case popolari

Superbonus per le case popolari

Superbonus per le case popolari. “..La Direzione Generale ha attivato nei confronti delle cinque aziende un’azione di coordinamento al fine di favorire la più ampia adesione alle misure di incentivazione nazionale che riguardano il recupero energetico del patrimonio residenziale pubblico..” ed ancora “..Abbiamo già effettuato un paio di incontri con Aler Milano che sta definendo un programma di investimenti per oltre 300 milioni di euro, e che ha già pubblicato una prima gara per 60 milioni di euro circa..”. Questo è un estratto della risposta, in merito alle azioni inerenti l’utilizzo del superbonus per le case popolari, che la Direzione Generale Politiche Abitative ha fornito, a seguito di formale richiesta, al Consigliere Regionale del M5S Lombardia, Nicola Di Marco, che commenta: “Quanto comunicato dimostra, con i fatti, che l’azione del Governo Nazionale guidato da Giuseppe Conte è orientata nella giusta direzione. Regione Lombardia e le Aler stanno inoltre dando seguito a quanto votato all’unanimità nel Consiglio Regionale di luglio, su una mozione a mia prima firma, dove si chiedeva proprio un impegno degli Enti competenti per sfruttare al massimo le possibilità date dal DL RILANCIO. Questa comunicazione è importante ed è un primo passo potrebbe consentire, con le strutture di Direzione Lavori e Negoziali/Legali attrezzate in modo congruo, una rivoluzione nel settore, con l’avvio di ristrutturazioni e riqualificazioni attese da anni e, grazie a questi lavori si potranno abbassare i costi per servizi. In particolare, sarà possibile la realizzazione del cappotto termico o di impianti di riscaldamento, la sistemazione degli infissi, pavimenti, pannelli solari, coloninne per la ricarica di veicoli elettrici. Sono interventi ormai improrogabili che garantiranno la valorizzazione del patrimonio e un miglioramento reale delle condizioni di vita degli inquilini. Si potrà coniugare la crescita economica ed occupazionale alla sostenibilità ambientale. Infatti, questo intervento darà una boccata di ossigeno alle piccole e medie imprese che saranno chiamate ad eseguire i lavori. Tra gli interventi già messi a gara (https://aler.mi.it/gara/repp-nn-56÷65-2020/) spiccano sicuramente, per quantità, quelli nei quartieri di Rozzano e Gratosoglio (Milano) dove vivono migliaia di inquilini od in numerose vie di Milano. Ma non sono da meno le decine di interventi nella Provincia di Milano come ad esempio a Trezzano sul Naviglio, a San Giuliano Milanese, a Sesto San Giovanni o a Legnano. Tutte situazioni che continueremo a monitorare puntualmente. Regione Lombardia non ha più scuse e deve indirizzare tutte le risorse proprie, che non dovrà più investire nelle manutenzioni – perchè coperte dalla misura nazionale – verso l’emergenza abitativa che cresce sempre più. E’ necessario un piano per aumentare lo stock di alloggi da destinare ai servizi abitativi. Solo così potremo dare una risposta soddisfacente ai Cittadini in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria ed ora economica e sociale. Il M5S Lombardia darà il proprio contributo con ulteriori proposte costruttive anche nella sessione di bilancio di previsione che si terrà in questa settimana e ci auguriamo una apertura da parte della maggioranza al fine di ribadire l’importanza del diritto alla casa che purtroppo, negli ultimi anni, in Lombardia è stato spesso penalizzato da un cronico sottofinanziamento delle Giunte che si sono succedute, condannando decine di quartieri al degrado ed ai più disparati disagi”.

