Nome dell'autore: Otello Ruggeri

Informatico di professione, giornalista per svago, politico per passione, Patriota, fiero di essere Milanese.

Poliziotto suicida in Questura: una strage silenziosa

Oggi pomeriggio intorno alle 16:30, un agente di Polizia di 42 anni si è tolto la vita sparandosi con la pistola d’ordinanza nel garage della Questura in via Montebello 26. I sanitari del 118, chiamati dai colleghi dell’Agente, sono giunti sul posto con due automediche, ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Si tratta del secondo suicidio fra gli uomini della della Polizia di Stato avvenuto in pochi mesi a Milano, dopo che a inizio ottobre si era tolto la vita un vice sovrintendente di 53 anni all’interno della caserma Garibaldi in piazza Sant’Ambrogio. Passato il doveroso momento di silenzio, che deve accompagnare il lutto, sarà necessario fare una seria riflessione sulle condizioni in cui sono chiamati ad operare gli uomini delle Forze dell’Ordine, sottoposti a turni massacranti per via della carenza d’organico, mentre percepiscono uno stipendio inadeguato per il quale non è stato ancora rinnovato il contratto nazionale. Condizione cui si vanno a sommare i problemi di tutti i giorni e il peso psicologico della pandemia, che non è sicuramente più leggero se si indossa una divisa. Una tragedia per l’intero corpo della Polizia di Stato, che si va a inserire in quella che molti nei commissariati definiscono “una strage silenziosa, di cui nessuno parla e si occupa“. Meriterebbero maggiore attenzione da parte delle istituzioni quelli che si occupano di garantire la nostra sicurezza.

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Si(m) Sala bis

Ebbene si, anche in questa occasione lo staff del Sindaco Sala ha fatto la magia. La ricandidatura, annunciata nel giorno di Sant’Ambrogio, con tutti i milanesi a casa ben poco indaffarati, ha avuto un effetto dirompente e, che piaccia o meno, ieri in città non si parlava d’altro. Si possono fare tutti i distinguo del caso, sull’opportunità della data scelta, sulle motivazioni che hanno spinto Beppe Sala a prendere questa decisione e su quanto ha fatto (o non fatto) in questi anni, ma il risultato non cambia: il candidato sindaco del centrosinistra è sulla bocca di tutti, mentre quello del centrodestra non si ha la più pallida idea di chi potrebbe essere. Ora tocca al centrodestra fare la sua mossa e anche con una certa fretta. E’ evidente a tutti che il vantaggio di cui già godeva Sala come Sindaco uscente, con un gradimento ancora alto e trasversale fra l’elettorato milanese, subirà un effetto moltiplicatore grazie alla possibilità di partire fin da subito con la campagna elettorale. Una possibilità che a Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega per ora è preclusa, causando un certo nervosismo fra gli esponenti dell’opposizione a Palazzo Marino. Un nervosismo che traspariva chiaramente dai comunicati zeppi di “ora tocca a noi” emessi dopo la dichiarazione di Sala. Quanti sostengono, o fanno parte, del centrodestra possono solo sperare che nelle prossime settimane i leader dello schieramento mettano da parte interessi di bottega e veti incrociati per estrarre dal cilindro il nome di un candidato vincente, o almeno competitivo. Se non riuscirà loro di fare al più presto una magia, Sala avrà la strada spianata verso la vittoria e non basteranno di sicuro la buona volontà e le ambizioni dei singoli, privi di un programma e un candidato per cui battersi, per ribaltare l’esito di una partita che sembra sempre più destinata ad avere un risultato scontato.  

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Sala legalmente responsabile se i soccorsi ritardano per problemi viabilistici

