Nella mattinata di mercoledì 21 aprile, personale della Squadra Mobile di Roma e della Squadra Mobile di Milano, ha tratto in arresto il latitante Antonino Calì ricercato in quanto destinatario di un provvedimento definitivo di carcerazione per il quale deve scontare la pena di 29 anni e 8 mesi e 14 giorni di reclusione. Calì, il cui excursus delinquenziale è prolungato e di spessore, era stato arrestato l’ultima volta nel 2013 all’esito di una complessa ed articolata attività di indagine, nei confronti un’associazione operante in varie attività illecite, tra le quali, il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, le estorsioni, i reati contro la persona, il riciclaggio e il reimpiego di risorse economiche di provenienza illecita in attività imprenditoriali. Dopo un periodo custodiale in carcere, in alternativa a detta misura, nel mese di maggio 2018 aveva ottenuto la concessione degli arresti domiciliari da scontare presso la clinica “Villa Ardeatina” di Roma. Il 3 ottobre 2018, dopo aver manomesso il braccialetto elettronico che gli era stato inserito, era evaso dalla detenzione domiciliare facendo perdere le proprie tracce. Da allora si era reso irreperibile finchè nel 2020, le indagini della Squadra Mobile di Roma lo localizzavano in Spagna, precisamente a Valencia dove, in collaborazione con la polizia Spagnola, attraverso il coordinamento del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, si stava cercando di localizzare il suo preciso indirizzo. Recentemente però, l’attività investigativa ha registrato il suo sposamento dalla penisola iberica al paese natio, precisamente a Milano. Pertanto, sono iniziati, in collaborazione con la Squadra Mobile di Milano, i riscontri alla sua presenza in città, finchè il cerchio non si è ristretto alla zona di Porta Venezia: individuato il possibile appartamento in via Paolo Frisi, gli agenti delle due Squadre Mobili hanno cominciato dei servizi di osservazione ininterrotti per due giorni, appostandosi in una terrazza che affacciava dall’alto sul cortile condominiale, dominando tutti gli appartamenti disposti a giro di fronte all’atrio comune, con l’ausilio di telecamere e binocoli, fino al momento in cui nella mattinata del 21 aprile scorso, notavano un uomo dalle sembianze simili al ricercato uscire dal condominio e dirigersi a piedi verso la metropolitana. Di conseguenza veniva immediatamente pedinato e quando, prima dell’ingresso della fermata della Metro, si è ha avuta la convinzione che la sua identità corrispondeva a quella del latitante, gli operatori delle due Squadre Mobili lo hanno bloccato. L’uomo, uno volta resosi conto di trovarsi di fronte alle forze dell’ordine ha subito esclamato: “sono io….Antonino Calì”. Con sé aveva un documento falso, nello specifico una carta d’identità valida per l’espatrio intestata a Sergio CALÌ, nato a Roma il 16.11.1960, ivi residente, per il cui possesso verrà tratto in arresto. Inoltre, deteneva 1.200 €uro, che sono stati sequestrati, e documentazione aerea comprovante il suo arrivo da Valencia, nonché le chiavi di casa della sua abitazione iberica, trovati a seguito di perquisizione domiciliare della casa milanese in cui alloggiava, presa in affitto tramite un’agenzia immobiliare locale. Lunga e consistente la carriera criminale, romana, di Antonino CALÌ, iniziando già dal 1998 a trafficare con la droga ed a fare quindi i conti con la giustizia. Nel 1999 venne già condannato perché facente parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per il cui reato sconterà un lungo periodo di detenzione domiciliare, tornando libero nel 2003. Da quell’anno ricomincerà a trattare la droga, non disdegnando il perseguimento di reati contro il patrimonio, la frode, la ricettazione, finchè nel 2007 verrà arrestato per possesso di armi clandestine. Poi, una volta scarcerato per questo reato, riprenderà i suoi affari illeciti nel mondo degli stupefacenti, facendo parte di importanti associazioni finalizzate al traffico di droga, anche con i noti CASAMONICA, i GAMBACURTA ed i PELLE di Locri ma soprattutto col noto clan camorristico dei PAGNOZZI. Infatti, il provvedimento della Procura Generale presso la Corte di Appello di Roma, per il quale si arriva ad una pena di 30 anni, è stato emesso nel mese di maggio 2020, dopo aver computato tutte le pene detentive alle quali era stato condannato proprio per i reati associativi volti ad agevolare attraverso il traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti l’associazione mafiosa dei PAGNOZZI. In particolare è stato ritenuto responsabile: del delitto previsto e punito dagli artt. 74 co. 2 e 3 D.P.R. n. 309/90, 416 bis 1 C.P. (associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dall’aver agevolato un’associazione di stampo mafioso) per essersi associato con altri correi, in numero superiore a dieci, armati, al fine di commettere più delitti di traffico illecito di sostanze stupefacenti ed, in particolare, per avere detenuto e ceduto ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana, parte dei quali sottoposti a sequestro. Associazione dotata di una stabile organizzazione, di un’ampia dotazione di mezzi e di risorse finanziarie ed armi, caratterizzata da una rigida ripartizione dei compiti e con stabili collegamenti operativi sul territorio. In particolare, CALI’ Antonino con il ruolo di coordinatore delle attività di approvvigionamento, stoccaggio e custodia dello stupefacente successivamente rivenduto dall’associazione. del delitto previsto e punito dagli artt. 110, 81 co. 2 c.p., 73 co. 4 e 6 D.P.R. n. 309/90, 416 bis 1 c.p. (concorso in traffico illecito di sostanze stupefacenti continuato con l’aggravante dell’aver agevolato un’associazione di stampo mafioso) per avere, concorso con altri correi, in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, acquistato illecitamente sostanza stupefacente per un peso pari a kg 40, commettendo il fatto al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “clan PAGNOZZI”. del delitto previsto e punito dagli artt. 110, 81 co. 2 c.p., 73 co. 4 e 6 D.P.R. n. 309/90, 416 bis 1 c.p. (concorso in traffico illecito di sostanze stupefacenti continuato con l’aggravante dell’aver agevolato un’associazione di stampo mafioso) per avere, in concorso con altri correi, in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, ceduto illecitamente sostanza stupefacente, commettendo il fatto al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “clan PAGNOZZI”. del delitto previsto e punito dagli artt. 110 c.p., 73 co. 4 e 6, 80