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Inquinamento, Milano oltre la soglia un giorno su due

Inquinamento  anche d’estate a Milano, nel mese dall’inizio di ottobre, con i riscaldamenti domestici ancora spenti, è già stata varcata tre volte la soglia di concentrazione dei polveri sottili consentita, di 50 microgrammi/mc. Il capoluogo lombardo ha raggiunto così il limite delle 35 giornate l’anno in cui è consentito il superamento del limite. Lo denuncia Legambiente, che ha presentato oggi il rapporto ‘CAPTOR 2018’, sull’inquinamento, che mette in luce come nelle città lombarde quello estivo sia in crescita. I dati del mese di ottobre  secondo l’associazione ambientalista dimostrano “come la responsabilità maggiore delle emissioni urbane sia da ricercare nei troppi veicoli a motore, soprattutto diesel, che invadono ogni spazio a tutte le ore del giorno”.  Secondo Legambiente “Da oggi dunque Milano inizia a contare quanti saranno i giorni fuori legge, e sappiamo già che dipenderà soprattutto dal meteo se riusciremo a stare lontano dal livello raggiunto a fine anno 2017, in cui nel capoluogo regionale si contarono ben 92 giorni con polveri oltre 50 microg/mc”. L’associazione commenta anche le nuove limitazioni dei diesel più inquinanti entrate in vigore il primo ottobre e la low emission zone (area B), che sarà operativa a Milano a partire da gennaio, augurandosi che “sortiscano effetti significativi di riduzione dell’inquinamento. Anche perché quest’anno i polmoni dei lombardi escono da un’estate particolarmente difficile: fino a tutto il mese di settembre infatti l’aria di Lombardia ha convissuto con il più micidiale degli inquinanti estivi, l’ozono. Iniziata in sordina, la stagione estiva è stata particolarmente prolungata e assolata, mantenendo livelli elevati di questo inquinante per gran parte dei mesi di agosto e settembre”. “Si tende a considerare l’inquinamento estivo da ozono un problema minore rispetto a quello dello smog invernale – dichiara Barbara Meggetto, presidente lombarda di Legambiente -. Ma è  sbagliato sia per gli impatti sulla salute, che sono amplificati dal maggior tempo passato all’aria aperta rispetto alle stagioni fredde, sia perché i due inquinamenti condividono la stessa origine: i micidiali NOx, le cui principali fonti emissive sono i motori dei veicoli, soprattutto quelli diesel”. L’attenzione dell’associazione ambientalista è massima: nelle due ultime estati ha compiuto campagne di misurazione e iniziative di sensibilizzazione, in Lombardia anche con supporti tecnici da ARPA, nell’ambito del progetto europeo CAPTOR, che coinvolge altri sette partner tra istituzioni scientifiche e associazioni ambientaliste di Spagna e Austria. Finanziato dal programma Horizon 2020, Captor ha l’obiettivo di favorire la collaborazione dal basso delle comunità locali per trovare soluzioni concrete al problema dell’inquinamento atmosferico, con particolare attenzione a quello da ozono, un inquinante secondario troppo spesso dimenticato ma che causa in Italia oltre tremila morti premature ogni anno. In Lombardia i sensori sviluppati dal progetto sono stati affidati direttamente a cittadini volontari, in aree periurbane della provincia di Bergamo. I sensori hanno registrato le concentrazioni di questo inquinante nell’area in cui vivono trasmettendo dati in tempo reale su una piattaforma appositamente dedicata (https://captorair.org/map/). “Lo smog fotochimico accomuna i Paesi europei meridionali – spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di LegambienteLombardia -. Purtroppo però nella Pianura Padana, a causa di correnti da sud e scarsa ventosità, gli inquinanti tendono a ristagnare, e con essi anche l’ozono che è il risultato delle reazioni innescate dalla luce. Per questo la Pianura Padana, oltre ad essere l’area europea più inquinata d’inverno, lo è anche d’estate, anche se a causa di fenomeni completamente diversi. Il problema è che gli inquinanti cambiano, ma i polmoni che li respirano sono sempre gli stessi!”. Il dossier ha provato a calcolare quanti siano i giorni complessivi in cui, per una causa o per l’altra, l’aria risultata insalubre, e lo ha fatto a partire dai dati delle centraline ARPA nei capoluoghi di provincia. Anche per l’ozono, come per le polveri, esiste infatti un valore di media mobile diurna che non deve essere superato, e una tolleranza massima, e tassativa, di 25 giorni di superamento. Nell’estate 2018 questo limite è stato superato in tutti i capoluoghi lombardi, con valori molto alti nelle città pedemontane, da Varese a Brescia passando per Lecco, Monza e Bergamo. A Brescia, addirittura, i giorni di superamento della soglia di 120 microgrammi di ozono / mc sono stati ben 101 nell’arco del semestre estivo 2018. Se si valutano insieme i dati di superamenti dell’ozono con quelli di superamento per le polveri sottili (la stima è stata fatta con i dati del 2017), il risultato è sconcertante: nell’arco dell’intero anno, i lombardi respirano aria insalubre e fuorilegge 1 giorno su 2! Un dato che non ha eguali nel resto d’Europa. “Di fronte a questi dati – conclude Barbara Meggetto – è chiaro che per la Lombardia, e in generale le regioni del bacino padano, le misure di limitazione delle emissioni inquinanti, a partire da quelle dovute ai diesel, devono diventare una assoluta priorità, e non più per i soli mesi invernali“.