Ha fatto molto discutere sui social questa foto in cui si vedono le auto incolonnate in via Alserio, costrette a salire sui passi carrai e ad invadere la pista ciclabile (che ha dimezzato la carreggiata) per consentire il passaggio di un’ambulanza che arrivava a sirene spiegate. Molti commentatori si sono chiesti se potesse essere imputato qualche reato al Sindaco Sala e ad i suoi assessori, nel caso il ritardo causato dalle modifiche alla viabilità avesse causato gravi conseguenze per la salute del paziente trasportato. Una domanda cui abbiamo cercato di dare una risposta che sembrerebbe proprio essere “si”. Infatti l’art. 14 del Codice della Strada affida agli Enti proprietari la responsabilità di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione. Da ciò, già in passato, la giurisprudenza riteneva penalmente rilevante la condotta di un ente che, non garantendo un’adeguata viabilità, avesse causato danni alle persone. Inoltre il Ministero dell’Interno, con circolare esplicativa n°300/A/2251/16 inviata a tutte le prefetture, ha voluto al punto 1.1 rimarcare che l’omicidio stradale,  in linea teorica, può essere commesso da tutti coloro che non osservano una qualsiasi norma prevista dal Codice della Strada. Quindi, ai sensi dell’art. 14 del predetto codice e della citata circolare, anche l’Ente gestore nella persona del rappresentante legale (il Sindaco) potrebbe essere ritenuto responsabile di tale reato qualora, l’evento possa essere ricondotto all’omissione di quanto gli amministratori potevano porre in essere per eliminare il pericolo e non hanno posto in atto. Nel nostro caso vi è un’ulteriore considerazione da fare: sia il Sindaco Sala, sia l’Assessore Granelli, hanno più volte espresso, in modo nemmeno troppo velato, la volontà di scoraggiare l’uso dell’automezzo privato, rendendone più difficoltosa la circolazione, senza però considerare che avrebbero causato gli stessi problemi ad Ambulanze, Forze dell’Ordine e Pompieri. Un’atteggiamento che, visto con gli occhi del magistrato potrebbe profilarsi come doloso, aggravando la posizione di chi se ne fosse reso responsabile. Non vogliamo però atteggiarci a giudici emettendo sentenze, senza essere giuristi, ma ve ne sono molti fra le file dell’opposizione che potrebbero prendere in considerazione quanto abbiamo scritto per affrontare in modo concreto una questione molto sentita dai milanesi.  

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Impresainungiorno.it: il vanto di Maran un calvario per i professionisti

Capita spesso di ricevere segnalazioni da professionisti il cui lavoro è complicato dalla burocrazia del Comune di Milano. Lamentele che smontano, almeno in parte, la narrazione della Milano “smart city” tanto cara alla Giunta Sala. L’ultima (ma non è la prima del genere) ci arriva da un Architetto, costretto a barcamenarsi non poco per riuscire a protocollare una pratica edilizia. “Mario”, ci racconta di avere appena utilizzato la piattaforma www.impresainungiorno.gov.it, in passato presa ad esempio dall’Assessore Maran per vantarsi della propria efficienza. Si tratta di un portale del governo italiano dove, in seguito alla pandemia, è necessario registrarsi con password e firme digitali, per inserire le pratiche, che a dire del nostro interlocutore, rende la vita dei professionisti  “impossibile, altro che semplificarla…”. Secondo “Mario”, l’utilizzo della piattaforma, più che un aiuto per chi lavora, sarebbe un “regalo all’Agenzie delle Entrate” che “si è presa 8 anni per le verifiche inerenti alle varie detrazioni, superbonus…”. Non ci è difficile immaginare con quale patema d’animo possa lavorare un’impresa sapendo che il fisco potrebbe farle contestazioni anni dopo il termine dei lavori, pur avendo fornito fin da subito  quanto necessario allo Stato per verificare la bontà delle dichiarazioni fatte. “Metodi da Unione Sovietica“, secondo chi ci scrive. “Mario“, ci spiega quindi che il Comune di Milano non ha previsto nessuna differenziazione nei moduli da compilare, che sono gli stessi sia nel caso della ristrutturazione di uno sgabuzzino di casa, sia per un intervento edilizio di grande portata e ci porta ad esempio quanto ha appena dovuto fare: “per la ristrutturazione di un appartamento con il rifacimento di 2 bagni e cucina, ho dovuto compilare pagine e pagine, come se stessi edificando una palazzina di 20 piani! Cose da pazzi!“. Risultato, “quattro ore di lavoro” e una ricevuta di protocollo costituita da un file pdf “di ben 53 pagine“. L’amara conclusione di “Mario” è che, dalle prossime parcelle sarà costretto ad inserire la voce: “indennità digitale € 250+Iva” che andrà a pesare sulle tasche dell’utente finale: il cittadino. Cittadino che come noi si chiederà: l’Assessore Maran prima di vantarsi di avere “semplificato” le cose, avrà testato o fatto testare la piattaforma da qualcuno che avesse la competenza per farlo?

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Centrodestra ordinatamente in Duomo per contestare il Governo

