Municipio 2

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Leoncavallo, Cabassi pronti a chiedere i danni alla città

La famiglia Cabassi, tramite della societa’ L’Orologio S.r.l., ha diffuso una nota in cui chiede si proceda immediatamente allo sgombero dell’immobile di via Watteau 7, attualmente occupato abusivamente dagli autonomi del centro sociale Leoncavallo. Un’azione che potrebbe precedere di poco la richiesta di un risarcimento danni milionario nei confronti delle istituzioni che, nonostante tre sentenze esecutive dell’Autorità Giudiziaria, non hanno mai proceduto allo sgombero della palazzina perché tornasse nella disponibilità dei legittimi proprietari. L’Orologio srl precisa infatti, di avere “sempre richiesto il rilascio del proprio immobile, illegittimamente occupato da oltre 24 anni“, ma ad oggi, “89 richieste di sgombero, l’ultima delle quali del 10 settembre 2018, sono rimaste infruttuose a causa del rifiuto da parte degli occupanti di rilasciare spontaneamente l’immobile e del mancato intervento della Forza Pubblica“. I rappresentanti della famiglia Cabassi tengono a sottolineare che “su sollecitazione delle Autorita’ e delle diverse Amministrazioni cittadine che si sono succedute negli anni, si sono costantemente dichiarata disponibili a valutare eventuali proposte o soluzioni alternative” come testimoniato dalla Corte d’Appello di Milano, che definito l’atteggiamento della proprietà “caratterizzato da: tolleranza civile, costruttiva, sensibile alle istanze sociali sottese alla vicenda“, ma visto che la loro disponibilità non ha portato a nessun risultato concreto ritengono che “non sussistono più i presupposti per costruttive interlocuzioni“. La prospettiva che il possibile risarcimento ricada sulle spalle dei milanesi, ha causato la reazione del centrodestra milanese, che ha immediatamente scatenato un fuoco di fila contro la Giunta Sala. Secondo la Consigliera Comunale e Regionale del gruppo misto, Silvia Sardone, la maggioranza “anziché parlare di regolarizzazioni e accordi, dovrebbe mettere fine a questa situazione grottesca“. Per poi proseguire “Il Leoncavallo negli anni è arrivato a fatturare centinaia di migliaia di euro organizzando serate senza permessi e non battendo mezzo scontrino. Qual’è la sua presunta funzione sociale? Forse organizzare la festa del raccolto per sponsorizzare la cannabis?” e concludere “Sala faccia un passo indietro, anche gli stessi proprietari invocano lo sgombero, così come i residenti del quartiere che sono stanchi di convivere con l’illegalità: lo sgombero senza compromessi è l’unica soluzione sensata“. L’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, riccardo De Corato, secondo cui “questa amministrazione ha troppo a cuore il futuro del centro sociale Leoncavallo“, ricorda che nella scorsa consiliatura l’allora maggioranza di sinistra guidata da Pisapia “dopo aver formalizzato dal notaio con il Comune la cessione dello stabile industriale di via Watteu in cambio di due immobili comunali in via Zama e in via Trivulzio, cosa che avrebbe così permesso la regolarizzazione del Centro sociale, fu fermata dalla dura opposizione del centrodestra”. L’ex vicesindaco prosegue chiedendosi “Il 7 maggio, quando il sindaco Sala ha affermato che la trattativa è in corso con la regia della Prefettura, ai Cabassi sembrava fosse tornato tutto in ordine, ricondotto nei binari di una profittevole trattativa. Oggi evidentemente a quelle dichiarazioni non fanno più affidamento. Ora cosa dobbiamo aspettarci?” per poi auspicare uno “sgombero immediato“, concludendo “spero che il ministro degli Interni prenda a cuore la provocazione con secondi fini della società l’Orologio, cioè quella di tornare in possesso del capannone, per mettere magari così la parola fine a 24 anni di connivenza politica dell’occupazione”. Il  vice-capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Alessandro De Chirico, rileva invece che “come era prevedibile, la connivenza fra sinistra istituzionale e autonomi potrebbe costare cara ai contribuenti milanesi. La famiglia Cabassi, forte delle ultime sentenze in tema di occupazioni abusive, si prepara a chiedere un risarcimento che difficilmente non le sarà accordato“. Per poi accusare “un danno che toccherà risarcire a tutti anche se la colpa sarà solo di quelli che hanno svenduto la legalità in cambio di una manciata di voti ” concludendo “non si dica che non l’avevamo detto. Spero almeno che ai colpevoli sia imputato il danno erariale oltre alla responsabilità morale di quanto accadrà“.  

