Nome dell'autore: Otello Ruggeri

Informatico di professione, giornalista per svago, politico per passione, Patriota, fiero di essere Milanese.

Congresso della Lega con 60 sardine di contorno

A confermare la propensione ad infastidire chi fa politica esprimendo pensieri diversi dai loro, c’erano anche le sardine a margine del congresso che la Lega Nord ha tenuto in un albergo di Bruzzano, per ratificare le modifiche allo statuto del partito. Al flash mob del movimento nato a Bologna si sono presentate circa una sessantina di persone. Una esigua frazione delle 6.000 da cui prendono il nome. Un flop che non può certo essere giustificato dalla zona periferica o dalla pioggia, visto l’amore per gli ombrelli mostrato fin dalle loro prime adunanze. Molto più probabilmente il fenomeno comincia già ad avere il fiato corto. Investire tempo, per prendere freddo e acqua a catinelle, con il solo scopo di contestare Salvini, alla lunga stanca. Probabilmente, dopo che i leader del movimento hanno stabilito che tale è e tale resterà, togliendo ogni velleità politica a quelli che vi partecipano, molti hanno perso stimoli per la delusione di essersi trovati senza prospettive. Almeno i grillini si proponevano di entrare in parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno e ci sarebbero anche riusciti se non fossero diventati loro i filetti che vi sono contenuti. Chissà quante sardine, che si vedevano già sott’olio a occupare gli scranni dei filetti grillini, persa l’opportunità hanno perso anche la voglia di manifestare. La cronaca: le poche Sardine presenti, giusto sufficienti per numerarsi da 1 a 49, come i milioni di euro che la Lega deve restituire allo Stato, si sono riunite al Parco Nord e lo hanno attraversato cantando “bella ciao” e scandendo lo slogan “Milano non si Lega“, fino ad arrivare a pochi metri dall’hotel in cui era in corso il congresso. Li la sardina numero 49 ha spiegato il motivo della loro numerazione dicendo che la nascita del nuovo soggetto salviniano, “È un furto allo Stato da parte di questi personaggi che costituendosi in una nuova identità politica vogliono fare un colpo di spugna“. Foto e video di rito, un paio di interviste e poi tutti a casa al caldo e all’asciutto.  

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Rogoredo, presidio contro le Forze dell’Ordine

Il presidio era stato annunciato alcuni giorni fa sulla pagina Faceebook “Corvetto odia” e noi siamo stati pazientemente alla finestra, evitando di fare da cassa di risonanza all’iniziativa, in attesa che le istituzioni la vietassero. Anche se agli organizzatori importa ben poco di avere o meno i permessi necessari per manifestare, da parte del Comune sarebbe stata una presa di posizione necessaria a far capire da che parte sta e avrebbe motivato un eventuale intervento di Polizia e Carabinieri per impedire l’adunanza. Non è successo, o almeno non ci è giunta notizia di divieti in corso. Da Palazzo Marino potranno sempre giustificarsi dicendo che non ne sapevano nulla. Del resto a chi sono sfuggiti i crimini del comunismo, può anche capitare di non fare caso a un all’annuncio di una manifestazione fatto su facebook. Ma veniamo ai fatti: questa sera alle 19:30, nei pressi della stazione di Rogoredo si raduneranno i manifestanti chiamati a raccolta da “Corvetto odia” per protestare contro la violenza, che a loro dire, sarebbe usata da Polfer, Esercito e Polizia Locale nei confronti di spacciatori e tossicodipendenti che gravitano nella zona. In particolare alle Forze dell’Ordine sarebbe imputato un episodio di qualche settimana fa nel corso del quale alcuni degli organizzatori sarebbero stati aggrediti mentre volantinavano. Un episodio raccontato con dovizia di particolari in cui si favoleggia anche di una “stanza dei pestaggi”, ripreso con i cellulari da numerosi passanti, che stranamente per una volta hanno deciso di non diffondere i video sui social. Comunque sia questa sera vedremo come andranno le cose e scopriremo se le Foze dell’Ordine useranno la come sostengono quelli di “Corvetto odia”, o se, come capita spesso,  staranno li a garantire la sicurezza dei cittadini per bene mentre i manifestanti li insultano. Intanto sulla questione è intervenuto il Presidente della commissione sicurezza del Municipio 4 Francesco Rocca (FdI), che ha dichiarato: “Gli anarcoidi di “Corvetto odia” annunciano un presidio alla stazione ferroviaria di Rogoredo giovedì 19 dicembre alle ore 18,30, contro la “violenza poliziesca”, denigrando le operazioni di Polizia con gravi dichiarazioni tendenti ad alterare la realtà. Non ho mai visto da parte dei centri sociali manifestazioni contro gli spacciatori o contro la tossicodipendenza , la loro ricetta è l’odio incondizionato verso la divisa, questo la dice lunga sulla loro credibilità.Penso sia opportuno, considerando anche il contesto in cui viviamo, che Facebook oscuri la pagina “Corvetto Odia” poiché i contenuti dei post promuovono odio e violenza”.  

