biagio maimone

In autunno nasce il partito dei Sudisti?

di Biagio Maimone  – Come riportato dal quotidiano affaritaliani.it, l’ autunno potrà essere la stagione del rinnovamento degli equilibri politici, che vedrà, altresì,  la nascita di  una nuova formazione politica al Sud, definita “I Sudisti”, voluta da giornalisti, filosofi, economisti e imprenditori del Sud Italia. Sarà un partito politico i cui volti  saranno assolutamente “immacolati e vergini”, mai visti sulla scena politica nazionale, con molta probabilità guidati da un personaggio nato nel meridione o,  forse, dall’attuale Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che nutre amore per la causa del Mezzogiorno d’Italia.  Sarà una novità politica attesa con entusiasmo dal popolo meridionale, stanco di essere bersaglio di una certa stampa e della mentalità offensiva e denigratoria di alcuni personaggi, fautori del primato del Nord Italia da più di mezzo secolo.  Il nuovo partito si prefigge l’intento primario di creare lavoro  nel Sud del nostro Paese, detassando e facilitando chi si propone di fare  impresa nel  Mezzogiorno, abbattendo, altresì, il sistema colluso con la mafia. D’altra parte, il  Sud Italia è finalmente onsapevole di poter rispondere al potere economico del Nord Italia grazie al fatto che sta per divenire terra di conquista da parte di investitori  italiani e stranieri (vedi Cina, Russia, Emirati Arabi…) che hanno già puntato gli occhi sui territori del Sud Italia in quanto territori ancora “vergini”, in cui, per tale ragione, è proficuo porre le basi per la creazione di una nuova forma di economia. Investire su territori depressi sembra essere l’orientamento dei grandi centri di potere monetario globale che, come è noto, investono dove si può costruire ( e non dove è già costruito), sicché l’economia a  cui essi daranno vita possa trovare  la strada spianata.  In tal modo, il Mezzogiorno italiano, terra ancora da esplorare, nel giro di un decennio, potrebbe divenire una delle Regioni economicamente più forti del mondo. Il Partito politico “I Sudisti”, pertanto, parte da ottime premesse, tali da portare via consensi al M5S, oltre al seguito di votanti, che già si è esplicitato, che attende con gioia l’avvio della sua attività politica”

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Papa Francesco, un cuore innamorato di Dio

