Nome dell'autore: Otello Ruggeri

Informatico di professione, giornalista per svago, politico per passione, Patriota, fiero di essere Milanese.

L’ultimo gazebo fra le macerie di Forza Italia

Fin dagli albori della mia esperienza forzista ho sempre guardato con fastidio a certi atteggiamenti da viceré di parte della dirigenza azzurra. Un fastidio aumentato nel tempo con il palesarsi del sospetto che, oltre a pensare solo a conservare i loro privilegi personali, fossero del tutto incapaci di gestire il partito, che governavano solo perché erano riusciti isolare il Presidente Berlusconi, presentandogli una realtà artefatta di cui loro erano i protagonisti positivi. Avrei dovuto convincermi che questo sospetto corrispondesse al vero quando fui parte in causa di come fu gestito il dopo elezioni regionali nel 2018. Allora non pensavo che a Silvia Sardone fosse pronta per un assessorato in Regione Lombardia. Per ottenerlo servono esperienza oltre alle preferenze, ma meritava una ricompensa per il lavoro fatto perché, al netto del sospetto che perseguisse solo  ambizioni personali, aveva portato migliaia di voti a Forza Italia. Una questione che si sarebbe potuta liquidare proponendole fin da subito un’altra carica, in attesa che maturati i tempi sarebbe stato possibile promuoverla al primo rimpasto utile. Fu invece scelta un’altra strada. Dopo averle giurato e spergiurato che sarebbe stata in giunta, continuando a ripeterglielo giorno dopo giorno, poche ore prima della presentazione del governo lombardo, quando si accingeva ad uscire di casa per andare a palazzo Lombardia, fu avvisata da un anonimo funzionario regionale di non presentarsi perché non era nella lista dei nominati. Dalla dirigenza del partito nessuna telefonata, anzi, per giorni si rifiutarono di risponderle per darle spiegazioni. Spiegazioni che non arrivarono mai. Il motivi ovviamente c’erano. I più biechi fra i pensabili: invidia, voglia di rivalsa di chi era incapace di prendere voti come lei e probabilmente rivalità femminili della peggior specie. Si tratta solo del caso più eclatante fra i tanti di persone che portavano acqua al mulino del partito tenute in disparte per il timore minassero l’immeritato potere del “cerchio magico”. Una schiera di uomini e donne che con il passare degli anni hanno deciso di andare altrove o di dedicarsi ad altro, mentre Forza Italia si riduceva sempre più e passava di sconfitta in sconfitta a causa delle discutibili decisioni politiche e strategiche prese da quelli che avrebbero dovuto guidarla alla vittoria, rifuggendo da ogni forma di Democrazia interna sapendo che mai la base avrebbe rinnovato loro la fiducia. E siamo a oggi. Mentre guardiamo le macerie rimaste dopo l’ultimo disastro elettorale, sarebbe ora di chiedersi a chi sia dovuto. A Milano sicuramente a chi dopo provvedimenti giudiziario che ci hanno colpiti all’inizio della campagna elettorale ha pensato solo a come uscirne nel modo migliore, esitando e temporeggiando al punto di nominare un commissario che guidasse la campagna elettorale a soli dieci giorni dal voto. Una persona squisita e volenterosa il Commissario Cristina Rossello, cui ci siamo tutti stretti intorno, ma con poca esperienza e giunta troppo tardi per potere cambiare le cose. Non va certo imputata a lei la colpa dell’insuccesso e nemmeno a noi che siamo stati gettati per strada dodici ore e anche più al giorno, ma molto più probabilmente ai dirigenti, che hanno passato il tempo fra convegni e dibattiti dove non c’era un voto nemmeno a pagarlo, visitando di rado qualche mercato giusto per  farsi un selfie e poi lavarsi le mani con l’amuchina se avevano stretto le mani a troppi poveri. Che fare? Io, con i pochi amici forzisti ancora disposti a farne uno  organizzerò un gazebo per  ringraziare i cittadini che ci hanno rinnovato la loro fiducia. Un ultimo gazebo fra le macerie di Forza Italia poi, o i responsabili si dimetteranno, dando spazio a gente più meritevole, o saremo noi a lasciarli soli al loro destino.  