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Nel bando Reinventing Cities spunta il salva Macao

Fra le aree inserite nel bando Reinventing Cities c’è anche quella occupata dalle sei Palazzine Liberty adiacenti all’ex Macello di viale Molise. Ve detto che il comune ha tenuto a precisare che una di queste è “occupata senza titolo“. Certo, per scoprirlo bisognava armarsi di pazienza e leggere fino in fondo il lunghissimo comunicato emesso da Palazzo Marino, nel quale, gli spazi che comprendono quello occupato dal “Collettivo Macao” sono casualmente inseriti per ultimi. In merito all’occupazione abusiva, l’Assessore Maran ha messo le mani avanti dichiarando che se Macao “verrà o meno sgomberato è un affare del Questore“, ma  ha precisato che, “anche Macao, in un contesto di piena legalità e normalità, potrebbe vincere se presenta una proposta migliore delle altre”. “Il progetto – ha specificato Maran – non potrà essere su un’unica palazzina, bensì si dovrà lavorare, magari facendo squadra con altri, facendo un’unica proposta complessiva sulle sei palazzine Liberty. Se le iniziative proposte hanno risvolti sociali migliori delle altre in gara, potrà vincere (Macao ndr) altrimenti se le aggiudicherà qualcun altro.  Se un soggetto possa legalmente partecipare al bando per l’aggiudicazione di un immobile che occupa abusivamente Maran però non lo spiega. Giusto per fare un esempio congruo: chi occupa abusivamente un alloggio popolare non può iscriversi nelle liste per ottenerne uno regolarmente. La vera domanda però è, quali soggetti economici saranno disposti a partecipare al bando per un’area (nemmeno troppo grande se paragonata a quelle rese disponibili con gli scali ferroviari) della quale una volta aggiudicata potrebbero non avere la piena disponibilità (anche in fase progettuale) dovendosi scontrare con degli occupanti abusivi che il Comune ha precedentemente dimostrato di essere incapace di sgomberare. Un fattore scoraggiante perché renderebbe indefinibili i tempi di realizzazione del progetto presentato. Resta poi da capire se la legge consenta di mettere a bando un bene occupato abusivamente, o se sia necessario averne la piena disponibilità prima di farlo. Domande che a palazzo Marino nessuno sembra porsi. Secondo alcuni nessuno solleva il problema perché l’intento della maggioranza è proprio quello di regolarizzare Macao, permettendogli di partecipare al bando insieme ad altre realtà simili e mettendo contestualmente fuori gioco eventuali competitor. Immaginatevi quali investitori internazionali, sapendo come vanno le cose in Italia, avrebbero partecipato al bando per la rigenerazione dello Scalo Ferroviario Greco-Pirelli, se fra le condizioni poste vi fosse stata quella di partecipare in cordata, o contro gli ortisti abusivi che occupano parte delle aree adiacenti la massicciata ferroviaria. Fra quelli che la pensano così c’è sicuramente il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, che ha sottolineato, “Già in passato l’amministrazione ho provato a regolarizzare il centro sociale, ad esempio inserendo la palazzina tra quelle in vendita nel fondo immobiliare gestito da PN Paribas“, aggiungendo, “Oggi l’assessore Maran prova a fare il furbo inserendo il bene tra i progetti da riqualificare e, ben consapevole che nessuno si azzarderebbe nel comprare un immobile occupato, specifica che le palazzine potranno essere date semplicemente in affitto“. “Questa operazione sa tanto di furbata – ha insistito De Chirico – a discapito dei milanesi che lì chiedono più servizi e luoghi aggregativi regolari“. Per poi concludere,  “M’impegnerò personalmente a individuare soggetti interessati a un’operazione importante per la riqualificazione dell’intero quartiere a pochi passi da Porta Vittoria, che finalmente vedrà pieno compimento“. Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, ha invece sottolineato,  “Non è possibile che Macao o suoi esponenti si associno in cordata con altri operatori privati per gestire la palazzina che occupano illegalmente da 7 anni“. Definendo “indegno”  l’atteggiamento del Comune “che non ha mai pubblicamente chiesto al Questore lo sgombero dell’immobile“. “Così come è grave – ha aggiunto De Pasquale attaccando il Sindaco – il silenzio di Beppe Sala sulla complicità della Giunta con gruppo di delinquenti che praticano evasione fiscale, esercizio abusivo di attività commerciali di spettacolo e di spaccio di stupefacenti“, per poi minacciare “Agiremo in tutte le sedi affinché chi ha occupato abusivamente le palazzine non se le possa aggiudicare tramite bando“. Concludendo con il dire che, se Macao non sarà escluso dal bando per via delle violazioni alla legge perpetrate, “saremo di fronte al più grande caso di traffico di influenze registrato in città”.  