di Biagio Maimone – Papa Francesco, un cuore innamorato di Dio. Non è facile comprendere la sofferenza umana a tal punto da volere che ad essa si offra sollievo. E’ indubbio che occorra un cuore grandioso, un cuore innamorato di Dio. È incoraggiante sapere che vi sono tante donne e tanti uomini, nel deserto dell’umanità, che hanno un cuore grandioso, innamorato di Dio e fra essi vi è Papa Francesco, che è un uomo che appartiene alla storia umana, la cui finalità è Dio. Fermamente convinto che la parola di Dio sia la Via, la Verità e la Vita egli la trasmette con vigore e passione, fervente a tal punto da far riflettere anche gli atei. Non è piaggeria affermare che Papa Francesco, uomo coraggioso del nostro tempo e non solo uomo della Chiesa, manifesta il coraggio della Fede e lo fa quando si rivolge a coloro che, senza scrupoli, senza mezze misure, inseguono ed afferrano, con avidità irrefrenabile, i beni materiali, incuranti di calpestare ed annientare i propri simili pur di arricchirsi sempre più. Parlare di umanità e di amore rappresenta sempre una sfida e lo è ancor di più quando si parla ad una società civile nella quale domina, ormai indisturbato, il processo di globalizzazione, simile ai grandi eventi che hanno scombussolato la storia umana e la vita dell’uomo, come lo sono state le guerre. La società civile è, senza dubbio, ormai disgregata, in quanto le regole preesistenti all’avvento della globalizzazione valgono poco o quasi nulla, ma è certo che l’amore unifica e, pertanto, non è vano alcun messaggio che incita all’amore e alla fratellanza, che sono l’anelito più profondo degli uomini di buona volontà e non solo dell’umanità errante, che è uno dei fenomeni più strazianti scaturiti dal processo di globalizzazione, proprio in quanto coinvolge l’essere umano rendendolo oggetto e non più soggetto. I tanti morti, anzi troppi, per annegamento nel Mar Mediterraneo, trasportati da barconi malfermi, sembrano richiamare il ricordo dei crimini contro l’umanità. Ritorna sulla scena della storia umana la sofferenza innocente di interi popoli, che sembrava ormai un lontano ricordo. Ed ecco il pianto di Dio: chi non lo scorge è certo che non abbia un’anima.  Lo dice Papa Francesco nei suoi messaggi accorati incitanti al rispetto della dignità umana. Papa Francesco sa di parlare ad una coscienza sonnecchiante, ma non desiste. I barconi affondano e continuano ad affondare. I poveri aumentano e continuano ad aumentare. Papa Francesco continua ad esortare ed esorta sempre più. Le donne, che hanno combattuto per la loro emancipazione, vedono e subiscono ancora tanta violenza, anzi ancor più che nel passato. Uomini senza scrupoli le deridono, le mortificano, tolgono loro la vita, ne mercificano il corpo sui marciapiedi sporchi. Ed ecco che Papa Francesco continua ad esortare e lo fa con la speranza di chi si affida a Dio.  A favore delle donne Papa Francesco ha dedicato uno dei suoi più accorati messaggi. L’eco delle sue parole travolgenti non finirà di bussare alle coscienze degli uomini violenti che le rendono schiave fino a quando essi non apriranno le porte del loro cuore inaridito. Papa Francesco è certo che aspiri a voler ricreare la cultura della vita, la cultura della legalità, la cultura dell’accoglienza, della solidarietà in un contesto in trasformazione, che, proprio in quanto tale, ha posto ai margini tutti quei valori, senza i quali non esiste la vita, ma la morte. Si può definire l’epoca attuale come l’epoca delle grandi contraddizioni: grandiosi grattacieli e persone sporche e maleodoranti sui marciapiedi. Da un lato, tanta ricchezza e, dall’altro, tanta crudele miseria. Non si può non riconoscere che il materialismo imperversa sempre più in tutte le nazioni del mondo creando miseria, illegalità, nonché torpore delle coscienza e della sensibilità umana. Papa Francesco ascolta lo strazio dell’anima di un uomo ormai solo sulla scena dell’esistenza, la cui coscienza sembra essere divisa a metà, proteso nel nulla dei valori umani e l’ardente desiderio di esserne espressione, perché indiscutibilmente figlio di Dio. A quest’uomo lacerato parla papa Francesco, incitandolo a cogliere dentro di lui la presenza di Dio e a vivere come Dio gli chiede. Papà Francesco ripete costantemente a quest’uomo infelice che, solamente se ascolterà la voce di Dio che vive in lui, sarà meno solo e triste, saprà tendere la mano al fratello più povero, rispettare ed amare veramente le donne, portatrici della vita e della pedagogia della vita, impedire le ingiustizie sociali, impegnarsi per la vera emancipazione umana, saprà sostituire Dio al vile denaro che vorrebbe dominare la coscienza di ogni uomo. Papa Francesco, uomo della Chiesa Cattolica e uomo della storia, con il vigore del suo impegno cristiano, dimostra che solo una coscienza umana rinnovata potrà ricreare le condizioni perché la cultura della vita rinasca come la natura a primavera.

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I furbetti del cartellino sono il risultato del sistema politico corrotto e del potere occulto

