Nome dell'autore: Luca Rampazzo

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione.

Via Della Torre, un disastro che attende di scoppiare

A Quarto Oggiaro si rischia la tragedia ogni giorno. Sarà questa la nuova via Rilke, con incendio e disastri collegati? Forse no. Qui ci sono troppe infiltrazioni di acqua, in effetti, ma lo stato disastroso è il medesimo. E gli abitanti sono, comprensibilmente, al limite della sopportazione. Possiamo forse dare loro torto? Ce ne parla nel dettaglio il candidato al Consiglio Comunale e al Municipio 7 Franco Vassallo: “Nei giorni scorsi gli inquilini di via La Torre mi hanno chiamato per mostrarmi l’incredibile stato di degrado delle loro case. Quando mi hanno raccontato la cosa al telefono avrei davvero voluto non crederci. Purtroppo conosco troppo bene MM e la sua supposta efficienza per non farlo. E così sono andato. Le foto le vedete anche voi. Dalle siringhe nell’erba ai segni di un rogo sul muro lo stato di abbandono è desolante. Masserizie abbandonate, muri infiltrati, macchie di muffa ovunque. Questa non è la Milano per cui abbiamo lottato. Siamo a Quarto Oggiaro, in un universo parallelo che nelle brochure patinate di Sala non entra mai. Chissà perché. Qui non viene nemmeno a fare le merende coi suoi compari del PD. Probabilmente per non prendersi malattie. E fa bene, ve lo dico io. Il problema è che ci lascia vivere, perché le case a prescindere da chi le amministri sono del Comune, decine di famiglie. Che in questo degrado sono costrette dalla necessità. Qui crescono dei bambini, qui attendono senza speranza degli anziani. Questo è il mondo alla rovescia di chi i Navigli li ha sempre sentiti raccontare, ma l’unica acqua che vede scorre dal tetto. Qui non ci sono soluzioni: ci vuole una commissione inquilini. Questo è un punto fondamentale del mio programma e mi batterò perché sia realizzato al più presto. Questa commissione deve controllare come vengono spesi i soldi e come vengono gestite le priorità. Non è possibile che il Comune abbia e mantenga immobili di pregio in centro e faccia andare in malora queste case di periferia. Via La Torre ha la stessa dignità di via Madonnina. Ma questo va difeso dagli inquilini direttamente, in prima persona. I sindacati fanno un’opera meritoria, ma è giusto che la facciano da fuori. Dentro se la devono vedere gli inquilini con MM. Perché queste scene non si ripetano e i luoghi vengano risanati. Una volta per tutte, se possibile.”

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Tutto quello che non funziona nelle manutenzioni MM

