Municipio 5

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Via Monti Sabini: un esposto fa tremare il Comune

Via Monte Sabini: un esposto fa tremare il Comune. Una cooperativa edilizia ha infatti inviato un esposto e una diffida ai responsabili degli uffici pubblici che si occupano di edilizia. L’intreccio descritto tra cooperative, srl e altro per il momento è materiale per le forze dell’ordine, perché è tanto complicato da far venire il mal di testa. Però girano soldi, alcuni milioni. E sembra che abbiano la priorità rispetto alle persone. Il destino di decine di famiglie sembra sia stato messo in secondo piano: l’esposto è stato infatti presentato per quanto sta accadendo sul terreno di via Monte Sabini 10/9, dove dovevano sorgere due palazzine a costi calmierati dalla formula della cooperativa. Invece si sono messi in mezzo altri attori con disponibilità economiche e pare che il futuro di queste famiglie sia segnato: non avranno la casa che sognavano. E gli enti pubblici? Sembrano essere incapaci di opporsi a chi ha più soldi secondo l’esposto che punta il dito contro una serie di dipendenti comunali e nel dettaglio: Pino Bellinetti, direttore dell’Area Sportello unico dell’Edilizia, Giancarlo Oggioni, direttore Area direzione Urbanistica, Simona Collarini, già responsabile Gestione piani urbanistici, e Giancarlo Tancredi, già responsabile Unità Tecnica Convenzioni. Tutti diffidati “da continuare i rapporti con la cooperativa Sant’Ilario, in persona del presidente Alessandro Vadelka”. Nell’esposto, inviato anche al ministero dello Sviluppo Economico, è affermato che quanto sta succedendo in via Monte Sabini non è considerato regolare, anzi. Dunque i dipendenti pubblici che fino ad oggi hanno firmato documenti, oppure non li hanno firmati, sembra che debbano stare più attenti di prima: i fari sulla situazione di via Monte Sabini sono accesi e non è detto che quelli dei giornalisti siano gli unici occhi ora attenti ai personaggi che girano intorno a questa strana storia. Il dettaglio dell’esposto infatti rivela diversi passaggi in cui sembrano ravvisarsi irregolarità se non addirittura reati. Come reagiranno le istituzioni locali? Perché l’assessore Pierfrancesco Maran continua a parlare di progetti edilizi a misura di portafogli di persone normali, ma qui sembra che Palazzo Marino abbia messo in prima linea altri interessi. E così ecco che in via Monte Sabini un esposto fa tremare il Comune.

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Pubblicato l’avviso per l’area verde di via dei Missaglia 48

Pubblicato l’avviso per l’area verde di via dei Missaglia 48. A darne l’annuncio sui social è il presidente del Municipio 5 Alessandro Bramati che in un post ha dato l’annuncio che è stato pubblicato l’avviso per l’area verde di via dei Missaglia 48. In breve, l’area cerca qualcuno che sappia come sfruttarla. Pubblicato l’avviso per la raccolta di manifestazioni d’interesse per la gestione dell’area verde in Via dei Missaglia 48. Una zona riqualificata con l’abbattimento della ex-bocciofila e la costruzione del Discount, con la sistemazione del parcheggio e la parte compromessa riconessa all’anello a cui manca l’installazione fisica della “fontanella” per la quale non mancano mie ripetute sollecitazioni (spero a breve di darvi notizie positive). Ora manca l’ultimo pezzetto, lo avevamo promesso e deliberato ad ottobre, con questo avviso proviamo a sistemarlo con l’aiuto di tutti. So che, soprattutto in quest’ultimo periodo, si sono generate molte conflittualità per quell’area. Proviamo a superarle nell’interesse di tutti, per rendere fruibile uno spazio da riconsegnare al territorio e per rispondere alle legittime ragioni di chi li ha un’attività e merita di vedere il contesto intorno degno e decoroso. Questo il link con tutti i dettagli: https://web.comune.milano.it/…/2DC3A0549F4C30A9C12585980047…

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Droga e armi in un orto del Municipio 7

