arrestati

Violenze di capodanno: arrestati due minorenni egiziani

La Polizia di Stato di Milano sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due minori gravemente indiziati di alcune delle violenze sessuali e rapine avvenute la notte di Capodanno in piazza Duomo e dintorni. L’indagine, condotta dalla Sezione Omicidi della Squadra mobile di Milano e dal Commissariato Centro – spiega la Questura -, è a carico di due egiziani di 16 e 17 anni.  Dei due ragazzi, uno ha il permesso di soggiorno, l’altro è un minore straniero non accompagnato. I poliziotti, nell’inchiesta coordinata dal procuratore per i minori di Milano Ciro Cascone, sono giunti alla loro identificazione con le immagini dei sistemi di sorveglianza, con la testimonianza di numerosi testimoni e delle parti offese, oltre che con l’analisi dei vari social network e l’utilizzo del software per il riconoscimento facciale da parte della Polizia Scientifica. I due giovani sono ritenuti responsabili delle violenze a sfondo sessuale commesse ai danni delle due turiste tedesche, riprese in un video che ha fatto il giro del web. Le indagini, inoltre, hanno permesso di attribuire al sedicenne luna rapina messa a segno alle 2 e 15 in via Torino: il giovane, che faceva parte un nutrito gruppo che, secondo la Questura, “si muoveva subdolamente con abilità criminale”, avrebbe accerchiato una coppia di ragazzi che stava passeggiando con alcuni amici, aggredendoli e rapinandoli dei cellulari. Uno dei ragazzi aveva riportato ferite giudicate guaribili in cinque giorni mentre un’altra giovane vittima, mentre cercava di chiamare i soccorsi, era stata minacciata con un coltello.

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Bruciano la porta di casa a un invalido: arrestati

I carabinieri della Compagnia Milano Duomo hanno arrestato due uomini, di 49 e 40 anni, perché la notte tra il 2 e il 3 gennaio avevano dato fuoco alla porta dell’abitazione di una coppia di loro conoscenti. Di questi l’uomo è invalido su una sedia a rotelle. La coppia aveva riportato ustioni alle braccia e alle gambe domando il rogo nel loro appartamento in via Terracina a Milano. Per gli arrestati le accuse sono di tentato omicidio, incendio e minaccia aggravata in concorso.

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La Polizia arresta 5 pusher

Tra martedì e venerdì scorsi i poliziotti della sezione antidroga della locale Squadra mobile hanno arrestato cinque spacciatori e sequestrato tre etti di cocaina, uno di hashish e 11mila euro in contanti. Lo ha riferito in una nota la questura del capoluogo lombardo, spiegando che lo scorso martedì sera, dopo averlo pedinato, gli agenti hanno fermato nei pressi di piazza Amati un 31enne pluripregiudicato macedone che aveva una dose da un grammo di coca nascosto nel calzino e nel portafoglio quasi tremila euro in contanti. Nella successiva perquisizione nella sua abitazione sono stati rinvenuti altri 50 grammi di “bamba” nascosti nell’armadio e un bilancino di precisione. Lo stesso giorno, a Trezzano sul Naviglio (Milano), a finire in manette è stato un 48enne pregiudicato italiano. Dopo averlo visto vendere circa 2 grammi di coca ad un automobilista, è stato bloccato: negli splip aveva nascosto altri 21 grammi della stessa sostanza e, nel portafoglio un’ulteriore dose pronta per essere venduta e un paio di grammi di hashish, oltre a 270 euro in contanti. Nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, invece, è stato arrestato un pusher tunisino già sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia per precedenti reati legati allo spaccio e alla misura dell’avviso orale. Fermato, dop averlo visto spacciare due palline di coca in zona via Farini, è stato trovato in possesso di altre otto dosi da mezzo grammo di cocaina ciascuna nascoste sotto la cintura dei pantaloni e 1.100 euro in contanti nel portafoglio. La perquisizione è stata così estesa alla sua abitazione dove, all’interno dell’armadietto del bagno, sono stati rinvenuti ulteriori 82 grammi di cocaina, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi. Giovedì sera, in zona Quarto Oggiaro, è stato arrestato un 46enne pregiudicato italiano sorpreso a spacciare nell’androne del palazzo dove vive in via Satta. Nel comodino della sua camera da letto aveva due sacchetti con 130 grammi di cocaina, un panetto di circa un etto di hashish, un foglio con la contabilità dello spaccio e un bilancino di precisione, mentre sul mobile della televisione, 10 dosi di cocaina già pronte e all’interno dell’armadio circa settemila euro in contanti. Ieri sera, infine, nell’ambito di un mirato servizio in zona Darsena è stato sottoposto a controllo un 31enne pregiudicato marocchino destinatario di una misura restrittiva per rapina, per cui deve scontare la pena di 2 anni e 2 mesi. Prima di essere condotto in carcere, è stato trovato in possesso di un telefono cellulare e di un bancomat rubati ed è stato quindi denunciato anche per ricettazione.