Tutto quello che non funziona nelle manutenzioni MM Vorrei rassicurare il lettore: anche se da questo titolo si potrebbe ricavare un tomo lunghissimo, ci limiteremo ad una analisi dei punti più eclatanti. E grazie al candidato in Comune e in Municipio per la Lista Milano Popolare Franco Vassallo, evidenzieremo i tre punti che più stanno danneggiando gli inquilini delle case popolari gestite da MM. “Prima di tutto una premessa, questa vicenda inizia in via Tofano, ma è l’esempio di tutto quello che non va in tutta la città. È assurdo a pensarci bene, ma il cuore della vicenda è tutta là: un inquilino vede cambiata la propria caldaia e dopo un anno e mezzo si trova a fare la doccia al freddo. E pazienza, può capitare. Quello che non ha senso e non dovrebbe capitare è che il padrone di casa, nell’ordine: lo lasci due mesi senza acqua calda, nonostante ripetute segnalazioni, si debba affidare ad una perizia privata pagata dal cittadino, non risolva ancora il problema, decida che la colpa è di una mancata manutenzione e alla fine si scopra che il tubo era difettoso. Si decida di cambiarlo. E si lasci un altro mese un anziano con gravi problemi di salute in balia di un pezzo che può mandare il blocco l’intera caldaia in qualsiasi momento. Primo problema: è sempre colpa degli inquilini. Non funziona l’ascensore? Colpa vostra che lo avete vandalizzato. Non lo hai vandalizzato tu in persona? Eh, beh, qualcuno sarà stato. E pace se MM dovrebbe avere una sorveglianza. Vale anche per le caldaie, i cancelli e persino gli incidenti. Infatti MM non è certo il miglior liquidatore sinistri del mondo… Passiamo poi ai cancelli carrai. Via Fleming, via Pastonchi, via Tofano. Tutti aperti, 24 ore su 24. poi ci si domanda da dove venga il degrado. Ma vi pare possibile che si possano lasciare le porte aperte, consentendo ogni tipo di traffici e viavai di perdigiorno? Eppure è precisamente quello che succede da anni. E se per gli ascensori si può capire che manchino i pezzi o che gli interventi siano costosi, per riparare un cancello ci vorrà mica uno scienziato della Nasa o il budget di Expo, no? Secondo problema: l’orrore della quotidianità. MM soffre della Sindrome di Sala, per cui si presta attenzione solo ai grandi eventi. La normale amministrazione è vista come una cosa irrilevante. E i risultati si vedono. In ultimo, il problema degli ascensori. Ogni anno va peggio. Invece di affrontare la questione in modo strutturare si passa di rattoppo in rattoppo, calciando il problema giù per la strada, fin quando non è troppo tardi e intervenire costa il doppio. Terzo problema: mancanza di visione per le case popolari. È evidente che la sinistra non ha un piano. E allora diciamolo: se MM non è in grado che restituisca la gestione del patrimonio ERP comunale ad ALER. Che aveva ed ha tutti i difetti del mondo, ma almeno sapeva come riparare un cancello.”

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Case popolari usate come set senza che nessuno intervenga

Case popolari usate come set senza che nessuno intervenga “Ci siamo informati, questo è suolo pubblico. Quindi possiamo farci quello che vogliamo”. Firmato lo Stanley Kubik della Brianza. Sono due giorni che nel cortile delle case popolari di via Rizzoli, ai civici dal 73 all’87 il pomeriggio i condomini perdono serenità e cortile condominiale. Un nutrito gruppo di aspiranti attori/registi/influencer ha infatti deciso che il teatro della loro prossima fatica artistica deve essere là, tra gli alberi, nel parcheggio. E così hanno allestito il set, con tanto di telo nero e sono partite le riprese, come sfondo, le case popolari. Ciack, si gira. E poco importa se in mezzo ci finiscono condomini senza alcun consenso fornito o se il regolamento di condominio vieta schiamazzi alle 15. Quello, dicono, è spazio pubblico e loro possono appropriarsene senza problemi. Ma sarà proprio così? I condomini non sono proprio convinti: “Ma quale spazio pubblico, nel contratto di assegnazione, firmato nel 1983, con la casa è previsto il posto auto, è segnato chiaramente. Purtroppo non siamo mai riusciti a far chiudere l’accesso, è vero, ma questo non significa assolutamente che chiunque possa passare di qua e rendere la vita impossibile a tutti. Siamo anziani qui, non possiamo chiuderci in casa solo per le velleità artistiche di qualche ragazzino” dice un condomino furioso. Ragazzini che, peraltro, non hanno avuto alcuna remora a minacciare il portiere. E quindi non proprio innocui. E le autorità? Non pervenute. Non ci sarebbe nessuna emergenza, a detta loro. Il fatto che il custode sia stato bersaglio di parole pensanti e non equivoche intimidazioni non pare rientrare nel novero delle emergenze. Sarà. Di sicuro c’è un problema a monte. Ancora una volta essere inquilini di case popolari in periferia significa essere cittadini di serie B. Ed essere cittadini di serie B in questa cittadini implica essere lasciati soli davanti al degrado. Almeno finché la situazione non esplode. E ci si trova con centinaia di giovani da gestire in assetto antisommossa…

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MM è fatta a scale, tanto gli ascensori non funzionano