La Polizia di Stato ha arrestato due cittadini filippini per detenzione di droga ai fini di spaccio. Si tratta di J.E., 50enne irregolare sul territorio nazionale con precedenti per ricettazione e spaccio, e M.G. donna di 45 anni in regola con il permesso di soggiorno e senza precedenti. Nel corso dell’attività investigativa condotta dal Commissariato Porta Genova volta al contrasto del traffico di droga, i poliziotti, grazie anche alla segnalazione da parte di alcuni cittadini della zona, hanno individuato il boschetto adiacente via Domokos quale probabile area di vendita e cessione di sostanze stupefacenti favorite, soprattutto nelle ore serali e notturne, dalla scarsa illuminazione dell’area. Ieri mattina gli agenti del Commissariato Porta Genova si sono recati presso una baracca abusiva utilizzata come dimora di fortuna all’interno di quell’area verde e il cui accesso era consentito da due ingressi: il primo costituito da due porte in ferro chiuse da una catena con lucchetto e il secondo da una porta in legno chiuso con un ferro dall’interno. Dopo essersi qualificati e non aver ricevuto risposta dalle persone che erano all’interno della baracca, i poliziotti hanno scavalcato la recinzione e forzato il lucchetto del primo ingresso: vi era un’area con pollaio, cuccia per cane, numerosi e diversi depositi di materiale ferroso e da lavoro e una dimora con 5 stanze dalle scarse condizioni igienico-sanitarie. La struttura era dotata di energia elettrica alimentata con l’utilizzo di diverse batterie per automobili e le quattro persone presenti erano chiuse all’interno del locale cucina: J.E e M.G. hanno riferito subito di abitare nella baracca mentre le altre due persone erano due amici di cui uno intento ad aggiustare i collegamenti elettrici. I poliziotti hanno subito notato sul tavolo della cucina materiale da confezionamento della droga e diversi rotoli di carta stagnola per cui hanno proceduto all’immediata perquisizione delle persone e del luogo: gli agenti, in vari angoli della baracca, hanno rinvenuto e sequestrato 6 bustine con 1,6 grammi di shaboo (con i quali si ottengono 16 dosi), 15 pasticche di anfetamine, un pezzo di hashish da 1,5 gr, centinaia di bustine e cannucce per il confezionamento, un bilancino di precisione e appunti con cifre e debiti vari, 1 pistola scacciacani, 2 pistole giocattolo a gas, 1 spada di 95 cm, una roncola, un machete da 57 cm e sei pugnali tra 1 17 e i 58 cm di lunghezza. All’interno del cortile della baracca vi erano un cucciolo di cane, due anatre e una gallina che, con il consenso della donna arrestata, sono stati affidati ad un italiano che gestisce un orto limitrofo.

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Il TAR blocca il distributore sui pozzi dell’acqua, ma comune e Q8 ci riprovano