L’ultimo gazebo fra le macerie di Forza Italia Leggi tutto »

Forza Italia al fianco degli inquilini di via Rizzoli lasciati al freddo da MM

Ieri, una delegazione di residenti nei palazzi di Via Rizzoli 73/ 87, accompagnati da Luca Rampazzo, vice-coordinatore di Forza Italia nel Municipio 2, da sempre vicino alle loro istanze, è stata ricevuta negli uffici MM di via Civitavecchia. Scopo della visita rappresentare all’istituto delle case popolari i disagi cui sono sottoposte 180 famiglie, che da anni convivono con un impianto di riscaldamento che si guasta di continuo. Un problema che hanno più volte denunciato chiamando centinaia di volte i responsabili della manutenzione, senza ottenere una soluzione definitiva, ma solo interventi emergenziali utili a riparare i danni per brevi periodi dopo i quali i problemi si ripresentano regolarmente. Centinaia di inquilini sono quindi privati di un loro diritto fondamentale: l’acqua calda, perché l’ente gestore dopo anni di lamentele non si è ancora deciso a investire in un nuovo impianto di riscaldamento. Un provvedimento che oltre a rendere meno difficili gli inverni dei residenti, consentirebbe di eliminare l’inquinamento dovuto alle emissioni nocive delle attuali vetuste caldaie. A rendere la situazione ancora più paradossale, vi è una richiesta di MM che, a fronte di bollette del riscaldamento sempre onorate, ora pretenderebbe il pagamento di un conguaglio per spese sostenute dieci anni fa sull’impianto malfunzionante, senza essere in grado di produrre dei giustificativi per motivare la richiesta. Rampazzo ha commentato la visita sulla sua bacheca Facebook chiedendosi “per quanto ancora lascerà (MM ndr) al freddo malati, anziani e bambini?” e denunciando “è il quarto giorno in cui il riscaldamento non funziona o funziona male“. L’azzurro però apre uno spiraglio di speranza” “Per fortuna abbiamo trovato un tecnico preparato e soprattutto umano. Speriamo la situazione si risolva al più presto” concludendo “I ricordi del Natale 2016 al freddo sono ancora troppo vividi“.

Forza Italia al fianco degli inquilini di via Rizzoli lasciati al freddo da MM Leggi tutto »

Si accende la discussione sulla riapertura del naviglio in via M. Gioia

Il 23 novembre, convocata dal Presidente Riccardo Truppo (FdI), nel Municipio 2, si è svolta la seduta di Commissione Mobilità con la presenza dell’assessore Marco Granelli, venuto a rappresentare le ragioni dell’amministrazione centrale sulla riapertura del naviglio Martesana lungo via Melchiorre Gioia. In un aula consiliare piena di cittadini al limite della capienza come non si vedeva da tempo e forse non la si era mai vista,  il presidente Truppo ha cercato di equilibrare il dibattito alternando interventi a favore e contro il provvedimento, ma già poco dopo l’inizio si è dovuto arrendere all’evidenza che la quasi unanimità dei presenti era contraria al progetto e ha lasciato che si confrontassero con l’unico apertamente a favore: l’assessore Granelli. Si è quindi sviluppato un acceso dibattito fra lui e i residenti per niente soddisfatti dalle risposte ricevute, soprattutto quando è stato sollevato il problema dei numerosi posti auto che saranno soppressi e l’Assessore ha fatto intendere che, davanti all’intenzione della Pubblica Amministrazione di ridurre il numero di auto circolanti, la questione non è considerata un problema. I rappresentanti del Municipio, hanno fatto presente a Granelli come, solo ieri, per la prima volta, sono stati messi in condizione di trattare il tema a livello istituzionale, dopo essere stati ignorati dall’amministrazione centrale che, ha proceduto senza coinvolgerele istituzioni territorialmente competenti come previsto dalla legge sul dibattito pubblico e le grandi opere entrata in vigore da pochi mesi, sottolineando inoltre l’errore commesso nel limitare il periodo di ricezione osservazioni a poche settimane. Secondo il Presidente Truppo “si è avuto solo un assaggio di quello che per noi amministratori locali è evidente da tempo. Il progetto di riaprire il tratto di Melchiorre Gioia non è amato” infatti  “sono diverse centinaia le firme raccole dai comitati locali“. Lesponente di FdI ha quindi annunciato che “ora quasi tutte le forze politiche locali firmeranno un documento in favore della riapertura del dibattito pubblico sul progetto e sul sostegno trasversale all’indizione di un Referendum Municipale che faccia votare i soli residenti”. Un’iziativa per la quale il partito di Giorgia Meloni conta di avere l’appoggio Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Lega.