Nonostante l’iperattività di Sala e compagni, dovuta in non piccola misura alla campagna elettorale, le manutenzioni a Milano non decollano. In particolare, non si staccano da terra, letteralmente, molti ascensori delle case popolari. Ce ne parla il candidato in Comune e in Munciipio 7 per la lista Milano popolare Franco Vassallo: “Abracadabra, dove sono finiti il 9 milioni per la manutenzione degli ascensori nelle case MM? Era l’11 aprile di quest’anno quando l’assessore Rabaiotti annunciava un investimento di 9 milioni di euro per interventi di manutenzione e sostituzione degli assessori nelle case gestite da MM, uno dei talloni di Achille delle stessa Società. Il quinquennio Sala ha visto inquilini di una certa età esasperati dal mancato funzionamento di questi presidi fondamentali, ma ancora di più della lamentata inefficienza della ditta di manutenzioni, che una volta di più si giustifica con la mancanza di pezzi di ricambio, è il Comune a stupire. Nel caso specifico possiamo parlare del condominio di via San Romanello 34, che da anni aspetta il rifacimento della copertura causa infiltrazioni e della facciata oramai conciata come i caseggiati di Scampia. Nella scala E l’ascensore è stato fermo per più di venti giorni, con grande disagio per una persona che quotidianamente deve recarsi ai controlli per le proprie gravi patrologie e quotidianamente deve essere aiutato dai propri vicini di casa a scendere e salire le scale . Per venti giorni è stata sollecitata la sistemazione dell’ascensore ma nisba, sembrava che questo pezzo di ricambio dovesse essere praticamente fatto a mano. L’unica certezza di efficienza del Sindaco e di MM è la rapidità con cui hanno inviato gli aumenti del canone di locazione agli inquilini. Oggi parliamo delle case gestite MM, ma chissà cosa mai può ancora succedere con la gestione della manutenzione degli edifici scolastici e verde sella città, in virtù dell’odierno rapporto del Comitato per la trasparenza e legalità sui cinque anni della gestione della giunta Sala presieduto da Gerardo Colombo.”

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Sala: togliere a chi non ha come ideale amministrativo

La geniale idea di far fare a MM lo sfalcio dell’erba e la manutenzione delle scuole è già stata correttamente stigmatizzata da chiunque. Noi vorremmo, però, aggiungere un livello di riflessione all’intera vicenda: come si inquadra questa scelta nell’amministrazione complessiva della città? Ce ne parla il Candidato in Comune e Municipio 7 per la lista Milano Popolare Franco Vassallo: “Sala vuole andare a risparmio su sfalci e manutenzioni. Per farlo decide di togliere il lavoro a gente competente, preparata e con decenni di esperienza. E affida il tutto a una struttura che, pur flessibile e ricca di professionisti, con tutto il rispetto, fino a dieci anni fa faceva buchi per terra. Ora fa anche l’amministratore di condominio. Con i risultati che ho documentato in decine di articoli. L’idea che possa passare a fare il muratore e il giardiniere senza colpo ferire è demenziale. Questo a monte. A valle c’è il cimitero di una serie di ditte milanesi sub appaltatrici. L’idea di assumere i licenziati è demenziale. Si poteva fare con Aler perché il passaggio da una azienda pubblica a un’altra è più agevole. Ma il passaggio da privato a pubblico non lo è assolutamente. In sostanza, quello che avverrà saranno mesi di caos e rischi, si parla di manutenzione di scuole, non dimentichiamolo. E poi anni di avviamento. Tutto questo per cosa? Sala dice che aumenterà l’efficienza e scenderanno i costi. Ovviamente è falso. MM Casa è là a dimostrarlo. No, succederanno altre due cose. Aumenterà il controllo della politica sull’economia Milanese e diminuirà il numero di imprese in città. Con 300 famiglie o più che, invece che dal mercato, dipenderanno dai buoni uffici dal sindaco. A Sala la sussidiarietà non è mai piaciuta. Lui è un grand commis d’état, un grande burocrate che ama accentrare. Fregandosene dei costi reali e valutando il controllo molto più dell’efficienza. E poi pazienza se le aziende pubbliche finiscono per subappaltare settori fondamentali, come il centralino di MM Casa. Che, per inciso, è di Venezia. Città meravigliosa, ma segno di enorme incoerenza per uno che rinfacciava la non milanesità degli appaltatori degli sfalci del verde. Insomma, non ci sarebbe un totale assorbimento dei lavoratori, non si escluderà il ricorso a nuovi appalti, ma si sarà sicuri di due solo cose: 20 milioni di fatturato in meno sul breve periodo per tante piccole imprese e un servizio che verserà nel caos per anni. E tutto per poter promettere 300 assunzioni sotto elezioni, tanto per far vedere che il Comune salva il lavoro. Solo che lo salva alla maniera di Sala: creando disoccupazione. In un gioco in perdita che pagheremo noi.”

