Nome dell'autore: Otello Ruggeri

Informatico di professione, giornalista per svago, politico per passione, Patriota, fiero di essere Milanese.

Se sei nero ti tirano le multe

Se sei rosso invece no. O almeno così sembrerebbe, visto che non è giunta notizia di sanzioni comminate ai militanti di sinistra che il 25 aprile, in via Torricelli e nei pressi di viale Padova, si sono  radunati per ricordare i loro caduti. Verificheremo. Diversa sorte è invece toccata ai tre rappresentanti di CasaPound, Forza Nuova e Lealtà Azione che ieri, rispettando tutte le prescrizioni di sicurezza richieste dall’emergenza coronavirus, si sono recati in via Paladini per deporre una corona sotto il murales dedicato alla Memoria di Sergio Ramelli. Ad attenderli c’erano alcuni funzionari de la DIGOS che li hanno denunciati, multandoli di 400 euro a testa (280 se pagati subito) per per aver contravvenuto alle disposizioni per il contenimento del contagio del covid19. Multato anche il fotografo che li aveva accompagnati per fare qualche scatto della cerimonia. Unanime la condanna di quanto avvenuto da parte di tutte le forze del centrodestra milanese. L’europarlamentare di Fdi, Carlo Fidanza, ha infatti definito l’azione, “Un’applicazione ottusa delle normative anti-Covid che evidentemente valgono a senso unico, poiché non ci risulta che lo stesso zelo sia stato applicato a chi ha celebrato il 25 aprile, in qualche caso con violenza”. Alessandro De Chirico, consigliere Comunale di Forza Italia, ha invece sottolineato, “Le prescrizioni governative vanno rispettate sempre: il 25, come il 29 o il primo maggio. Mi auguro che da domani ci siano rigidi controlli anche nelle vie di quartieri dimenticati dalle Istituzioni dove quotidianamente ci sono scorribande di gruppi rom e di varie etnie, per non parlare di spaccio e di assembramenti incontrollati. Questo per dire che ci sono cose ben più gravi della deposizione di una corona in memoria di un ragazzo barbaramente massacrato“. Per la Lega si è invece espresso il Consigliere Comunale e Regionale Max Bastoni, dichiarando, “Se tre persone che portano una corona di fiori alla lapide di Sergio Ramelli vengono sanzionati dalla Digos, appostata dietro l’angolo, vuol dire che Milano ha raggiunto livelli persecutori inimmaginabili verso la memoria di questo ragazzo che a distanza di decenni fa ancora paura“. Anche Casa Pound Milano, Forza Nuova Milano e Lealtà Azione Milano hanno in seguito emesso una nota dichiarando: “Nonostante i nostri militanti abbiano rispettato a pieno le indicazioni per il contenimento dell’epidemia da coronavirus, con distanziamento sociale e mascherina, i 3 delegati e il fotografo sono stati multati per violazione delle prescrizioni atte al contenimento del rischio epidemiologico. Il giusto rispetto per le tante vittime del virus in Lombardia e in tutta Italia non può far passare sotto silenzio che, ancora una volta, in Italia esistono morti di serie A, per i quali è lecito svolgere cortei in tutta Italia in spregio a qualsiasi normativa, e morti di serie B, per i quali non è consentita nemmeno la posa di una corona“. Le tre formazioni politiche hanno quindi annunciato che presenteranno ricorso contro le sanzioni elevate ai loro militanti.  

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Lotta al coronavirus. Non basta dare i numeri per fare terno al lotto