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Arrestati i rapper Baby Gang e Neima Ezza

Tre giovani, fra cui i due rapper, sono stati arrestati ieri da Carabinieri e Polizia, perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di 4 rapine commesse ai danni di ragazzi a Milano e a Vignate, nel Milanese. I due rapper sono Baby Gang e Neima Ezza.   Il provvedimento – si legge in una nota della Questura – dispone la misura cautelare in carcere nei confronti del rapper 20enne Z.M – alias baby Gang – e ai domiciliari per il 18enne S.D. e per il rapper 20enne A.E.Z., il marocchino Neima Ezza. Le indagini condotte dai militari della Compagnia Carabinieri di Pioltello e dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della Questura di Milano, confluite poi in un unico procedimento, hanno consentito di ricostruire gli episodi compiuti nei quali gli arrestati, avvicinando le vittime forti della superiorità numerica e delle minacce, si sono fatti consegnare denaro, gioielli e altri effetti personali. Le giovani vittime, in tre casi, presso le Colonne di san Lorenzo e in piazza Vetra, a maggio 2021, sono state bloccate e colpite con pugni al petto e con schiaffi prima di essere derubate delle rispettive collanine d’oro. A luglio, infine, a Vignate, due persone erano state avvicinate da due giovani, di cui uno armato, che avevano rubato loro denaro, auricolari e le chiavi dell’auto perché non li seguissero. Sono in corso ulteriori accertamenti per l’individuazione di eventuali complici e per valutare il coinvolgimento degli indagati in analoghi episodi verificatisi nell’area metropolitana del capoluogo. Per il ventenne Zaccaria Mouhib, alias Baby Gang, già protagonista di diversi fatti di cronaca e destinatario di numerosi provvedimenti giudiziari, la Questura di Sondrio aveva chiesto l’applicazione di una misura di ‘sorveglianza speciale’ per due anni. Nelle oltre 300 pagine di atti in cui vengono riportate tutte le varie accuse a carico del 20enne, è scritto che Baby Gang – arrestato e portato in carcere – è ‘un rapper’ molto ‘seguito dai giovani sui vari social network’ e ha ‘utilizzato la sua influenza per promuovere in zone aperte al pubblico delle riunioni non autorizzate che sono sfociate in scontri con le forze dell’ordine, creando in tal modo situazioni di serio pericolo per la sicurezza’. Il 10 aprile del 2021 a Milano, per ‘registrare un videoclip’ musicale con Neima Ezza, 20enne ora ai domiciliari, aveva radunato ‘circa 300 giovani’ nella zona di San Siro. E il tutto, poi, si era concluso con un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine. Tra il 2020 e il 2021, Baby Gang – il rapper più controverso della nuova generazione dell’hip hop italiano – è stato deferito per i reati di diffamazione e violazione della proprietà intellettuale, istigazione a delinquere, porto abusivo di armi, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E ha ricevuto fogli di via da Lecco, Milano, Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini e Bellaria Igea Marina.

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Due cinesi arrestati per sequestro e rapina