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Storia di normale abbandono: perché Sala deve perdere

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Consigliere Franco Vassallo, candidato in pectore nella futura Lista Lupi in Comune e nel municipio 7, in cui elenca i motivi della sua scelta di correre in Comune: “Caro Direttore, la Milano in cui sono cresciuto si vergognerebbe di sapere cosa era destinata a diventare. È una frase forte, ma è anche vera. Mi è stato insegnato fin da piccolo che il denaro pubblico va speso con il doppio dell’attenzione. Perché viene fornito soprattutto da gente che ha poco e quel poco deve dividerlo con lo stato. Per questo sono entrato nell’amministrazione pubblica, volevo fare la differenza. Il Comune di Milano è sempre stato un’eccellenza: riusciva a fare più degli altri spendendo meno. Quasi un miracolo, a pensarci bene. Questo miracolo era costruito sulle spalle di lavoratori selezionati accuratamente e con un forte orgoglio: piccole cose, ma fatte bene e con amore. Cosa rimane di quel sogno chiamato Milano? Oggi, soprattutto nelle società come MM, quell’amore per le cose fatte bene si sta perdendo. Non è colpa dei dipendenti, che sono ammirevoli nella loro dedizione. Il problema è a monte: il Comune ha abbandonato il suo ruolo di modello e sprone. L’imperativo è diventato fare per fare. MM ha inglobato la qualunque. Prima era un’eccellenza, adesso viene esclusa da importanti gare internazionali. Prima tutti entravano con concorso, oggi le eccezioni non si contano. Prima eravamo orgogliosi di essere al servizio della città. Adesso siamo di fronte ad un management che risponde alla politica che li ha nominati, non più ai cittadini che pagano loro lo stipendio. Il mio impegno vuole, quindi, andare in questa direzione: il Comune deve tornare un modello di efficienza. E questo vuol dire due cose: controllare come vengono spesi i soldi e smettere di dividere gli interventi a seconda della centralità della zona. Volete un esempio? In via Creta 1 la signora Marturana aspetta da sei anni un nuovo alloggio. Vive col marito in una situazione disastrosa, le pareti verdi di muffa. Tutti, dai vigili a MM stessa hanno detto che serve loro un’altra casa. Ma in sei anni nessuno gliel’ha data. Questo è il classico problema che si genera quando le manutenzioni, il rapporto umano con gli inquilini e l’amministrazione cittadina non funzionano. Come si risolve tutto questo? Controllando dove vanno a finire le decine di milioni di euro stanziati ogni anno. E riportando il centro dell’attenzione sulle piccole cose e sulle periferie. Abbiamo avuto un Sindaco che per fare il fenomeno ha creato il fenomeno Milano: da capitale economica e morale d’Italia a metropoli a due velocità. Le periferie ormai sono in balia del degrado. E se si lamenta che queste accuse venivano mosse cinque anni fa, beh Sala dovrebbe domandarsi cos’ha fatto per risolvere il problema. E non ci risponda con l’urbanistica tattica: scrivere per terra che andrà tutto bene non risolve i problemi. Ecco, quindi, le radici del mio impegno, se i cittadini mi voteranno. Una Milano più giusta può nascere solo da una periferia più sana”.

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