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Berlusconi tradito dal nuovo partito “alternativo alla Lega, ma con Salvini”

di Biagio Maimone (Caporedattore Agenpress.it) – Il paradosso della politica italiana trova il suo culmine nell’articolo pubblicato dal quotidiano Libero, intitolato “Forza Italia, la scissione: addio a Berlusconi, i nomi del nuovo partito. Pressioni su Mara Carfagna leader“. Nell’articolo, infatti, si legge che l’obiettivo dei forzisti delusi o meglio dei “voltagabbana”, quelli che solo qualche mese fa venivano considerati i fedelissimi, è quello di costituire un nuovo partito alleato con Salvini, ma alternativo alla Lega. Che Significa “Con Salvini, ma alternativo alla Lega”? Nell’articolo si legge, inoltre: “una sorta di polo moderato senza Silvio Berlusconi con dentro tutti i delusi azzurri che non vogliono morire salviniani“. Capirne il significato vuol dire essere davvero bravi ! Moderati, ma con Salvini? Ma chi volete prendere in giro? Dovrà essere costituito un polo moderato quale contenitore politico dei delusi, ma non si è capito se delusi da Salvini o da Berlusconi, il quale  ha scelto, partecipando alla manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma, di rimanere nel centrodestra con Salvini e Meloni. Tale polo sarà, contraddittoriamente, alleato con Salvini, ma contro Salvini, capeggiato da Mara Carfagna antisalviniana e antisovranista, come è stata definita in questi ultimi mesi: decisioni che sembrano sortiti dal delirio, dalla scissione della personalità. Non abbiamo capito quale sia la differenza di questo nuovo soggetto politico rispetto a Forza Italia. L’unica cosa che ai lettori appare evidente è che i cosiddetti delusi non sono delusi dal fatto che Silvio Berlusconi ha stretto una forte alleanza con Salvini e con la destra sovranista, ma sono delusi solo da Silvio Berlusconi,  il quale non ha più nulla da offrire. “Se Forza Italia sta con Salvini, io me ne vado” è stata la frase pronunciata, quasi tutti i giorni, dai sedicenti delusi forzisti, dai cosiddetti pseudo-moderati , antirazzisti, antisalviniani e antisovranisti dell’ultima ora. In realtà il problema era costituito solo dalle candidature, ossia dalla preoccupazione di perdere il loro posto al sole qualora il governo dovesse cadere. Ed ecco un’altra trovata geniale: creare un gruppo politico alternativo alla Lega, ma che si allea con Salvini. Mi pare un vero paradosso ed anche una farsa. L’obiettivo di questo nuovo gruppo politico, che dovrebbe essere capeggiato da Mara Carfagna, proprio da lei, insieme a Giovanni Toti, l’amicone di Salvini, è quello di essere alternativo alla Lega? Ma la Lega, cari delusi, è di Salvini. La Lega è sovranista e allearsi con Salvini significa, per questo nuovo soggetto politico, a quanto pare assai “curioso”, essere sovranisti. E le affermazioni, pronunciate, in questi giorni, da chi si riteneva antisovranista come Mara Carfagna e come gli ex democristiani Cesa e Rotondi, che fine hanno fatto? Sembra un film di fantascienza dal titolo “Alla ricerca della seggiola perduta“, ossia del posto in Parlamento che si ha paura di perdere. Mi pare evidente che essi, i delusi forzisti, vogliano conservarlo, visto che ormai ad esso sono affezionati e per conservarlo, alla faccia della tanto declamata coerenza politica, bisogna fare di tutto, anche raccontare “balle” agli italiani. Cari delusi, ritenete gli italiani davvero stupidi? Cosi scarso rispetto avete dei cittadini  italiani?  Salta subito agli occhi che l’unico soggetto che si vuole “far fuori” è proprio il Presidente Berlusconi, il quale, a quanto pare, non è più in grado di offrire seggiole a nessuno: chi  può offrire seggiole è, per il momento, solo il sovranista Salvini, quello da cui, come  si afferma nelle televisioni e nei giornali, occorre prendere le distanze, il quale, tuttavia è l’unico che potrà offrire scranni al Parlamento e con il quale è giocoforza doversi alleare per conservare il proprio posticino al potere, dal quale scaturisce il  “fannullismo” che viene lautamente retribuito da noi poveri italiani. Spero solo che Mara Carfagna e Gianfranco Rotondi non finiscano dentro questo nuovo soggetto politico e sappiano essere coerenti, per il bene dei moderati e dei meridionali, che sperano ancora nel loro contributo per la costituzione del movimento Sudisti Italiani, che comunque, aldilà della loro adesione, nascerà. Difatti, siamo di fronte ad una nuova pagina della storia della politica del nostro Paese, nella quale sarà scritta e ratificata la verità , la giustizia ed il rispetto del popolo, tanto preso in giro dall’attuale classe politica attaccata bramosamente al proprio potere personale e così lontana dal fare il bene comune.