Si accende la discussione sulla riapertura del naviglio in via M. Gioia Leggi tutto »

Presidio sociale al Pane Quotidiano, condivisione sui fini, perplessità sul metodo

Si è svolto ieri presso il centro anziani Villa San Giovanni, in via Sant’Uguzzone 8, un incontro fra istituzioni locali, cittadini e le associazioni che hanno vinto il bando per realizzare un progetto di sensibilizzazione i frequentatori del Pane Quotidiano a un uso degli spazi corretto e rispettoso della comunita locale. Oltre a un nutrito pubblico, formato da residenti in zona, erano presenti come relatori, Il Presidente del Municipio 2, Samuele Piscina, l’Assessore alla Sicurezza, Luca Lepore, il Presidente della Commissione Sicurezza, Riccardo truppo e numerosi Consiglieri Municipali. Il motivo della riunione lo avevano anticipato Piscina e Lepore in mattinata, “Con l’incontro di oggi Il Municipio 2 intende presentare un progetto di monitoraggio ed esperienza sul campo che permetta di orientare ed informare i fruitori degli spazi pubblici all’uso socialmente corretto dello stesso nonché permetta di rilevare ed analizzare i bisogni delle comunità territoriali“. Con lo scopo di individuare soluzioni,  “atte a ridurre i rischi e le problematiche legate all’uso improprio dello spazio pubblico”. Piscina e Lepore, hanno quindi indicato le aree d’intervento “il parcheggio e l’area verde di viale Monza 325 e il Parco Martesana” e i compiti dell’associazione La Nave del Sole Onlus, che si è aggiudicata il bando, “monitorare le problematiche nelle aree stabilite, di sensibilizzare i fruitori all’uso corretto spazi pubblici, di creare una interazione ed integrazione tra soggetti pubblici e privati operanti in loco, di individuare suggerimenti manutentivi e di arredo urbano e soprattutto di segnalare eventuali criticità alla Polizia Locale e ad Amsa per interventi mirati e tempestivi”. Dopo l’introduzione dei tre relatori è toccato ad alcuni appartenenti all’associazione prendere la parola, per esporre quanto fatto fino a oggi. Due interventi che hanno sollevato qualche perplessità fra i presenti. L’impressione è stata che le attività si siano incentrate sul confrontarsi con residenti e commercianti, per ascoltarne le lamentele – già precisate nell’oggetto del bando – piuttosto di operare per ridurre l’impatto dei frequentatori del Pane quotidiano sulla zona. Anche l’accenno al degrado “percepito” rispetto a quello “reale” non è stato molto gradito e ha sollevato più di una protesta fra i presenti. Spiegazioni su quanto fatto sul piano pratico fino a oggi non ne sono state date. La questione della fontanella tolta, è stata solo accennata – per contestare l’iniziativa – dalla Consigliera Splendido, ma non si è capito se si è trattato di un’iniziativa presa dal Municipio per moto proprio o su indicazione dell’Associazione La Nave del Sole. I motivi della chiusura del parcheggio davanti al Pane Quotidiano non sono stati chiesti da nessuno, quindi non è dato conoscerli. A fare da linea di demarcazione fra gli interventi istituzionali e quelli del pubblico vi è stato quello del Presidente Truppo, che ha richiamato l’Associazione a svolgere attività che abbiano una maggiore attinenza con quelle richieste, cioé, “sensibilizzare i frequentatori all’uso corretto spazi pubblici e segnalare alle autorità quelli che non volessero adeguarsi alle indicazioni ed aventuali altre problematiche”. E’ toccato quindi ai cittadini prendere la parola e quasi tutti, in modo più o meno composto, hanno ribadito i disagi che sono costretti a subire, recriminato sugli anni passati a lamentarsi rimanendo inascoltati, chiesto interventi immediati, senza però mancare di dare qualche interessante suggerimento su possibili soluzioni da applicare nell’immediato. In un contesto generalmente favorevole alle intenzioni dell’iniziativa, ma meno sui metodi con cui fino a ora si è sviluppata, le uniche critiche sono arrivate per la questione “fontanella” la cui rimozione non è risultata gradita a tutti, più per motivi etici che pratici. La riunione si è quindi sciolta con il proposito di intensificare gli scambi d’informazioni fra tutti i soggetti coinvolti nel progetto e l’auspicio di indirne a breve un’altra per verificarne gli sviluppi.

