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Servizio di psicologia delle cure primarie: iniziato l’iter in Commissione Sanità

È stato illustrato questo pomeriggio in Commissione Sanità il nuovo progetto di legge per l’istituzione del servizio di psicologia delle cure primarie, che nelle prossime settimane sarà oggetto di audizioni e confronto. “Da Presidente della Commissione Sanità – ha sottolineato Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia) relatrice del progetto di legge di cui è prima firmataria – ho fortemente voluto che venisse ripreso il cammino di questo progetto di legge interrotto con la fine della scorsa legislatura e ho voluto che fosse il più possibile condiviso con tutte le forze politiche: inserire il servizio di psicologia nell’ambito delle cure primarie significa riconoscere concretamente anche in termini normativi la necessità che i disturbi psicologici vengano intercettati e affrontati con tempestività e con un approccio strutturale, grazie ad una collaborazione diretta con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta. Con questo PDL, di cui sono promotrice e relatrice, che prevede risorse pari a 12 milioni di euro per ciascun anno del biennio 2024/2025, inseriamo formalmente lo psicologo nella rete territoriale di cura e assistenza, in un momento storico in cui la pandemia e il contesto socio—economico hanno generato un aumento dei disturbi psicologici troppo spesso sottovalutati o affrontati tardivamente. Dopo la presentazione di oggi in Commissione, il testo verrà discusso in un percorso di Audizioni specifiche con l’obiettivo di procedere al voto in Aula entro la fine del 2023”. Lo psicologo del servizio di cure primarie è una figura che opererà all’interno della rete territoriale delle strutture di prossimità, tra cui le Case di Comunità, in relazione ai problemi psichici dei pazienti e dei loro familiari e in stretta cooperazione con il medico e le altre figure specialistiche della sanità. Il servizio di psicologia delle cure primarie potrà svolgere azioni di prevenzione, diagnosi e intervento precoce rispetto alle diverse forme di disagio psicologico; orientamento e accompagnamento ai servizi specialistici di secondo livello, ai servizi sociosanitari e sociali; interventi di consulenza e supporto psicologico per le forme di sofferenza psicologica per le quali non è necessario ricorrere a interventi specialistici. In Italia oggi solo il 29% della popolazione affetta da depressione maggiore accede a un trattamento entro un anno dall’esordio della patologia. Inviare tempestivamente i pazienti da uno psicologo permetterebbe un intervento efficace che potrebbe evitare di portare alla prescrizione di psicofarmaci. Il documento presentato oggi in Commissione Sanità, composto da otto articoli, è una risposta concreta a questa emergenza sociale attraverso la definizione di un’offerta psicologica integrata nel sistema sociosanitario regionale. Il progetto di legge riprende, aggiorna e integra il testo presentato alla fine della scorsa legislatura ed è sottoscritto dall’Ufficio di Presidenza della Commissione Sanità (Patrizia Baffi di FdI, Roberto Anelli della Lega e Carmela Rozza del PD) e dall’Ufficio di Presidenza della Commissione Sostenibilità sociale, Casa e Famiglia (Emanuele Monti della Lega, Diego Invernici di FdI e Paola Bocci del PD). È previsto un finanziamento complessivo di 24 milioni di euro suddiviso sul biennio   Alcuni dati In Italia la prevalenza dei disturbi mentali è sopra la media europea, con oltre un italiano su cinque che soffre di almeno un disturbo mentale, sebbene solo un individuo su tre che soffre di tali disturbi riceva un trattamento sanitario adeguato. Nell’ultimo anno si è manifestata un’alta prevalenza di ansia e sintomi depressivi dovuti alla pandemia stessa, all’isolamento sociale e allo stress dei genitori, con un maggiore rischio di sviluppare sintomi psichiatrici in famiglie a basso reddito, nei tardo adolescenti e tra le femmine. Gli adolescenti sono la fascia demografica che ha risentito maggiormente degli effetti della pandemia. Un ragazzo su sette tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale: depressione, ansia e disturbi comportamentali sono tra le cause principali di sofferenza per questa fascia di popolazione. La maggior parte delle 800.000 persone che muoiono ogni anno per suicidio sono giovani e il suicidio è la 4 causa principale di morte tra i giovani fra i 15 e i 19 anni. I problemi di salute mentale più comunemente riscontrati tra gli adolescenti includono ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%). L’insorgenza di condizioni di salute mentale come la depressione e l’ansia è stata anche associata a una diminuzione del rendimento scolastico, spingendo spesso i giovani ad abbandonare gli studi. È importante notare che almeno il 50% dei disturbi di salute mentale ha esordio prima dei 15 anni e l’80% di questi si manifesta prima dei 18 anni, in alcuni casi diventando un problema permanente per tutta la vita di una persona. (rapporto “Headway – 2023”, elaborato da “The European House – Ambrosetti” in collaborazione con Angelini Pharma). Nel 2022 sono 776.829 le persone hanno richiesto assistenza ai servizi specialistici di salute mentale. Di questi, i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono a 285.101 unità, quindi circa il 36% delle richieste. Il 94,4% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita. I dati nazionali evidenziano che il 3,2% dei ricoveri in pronto soccorso riguarda problemi di salute mentale. Di questi, il 13,8% viene ospedalizzato, mentre il 73,2% ottiene la dimissione per cure domiciliari. Ciò significa che ben 7 su 10 pazienti, pur non avendo condizioni tali da necessitare un ricovero ospedaliero, necessitano di supporto psicologico. I servizi territoriali hanno erogato 9.326.035 prestazioni, con una media di 12,8 interventi per ciascun utente. (Report 2023 sulla Salute Mentale pubblicato dal Ministero della Salute).