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Berlusconi e “De Gasperi” scendono in piazza con la destra e l’estrema destra

di Biagio Maimone – Berlusconi ha annunciato di voler partecipare, in prima persona, alla manifestazione in Piazza San Giovanni promossa da Matteo Salvini contro il Governo Conte. All’interno del partito Forza Italia, tale annuncio, ha creato fratture che appaiono insanabili. L’ala sovranista e “nordica” del partito azzurro, infatti, sembra avallare il leader del carroccio Matteo Salvini e anche Giorgia Meloni, il cui partito Fratelli d’ Italia sembra sia diventato la nuova casa di molti forzisti “voltagabbana” i quali hanno cambiato casacca nella disperata ricerca di un posto al sole; mentre l’ala meridionale e “meridionalista”, così definita perché al suo interno vi sono esponenti nati nel Sud Italia, considera la partecipazione all’iniziativa “salviniana” una follia, un gesto suicida che cestina 25 anni di storia del partito Forza Italia nella spazzatura. Berlusconi, la scorsa settimana, ha dichiarato, in un suo intervento pubblico, di considerarsi il continuatore ideologico di Alcide De Gasperi , affermando: “ essendomi confrontato con tutti i suoi scritti, considero di essere un suo legittimo erede“. Se così è, nasce spontanea la domanda del perché egli stia insieme a Salvini e Meloni lontani anni luce dal pensiero di De Gasperi, il quale era antifascista e cattolico e, soprattutto,  ci si chiede  perché, se dice di essere il suo prosecutore con cui si immedesima, lo fa scendere in piazza con Casapound che ha annunciato di partecipare alla manifestazione. De Gasperi potrebbe rivoltarsi nella tomba. Ed, inoltre, perché Berlusconi, se dice di essere il legittimo erede del  fondatore della Democrazia Cristiana, non abbandona il duo sovranista e non si posiziona al centro creando i presupposti per la rinascita di una corrente di pensiero liberale certamente, ma soprattutto democratica? Non vi è dubbio che il pensiero politico degli esponenti della Democrazia Cristiana, che ha governato l’Italia dal  dopoguerra fino a qualche decennio fa, è molto distante dal  pensiero a cui si ispirano i sovranisti. La Democrazia Cristiana, piace o non piace, insieme alla sinistra e ai socialdemocratici, ha generato benessere per il nostro Paese mediante politiche del lavoro e politiche economiche ispirate dal principio di solidarietà e di cooperazione, che ha favorito la crescita dell’Italia e, perché no, anche l’affermarsi di una forma di “pragmatismo” liberale. Sono, perciò, nate in Italia, grandi aziende, che hanno consentito la crescita economica e lo sviluppo sociale della nazione. L’affermarsi dei principi democratici e cattolici in Italia ha offerto anche allo stesso Berlusconi, grazie anche al  Partito Socialista  guidato da Bettino Craxi, che certo sovranista non era, la possibilità di diventare un imprenditore di spicco. Il pensiero democratico e sociale della Democrazia Cristiana, con il contributo del pensiero dei socialdemocratici, ha garantito il proliferare del lavoro, il diritto alla casa agli italiani, nonché i più rilevanti ed imprescindibili diritti civili ed umani, tra cui il diritto di essere uomini liberi di esprimere il proprio pensiero. Alla luce di tali riflessioni riteniamo equo che  Berlusconi  guardi con attenzione a ciò che sta verificandosi nel Meridione d’Italia, in cui stanno creandosi i presupposti per la nascita di una nuova Democrazia Cristiana (vedi l’impegno di Gianfranco Rotondi) ed in cui sta nascendo un movimento politico pro Meridione di stampo sociale, con l’intento, secondo  alcuni, di  togliere di mezzo la Lega, la quale, anche  nel Sud Italia, sta per mettere radici.  Ora il Sud Italia potrebbe fare affidamento su un movimento meridionalista e qualcuno già esclama: “Salvini avrà pane per i suoi denti”. C’è chi afferma che ai meridionali piacerebbe alla guida del Movimento pro Sud, oltre a Rotondi, anche l’Onorevole Mara Carfagna, da sempre impegnata per la difesa del Meridione e contraria dalla partecipazione di Forza Italia alla manifestazione di domani contro il Governo Conte. Si tratta, per il momento solo di una ipotesi, che al Sud sperano diventi realtà molto presto. Tuttavia, l’obiettivo dei meridionali non è abbattere la Lega, ma partire dal Sud per ricostruire il nostro Paese. Ne consegue che la terre del mezzogiorno d’Italia, serbatoio di voti, non saranno più in vendita e che i poteri  forti , dominatori incontrastati da anni su tali territori,  residenti nelle regioni del Nord,  ora dovranno confrontarsi con i meridionali.