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Istituto dei tumori, avviato il Programma SMILE

Una percentuale del 50% di riduzione della mortalità per tumore del polmone, un guadagno di dieci anni di vita in benessere. Sono gli obiettivi del Programma SMILE, lo studio che per la prima volta punta ad abbattere i valori della proteina c-reattiva (PCR), un importante marcatore dell’infiammazione cronica associata a un alto rischio di mortalità per il tumore al polmone, presentato questa mattina all’Istituto dei Tumori di Milano. “Abbiamo appena pubblicato insieme all’Istituto Mario Negri di Milano uno studio che dimostra una riduzione del 50% dei livelli di PCR a distanza di otto anni dalla cessazione del fumo”, ha spiegato Ugo Pastorino, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto. “Sono ottimi risultati, ma a lungo termine. Per questo abbiamo deciso di ‘alzare l’asticella’ e mettere a punto una serie di interventi da adottare in contemporanea alla cessazione dal fumo, per ridurre il prima possibile i valori della PCR”, ha proseguito il direttore. Il programma SMILE prevede quattro gruppi, uno di controllo e tre attivi. Di questi, uno riceverà il ‘pacchetto’ completo che prevede la cessazione dal fumo con il supporto di una cura farmacologica a base di citisina, la somministrazione quotidiana di cardioaspirina, dieta e attività fisica. Un gruppo invece seguirà il percorso di smoking cessation con la prescrizione di citisina e il terzo, infine, riceverà il ‘pacchetto’ del programma SMILE che comprende cardioaspirina, dieta e attività fisica. Il gruppo di controllo riceverà comunque dei suggerimenti per un corretto stile di vita in base alle linee guida internazionali. “L’avvio del programma SMILE conferma, ancora una volta, l’impegno dell’Istituto per la ricerca d’avanguardia – ha sottolineato Enzo Lucchini, presidente dell’Istituto dei Tumori di Milano – e il perseguimento di obiettivi primari: la diagnosi precoce in caso di malattia e l’abbattimento dei fattori di rischio oncologico”. Il programma SMILE prevede una volta all’anno l’esecuzione della Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) spirale toracica a basse dosi di esposizione. “La decisione di inserire questo esame nel programma è coerente con i risultati degli ultimi studi, MILD condotto all’INT e NELSON sviluppato da ricercatori olandesi – ha sottolineato Giovanni Apolone, direttore scientifico INT -. Entrambi hanno dimostrato l’efficacia della TAC nella diagnosi precoce del carcinoma polmonare. Sono risultati importanti, a riprova del fatto che è tempo di avviare sul territorio nazionale programmi di screening rivolti ai forti fumatori over 50, la fascia più a rischio di carcinoma polmonare”. L’apparecchiatura TAC spirale toracica è di ultima generazione e l’INT è tra i primi a utilizzarla al mondo. “Questa nuova apparecchiatura si pone al vertice della tecnologia ora disponibile – ha chiarito Alfonso Vittorio Marchianò, direttore Dipartimento Diagnostica per Immagini e Radioterapia INT – Tra i vantaggi attesi, ci sono una straordinaria rapidità di esecuzione e, aspetto ancora più importante, l’esposizione, per la persona che si sottopone all’esame, a una dose minima di radiazioni, senza compromissione della qualità delle immagini”. Nel corso dello studio, viene inoltre eseguita periodicamente l’analisi per la valutazione dei valori della PCR nel sangue e, annualmente, il test miRNA: sono piccolissime molecole molto specifiche che vengono rilasciate dall’organo aggredito dalla malattia e dal sistema immunitario e che permettono una diagnosi estremamente precoce, come stanno dimostrando gli studi in corso all’INT.