di Biagio Maimone – I cosiddetti “furbetti del cartellino”agiscono, molto spesso indisturbati, quasi esclusivamente nel settore pubblico sia nel Sud Italia, sia nel Nord Italia.Il lavoro è un valore per ogni essere umano, in quanto determina il suo reale ed indiscutibile inserimento sociale. Il disoccupato, infatti, resta ai margini della vita sociale. Ciò sfugge a quanti nella Pubblica Amministrazione ricorrono ad ogni tipo di escamotage per lavorare poco o niente, proprio in quanto certi di essere comunque retribuiti alla stessa stregua di chi adempie il proprio dovere lavorativo con onestà.Nel settore privato non vi è dubbio che tale fenomeno non si riscontra o se mai  dovesse verificarsi viene arginato con provvedimenti ben precisi. Non lavorare nei termini previsti dal contratto di lavoro rappresenta, difatti, una trasgressione molto grave, punita con il licenziamento.Così dovrebbe essere anche nel settore pubblico, che, proprio in quanto espressione dello Stato italiano, dovrebbe essere testimonianza del valore del lavoro, nonché dell’adempimento dei doveri ad esso connessi. I furbetti del  cartellino non sanno che la vita morale e la vita lavorativa sono strettamente correlati e che non vi è lavoro se non vi è adempimento delle regole etiche che lo definiscono. Essi non sanno che se si percorre il corso della storia si osserva che le conquiste dei diritti del lavoratore sono frutto di dure battaglie che hanno visto il sacrificio di uomini e donne di alto spessore morale ed umanitario.I furbetti del cartellino offendono la memoria di chi ha permesso che vi fosse un lavoro equamente retribuito e non schiavizzante.Nel Sud Italia si riscontra il più alto tasso di coloro che non timbrano il cartellino personalmente, ma delegano ad altri tale compito. Dove sono realmente questi lavoratori? Non certamente sul posto di lavoro, ma altrove. Essi percepiscono ugualmente la retribuzione pur essendo assenti. Tale grave problematica vede partecipi più soggetti: coloro che delegano ad altri la timbratura del proprio cartellino, coloro che timbrano il cartellino di persone assenti e coloro che amministrano tali lavoratori. Desidero sottolineare che, in quanto meridionale ed anche meridionalista, nutro un profondo rammarico in merito. E’ ben noto a tutti che nel Sud Italia sono poche le realtà lavorative e le persone che lavoravano possono essere considerate privilegiate. La maggior parte dei lavoratori del Sud Italia presta la propria attività lavorativa nella Pubblica Amministrazione, le cui sedi lavorative percorrono in lungo ed in largo l’intera penisola italiana. Accedere nell’organico lavorativo della Pubblica Amministrazione può essere considerata un’impresa facile: non è così. Difatti, è vero che vi siano vincitori di concorso altamente qualificati e scolarizzati, ma è anche vero che vi è stata la via facile all’accesso da parte di molti .  La Pubblica Amministrazione ha assorbito molta manodopera per via di numerose leggi dello Stato che destinavano una quota delle assunzioni alle fasce deboli, alle Regioni più povere, per sanare la depressione economica e sociale di alcune città, i cui ghetti dovevano essere risanati. E’ vero anche che  raccomandazioni e facilitazioni siano stati profusi per il fenomeno politico dei cosiddetti “voti di scambio”. C’è da chiedersi , pertanto, quale cultura del lavoro abbia  animato ed animi coloro che sono stati i destinatari di tali prerogative giuridiche e politiche. L’assenteismo e le furberie varie hanno una loro giustificazione che – ahimè – scaturisce da alcuni atteggiamenti erronei della vita politica. E che dire , poi, dell’aiuto del “padrino” di turno? Quale filosofia della vita lavorativa può esserne scaturita? La risposta la danno proprio i cosiddetti “furbetti del cartellino”.

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La Piazza di Affaritaliani.it seconda edizione. La politica italiana ritorna a Ceglie Messapica, nel salotto a cielo aperto di Angelo Perrino

Nel cuore del borgo antico di Ceglie Messapica, nel Salento, in un salotto allestito a cielo aperto, anche quest’ anno ritorna l’arena politica “La Piazza”, seconda edizione, condotta da Angelo Perrino, direttore di affaritaliani.it, il quale incontrerà gli esponenti più rappresentativi del mondo politico italiano. Saranno tre giorni, dal 30 agosto al 1 settembre, di confronto intenso, che vedranno la partecipazione di Matteo Salvini, di Luigi di Maio, di Matteo Renzi, di Alessandro Di Battista e di Pierre Moscovici, pronti ad essere intervistati da Angelo Perrino il quale può essere considerato il pioniere del giornalismo nella rete. Il suo quotidiano affaritaliani. it, difatti, oltre ad essere un’autorevole fonte di informazioni e notizie “che non fa sconti a nessuno”, come ha dichiarato Matteo Salvini, è tra i quotidiani online più consultati in assoluto. La piazza di Ceglie Messapica, che lo scorso anno ha visto la presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si anima nuovamente con il dibattito, ricco di preziosi contributi informativi, a cui le personalità politiche presenti e il Direttore Angelo Perrino daranno vita. Perrino chiederà ai suoi ospiti cosa, realmente, è cambiato rispetto a un anno fa e se l’intesa Salvini-Di Maio resisterà agli scossoni dello scenario politico. Ampio rilievo sarà, inoltre, attribuito alla trattazione dei temi inerenti la politica europea. La piazza di Ceglie Messapica non sarà solo la sintesi degli accadimenti politici dell’anno in corso, ma anticiperà , nel contempo, la nuova stagione politica che ripartirà, con vigore, dopo il periodo estivo e che si preannuncia ricca di sorprese.