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Fratelli d’Italia, celebra la caduta del muro sancendo il proprio successo

Ieri, Fratelli d’Italia ha celebrato il trentennale della Caduta del Muro di Berlino al Teatro Nuovo di Piazza San Babila, riempiendolo ben oltre i posti a sedere disponibili. Un successo impensabile fino a poco più di un anno fa, quando gli eventi milanesi del partito guidato da Giorgia Meloni  si tenevano in piccole sale, ora destinate ad altri. In mattinata, agli interventi  di consiglieri Comunali, Municipali, Regionali, Parlamentari, scrittori e quadri del partito era stato destinato il salone d’ingresso del teatro allestito per l’occasione, ma si è fin da subito capito che era insufficiente, visto che già dalle 10:30 era completamente occupato dal pubblico. Terminata questa prima fase intorno alle 13:00, l’evento si è interrotto per circa un’ora per dare il tempo a tutti di rifocillarsi al buffet allestito all’interno o nei locali dei dintorni. Dalle 14:30 in poi il pubblico ha cominciato nuovamente ad affluire andando via via a riempire la platea del teatro in modo così capillare che a un certo punto è stato necessario togliere il grande tricolore con cui era stato coperto un settore per rendere disponibili altre sedute. A fare gli onori di casa Ignazio La Russa, che fra una battuta e l’altra ha scandito ordine e tempi degli interventi, anche se in alcuni casi non è riuscito a contenere la voglia di dire degli oratori. Primo ad essere chiamato sul palco il Sociologo Francesco Alberoni, che ha spiegato i motivi della sua adesione al Partito di Giorgia Meloni e fatto un excursus storico e culturale sui motivi della nascita e caduta del Muro di Berlino. Dopo di lui l’economista Gulio Tremonti che, al netto delle tematiche che gli sono proprie, ha dimostrato una buona dimestichezza anche con le argomentazioni politiche. Un intervento che potrebbe essere riassunto nella frase: “per sconfiggere il nazismo è servita una guerra mondiale, per far cadere il comunismo è bastato aprire un supermercato”. Sono quindi seguiti i collegamenti con il cantautore Enrico Ruggeri, che ha salutato la sala e ricordato insieme a La Russa quando le polemiche giornalistiche fomentate dalla sinistra lo costrinsero a rinunciare ad esibirsi in occasione del decennale della caduta del muro. Da Berlino Isabella Rauti, che ha ricordato quando suo padre riunì la segreteria del MSI sotto il muro dieci giorni dopo la caduta, una delegazione dei ragazzi di Gioventù Nazionale e Marco Osnato, che ha causa della ricezione non sempre ottimale è risultato a tratti incomprensibile, strappando comunque un