Presidio sociale al Pane Quotidiano, condivisione sui fini, perplessità sul metodo Leggi tutto »

Il discorso di Rosa Di Vaia, ultimo atto del rimpasto nel Municipio 5

Si è consumato ieri sera durante la seduta del Consiglio di Municipio 5, l’ultimo atto della vicenda che ha visto l’avvicendamento fra le forziste Silvia Soresina e Rosa Di Vaia all’interno della Giunta guidata dal Presidente Bramati. La Di Vaia, da cui tutti si aspettavano maggiori spiegazioni in merito all’accaduto, rispetto alle poche parole uscite dall’ufficio di Bramati, non ha deluso le attese. Presa la parola a inizio seduta, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito ha esordito spiegando “Non era mia intenzione intervenire questa sera per dare spiegazioni… ma molti cittadini me ne hanno chieste e ritengo doveroso rispondere alle loro sollecitazioni”. L’azzurra, dopo avere lamentato di non poterne però dare, perché nemmeno lei ne avrebbe ricevute “di chiare e definitive” ha riassunto quanto fatto in questi due anni e mezzo in cui “con onestà e trasparenza”  ha ricoperto la carica di Assessore. Lex Assessore alla cultura ha quindi sciorinato un lungo elenco di attività svolte “per strada e fra la gente, per comprenderne le esigenze“, come l’avere “presidiato tutti i fine settimana insieme alle forze dell’ordine, per prevenire gli schiamazzi notturni” il parco di via San Dionigi, sottolineando di avere sempre comunicato al “Presidente Bramati tutte le segnalazioni in merito a problemi di sicurezza“. Poi è passata alle iniziative deliberate nel tempo: “corsi di dialetto milanese… bookcrossing… eventi per mantenere viva la memoria storica di tragici eventi  come la Shoa, le Foibe, le stragi di Nassirija e Sebrenica, l’omicidio seminarista Ronaldo Rivi…” e ancora “tombolate, tornei di carte e gite” nei centri anziani, con “un occhio di riguardo per i fedeli delle 12 parrocchie” del Municipio 5 “organizzando  concerti e corali canti natalizi e l’evento in memoria di Papa Giovanni Paolo II“. Infine: “musica lirica, classica, poesia, corali,  musica leggera, musical, serate danzanti , tributi ai grandi autori della musica italiana e milanese ed eventi benefici come quello per raccogliere fondi per i terremotati di Amatrice“. Attività con la partecipazione di “artisti, rappresentanti istituzionali, Forze dell’Ordine, Esercito e clero” cui hanno assistito “migliaia di persone con punte di oltre 400 spettatori in una sola serata“, che all’apparenza non giustificherebbero il cambio al vertice, tant’è che la Di Vaia a concluso recriminando “non so spiegarvi perché mi sono state ritirate le deleghe, nemmeno io l’ho capito“, per poi invitare i cittadini a rivolgersi al Presidente Bramati, per avere da “lui i chiarimenti“, che lei non ha potuto dare. Nulla di chiarificatore quindi rispetto agli interrogativi che in molti si sono posti. Una dichiarazione che certo non ha cancellato, ma ha anzi alimentato, le voci le voci secondo cui il cambio sarebbe maturato in seguito a invidie personali da parte di alcuni che si sentivano messi in secondo piano dall’attivismo della Di Vaia, per il cattivo rapporto con il Presidente Bramati e, soprattutto, allo scontro fra due correnti forziste, da cui una è uscita vincente e l’altra perdente e silenziosa.