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Immigrazione o umanità in fuga? Cosa si nasconde realmente dietro tale fenomeno?

di Biagio Maimone – Quando si difendono i diritti umani non ha senso essere considerati  buoni o “buonisti”, di destra o di sinistra, come fanno alcuni giornali ed alcuni partiti politici, in quanto è, senza alcun dubbio, un dovere di natura morale e spirituale difendere la dignità umana di chi diviene oggetto di sopraffazione e di ingiustizie. Tale dovere è certo che alberga nel cuore delle persone guidate dal senso di giustizia e dai sentimenti umani verso il prossimo e non può essere etichettato con definizioni partitiche. La vita è un dono, sia per i credenti di qualsivoglia religione, sia per chi non lo è: per tale ragione essa deve essere difesa da chiunque la minacci. Ogni essere umano non può che nutrire e manifestare il proprio anelito di miglioramento della propria esistenza quando essa è resa difficile dagli eventi della vita. E’ un diritto difendere la propria vita dall’ingiustizia sociale. Non si può negare che difendano il valore della propria vita tutti coloro i quali, su barconi insicuri, sfidando il mare, approdano nei porti della nostra nazione, per trovarvi accoglienza. Essi affermano di essere fuggiti dai loro territori di origine per evitare la schiavitù, la violenza e la morte. Ci chiedono di dar loro la vita. Non possiamo non accogliere il loro grido di dolore e tendere loro la mano.Essi chiedono di divenire cittadini di una terra che consenta loro una esistenza dignitosa, non più profughi ma cittadini. Colpiscono i bambini, i quali affrontano tante traversie con la forza che solo l’innocenza dell’infanzia sa donare. Essi ignorano l’esistenza dei muri, delle barriere, del razzismo. Che fare allora? Lasciamoli sognare e gioire del calore dell’accoglienza, tendendo loro le braccia. Facciamo in modo che lascino alle spalle quel mare tempestoso e le tragedie che pervadono le loro terre di origine. Diamo loro un domani colmo di speranza. Non possiamo, tuttavia, evitare di osservare il fenomeno dell’immigrazione con spirito critico, proprio in quanto si configura come un immenso movimento senza precedenti nella storia dell’umanità. Per tale motivo ci chiediamo: “Che cosa,  effettivamente, determina tale spaventoso fenomeno che,  impropriamente,  viene definito immigrazione , ma che sarebbe equo definire “umanità in fuga?”Si tratta solo di fuga dalla guerra, dalla violenza, dalla povertà? Certo è ancora presto per dare una risposta che, solo il corso della storia,  potrà fornire.

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Il reddito di cittadinanza? Una misura “palliativa” per i meridionali