La Polizia di Stato ha arrestato, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. a seguito di richiesta del Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Milano dott.ssa Carlo Scalas, coordinato dal Procuratore Aggiunto dr.ssa Laura Pedio, due cittadini cinesi gravemente indiziati, unitamente ad altri due complici indagati per gli stessi fatti nello stesso procedimento penale, del sequestro di persona e di rapina ai danni di una quarantenne imprenditrice cinese, avvenuti a novembre 2020 in via Fioravanti a Milano. L’attività investigativa condotta dai poliziotti della Sezione Omicidi della Squadra Mobile ha consentito di ricostruire tutti i passaggi successivi al sequestro di persona, la fuga in Emilia-Romagna degli autori e la loro identificazione. Il 21 novembre 2020 una volante della Questura di Milano aveva soccorso in via della Moscova una signora in evidente stato confusionale che aveva al polso un braccialetto ospedaliero: la donna si era appena allontanata dall’accettazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli dopo un incidente automobilistico. La 40enne, dopo le cure mediche, aveva riferito in Questura di essere stata vittima, il giorno precedente, di un sequestro di persona e di una rapina a Chinatown ad opera di due suoi connazionali che l’avrebbero picchiata, legatole i polsi con del nastro adesivo, minacciata di morte con coltelli e pistole prima di obbligarla a rivelare il nome di un contatto che avrebbe provveduto ad effettuare un bonifico di 80mila euro dopo che i rapinatori avessero simulato di essere la signora; infine, l’avrebbero narcotizzata e si sarebbero allontanati rubandole anche i cellulari e le carte di credito. La donna, con evidenti segni di legatura ai polsi, aveva un ematoma frontale dovuto al sinistro automobilistico causato in zona Paolo Sarpi dallo stato confusionale in cui si trovava e che era stato determinato dalla sostanza che era stata costretta a bere. Ai poliziotti aveva aggiunto di essersi recata presso un’abitazione di via Fioravanti dopo un appuntamento con due connazionali, conosciuti solo via telefono, per effettuare un investimento finanziario da 50mila euro. Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile, dopo il sopralluogo svolto con la Polizia Scientifica nell’appartamento in cui sono state rinvenute tracce di sangue nella camera da letto, risultato affittato da una cittadina cinese a connazionali per incontri di affari, hanno consentito, attraverso l’analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona, di individuare la via di fuga degli autori e seguirne i successivi spostamenti in auto che, da via Bramante e via Sarpi, li hanno portati quel giorno stesso a Parma. L’attività investigativa che ne è seguita, supportata da intercettazioni telefoniche, ha portato i poliziotti della Squadra Mobile a individuare gli autori materiali del sequestro: si tratta di due cittadini cinesi, attualmente detenuti nella Casa Circondariale di Bologna per fatti analoghi commessi in quella provincia, e altri due complici loro connazionali. Gli elementi investigativi sono stati confermati dalle risultanze delle analisi, elaborate dagli agenti della Polizia Scientifica di Milano, dei profili del DNA campionati al momento del primo sopralluogo sulla scena del crimine che corrispondono ai due soggetti arrestati.

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Furti all’università: arrestati due ladri

La Polizia di Stato ha arrestato un cittadino cubano e uno argentino, entrambi 21enni e pregiudicati, per  furto pluriaggravato in concorso. Gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato Comasina, a seguito di un’attività investigativa finalizzata al contrasto dei reati di genere all’interno dell’Università Politecnico di Milano, si sono mimetizzati tra gli studenti per individuare eventuali responsabili di furto di zaini, pc portatili e tablet. I furti, aumentati nell’ultimo periodo e denunciati dagli studenti stessi alla Polizia, venivano perpetrati soprattutto ai piani composti da numerose aule studio, aule ristoro ed ampi corridoi con spazi comuni, nell’orario di pausa pranzo o nel periodo in cui gli studenti si concedevano la pausa. Gli agenti hanno individuato due giovani i quali, sempre con i telefoni cellulari nelle loro mani, si muovevano con una discreta disinvoltura tra i piani e hanno deciso di pedinarli. Infatti, poco dopo, i due, sempre in continuo e in costante contatto telefonico, hanno iniziato a scattare delle foto e a osservare l’interno di alcune aule studio al fine di poter individuare la vittima e gli oggetti da rubare. Girando tra i corridoi e alternandosi di posizione per individuare l’aula in cui vi fosse meno affluenza, uno si è posizionato  nei pressi dell’ingresso dell’Università per monitorare l’esterno dell’aula individuata per il colpo. L’altro, entrato all’interno dell’aula, si è avvicinato ai banchi, ha individuato uno zaino poggiato sul banco, l’ha aperto per controllarne il contenuto richiudendolo subito dopo e, con una mossa fulminea, l’ha indossato in spalla per poi lasciare l’aula. Dopo un cenno d’intesa con il complice che fungeva da palo, i due si sono diretti verso l’uscita dell’Università. Gli agenti li hanno bloccati e arrestati per furto pluriaggravato in concorso mentre, lo zaino asportato dall’aula, l’hanno restituito alla studentessa ignara del furto subito.

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