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Bayer in piazza con le gine-influencer della contraccezione nella nuova edizione della campagna social “PuntoGine”

Una corretta informazione a tutte le età è indispensabile per una sfera affettiva sicura e soprattutto per la tutela della salute femminile. I social e il web possono fornire informazioni semplici, ma non sempre corrette. Per questo è importante l’impegno di Bayer nelle attività di divulgazione nei confronti di donne e ginecologi, svolgendo da oltre 60 anni un ruolo di primo piano nella ricerca a favore della salute femminile. Dopo il percorso di informazione e sensibilizzazione della campagna PuntoGine, quest’anno Bayer prosegue il dialogo con le donne, portando un team di ginecologhe influencer – Chiara Di Pietro, Elisabetta Colonese e Beatrice La Rosa – martedì 24 ottobre a Milano in Largo La Foppa per trattare il tema delicato della contraccezione dalla seduta del divano di PuntoGine. La diretta social sarà visibile su Instagram alle ore 16 sulla pagina Instagram di PuntoGine. L’obiettivo è quello di utilizzare le potenzialità e un numero sempre maggiore di pubblico di Instagram per approfondire le tematiche più interessanti relative a sessualità e contraccezione tramite post, reel e dirette social, offrendo così un vero strumento di alfabetizzazione sul tema. @PuntoGine è il profilo Instagram nato per sfatare miti, rassicurare, e parlarne liberamente con “l’amica ginecologa”, che si conferma sempre uno dei punti di riferimento per la salute del pubblico femminile. Un esperimento originale realizzato per la prima volta in Italia nel campo della contraccezione.

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Fondazione IEO Monzino: il sostegno di Monica Perna nella lotta contro il tumore ai polmoni