sorriso alla sala con il racconto di una piccola contestazione di cui erano stati fatti segno sul posto. Dopo di loro la Senatrice Daniela Santanchè, con un intervento sentito e appassionato incentrato sulla figura dell’Italiano Benito Corghi, autotrasportatore e militante del Partito Comunista, ucciso dalle guardie di frontiera dell’Est perché si era dimenticato di portare con se la bolla di consegna. “Ha fatto la cosa peggiore che si può fare davanti a dei comunisti: voltò loro le spalle” e li gli spararono, ha sottolineato la Coordinatrice Regionale. Infine, prima del turno di Giorgia Meloni, è toccato parlare all’Europarlamentare Carlo Fidanza che, con una verve piaciuta molto al pubblico, ha ricordato di come in questi ultimi trent’anni la destra italiana, spesso da sola a farlo, abbia saputo tenere vivo il ricordo di quell’evento, ribadendo che FdI non è contro l’Europa, ma per l’Europa dei popoli e delle nazioni. Alle 16.30 circa è salita sul palco Giorgia Meloni, accolta con calore dai presenti che le hanno tributato un lungo applauso. La Presidente di Fratelli d’Italia ha parlato per circa quaranta minuti, dimostrando non solo la sua preparazione storica e sui temi di attualità politica, ma anche una straordinaria prontezza di spirito che le ha consentito di duettare con il pubblico a ogni sollecitazione che le arrivava dalla platea. Molti gli argomenti affrontati , da quelli storici legati alle conseguenze politiche della caduta del muro, a quelli di attualità politica, passando dall’Ilva di Taranto fino al redito di cittadinanza concesso anche a ex brigatisti mai pentiti. La Meloni ha sottolineato con orgoglio come sia stata la coerenza nell’essere sempre se stessi a favorire il successo del partito, definendo eventi come quello di ieri dei “rifugi” dove fermarsi periodicamente lungo il tragitto, per ricordarsi “da dove si viene e dove si sta andando”. Un intervento concluso fra gli applausi, che ha sancito il successo della manifestazione. Un successo sia personale della Meloni che del partito, ormai accreditato di più del 10% a livello nazionale, traguardo cui ambisce anche il coordinamento milanese sempre più convinto che nel 2021 sarà possibile ottenere un risultato mai raggiunto dalla destra nella nostra città. Nel corso della manifestazione è continuata anche la raccolta di firme per il referendum sul Presidenzialismo promosso da Fratelli d’Italia, sono state circa 400 quelle raccolte e certificate dal Capogruppo in Consiglio comunale Andrea Mascaretti.  

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Valorizzazione del patrimonio immobiliare o vendita dei beni dei milanesi?