“Q8 e Amministrazione comunale si rivolgono al Consiglio di Stato per realizzare un distributore di benzina sui pozzi dell’acqua potabile, siamo a Milano nel 2020. La vicenda ha inizio due anni fa quando ci accorgiamo del cantiere in Via dei Missaglia, zona Sud di Milano, e scopriamo che il progetto sull’area prevede la costruzione del distributore vicino ai pozzi dell’acqua potabile che servono l’acquedotto”. Lo comunica con una nota il Comitato difesa ambiente zona 5. “Le nostre segnalazioni e i nostri appelli al Municipio 5 e al Comune di Milano rimangono inascoltate. – continua il comitato – Il Comune di Milano ha concesso le autorizzazioni e porta avanti il progetto con la Q8. Vengono avviati i lavori, vengono tagliati alberi ad alto fusto, sradicati cespugli fioriti e su un zona verde di quasi 3.000 mq arriva una colata di cemento. L’ennesimo consumo di suolo e lo stoccaggio di 47.000 litri tra gasolio e benzina all’interno dell’area di rispetto dei pozzi dell’acqua potabile, con i conseguenti rischi in caso di perdite e percolazioni nella sottostante e fragile falda acquifera. Non ci restava altra possibilità che ricorrere al TAR per fermare una operazione che andava contro ogni logica e contro ogni legge, nazionale ed Europea. Così a marzo del 2019 il TAR Lombardia ordina la sospensione dei lavori con la motivazione che il diritto alla salute e sicurezza umana risulta comunque prevalente rispetto agli interessi del Comune. Nel frattempo anche Legambiente si unisce al nostro ricorso e ad ottobre 2019 arriva la Sentenza n. 2212 del TAR Lombardia che riconosce a pieno le nostre ragioni e dispone l’annullamento di tutte le autorizzazioni concesse dal Comune”. “Negli scorsi mesi abbiamo ascoltato le dichiarazioni dell’Assessore Granelli – aggiungono – che ci ha ringraziato, proprio così, e si è detto impegnato nel proporre a Q8 delle alternative. Purtroppo neanche questa volta le rassicurazioni si sono avverate. Nei fatti, pochi giorni fa, mentre il Sindaco affermava che dopo il Coronavirus il cambiamento principale a Milano sarà relativo all’ambiente, veniamo informati che Q8 e Comune hanno fatto appello al Consiglio di Stato per tentare di ribaltare la Sentenza del TAR. Noi, anche questa volta, non ci faremo intimidire, consapevoli di aver ottenuto la difesa di un diritto fondamentale e convinti che un pronunciamento del Consiglio di Stato non potrà che confermare la Sentenza del TAR e renderla ancora più esemplare sul territorio nazionale nell’ambito della protezione ambientale“. “Per cui – annuncia il comitato – non ci sottrarremo a questa ulteriore lunga e costosa difesa. Siamo un gruppo di cittadini residenti in zona e abbiamo iniziato questa battaglia impegnandoci assieme a diverse realtà sociali e ambientali e continueremo a farlo contando sul sostegno degli abitanti. Per sostenere le spese legali abbiamo aperto una raccolta fondi su: https://www.gofundme.com/f/no-al-distributore-sui-pozzi-dell-acqua-potabile”. “Chiediamo ai cittadini – conclude il comitato – di contribuire perché è una difesa nell’interesse di tutti e in tanti possiamo farcela. Nell’attesa che Milano diventi una città in cui l’ambiente e la salute diventino una reale priorità per l’Amministrazione”.

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Sgomberi e allontanamento abusivi al Gratosoglio

Gli ispettori di Aler Milano hanno proceduto ieri mattina a controlli e sgomberi nel quartiere milanese di case popolari del Gratosoglio, in via Saponaro, con il supporto delle Forze di dell’Ordine. “Si è provveduto a liberare due cantine detenute abusivamente. La Polizia ha allontanato tre occupanti extracomunitari. Uno di questi è stato portato in questura per accertamenti”, ha chiarito in proposito Stefano Bolognini, assessore regionale alle Politiche abitative, sociali e Disabilità, a margine del sopralluogo effettuato durante le operazioni di ripristino della legalità. “Continua l’opera di contrasto all’illegalità per la quale ringrazio le Forze dell’Ordine e gli ispettori della sicurezza di Aler che collaborano quotidianamente – ha sottolineato l’assessore – per permettere agli inquilini di vivere in sicurezza e tranquillità. Aler si è attivata con misure utili a scongiurare nuove effrazioni. La prossima settimana procederà allo sgombero delle masserizie nelle cantine occupate e all’igienizzazione dei locali”. “Per il quartiere Gratosoglio – ha ricordato Bolognini – ci sono alcuni progetti di riqualificazione ‘in divenire’. Il più importante di questi, sia a livello edilizio sia sociale, è l’intervento alle cosiddette ‘Torri Bianche’ e alla ‘Piazza senza nome’. Il cantiere riaprirà a breve, dopo le limitazioni dovute all’emergenza. Sono convinto – ha poi concluso – che la strada della legalità e della rigenerazione dei quartieri popolari sia quella giusta. Confermiamo, una volta di più, il nostro impegno nello sgombero degli abusivi e la tolleranza zero verso situazioni di illegalità”.  

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Arrestate occupanti abusive recidive

Ieri mattina, gli agenti delle volanti sono intervenuti in via dei Cinquecento per la segnalazione di un’occupazione abusiva. All’interno dell’abitazione, i poliziotti hanno trovato due donne che avevano già occupato l’appartamento nei giorni scorsi e che lo avevano liberato dopo l’intervento della Polizia di Stato. Le due, fin da subito, hanno aggredito verbalmente e fisicamente gli agenti. Una poliziotta è stata colpita con un pugno al volto che le ha procurato 25 giorni di prognosi. Le due cittadine rumene di 44 e 18 anni sono state arrestate per esistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale e indagate per danneggiamento e invasione di edifici.  

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