L’imprenditrice, anche quest’anno ha voluto fare una donazione, onorando la memoria della mamma, scomparsa proprio a causa di un tumore ai polmoni Ha deciso di donare il 5% del fatturato del suo corso di inglese, oltre ad una congrua donazione iniziale, alla Fondazione IEO-Monzino di Milano a sostegno del Programma Polmone, finalizzato alla lotta contro il tumore ai polmoni. A distinguersi per questo atto di generosità, Monica Perna, già nominata tra le 50 imprenditrici più innovative d’Italia nel 2022, originaria della Brianza e attualmente residente a Dubai dove ha fondato la sua Accademia del Metodo AUGE. Monica Perna, nota per aver creato il rinomato programma online “English for Life,” che è stato ampiamente considerato il miglior corso al mondo per imparare l’inglese, ha annunciato il ritiro definitivo del programma dal mercato. Tuttavia, prima di farlo, ha deciso di offrire un’ultima opportunità ai suoi studenti con un’offerta straordinaria, applicando un massiccio sconto mai visto prima. Inoltre, l’imprenditrice ha stabilito che il 5% di ogni quota di iscrizione al programma sarebbe stato destinato alla Fondazione IEO-Monzino, con l’obiettivo di contribuire alla diagnosi, cura e ricerca scientifica sui tumori ai polmoni e toracici. Un contributo per la ricerca Proprio nei giorni scorsi, l’assegno, rappresentante una parte dei ricavi delle ultime vendite del programma “English for Life”, è stato consegnato alla Fondazione. Per il contributo alla ricerca, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha dedicato una foglia a AUGE International Consulting, che compare all’interno del “Donor Tree” presente presso la sede. La Fondazione IEO-Monzino ha tenuto ad esprimere anche la sua profonda gratitudine a Monica Perna per questa significativa donazione e per il suo continuo impegno nell’aiutare a combattere questa malattia. Questo gesto dimostra il potere della generosità e dell’unità nella lotta contro il cancro. In memoria della mamma Il gesto dell’imprenditrice è ispirato dalla dolorosa perdita di sua mamma, Maria De Mariano, avvenuta quasi tre anni fa, a soli 59 anni, proprio a causa di questa malattia. La decisione di donare alla Fondazione IEO-Monzino è un modo tangibile per onorarne la memoria e per contribuire alla lotta contro il tumore ai polmoni, offrendo speranza e supporto a chi sta combattendo questo mostro. “Sono grata agli studenti dell’Accademia del Metodo AUGE – ha dichiarato Monica Perna – che da 3 anni a questa parte, ogni anno, nel mese di ottobre, mese per eccellenza della prevenzione, sostengono la mia causa e fanno della lingua inglese non solo uno strumento di crescita personale, ma anche uno strumento capace di regalare la vita”,  ha detto Monica Perna. “Sostenendo la Fondazione IEO-Monzino ed il Programma Polmone dei Professori Spaggiari e De Marinis che ho avuto modo di conoscere personalmente, ogni anno contribuiamo alla ricerca, nella speranza che sempre meno persone debbano vivere ciò che io e la mia famiglia abbiamo vissuto con l’inaspettata scomparsa di mia mamma.  Il mio modo di intendere la lingua inglese, o meglio il Globish, come mezzo di comunicazione, inclusione e relazione trova la sua massima espressione proprio al di fuori dei classici libri di scuola o delle tipiche lezioni frontali, ma in situazioni di vita vera e reale in cui si vince solo parlando una lingua universale, quella della collaborazione, della responsabilità e del sostegno!”

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La formazione continua nelle Cure Domiciliari