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Cinquantamila sfumature di miopia politica

Cinquantamila sfumature di miopia politica. A Milano si festeggia o si trova il modo di festeggiare nonostante gli unici a poter brindare a cuor leggero siano i leghisti e in parte Fratelli d’Italia. I più assurdi di tutti sembrano i dem: sono contenti di avere sempre gli stessi elettori (in numeri assoluti non sono cresciuti dalle ultime elezioni) e soprattutto di confermarsi partito fighetto: festeggiano perché sono avanti di parecchi punti rispetto alla Lega, ma questo vantaggio su Milano si traduce in cinquantamila voti. Cinquantamila sfumature di miopia politica diremmo noi: avete contro un partito guidato da Matteo Salvini, , forte di due milioni di preferenze personali, e gioite per cinquantamila voti di vantaggio? Le grandi opere sono in ritardo quasi romano (la metro 4, ad esempio, doveva essere finita tutta entro il 2015), il bilancio è talmente messo male da dover aumentare ancora il biglietto Atm, nelle periferie vi odiano e voi festeggiate? Per gli amici della Lega è comunque una buona notizia, perché invece loro ci sono nelle periferie e si occupano di far aggiustare marciapiedi, aumentare i controlli, avviare nuovi servizi e via dicendo. Lavorano anche se non sono in centro, per quelle persone senza istruzioni che gli house organ democratici si divertono a sbeffeggiare perché hanno la terza media. Ai suoi inizi la sinistra voleva dire proprio stare dalla parte di chi non capiva un tubo, o al massimo solo quello. Oggi il campione è Pisapia, ricco figlio di ricchi, con la parlata da salottiero, ma che ci piace tanto perché è sempre stato molto rosso. Dentro. Nelle sue magioni il popolo ci è entrato solo come cameriere o pulisci cessi, ma tant’è. Vale forse un sesto dei voti di Salvini, ma festeggiano. Pisapia, Sala, nessuno che venga dal Giambellino. Queste periferie, che il sindaco Sala conosce così bene da farsi i selfie con i capi famiglia di chi gestisce il racket delle occupazioni abusive, in fondo alla sinistra odierna non piacciono. Ma nelle cinquantamila sfumature di miopia politica non c’è solo il Pd: Forza Italia ha tutte le sue responsabilità. I casi Tatarella e Altitonante sono stati senza dubbio una mazzata importante, ma tra capigruppo in Consiglio comunale e coordinamento cittadino non mancano ulteriori responsabilità. E sempre parlando di quelli che consideriamo altri yes man senza futuro, il pesce puzza dalla testa: sono i piani alti del partito ad aver clamorosamente cannato tutte le scelte possibili. Erano così concentrati sullo spartirsi il potere riflesso rimasto da non capire che stavano andando a sbattere. Hanno perseverato sulla strada sbagliata e inevitabilmente hanno trovato il diavolo. Il caso Sardone è stato solo uno degli esempi lampanti della capacità ormai persa di gestire le risorse: perché non trovare il modo di valorizzarla? Perché se uno brilla troppo, magari oscura gli altri. Un ragionamento da cinquantamila sfumature di miopia politica che fa capire quanto gli attuali dirigenti non siano adatti a governare: se non sanno gestire al meglio le risorse di un partito passato ormai alla cifra singola, come potrebbero mai guidare una potenza economica? Per di più in un momento di fragilità. Per il partito ormai centrista è il momento di una seria riflessione. I nomi forti sono spariti verso altri lidi e probabilmente gli ultimi li seguiranno a breve. Nel complesso, la politica milanese ad eccezione di Matteo Salvini sembra messa come le sue squadre di calcio: ci sono ancora dei tifosi, ma ormai si accontentano di risultati buoni per provinciali come la Fiorentina. Finché non ritroveranno buoni comandanti e la fame che ora hanno altri partiti, non vinceranno più niente se non buoni piazzamenti in classifica.  

