dove il Comune imporrà il limite di 30 chilometri all’ora a tutela dei più piccoli. Lo annuncia il sindaco Giuseppe Sala che ha come obiettivo quello di introdurre questo limite di velocità in tutte le strade dove si affacciano edifici scolastici. Da settembre “non saranno interessate tutte le strade milanesi dove ci sono le scuole – spiega – ma un numero significativo, orientativamente vogliamo avvicinarci alle 100 e poi andare avanti”. E su questo c’è già stato il confronto con il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Matteo Salvini nel corso del G7 che si è tenuto la scorsa settimana a Milano. Il ministro “non ha espresso alcuna perplessità e non credo voglia cambiare idea – prosegue -. Anzi mi ha detto che è totalmente d’accordo sul fatto di portare le strade a 30 all’ora dove ci sono le scuole”. Per estendere il provvedimento a tutte le strade interessate ci vorrà del tempo non va solo adeguata la segnaletica, c’è il lavoro degli uffici che devono fornire la documentazione. Il provvedimento dei 30 all’ora nelle strade delle scuole andrà di pari passo con un’altra novità della mobilità a Milano su cui ci sono diverse critiche, cioè la creazione della zona a traffico limitato nella zona allargata del Quadrilatero della moda. A Milano sono state già introdotte le Piazze scolastiche, aree perdonali con interventi di urbanistica tattica che sono al momento 9 e a breve se ne aggiungeranno altre. Altro progetto è quello delle scuole car free, ovvero strade in cui il transito viene inibito nei soli orari di ingresso e uscita degli alunni. Al momento sono oltre 30 le scuole. Ora gli uffici della Mobilità sono al lavoro per individuare le scuole in cui sarà possibile realizzare strade a 30km all’ora. Sono tante le città soprattutto a livello internazionale che scelgono di introdurre il limite di velocità di 30 all’ora, in Italia lo ha fatto, non senza polemiche, Bologna che lo ha esteso in gran parte delle strade della città. Scatenando però la reazione del ministero dei Trasporti che è intervenuto con una direttiva per fare in modo che le zone 30 fossero istituite solo in certe vie. A Milano il Consiglio comunale ha approvato il 9 gennaio del 2023 un ordine del giorno che chiedeva l’introduzione del limite di 30 all’ora in tutta la città a partire dal primo gennaio di quest’anno. Ma il sindaco Sala ha spiegato che questo limite non può essere applicato ovunque. ANSA

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