di Biagio Maimone – Si può affermare, senza paura di essere smentiti, che la questione meridionale, oggetto di accesi dibattiti politici, nel corso di lunghi decenni, resta ancora aperta. Pagine di storia percorse dall’anelito all’unificazione di due territori, il Nord e il Sud Italia, espresso da eminenti politici, filosofi e storici , testimoniano una crepa mai risanata presente nella penisola italiana. Testimoniano, anche, da un lato, la lontananza dello Stato italiano dal Sud Italia, dall’altro, la responsabilità del popolo meridionale rispetto ad una presa di posizione incisiva relativamente al proprio sviluppo socio-economico, nonché politico. Pertanto, non si può negare che la questione meridionale interpelli le coscienze sia dello Stato italiano, sia del popolo meridionale, che ha dimostrato palese disinteresse rispetto alla propria emancipazione. Perché tanto disinteresse? Ad un’analisi approfondita di carattere storicistico tale disinteresse sembra non essere nato dal caso. Per comprendere il fenomeno nella sua profondità occorre domandarsi : ” A quale potere rispondeva il popolo meridionale ? Forse non allo Stato italiano ? Ed, inoltre, a chi chiedeva di essere rappresentato ? Forse non allo Stato italiano?”. Certamente, vi era e vi è un altro potere non manifesto a cui le popolazioni del Sud Italia facevano e fanno ancora oggi riferimento. E’ la cosiddetta “mafia”, se, in tal modo, vogliamo definire l’esistenza di un potere contrapposto allo Stato italiano, ossia quel potere che ha in mano le sorti del Sud Italia. Difatti, storicamente e politicamente, appare un paradosso che lo Stato italiano abbia lasciato l’Italia divisa in due, proprio in quanto la penisola italiana è troppo piccola. Dal sorgere della Costituzione italiana l’intento di secessione sembra avere il sopravvento sull’intento unificatore del Nord e del Sud Italia. Per alcuni le ragioni di tale divisione sembra possano ricercarsi nell’ambito delle diverse culture che sorreggono la mentalità del popolo del Nord rispetto al popolo del Sud, ossia il pragmatismo , la voglia di fare, l’impegno concreto del Nord contro una visione della realtà in termini di fatalismo, propria del Sud, che attribuisce la propria rappresentanza a soggetti il cui potere, senz’altro rilevante, non è formalizzato, ma agisce sotterraneamente in quanto ne trae benefici di immensa portata. Ma la mafia non è la mafia di alcuni anni fa. Neppure si può definire ancora mafia. Il potere occulto si è emancipato e vuole governare alla luce del sole in quanto ha raggiunto gli scranni del potere politico ed economico che è il vero potere. La mafia non esiste più, esiste il potere economico. Ciò non potrà non determinare un cambiamento storico senza precedenti che vedrà sorgere l’stanza di rendere paritaria l’economia del Nord e del Sud, di rendere omogenei il Settentrione ed il Meridione d’Italia, sia sul piano politico, sia sul piano economico. Ed ecco un nuovo impegno per lo Stato italiano: quello di rilanciare l’economia del Sud Italia. Tale impegno è indiscutibile che debba porre tra le azioni prioritarie la creazione di lavoro. Creare lavoro significa industrializzare il Sud Italia, ossia far nascere imprese o rendere proficuo allargare il proprio raggio di azione nei territori del Sud alle aziende già affermate nel Nord Italia, attraverso azioni mirate di incentivazione, che si potrà esplicare mediante una oculata politica di detassazione dei costi del lavoro. Il Sud Italia, difatti, si svilupperà solo creando lavoro. Lavorare, infatti, significa percepire un reddito che permette di affrontare le esigenze economiche primarie , nonché godere dei diritti connessi alla vita lavorativa,disciplinata da ben precise leggi dello Stato. Il lavoro, inoltre, permette lo sviluppo della personalità del cittadino, il suo inserimento a pieno titolo nel contesto sociale , la sua crescita professionale, la realizzazione dei suoi progetti di emancipazione. Il Sud Italia non vi è dubbio che possegga le carte in regola per recepire un progetto di industrializzazione che crea lavoro, grazie anche all’elevata scolarizzazione delle nuove generazioni che non accettano l’indolenza dei propri genitori , pervasi da una nuova cultura della vita. Essi accoglieranno e faranno propria la creatività dell’imprenditoria, che, calata nella realtà del Sud Italia, saprà generare una nuova visione della vita tale da superare la stasi in cui esso è immerso attualmente. Alla luce ditali riflessioni non si può ritenere il reddito di cittadinanza una misura finalizzata alla lotta alla povertà, proprio in quanto esso si configura come un esiguo aiuto temporaneo, di esigua consistenza. Esso, difatti, non crea lavoro, non sviluppa economia, non elimina, pertanto, la piaga della disoccupazione e, per tale motivazione, non mira allo sviluppo della personalità e della dignità umana. Occorre creare lavoro e non temporanei palliativi. I tempi sono maturi per il riscatto del Sud Italia in virtù del fatto che il processo di globalizzazione ha creato nuovi contesti , nuove dinamiche e nuovi spazi partecipativi, nei quali si inseriscono le popolazioni di tutto il mondo ed anche popolazioni, da sempre, vissute in terre depresse e molto povere. Anche il Sud Italia può introdursi in tali spazi innovativi e produttivi di benessere ,esplicando le proprie migliori energie, senza timore che qualcuno le possa reprimere per il proprio tornaconto personale ed il proprio personale arricchimento.  

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