Dopo il “Pirellino” ora tocca al “Palazzo delle Scintille”, il Padiglione 3 dell’ex Fiera Campionaria, andare all’incanto. Un’operazione che secondo l’Assessore Tasca, “è un altro passaggio rilevante del percorso per la valorizzazione del patrimonio immobiliare”. Una definizione su cui ci sentiamo di sollevare qualche dubbio poiché un bene una volta venduto, al netto del momentaneo arricchimento per chi lo cede, non porterà più nessun beneficio economico futuro a chi lo possedeva. Dal nostro punto di vista, il dovere di chi amministra è quello di mantenere intatti i beni degli amministrati, mettendoli contestualmente a reddito, ma evidentemente l’assessore Tasca non la pensa così, o più probabilmente è costretto a pensarla diversamente per soddisfare esigenze di bilancio. Un bilancio verosimilmente sempre più difficile da far quadrare se agli affidamenti onerosi, anche a lungo termine, a Palazzo Marino si favoriscono le vendite che garantiscono introiti immediati. Sono molti gli indizi che rendono lecito porsi la domanda se qualche problema di bilancio esiste, ad esempio la coincidenza fra la base d’asta per il “Palazzo delle Scintille” e l’importo degli affitti che il Comune è stato incapace di riscuotere da alcuni dei ricchi inquilini di Galleria Vittorio Emanuele, o la consapevolezza che altra parte del patrimonio immobiliare cittadino è occupato abusivamente: ex Bagni Pubblici Di via Esterle, ex Macello di viale Molise… senza che il Sindaco Sala, che ne ha la tutela legale, sia riuscito a farli tornare nella disponibilità di tutti i milanesi mettendoli a reddito per loro conto. Insomma, questo ennesimo “passaggio rilevante”  fa sicuramente sorgere il dubbio che le dismissioni in corso soddisfino più le esigenze di chi deve mantenere i conti in ordine nonostante i propri errori, piuttosto di quelle dei milanesi. Cittadini che sarebbero sicuramente più felici di vedere rimanere intatto il proprio patrimonio immobiliare, invece di vedere andare all’asta i gioielli di famiglia.  

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Va a fondo la Milano di Sala, la città è allagata

Nonostante le promesse e i buoni propositi espressi a più riprese dall’Assessore Granelli negli ultimi otto anni, prima per conto del Sindaco Pisapia e dopo per il Sindaco Sala, il Seveso e gli altri fiumi di Milano continuano a esondare, mentre la rete idrica non riesce ad assorbire tutta la pioggia che cade. Esattamente come accadeva ai tempi di Letizia Moratti e ancora prima di lei, quando gli attuali amministratori della città non mancavano di gridare allo scandalo per ogni pozzanghera che si formava in città, promettendo che avrebbero sistemato tutto loro quando gli sarebbe toccato in sorte di amministrarla. Promesse che evidentemente facevano acqua da tutte le parti. Infatti, in seguito al nubifragio in corso dalla scorsa notte gran parte della città allagata, con grossi disagi per tutti i residenti. Per ora la più colpita è la zona Nord, lungo l’asse di viale Rubicone, dove si aggiunge anche il traffico provocato dalla chiusura dello svincolo di Sesto San Giovanni della A4, con conseguente deviazione del flusso di veicoli verso Cormano. Il fiume Seveso è vicino all’esondazione, trovandosi alla cosiddetta soglia di attesa 2, con diverse zone a rischio allagamento, in particolare nei municipi 2 e 9: dove i quartieri Isola, viale Zara e piazzale Istria sono minacciati dall’esondazione. Moltissimi gli interventi dei vigili del fuoco e della polizia locale per sottopassi e scantinati allagati, così come per infiltrazioni dai tetti a causa della cattiva manutenzione dei pluviali, ma nessuna evacuazione dalle abitazioni, mentre in tante strade e piazze si sono accumulati diversi centimetri di acqua. Molti anche i semafori spenti e i rami caduti sulle carreggiate, oltre a un albero in viale Elvezia. Disagi anche sul fronte dei trasporti pubblici: Atm segnala ritardi e rallentamenti e deviazioni su diverse linee di superficie. L’allerta si protrarrà fino al tardo pomeriggio, quando potrebbe esserci un’altra ondata di intensificazione delle precipitazioni.  

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