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Sterilizzazione gratuita per animali d’affezione

Fino al 31 dicembre 2018 sarà possibile la sterilizzazione gratuita per i cani e i gatti di proprietà dei cittadini appartenenti alla fasce più deboli. L’iniziativa, messa in campo dall’Amministrazione comunale, è rivolta a coloro residenti a Milano con reddito Isee non superiore a 6.500 euro e per gli utenti segnalati dai servizi sociali, da Ats, dalla Polizia Locale o altro ente accreditato. “È la prima volta – dichiara Roberta Guaineri, assessore con delega alle Politiche per la tutela e difesa degli animali – che il Comune offre questo servizio per gli amici a quattro zampe posseduti dai cittadini delle fasce più deboli. L’iniziativa, realizzata grazie a un finanziamento di Regione Lombardia, rientra nella costante opera di controllo demografico e prevenzione del randagismo che l’Amministrazione porta avanti da molti anni attraverso una serie di azioni mirate, coordinate e gestite dall’Unità Tutela Animali, anche in collaborazione con enti e associazioni esterne. A seconda dell’età e del sesso dell’animale da sterilizzare, ogni proprietario coinvolto potrà beneficiare di un risparmio che varia tra i 60 e i 250 euro”. Sull’iniziativa è intervenuto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Gianluca Comazzi, sottolinenado: “Si trattadi un provvedimento di assoluto buon senso, possibile grazie a un finanziamento di Regione Lombardia, che garantirà ai milanesi un risparmio notevole”. “Anche quest’anno – ha aggiunto l’esponente azzurro – Regione Lombardia ha inserito nel PRS risorse per garantire la tutela degli animali d’affezione, collaborando con le associazioni e l’ordine dei veterinari affinché anche i meno abbienti possano accedere alle cure per il loro animale domestico”.

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Politecnico, primo a realizzare nanocircuiti magnetici per onde di spin

Un gruppo di ricerca coordinato dal Politecnico è riuscito per la prima volta a realizzare nanocircuiti magnetici riconfigurabili per onde di spin utilizzando l’innovativa tecnica “tam-SPL”, che ha permesso di controllare le configurazioni di spin in un film di materiale magnetico. Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Communications Physics del gruppo Nature, permetterà di sviluppare nuovi sistemi più veloci, flessibili e compatti di elaborazione dell’informazione nei futuri processori. Il lavoro è stato coordinato dal Dipartimento di Fisica ed in particolare da Edoardo Albisetti, Daniela Petti e Riccardo Bertacco, nell’ambito del progetto Horizon2020 SWING (Patterning Spin-Wave reconfIgurable Nanodevices for loGics and computing) ed è frutto di una collaborazione con ricercatori internazionali del CUNY-ASRC (New York), CNR-IOM (Perugia) e Paul Scherrer Insititute (Villigen, Zurigo). Le onde di spin sono l’analogo delle onde elettromagnetiche o acustiche nel campo del magnetismo. In un ferromagnete, ad esempio una comune calamita, gli spin, cioè i momenti magnetici dei singoli elettroni che compongono il materiale sono allineati in una direzione. Un materiale ferromagnetico è una sorta di “mare di spin”. Se in esso gettiamo l’equivalente magnetico di una pietra, si generano delle perturbazioni dell’orientazione degli spin che si propagano come le onde nel mare. Queste perturbazioni sono chiamate “onde di spin”. Esse potranno essere utilizzate nei processori del futuro, per manipolare l’informazione in maniera veloce ed energeticamente efficiente, in modo analogo all’ottica integrata, con la differenza che le onde di spin possono avere lunghezze d’onda inferiori a quelle della luce visibile e quindi permettere una più spinta miniaturizzazione. Fino ad ora, realizzare circuiti logici in cui controllare le onde di spin con una precisione del nanometro (un miliardesimo di metro), era molto difficile. I ricercatori del Politecnico di Milano sono però riusciti a risolvere questo problema grazie alla tecnica “tam-SPL”, con cui sono in grado di scrivere, cancellare e riscrivere a piacimento una configurazione di spin in un ferromagnete con la scansione di una “penna ultrasottile” (la punta di un microscopio a forza atomica). Questo ha permesso di realizzare per la prima volta guide d’onda nanometriche in cui le onde di spin posso viaggiare, curvare e interagire tra di loro, compiendo un significativo passo in avanti nello sviluppo di nuove piattaforme per i nostri computer o smartphone del futuro.