Un terno al lotto che per i lombardi  sarebbe rappresentato dall’individuazione del fattore utile a ridurre la curva dei contagi. Una terzina vincente che sembra però essere lontana dall’essere azzeccata nonostante tutti i numeri  giornalmente forniti, sotto forma di dati, dagli esperti di Regione Lombardia. Proviamo a fare qualche riflessione su di questi, partendo da alcune evidenze così macroscopiche da sembrare strano non saltino all’occhio a nessuno: I CONTAGI AUMENTANO PERCHE’ I LOMBARDI HANNO RIPRESO A MUOVERSI Un’affermazione più volte ribadita dal vice-presidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, in particolare sabato 11 e domenica 12, che però si scontra con le tabelle da lui stesso esposte. Infatti, se come sembra l’incubazione del coronavirus è di circa 14/15 giorni, gli effetti del maggiore movimento dei lombardi negli ultimi giorni avranno un riscontro poco prima della fine di aprile, non si spiega quindi come sia possibile giustificare il recente aumento dei casi positivi con i movimenti dei cittadini di quindici giorni fa, che caso vuole risultino essere quelli con la più bassa mobilità dell’ultimo mese. I casi sono due, o i movimenti dei cittadini non influiscono sull’aumento dei casi (cosa assolutamente non vera quindi state in casa per non esporvi e non esporre gli altri al contagio), o incidono anche altri fattori, che andrebbero individuati e analizzati. Uno di questi è sicuramente il numero e il modo in cui vengono effettuati i tamponi. I CONTAGI AUMENTANO PERCHE’ SI FANNO PIU’ TAMPONI Non è proprio così. Ovviamente più tamponi si fanno più positivi asintomatici vengono scoperti, ma se come sostenuto da buona parte dei virologi le persone contagiate in Lombardia sono nell’ordine di decine di migliaia, quelli che vengono individuati sono in buona parte casi di persone già contagiate da tempo e solo in minima parte di recente. Infatti, se oggi stesso il virus si estinguesse, si continueranno a individuare casi positivi fino a quando tutti lombardi non saranno stati testati per scoprire quelli che si erano contagiati fino a ieri. La definizione corretta di quanto sta accadendo è quindi: AUMENTANO I CONTAGIATI INDIVIDUATI E FRA QUESTI ALCUNI LO SONO STATI DI RECENTE. Ma anche sul metodo con cui vengono fatti e classificati i tamponi c’è molto da capire. SONO STATI EFFETTUATI 210.000 TAMPONI O SONO STATE TAMPONATE 210.000 PERSONE? Può sembrare una questione di lana caprina, ma non è così. Fino a oggi è stato impossibile avere una risposta univoca sul metodo di classificazione dei tamponi, in particolare in merito al fatto su come vengono conteggiati quelli effettuati su una stessa persona. Per confermare un caso positivo, o un’avvenuta negativizzazione vengono effettuati almeno due tamponi e in alcuni casi anche di più per le persone guarite ma non ancora negativizzate, che vengono controllate fino a quando non lo sono. Diventa quindi fondamentale capire se nel dato dei “tamponi effettuati” sono compresi tutti quelli effettuati ad ogni singola persona, perché in caso affermativo il numero delle persone di cui si conosce lo stato (negativo o positivo) si ridurrebbe a non più di 70.000 e anche la percentuale di persone positive e negative diventerebbe indefinibile, perché ognuna di quelle testate lo sarebbe stata più volte risultando in alcuni casi positiva e, in seguito, in altre occasioni negativa. In buona sostanza la domanda è: esiste un dato delle persone tamponate e uno dei tamponi effettuati, o quello fornito li unisce entrambi rendendone inutile l’interpretazione? Per oggi ci fermiamo qui, ma sono molti altri i dati che richiedono un approfondimento cui ci dedicheremo nei prossimi giorni. Una cosa è certa, fatto salvo lo straordinario lavoro messo in campo da Regione Lombardia per salvare più vite possibili in condizioni al limite dell’impossibile, ora, per infondere tranquillità ai Lombardi, convincendoli a fare ciò che è giusto, occorre rendere più chiara la situazione in cui si trovano e cosa viene fatto per affrontarla. Per sconfiggere un nemico bisogna conoscerlo ed è difficile affrontarlo se si ha l’impressione che anche quelli che ci stanno guidando contro di lui non sanno con cosa hanno a che fare.  