 Paxme ha avviato un programma di formazione intensivo dedicato a tutti i suoi operatori. Coinvolge 80 professionisti per 700 ore di formazione continua sia nel campo delle cure domiciliari che nelle tecniche di comunicazione interpersonale. Ogni componente dell’équipe multidisciplinare di Paxme è infatti altamente specializzato e partecipa da sempre a corsi di formazione continua, convegni specialistici e di aggiornamento con lo scopo di arricchire costantemente le competenze professionali. L’organizzazione di questo programma formativo per l’erogazione di crediti ECM, interamente gratuito per i professionisti in quanto finanziato da Paxme, consente al personale di adempiere all’obbligo formativo triennale definito dalla Commissione Nazionale per la Formazione Continua. Il programma di formazione, coinvolgerà tutti gli operatori di Paxme, indipendentemente dal loro ruolo o anzianità – medico geriatra, fisiatra, palliativista, infermieri, operatori socio-sanitari, fisioterapisti, psicologi, assistenti sanitari – ed è esteso anche alle figure dirigenziali. Michele Mennillo, Presidente di Paxme, commenta: “La formazione in Paxme è un aspetto che ricopre un’importanza cruciale. Giorno per giorno ci assicuriamo che i nostri professionisti siano dotati degli strumenti teorici e pratici necessari per offrire cure domiciliari di qualità ai nostri assistiti. L’obiettivo finale è che ciascuno possa essere capace di valutare la problematica del paziente a 360 gradi sia dal punto di vista clinico, sia relazionale, migliorando la qualità della vita al domicilio, anche in presenza di patologie o comorbidità”. La formazione si articolerà in 25 incontri in cui si andranno ad approfondire tematiche trasversali. Tra i temi affrontati, dal punto di vista clinico/medico: la stipsi, la disfagia, l’uso della pressione negativa nella gestione delle ferite difficili, le medicazioni avanzate nel trattamento delle ulcere da decubito, il bendaggio elastocompressivo, ecc. Dal punto di vista relazionale verranno approfondite le modalità di potenziamento del problem solving e l’utilizzo dell’intelligenza emotiva nella relazione con la persona assistita e i suoi familiari. Una formazione specifica sarà infine dedicata alle cure palliative, la gestione della terapia e il nursing. “Con un’esperienza di oltre 20 anni nel settore delle Cure Domiciliari, Paxme ha sempre posto una forte enfasi sull’innovazione, sull’efficienza operativa e sulla soddisfazione dei suoi assistiti e delle loro famiglie – aggiunge il dottor Jacopo Tagliabue, Direttore Sanitario e Responsabile della formazione – Questo programma di formazione intensiva, teorico e pratico, è un segno tangibile dell’impegno di Paxme nel voler mantenere i più elevati standard nelle cure domiciliari”. Il programma formativo è progettato su misura per soddisfare le esigenze specifiche di ciascun ruolo professionale, tenendo conto dei più recenti sviluppi nel settore e delle migliori pratiche. È inoltre strutturato in modo da consentire una formazione continua nel corso del tempo, in modo che gli operatori possano costantemente migliorare le proprie abilità e rimanere al passo con l’evoluzione del settore delle cure domiciliari.  Paxme È un’organizzazione con oltre 20 anni di esperienza nell’assistenza sanitaria al domicilio. I suoi professionisti sono specializzati nella presa in carico, nelle loro case, delle persone che necessitano assistenza medica, infermieristica, fisioterapica. Paxme opera attraverso servizi di Cure Domiciliari e Cure Palliative Domiciliari nell’Area Metropolitana di Milano, nella provincia di Como, nella provincia di Monza e della Brianza. Con oltre 80 professionisti sul territorio assiste oltre 3.300 persone, eroga oltre 120.000 prestazioni infermieristiche e 15.000 fisioterapiche ogni anno.

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Giuliano (UGL): Inevitabile indagine su Pronto Soccorso, il sistema è al collasso

“Lo stato da girone dantesco dei Pronto Soccorso, da noi più volte denunciato, è tema ora di una inevitabile indagine conoscitiva voluta dalla Commissione Affari Sociali e Salute della Camera. È un passo dovuto che deve essere propedeutico ad interventi rapidi, atti a decongestionare lo stazionamento dei pazienti e consentire agli operatori sanitari di lavorare in condizioni di sicurezza massima assolvendo nel miglior modo possibile al loro compito” dichiara il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano. “La riforma della medicina territoriale stenta a decollare ed è palese – prosegue il sindacalista – come ad oggi non esista una barriera che intercetti pazienti diretti nei reparti di prima emergenza degli ospedali che potrebbero invece essere assistiti al di fuori di questi. Così si mandano al collasso i Pronto Soccorso. Inoltre, la carenza di posti letto non consente di smaltire i casi più complessi. In questa situazione, con pazienti ammassati e privati di privacy e dignità, con parenti esasperati e in alcuni casi minacciosi, si trovano a prestare la loro opera i professionisti della sanità. Che sono pochi e costretti a turni ininterrotti. C’è un prima appunto che mette in crisi i Pronto Soccorso, ma anche un dopo. Come il caso dei bed-blockers: anziani restano per settimane sulle barelle e che potrebbero essere dimessi, ma restano in carico all’emergenza-urgenza perché non sarebbero in grado di ricevere un’assistenza adeguata alle loro patologie.  Apprezziamo lo sforzo computo dal Ministro Schillaci per ottenere l’aumento di 3 miliardi di euro destinati al Fondo Sanitario Nazionale e concordiamo nella richiesta di uno sforzo condiviso e responsabile per superare la fase emergenziale della pandemia ed iniziarne una nuova con il reclutamento di personale medico, infermieristico e sociosanitario. Il rafforzamento degli organici dovrà però procedere di pari passo con l’aumento degli stipendi e il miglioramento delle condizioni di sicurezza per frenare il fenomeno dell’abbandono. È un momento cruciale per il SSN italiano che deve tornare a essere al servizio dei cittadini”.