Come chiesto dagli organizzatori, eletti, quadri e militanti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, si sono presentati numerosi in piazza Duomo per contestare il Governo, ma limitatamente al numero di persone che potevano stare in sicurezza all’interno dello spazio transennato a loro riservato. Nessun assembramento, ne comportamenti sopra le righe come accaduto durante la manifestazione dei “gilet arancioni” del Generale Pappalardo o anche oggi a poca distanza da piazza Duomo, dove una trentina di autonomi avevano organizzato una contromanifestazione. Poco dopo le 11:00, sul palco allestito a lato della piazza si sono succeduti gli interventi di Alessandro Morelli (Lega), Daniela Santanchè (FdI), Massimiliano Salini (FI) e Paolo Grimoldi (Lega), uniti nell’enfatizzare sciacallaggi e attacchi ingiustificati subiti dalla Lombardia, da parte della sinistra, dopo che la regione è stata pesantemente colpita dal covid-19 e nel chiedere maggiori attenzioni risorse da parte del Governo, scatenando un coro di “dimissioni, dimissioni” ogni qualvolta qualche oratore citava l’esecutivo. Oltre ai già citati, erano presenti diversi esponenti politici del Centrodestra: i consiglieri Comunali Andrea Mascaretti (FdI), Fabrizio De Pasquale e Alessandro De Chirico (FI), Massimiliano Bastoni e Gabriele Abbiati (Lega), gli Onorevoli Marco Osnato (FdI), Mariastella Gelmini (FI), gli Europarlamentari Carlo Fidanza (FdI) e Silvia Sardone (Lega) e gli Assessori Regionali Riccardo De Corato (FdI) e Stefano Bolognini (Lega) e Giulio Gallera (FI) che ha dichiarato “Siamo qui anche per rivendicare l’orgoglio di una Regione che è stata oggetto di attacchi inaccettabili e assolutamente inverecondi e immotivati“. Soddisfatti al termine della manifestazione Enrico Turato, “Il 2 giugno regala sempre grandi emozioni per quello che rappresenta. Per questo, anche oggi, nell’anno della pandemia, il nostro amore per la Patria ci ha spinti ordinatamente e in sicurezza in piazza per dare voce agli italiani” e Riccardo Truppo, “E’ stato bello portare il nostre ordine in una piazza dove pochi giorni fa ha regnato il caos e vedere come i nostri militanti l’abbiano lasciata più pulita di come l’hanno trovata“, che si sono occupati dell’organizzazione per la parte che competeva Fratelli d’Italia. Anche Fabrizio De Pasquale, Capogruppo in Consiglio Comunale di Forza Italia, ha apprezzato “vedere un centrodestra in piazza, composto ma determinato e unito nel contestare un governo inetto e minoritario che danneggia la Lombardia“. “E’ stato bellissimo questo momento di unità di tutto il centrodestra, proprio il 2 giugno“, ha invece detto Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega, concludendo, “Eravamo insieme a testimoniare che non vogliamo arrenderci al declino e che non abbandoniamo le tante categorie in difficoltà, totalmente non considerate da questo Governo di incapaci“.

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Regione. Mozione contro Gallera: pesante sconfitta per il PD

E’ stata votata in Consiglio Regionale una mozione con cui il Partito Democratico chiedeva al Presidente Fontana di “rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’Assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale, poiché è venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo”. Il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Fabio Pizzul, aveva spiegato che, anche se tecnicamente non si trattava di una mozione di sfiducia, lo era “politicamente“, perché il Consiglio si sarebbe espresso “con un voto sulla gestione della Fase 1 in Regione Lombardia“. E il consiglio si è espresso. assegnando a Gallera una maggioranza schiacciante: 43 voto contrari alla mozione (fra cui alcuni di Consiglieri di opposizione), 23 favorevoli e 2 astenuti. Prima del voto l’Assessore Gallera era intervenuto in aula dichiarando che quando “è stata presentata la richiesta di una commissione d`inchiesta, pensavo ci fosse la voglia di esercitare fino in fondo il proprio ruolo, di approfondire, di cerare un momento e un luogo in cui ragionare su quello che è successo“, poi, appreso “con sbigottimento” della mozione, ha capito che da una parte politica era già stata “fatta l’analisi e tratte le conclusioni o meglio ancora le sentenze“. “Io ho la coscienza a posto – ha proseguito Gallera – per l’impegno che abbiamo messo e quello che abbiamo fatto. Quello che però non posso consentire e che non si riconosca il merito di infermieri, oss, personale medico, dell’unità di crisi e della direzione generale Welfare che voi volete mandare a casa e smembrare, perché hanno fatto un lavoro straordinario“, per poi spiegare, “Dal punto di vista nazionale abbiamo avuto indicazioni che sono state contraddette o modificate nell’arco di poche ore. Noi abbiamo avuto uomini e donne che hanno guidato una macchina a fari spenti in una notte buia, e hanno cercato di tenerla in strada questa macchina, prendendo decisioni per dare una risposta di vita“, per poi aggiungere, “C’è stata una bomba che è esplosa. La tempestività è stata pazzesca” con ad esempio, ha ricordato, l’incremento da 700 a 1700 posti letto in terapia intensiva. L’aula ha dimostrato di credere in Gallera che al termine della seduta si è limitato a dichiarare, “Ringrazio i consiglieri regionali per la fiducia. Anche i tre dell’opposizione che hanno NO alla mozione del PD“. A uscire “sfiduciato” dal Pirellone è quindi il PD, in particolare il gruppo dirigente che, insistendo nel volere attuare politiche fuori luogo, fuori tempo e sgradite anche a parte dell’opposizione stessa, ha procurato al partito una sonora sconfitta.  

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