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Gallera accetta di sfidare “Peppe Spritz”

Tutto ha preso il via un paio di giorni fa quando il Sindaco Beppe Sala, nel corso di uno dei suoi video giornalieri, si è rivolto al pubblico chiedendo di proporre dei candidati per l’Ambrogino d’oro, scegliendoli fra quanti si stanno impegnando nell’emergenza coronavirus. Una proposta fatta probabilmente in buona fede, che a molti però è sembrata l’ennesima dimostrazione dell’incapacità del primo cittadino di affrontare la crisi, essendo più propenso a pensare come riprendere in mano le redini della città quando sarà tornata la “locomotiva” d’Italia di cui gli è sempre piaciuto farsi vanto. Fra quelli che hanno gradito meno l’iniziativa del Sindaco c’è stato il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, che l’ha commentata con sarcasmo, “Peppe Spritz, sindaco di Aperitivopoli, oggi chiede di indicargli chi merita l’Ambrogino d’oro”, ricordando che le candidature sono “una delle poche competenze ancora in capo al Consiglio Comunale”.  Poi però un paio di proposte l’azzurro le ha comunque fatte: “Ho due nomi da proporre. Il primo: l’anonima (per il momento) ausiliaria del traffico che si è rifiutata di fare multe durante lo scoppio della pandemia in città. Il secondo: l’assessore Gallera che da un mese, ininterrottamente, ogni giorno va in TV a rassicurare tutti i milanesi e i lombardi, mentre altri pensavano a organizzare aperitivi sui Navigli“. Gallera che è persona seria e concentrata sul compito che gli è capitato in sorte nella questione ha ovviamente evitato di metterci becco, ma in tempi di notizie cupe e monotematiche, alla stampa locale (noi compresi) non è sembrato vero potere tornare ad occuparsi di politica, mettendo da parte anche solo per qualche ora lutti e malattie. Così oggi quelli di Repubblica nell’intervistare l’Assessore hanno fatto il salto logico che in molti avevano in mente, e invece di chiedergli se era contento di essere candidato all’Ambrogino, gli hanno domandato se fosse disposto a candidarsi come sindaco del centrodestra. “Se servirà candidarmi non mi tirerò indietro“, è stata la risposta. Apriti cielo, la sinistra milanese ha subito alzato gli scudi. L’ex assessore Majorino e quello ancora in carica Granelli lo hanno subito accusato di approfittare del suo ruolo nell’emergenza per fare campagna elettorale, quasi fosse stato lui a candidarsi e non il loro giornale di riferimento a chiederglielo. Al contrario di loro però sembra che a molti milanesi piaccia, cosa che traspare anche dai molti commenti critici ai post che i due hanno scritto contro di lui. Se le cose andranno come sembra probabile in questo momento, come avevamo previsto quando lo inserimmo nella lista dei possibili candidati del centrodestra (molto prima che di coronavirus se ne parlasse anche in Cina), a sfidare “Peppe Spritz”, sarà proprio Giulio Gallera.  

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Quella stampa a cui piace tanto spaventare la gente

Fra ieri e oggi è andata in scena una delle più straordinarie opere di disinformazione cui mi sia mai capitato di assistere. Buona parte della stampa, delle tv locali e nazionali hanno riportato le seguenti affermazioni di Giulio Gallera:  “in Lombardia sono rimasti solo 15 posti in terapia intensiva” e “non ci sono più ambulanze”. Dichiarazioni pesanti, che qualsiasi organo di stampa doveva doverosamente riportare, se non ci fosse stato il sostanziale problema che non le hai mai fatte. Ieri ho ascoltato in diretta la conferenza stampa  di Gallera, senza sentirgli dire nulla del genere. Così, temendo di essermi distratto l’ho riascoltata, e l’ho fatto per ben tre volte con lo stesso risultato. Gallera, senza negare la drammaticità della situazione, ha invece detto altro, cioè, su “1.100 terapie intensive disponibili ” ci sono, “732 persone in terapia intensiva”.  Dove tanti giornalisti blasonati abbiano ricavato quel “ne rimangono 15” non è dato saperlo. Per quanto riguarda invece le “ambulanze esaurite”, è stata realizzata una vera e propria opera di disinformazione, estrapolando una frase inserita in un contesto positivo, per darle un accezione negativa. L’assessore ha infatti spiegato – con soddisfazione – che per  alleggerire ”gli ospedali più sotto pressione spostando pazienti  (in via di guarigione ndr) in altri presidi“, le RSA ad esempio, ci si è impegnati al punto che in alcuni momenti della giornata tutte le ambulanze disponibili erano impiegate in questo compito. Impegno straordinario che invece di essere sottolineato dalla stampa, è stato trasformato in “sono finite le ambulanze”. Perché? Forse qualche agenzia ha riferito in questo modo e nelle redazioni, visto che la notizia era “golosa”, hanno trovato più comodo fidarsi piuttosto di verificare alla fonte, o molto più probabilmente, perché la paura fa molte più letture delle notizie tranquillizzanti. Nel secondo caso però sarebbe meglio fare i romanzieri piuttosto dei giornalisti, perché fare informazione è altra cosa.  

