Via Quarti e le promesse disattese
Premessa: Aler ha delle ben note problematiche. Negarlo sarebbe disonesto. Ma ogni tanto va fatta un’operazione verità. Soprattutto perché gli attacchi su via Gola e via Quarti stanno puntando tutti nella stessa direzione: MM non deve tornare in Aler. Ma ci serve un nuovo baraccone perché si possano sistemare tutti gli amici degli amici. Questa teoria è folle quasi quanto pensare che una società abilissima nel proprio lavoro (scavare tunnel per le metropolitane) possa farne qualsiasi altro. Tipo l’amministratore di condominio. Ci spiega i dettagli Franco Vassallo, esperto di case popolari e fondatore dell’associazione “Torniamo a Casa”. “Via Quarti è un po’ l’emblema di tutto quello che non funziona nel mondo delle case popolari: sette torri, 450 famiglie, l’assedio costante di aspiranti occupanti abusivi, con macchine del valore di svariate decine di migliaia di euro in cortile e gli occhi fissi sulle case degli anziani abitanti. Qui c’è tutto quello che non va nell’amministrazione della giustizia del nostro paese: chi è qui illegalmente non può essere rimandato a casa, chi è Italiano fa dentro, ma soprattutto fuori, dalla galera e si sente impunibile e gli Italiani sono sotto assedio. In particolare, tra tutti i furti che restano impuniti, quello della casa è il più odioso. Il problema, che la sinistra tace sempre, è che a chiedere lo sfratto non deve essere il gestore (Aler), ma il proprietario. Cioè il Comune. Che lo fa, ma solo con MM. Per poi accusare la Regione di inefficienza. Ovviamente il discorso non ha senso, ma soprattutto copre un pietismo peloso, che si fa regolarmente infinocchiare da persone intelligenti ed esperte. Non è vero che occupano solo famiglie numerose con gravi problemi. Vengono mandate a occupare. Per poi vendere gli alloggi. Tanto dopo il primo tentativo di sfratto è improbabile che qualcuno ci provi. Il Comune, una volta di più, divide i poveri in categorie di convenienza. E soprattutto non fa della sicurezza e della certezza del diritto punti cardine del proprio. Su queste basi può Sala condannare davvero la morosità più o meno incolpevole di quegli Italiani che finora hanno finanziato la macchina? Ecco, quindi, che l’abusivismo crea anche altri danni. E la soluzione è sempre la stessa: espellere chi non ha titolo per restare, con priorità assoluta per chi commette anche altri reati, proteggere gli anziani fragili e finalmente tornare una nazione civile che tutela la proprietà privata. Solo così risolveremo la piaga dell’abusivismo”.
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