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Tutto come previsto

Tutto come previsto. Il primo dato delle elezioni europee 2019 in Italia è che per una volta le previsioni erano azzeccate. Matteo Salvini è andato talmente bene che forse batterà il record storico di Berlusconi, i Cinque Stelle confermano di aver perso gran parte dei loro sostenitori (circa sei milioni in meno), Forza Italia vive ancora ma con percentuali che ricordano più l’Udc  quando andava bene, il Partito Democratico conferma di avere un solido zoccolo elettorale (il numero dei votanti è all’incirca uguale a quando c’era Renzi), Fratelli d’Italia avanza e entra definitivamente tra i partiti rilevanti, tra chi non è passato fanno capolino anche in Italia i Verdi. Per una volta dunque è andato tutto come previsto. Ora in tanti tremano perché il sovranismo in Italia, cioè Lega e Fratelli d’Italia, contano più del 40 per cento. Matteo Salvini ha tutto in mano: in Parlamento al momento è la minoranza della forza di governo e in tanti pensano che forse gli converrebbe tornare alle urne anche in Italia per confermare il risultato. Ma in fondo perché dovrebbe? E’ già nel palazzo dove voleva arrivare, esporsi ora chiedendo la presidenza del Consiglio potrebbe voler dire farsi del male da solo. A breve finirà il settennato di Sergio Mattarella, lasciateci dire che sarebbe anche ora essendo stato pure peggio del già pessimo Napolitano, e il governo del cambiamento potrebbe dunque mettere qualcuno non ex Pd (o di quell’area) sul colle più alto. Fossimo in Salvini metteremo proprio Salvini. A quel punto avrebbe il controllo anche del Parlamento, ma Salvini non può. Limiti d’età. Dunque, come gli consigliava qualcuno dei suoi, ora potrebbe essere il momento di stare dentro il Ministero a lavorare. Portare a casa altri risultati, eleggere un nuovo presidente della Repubblica e tanti altri piccoli passi per rafforzarsi nelle istituzioni dove in tanti ancora non lo apprezzano. Forza Italia cosa farà? Toti lascia, ma lo sapevano già tutti. Quanti pezzi confluiranno in Fratelli d’Italia? Meloni ha dimostrato di avere testa e consistenza. Qualcuno si sposterà nel Pd, ma anche di questo si parla ormai da anni e saranno comunque in difficoltà a passare a sinistra. C’è un certo caos in arrivo, dunque. Ancora una volta: tutto come previsto.  

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Silvio Berlusconi ha votato in via Scrosati

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha votato per le elezioni europee, nel seggio allestito presso la scuola media di via Scrosati, nel quartiere Lorenteggio. L’ex premier ha atteso il suo turno in coda nel corridoio del seggio e, nel frattempo, ha salutato alcuni cittadini, stretto mani e fatto selfie e foto. Poi è entrato a votare nella cabina elettorale e all’uscita ha ringraziato fotografi, operatori video e giornalisti dicendogli: “A tutti voi grazie e buon lavoro“. Prima di lasciare il seggio Silvio Berlusconi ha parlato con i giornalisti spiegandogli che “sono venuto qui a votare perché per tanti anni sono stato qui con la mia mammina a votare. Sono un sentimentale“. A chi gli ha fatto notare che non era registrato al seggio Berlusconi ha detto: “un candidato può scegliere dove andare a votare e io ho scelto il ricordo“. ANSA  

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