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Cure Domiciliari: Paxme introduce la figura dell’Home-Care Manager

Paxme ha inserito all’interno della sua équipe multidisciplinare una nuova figura professionale: l’Home-Care Manager. L’obiettivo è quello di garantire una presa in carico del paziente al domicilio a 360°, attenta anche agli aspetti sociali e relazionali   Permettere ai propri pazienti di ricevere cure domiciliari con un’assistenza a 360 gradi, che tenga conto anche degli aspetti sociali e relazionali, oltre a quelli clinici. È con questo obiettivo che Paxme ha inserito all’interno della sua équipe multidisciplinare una nuova figura professionale: l’Home-Care Manager. Questa nuova figura svolge un ruolo cruciale: garantisce un approccio olistico e centrato sulla persona. Attraverso un’attenta valutazione, infatti, assicura che le esigenze di ciascun paziente vengano soddisfatte in modo completo e sicuro. Unica nel panorama delle Cure Domiciliari, la figura dell’Home-Care Manager rappresenta una vera e propria innovazione nel modo di offrire il servizio di cure domiciliari, una novità in linea con l’obiettivo del PNRR e di Regione Lombardia di rendere la casa il ‘primo luogo di cura’. Michele Mennillo, Presidente di Paxme, commenta: “Dietro al bisogno immediato di cure domiciliari – che può essere dovuto ad una necessità medica, farmacologica, fisioterapica – dobbiamo sempre tenere presente che c’è una persona, con peculiarità e comorbidità specifiche. Invece di seguire un approccio a “taglia unica”, questa figura professionale sviluppa piani di assistenza altamente personalizzati per ciascun paziente che tengono conto non solo delle esigenze mediche, ma anche delle preferenze individuali del paziente e delle dinamiche familiari, ascoltandoli e coinvolgendoli attivamente nel processo decisionale riguardo alle cure. Questo professionista non si concentra solo sulla gestione della problematica di salute che è stato chiamato a risolvere ma promuove anche il benessere generale del paziente”.  Si tratta di una figura che coniuga alla conoscenza delle questioni cliniche, competenze gestionali in sanità, approfondita conoscenza di metodologie sulla valutazione dei bisogni dei pazienti e un’ottima capacità di comunicazione con pazienti, famiglie e i professionisti dell’équipe di cure domiciliari: geriatra, fisiatra, medici palliativisti, infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali. La coordinazione tra i membri del team, infatti, è fondamentale per garantire una cura completa e continua.  L’Home-Care Manager, collaborando strettamente con gli altri membri del team di cure domiciliari, ‘educa’ alla salute e alla prevenzione: fornisce all’assistito e alla sua famiglia informazioni chiare e istruzioni sulle cure, oltre ad un supporto emotivo e psicologico. L’obiettivo è promuovere il suo benessere generale non solo nell’immediato presente – risolvendo il problema clinico – contingente o cronico – ma rivolgendo anche lo sguardo all’evoluzione futura della situazione clinica e psico-fisica. La presa in carico a 360 gradi implica un monitoraggio costante delle condizioni di salute, dei progressi e delle eventuali complicazioni. Ogni cambiamento nelle condizioni del paziente viene affrontato prontamente nell’ottica di evitare il ricovero ospedaliero se non strettamente necessario. In sintesi, l’Home-Care Manager rappresenta una risposta all’evoluzione delle esigenze di cure domiciliari, abbracciando un approccio completo e centrato sul paziente che va oltre la semplice erogazione di cure mediche e si estende a una gamma più ampia di servizi e supporto per migliorare la qualità della vita del paziente nel contesto domestico e della sua famiglia.   Paxme È un’organizzazione con oltre 20 anni di esperienza nell’assistenza sanitaria al domicilio. I suoi professionisti sono specializzati nella presa in carico, nelle loro case, delle persone che necessitano assistenza medica, infermieristica, fisioterapica. Paxme opera attraverso servizi di Cure Domiciliari e Cure Palliative Domiciliari nell’Area Metropolitana di Milano, nella provincia di Como, nella provincia di Monza e della Brianza. Con oltre 120 professionisti sul territorio assiste oltre 3.300 persone, eroga oltre 120.000 prestazioni infermieristiche e 15.000 fisioterapiche ogni anno.

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