Il discorso di Rosa Di Vaia, ultimo atto del rimpasto nel Municipio 5 Leggi tutto »

Consiglieri Comunali, chi c’è, chi non c’è e chi fa finta di esserci

Il Comune di Milano mette a disposizione dei cittadini diversi strumenti con cui tenersi aggiornati sulla produttività delle persone che hanno scelto per rappresentarli in Consiglio Comunale. Fra questi, i due di più immediata comprensione sono le liste delle presenze in aula e delle votazioni effettuate da ogni singolo Consigliere, aggiornate periodicamente e pubblicate nella sezione “I lavori del Consiglio” del sito web di Palazzo Marino. La più diffusa fra le due è sicuramente quella riguardante le presenze in aula, mentre di quella sulle presenze al voto i cittadini non sono praticamente a conoscenza. Una condizione dovuta principalmente a due fattori: la volontà di molti consiglieri di evitare che i cittadini confrontandole possano trarre conclusioni che a loro non convengono e la pigrizia degli elettori, che dopo avere votato non si prendono la briga di verificare quanto fanno i politici che hanno scelto, fidandosi ciecamente di quello che gli dicono loro. Perché i cittadini dal confronto fra le due liste potrebbero trarre conclusioni scomode per alcuni consiglieri? E’ preso detto. I Consiglieri si dividono sostanzialmente in tre gruppi. Ci sono gli assenteisti cronici, quelli che usano l’aula di Palazzo Marino come loro ufficio di rappresentanza, facendosi vedere solo quando hanno bisogno di rilasciare dichiarazioni alla stampa sempre presente in Consiglio, o se vi sono trattati argomenti di rilevanza nazionale, per poi non interessarsi più a quanto accade a Milano. C’è poi una nutrita pattuglia di Consiglieri meritevoli (al netto di condividerne o meno il pensiero politico), presenti in eguale misura sia agli appelli quando si dichiara la presenza in aula, sia quando è necessario votare i vari provvedimenti che vi sono discussi. Infine, ci sono quelli che, seppure sempre presenti agli appelli, rimangono spesso in aula giusto il tempo di fare una dichiarazione in articolo 21, sperando sia ripresa dalla stampa o per diffonderla in altri modi, per poi andarsene a farsi i fatti loro. Questi ultimi sanno benissimo che, confrontando la lista delle presenze con quella delle votazioni, è possibile capire che in aula ci sono rimasti solo il tempo di fare i comodi loro e diffondono solo la prima dalla quale risultano degli stakanovisti dell’impegno istituzionale. Ovviamente questo metodo di valutazione ha dei limiti, alcuni consiglieri, sono stati assenti dall’aula giustificati da validissimi motivi personali, ma, se la la forbice che c’è fra la percentuale di volte fra cui un consigliere ha risposto “presente” all’appello e le votazioni cui ha partecipato è troppo ampia, qualche domanda è lecito porsela. Bisogna farlo con le dovute cautele. I freddi numeri possono trarre in inganno, mancando delle informazioni su eventuali impedimenti occorsi ai Consiglieri e bisognerebbe prendere in considerazione anche molti altri fattori quali, gli interventi svolti in aula, la loro portata, le attività legate ai documenti presentati… ma se il vosto uomo o donna di riferimento risulta sempre presente, ma non vota di conseguenza, chiedergli “come mai?” è sicuramente diritto di chiunque con il proprio voto a contribuito a portarlo in quell’aula.

Consiglieri Comunali, chi c’è, chi non c’è e chi fa finta di esserci Leggi tutto »