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AMSA, entrati in servizio 43 nuovi mezzi a metano

Sono entrati nel parco aziendale di Amsa 43 nuovi mezzi a metano per la raccolta differenziata. Si tratta di automezzi IVECO dalla capacità di 10 metri cubi utilizzati principalmente per la raccolta dell’umido e della plastica. Salgono così a 146 gli automezzi alimentati a metano destinati alla raccolta differenziata su 313 utilizzati nella città di Milano, ovvero il 47% della composizione del parco Amsa per la raccolta dei rifiuti. Ogni autocompattatore per la raccolta differenziata percorre quotidianamente una media di 50 km per svuotare i cassonetti condominiali per l’umido, la carta o il vetro e ritirare i sacchi gialli per la plastica, oltre 15.000 km all’anno. L’investimento in automezzi a basso impatto ambientale di Amsa è uno degli obiettivi del Piano di Sostenibilità del Gruppo A2A, che scaturiscono dalle priorità dell’Agenda ONU al 2030, tra i quali gestire in modo sostenibile i rifiuti durante tutto il ciclo di vita e contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari di riduzione delle emissioni di gas effetto serra. “La città è a una svolta significativa nelle sue politiche contro l’inquinamento. Per questo è importante che non solo i cittadini ma anche i servizi della città facciano uso di veicoli più sostenibili. – ha dichiarato l’Assessore alla Mobilità e Ambiente Marco Granelli – Siamo felici che anche Amsa accetti la sfida. Ora è fondamentale che i costruttori ci vengano dietro rapidamente e sviluppino celermente tecnologie non inquinanti come stanno chiedendo tutte le città“. “Amsa ha già investito più di 5 milioni di euro e nel 2019 entreranno nella flotta aziendale più di 30 nuovi automezzi alimentati a metano – ha spiegato Mauro De Cillis, Direttore Operativo di Amsa, società del Gruppo A2A – La motorizzazione a metano è una tecnologia indispensabile e immediatamente disponibile per ridurre al minimo le emissioni derivanti dai servizi ambientali, basti pensare che ogni mattino dalle prime luci dell’alba sono circa 250 le squadre dedicate alla raccolta differenziata che circolano nelle vie di Milano”. Entro la fine dell’anno Amsa inaugurerà un nuovo impianto di rifornimento metano nel dipartimento di via Olgettina, che si aggiungerà ai due distributori a metano installati nelle sedi Amsa di via Zama e di via Silla. Ha commentato Pierre Lahutte, IVECO Brand President: “In un contesto in cui istituzioni e municipalità hanno come priorità la sostenibilità e stanno imponendo misure restrittive e rigorose sul traffico, IVECO è pronta a rispondere alle sempre più pressanti sollecitazioni in questa direzione con una gamma completa di veicoli a basso impatto ambientale per il trasporto di merci e persone, da furgoni e camion fino agli autobus“.

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Troppe denunce senza fondamento contro i medici milanesi

E’ quanto sostenuto in un convegno al Palazzo di Giustizia di Milano dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a capo del pool milanese “ambiente, salute e lavoro”, che ha riferito: “Noi abbiamo avuto fra lesioni e omicidi colposi da colpa medica 300 fascicoli iscritti in un anno nel 2017, in pratica ogni giorno viene intentata una causa penale a carico di un medico“.  Definendo i numeri relativi alle denunce contro i medici milanesi “patologici“, sia per il fatto che ci sia “una denuncia al giorno” a carico dei medici, sia perché “molte di queste denunce finiscono poi in archiviazione“. Siciliano, che “da circa 30 anni” si occupa di colpe mediche e che ha seguito l’inchiesta sulla clinica Santa Rita di Milano, ha spiegato “noi ci rendiamo conto che alcune di queste cause sono solo strumentali, per accorciare i tempi dei risarcimenti civili e perché il penale muove le coscienze“. un fenomeno che rallenta l’attività della procura perché “noi non ci possiamo permettere questo carico insensato di fascicoli” attribuendo infine parte della responsabilità agli avvocati avvocati “anche la classe forense una piccola responsabilità ce l’ha“.

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