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Rilanciare Milano, il ruolo delle donne tra economia e cultura

Rilanciare Milano, il ruolo delle donne tra economia e cultura. La ripartenza di Milano dopo la pandemia: quale ruolo potranno giocare le donne tra cultura, economia e innovazione per essere sempre più protagoniste? Se ne parlerà lunedì 7 marzo 2022, ore 11 all’incontro “La ripartenza di Milano, il ruolo delle donne tra economia e cultura”, organizzato dal Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. L’evento sarà streaming online con iscrizioni al seguente link Apertura – saluti istituzionali Carlo Sangalli, Presidente Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi Diana Bracco, Presidente Fondazione Bracco e Parcam – Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi Introduce e modera Marzia Maiorano, Presidente Comitato Imprenditoria femminile Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi Interventi Flaminio Squazzoni, docente di Sociologia Università Statale di Milano Silvia Torchio, PhD Medicina Molecolare Università Vita e Salute San Raffaele Silvia Colasanti, Compositrice Sinfonica

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Usura e racket, a Milano vittime e carnefici vanno a braccetto

Che ci fossero i bauscia si sapeva, ma quando te lo conferma la direzione distrettuale antimafia è diverso. Alessandra Dolci è il volto dell’antimafia a Milano e ieri ha spiegato che “in molti casi qui a Milano l’imprenditore vittima di usura sviluppa rapporti di cointeressenza con i malavitosi, pensa cioè di poterli gestire, cosa che ovviamente non succede mai”. Eccolo là il bauscia: arriva il mafioso e lui pensa di poterne fare un dipendente perché in fondo è un giargiana. Invece no, si parla di gente che ha anche imparato a cambiare pelle: come ha spiegato Ferruccio Patti, presidente di SoS Usura, “è la mafia che si sta milanesizzando, a Palermo si evita ormai di sparare: hanno capito di poter concludere affari più ricchi se si evita di sparare”. La famosa mafia in doppio petto, che preferisce acquisire quote azionarie invece di piazze di spaccio. Finge di diventare socio di un imprenditore per sfruttarne l’azienda: ed ecco che becca pure il bauscia che è la figura perfetta, fino a che non si avverte il tintinnio di manette. E’ lì che si crea la differenza tra testimone di giustizia e collaboratore di giustizia: come ha spiegato Dolci, il primo è quello che avrà tutto il sostegno dello Stato in forma di protezione e benefit, l’altro invece è quello che si è convertito quando già c’era puzza di bruciato. Il primo invece è andato lui dallo Stato prima di stringere legami con le mafie. E lo Stato di strumenti ne ha come ha confermato Annapaola Porzio ha un curriculum infinito e di altissimo livello “gestisco un fondo milionario, ma non riesco a spenderlo: le denunce sono poche e anche quando arrivano, non viene presentata l’istanza”. Ma se il bauscia pensa di poter gestire i suoi carnefici trasformandoli in soci o dipendenti, ogni sforzo è vano.  

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