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Le cose che il Comune potrebbe, ma non fa

A smentire la narrativa secondo la quale, Il Sindaco Sala e il Comune di Milano, non possono fare nulla per contrastare la diffusione del coronavirus, essendo stati superati nelle prerogative da Governo e Regione Lombardia, ci sono i molti provvedimenti che l’amministrazione milanese potrebbe prendere per appoggiare il lavoro delle istituzioni superiori. Eccone alcuni: – Chiudere i parchi cittadini, per evitare gli assembramenti che si sono verificati i giorni scorsi, favorendo il contagio fra bambini i che poi lo trasmettono ai genitori che ne hanno conseguenze più gravi. – Mettere in strada tutte le pattuglie della Polizia Locale, per verificare e imporre il rispetto delle disposizioni del governo, in modo di evitare gli assembramenti che nei giorni scorsi si sono verificati dentro e fuori dei locali nelle zone della movida (ma non solo li), favorendo la diffusione del contagio fra gli avventori. – Sospendere le Aree B e C, per ridurre il numero delle persone costrette a prendere i mezzi pubblici esponendosi ed esponendo gli altri al contagio. – Sospendere i servizi di car sharing, i cui veicoli, visto l’uso promiscuo, sono vettori di contagio. Un elenco che può sicuramente essere reso più corposo aggiungendo altri provvedimenti alla portata della Giunta Sala, che è necessario siano presi in questi giorni in cui ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Se non saranno messi in atto, terminata la crisi, anche i nostri amministratori saranno chiamati a rispondere di quello che avranno e non avranno fatto, insieme ai molti che hanno contribuito a precipitarci in questo incubo.  

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La speculazione ai tempi del coronavirus

Come è sempre accaduto nel corso della storia, in tempi di guerre e pestilenze, ci sono quelli che muoiono, quelli che vanno in rovina e quelli che si arricchiscono alle loro spalle. Lo stesso Renzo, ne “I promessi sposi” (approfittatene per leggerlo o rileggerlo visto che siete chiusi in casa) acquista a buon prezzo un filatoio di seta il cui proprietario è morto a causa della peste. In questi giorni, per fortuna, a morire sono in pochi, ma molti di più sono quelli che già rischiano la bancarotta. E sono trascorsi solo pochi giorni dall’inizio delle limitazioni imposte da Regione Lombardia. Personalmente conosco il titolare di un albergo in Brera che, viste le disdette, ha chiuso e in attesa di tempi migliori è andato a svernare dalla sorella a Roma. Quello di un autonoleggio con conducente, che viste ridotte le corse del 90%, ha fermato 9 macchine su 12 e messo a riposo 18 autisti su 27. Quello di un’agenzia viaggi, che si sta interrogando su quando e quanti dipendenti dovrà mandare in ferie, o mettere in cassa. Infine, gli amici tassisti, che oramai passano il tempo al bar sotto casa in attesa di corse che non arrivano mai. Tutte persone che si interrogano su quanto tempo reggeranno prima di non avere più le risorse per pagare bollette, mutui, dipendenti e nei peggiori dei casi per mettere un pasto in tavola. Ed è solo la punta dell’iceberg, rappresentata da ciò che io conosco, di un intero sistema che rischia di andare a rotoli molto più velocemente di quello che ci saremmo potuti immaginare. Una frana da cui attingeranno a piene mani gli speculatori che, forti del loro potere economico, potranno attendere la fine della crisi nel mentre faranno incetta di attività e immobili. Se non si porrà un freno a questo fenomeno, prevedendo aiuti e tutele per tutti gli imprenditori e lavoratori a rischio, nel giro di poche settimane un intero tessuto economico e sociale rischia di essere spazzato via dalla speculazione. Almeno questo ci spettiamo da quanti non sono stati capaci di prevenire il disastro, nel mentre altri cercano di porvi rimedio.  

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