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Via Stefini, arrestato spacciatore di shaboo

Durante un controllo i carabinieri della stazione di Affori nella notte tra giovedì e venerdì hanno arrestato in flagranza un 42enne di origine filippina trovato in possesso di 2 grammi di shaboo in via Stefini, zona Zara. Lo spacciatore, già noto alle forze dell’ordine, alla vista dei militari ha cercato di dileguarsi, ma è stato subito bloccato. Oltre alla droga, divisa in otto dosi, gli sono stati trovati addosso 45 euro in contanti di piccolo taglio. Abitando vicino al luogo dell’arresto i carabinieri hanno condotto una perquisizione in casa dove sono stati rinvenuti e sequestrati altri 5 grammi di shaboo per un totale di 7 grammi.

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Manutenzione scuole, dal Comune stanziati meno del 10% dei fondi necessari

A denunciarlo è il Presidente del Municipio 2 Samuele Piscina che spiega: “Il Municipio ogni anno evidenzia al Comune le priorità d’intervento per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, ma su un budget assegnato dalla Giunta Comunale di appena 2 milioni di euro a fronte di una necessità di tutte le scuole municipali stimata in 29,5 milioni di euro. Tale problema viene riscontrato in tutta la città”. L’esponente della Lega evidenzia che quanto messo a disposizione non è sufficiente con la conseguenza che “nella maggior parte delle scuole, diverse risalenti addirittura agli anni ‘20, alcuni ambienti rimangono inagibili, alcuni edifici sono addirittura a rischio chiusura mentre il Comune non fa nulla per renderli sicuri”. Nel territorio amministrato da Piscina “dall’inizio delle lezioni, in via Russo è caduto il vetro di una finestra in classe e in un’aula di via Bottego e nel refettorio di via Venini si è distaccato l’intonaco dal soffitto”. In seguito a questi eventi “i tecnici comunali sono intervenuti prontamente per mettere in sicurezza le finestre di via Russo e per interdire all’uso ben 4 aule di via Bottego e 3 del refettorio di Venini, ma ogni giorno aumentano le segnalazioni relative all’insicurezza negli stabili scolastici che è ormai diventata una vera e propria emergenza da gestire” con conseguente preoccupazione dei genitori degli studenti che fortunatamente fino a oggi se la sono cavata con solo qualche grande spavento. Il Presidente prosegue quindi segnalando che “i cantieri per gli interventi che segnaliamo come prioritari al Comune iniziano più di 1 anno dopo“, ad esempio “il rifacimento dei serramenti in via Russo  è stato chiesto nel Gennaio 2017 e che ancora oggi gli uffici Comunali, che devono assegnare l’appalto, rispondono che i lavori non potranno iniziare prima del 2019 inoltrato”. “Questo sistema non funziona”, incalza Piscina, rivolgendosi al Sindaco Sala che “dovrebbe chiarire se la sicurezza dei bambini che frequentano le scuole sia una priorità di questa Giunta Comunale. Il Municipio chiede maggiori attenzioni da parte del Comune sullo stato degli edifici scolastici, spesso fatiscenti”. “Non è più possibile – conclude quindi il Presidente – che i ragazzini frequentino una scuola con amianto, dalla quale si stacchino i calcinacci dalle facciate o cadono le finestre, come se fossimo in un paese del terzo mondo, vivendo nella speranza che nessuno si faccia male e con la paura dei genitori per la salute dei propri figli. Se dovesse accadere mai qualcosa ai bambini, il Comune di Milano nelle figure del Sindaco e della Giunta, sarà ritenuto il primo responsabile”.

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Piazza Duca D’aosta dalla riqualificazione ai bivacchi

Oltre a piazza Duca d’Aosta, il degrado è arrivato anche a piazza Luigi di Savoia. Questo in sintesi il pensiero espresso da Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto, che ha realizzato le immagini. “Oltre a piazza Duca d’Aosta, dove gli immigrati sono padroni delle aiuole e spacciano a cielo aperto, i bivacchi toccano anche la vicina piazza Luigi di Savoia, affianco alla stazione Centrale”  denuncia Sardone presente sul posto “Proprio in questo momento si possono notare decine di immigrati sdraiati in mezzo al verde della piazza con tanto di teli, coperte, cuscini, valigie e sacchetti“. “Le aiuole di piazza Duca d’Aosta, comprese quelle appena riqualificate dalla sinistra, sono così piene che i nuovi immigrati sono costretti a trovare altre aree dove poter fare i propri comodi. Una situazione inaccettabile” continua la Sardone “per una città come Milano. I turisti che arrivano in stazione Centrale non possono fare lo slalom tra venditori abusivi, spacciatori, ubriachi“. Quindi l’ex azzurra conclude, “Mi piacerebbe capire come intenda intervenire il Comune, visto che col passare del tempo i bivacchi si espandono a macchia d’olio. Nei giorni scorsi sono stati emessi tre daspo urbani proprio in questa zona verso dei parcheggiatori abusivi, una misura giustissima per carità, ma perché se ci sono di mezzo gli immigrati il Comune continua a far finta di nulla?“.

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Rissa per donna senza velo, arrestati quattro egiziani

A scatenare lo scontro è stata la frase: “Con te non parlo perché non porti il velo e vivi nel peccato” rivolta a una donna italiana, compagna di un egiziano di 25 anni dal quale aspetta un bambino. A pronunciarla il custode trentaduenne del palazzo in cui abitano i due. E’ successo intorno alle 21.40 di sabato davanti al portone di uno stabile in via Crespi, una traversa di viale Monza, quando il portiere vedendo i due rientrare a così apostrofato la puerpera, causando la reazione del suo compagno.  Il quale, ha reagito con calci e pugni e poi estraendo un coltello con il quale ha ferito anche suo fratello 38enne e un amico di 22 anni del portinaio, che sono intervenuti nella discussione. Giunti sul posto i Carabinieri hanno sedato la rissa e arrestato i quattro contendenti, tutti più o meno feriti in modo non grave, salvo il custode che ora è in stato di fermo in ospedale dove è sotto osservazione. Secondo quanto riferito agli uomini dell’Arma nel palazzo frizioni e litigi fra “laici” e “praticanti”si trascinano da tempo. L’episodio è stato commentato da Silvia Sardone Consigliere Comunale e Regionale del gruppo misto, che rileva: “Tra violenze e atteggiamenti da Islam radicale questa zona tra Viale Monza e Via Padova continua a essere un ghetto di violenza e degrado” concludendo che l’episodio è la riprova “che l’integrazione non esiste“. Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza di Regione Lombardia, denuncia che: “a Milano e Lombardia le violenze ai danni di donne di religione islamica sono all’ordine del giorno e la cosa più grave è che tutto questo succede nel totale silenzio delle femministe e della sinistra, che non aprono bocca né scendono in piazza“.

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Anche in viale Monza volantini pro BR

A denunciarlo è il Presidente del Municipio 2 Samuele Piscina, che ha rinvenuto i volantini pro BR insieme ad altri militanti, mentre svolgeva un gazebo a sostegno alla realizzazione di una cancellata presso l’area verde in via dei Transiti, finalizzata a contrastare spaccio e delinquenza. “Dopo Sesto, i volantini pro-Brigate Rosse sono stati affissi anche a Milano, in viale Monza, davanti al centro sociale T28” spiega Piscina, aggiungendo“Il ritorno dei fiancheggiatori dei terroristi rossi non va assolutamente sottovalutato. Il sostegno a chi ha commesso reati gravissimi come Nadia Lioce… mette in evidenza come il terrorismo rosso sia ancora presente nelle nostre strade, anche sotto nuove forme quale quella dei centri sociali che ogni giorno mettono a ferro e fuoco le nostre città e tentano di dettare legge con occupazioni abusive di stabili e alloggi che invece spesso dovevano essere destinati a persone bisognose e perbene”. L’esponente del Carroccio, che ha emesso la nota insieme al Deputato leghista  Luca Toccalini, conclude auspicando: “ferme parole di condanna anche da parte del Sindaco di Milano, nonostante continui a sostenere la regolarizzazione del Leoncavallo e difenda i centri sociali, principali responsabili di queste azioni. Certi manifesti nella nostra città non possono essere lasciati affissi nel silenzio delle istituzioni democratiche”.

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