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Case popolari: da quest’anno tutte le centrali termiche saranno oil free

Dalle case popolari un contributo importante alla riduzione delle emissioni nell’ambiente. Quest’anno la riaccensione degli impianti di riscaldamento negli stabili di edilizia pubblica del Comune di Milano, gestiti da MM, si accompagna infatti a una buona notizia: nessuna centrale termica sarà più alimentata a gasolio, l’intero sistema sarà “oil free” con alimentazione a metano o con allacciamento alla rete cittadina di teleriscaldamento. Un’iniziativa voluta dal Comune di Milano e da MM per efficientare gli impianti termici riducendo i costi per gli inquilini, ottimizzando il funzionamento complessivo, rendendo costante e sicuro il fabbisogno di calore delle famiglie e salvaguardando l’ambiente con un drastico taglio delle emissioni di polveri sottili e CO2. La riduzione stimata delle emissioni di CO2 è infatti pari circa a 1.750 tonnellate/anno. “È un grande risultato che abbiamo raggiunto insieme – commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. Siamo riusciti, come promesso, a liberarci dal gasolio, il combustibile più inquinante utilizzato per riscaldare gli appartamenti. Ora tutte le case del Comune danno il loro contributo al miglioramento della qualità dell’aria in coerenza con le strategie del piano clima comunale, e gli inquilini avranno un risparmio sulle spese di riscaldamento. Con questo tassello prosegue l’attività di riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico della città e ci auguriamo ora che anche i condomini privati seguano in fretta il nostro esempio”. “Si conferma l’impegno continuo di MM per l’attuazione della strategia del Comune – dice il presidente di MM SpA, Simone Dragone – volta alla valorizzazione del patrimonio ERP, nonché delle esigenze ambientali e dei nostri inquilini”. “Abbiamo completato un percorso virtuoso – prosegue Stefano Cetti, direttore generale di MM SpA – che ci consente oggi di avere l’intero parco centrali termiche del patrimonio Erp alimentato con combustibili meno inquinanti, in aggiunta agli immobili già teleriscaldati. Un altro passo importante verso la transizione ambientale della nostra città è compiuto”. Nell’ultimo triennio sono state convertite da gasolio a metano 49 centrali termiche con una potenza installata complessiva di circa 25.000 kW. I complessi edilizi coinvolti sono stati 42, pari al 25% del patrimonio complessivo, e gli inquilini 10.800, mentre il risparmio atteso nelle spese per il riscaldamento è di circa il 50%.

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Una riforma di destra per le case popolari

Una riforma di destra per le case popolari. Servirebbe, perché l’annosa questione non è mai stata nè chiusa nè risolta. Tutt’ora le case popolari sono diventate un buco nero: se ne parla solo per i tanti scandali legati a persone che non ne avevano bisogno o alle oltre 20mila persone perennemente in lista d’attesa. Ma il tema per il quale serve una riforma di destra per le case popolari è la crisi in cui ci troviamo: non abbiamo più le risorse economiche e sociali per ignorare un gigantesco sistema di ingiustizie multiple. Uno dei motivi per il quale chi ha diritto alla casa è sempre in lista è che le case popolari di fatto sono diventate di proprietà. Passano di generazione in generazione, ma quelle sarebbero case di tutti. Non nel senso tutti quelli di famiglia. Invece c’è chi trova inaccettabile che ci siano persone più bisognose di quell’appartamento e pretende che la collettività si sobbarchi il costo: non è infatti normale che un appartamento costi 50 euro al mese. Si tratta di una misura di sostegno civile per chi è in difficoltà, non di un sistema per permettere ad alcuni di vivere alle spalle degli altri. Ci sono persino persone che hanno case di proprietà che pretendono la casa popolare a Milano, come se fosse un diritto abitare a Milano. E le persone suddette sono pure impegnate politicamente. Come altri che hanno fiorenti attività, ma anche la casa popolare. Questa è un’ingiustizia sociale. Chi può deve vivere come gli altri, se no si creano ingiustizie a cascata: ad esempio, se pago 100 euro al mese per un appartamento potrò fare concorrenza sleale al negozio vicino perché l’altro esercente sostiene i costi normali. Una riforma di destra per le case popolari allora dovrebbe prevedere un cambiamento radicale: le case devono diventare effettivamente proprietà di chi le occupa, trasformando gli affitti in riscossione pluriennale della proprietà. In seguito si potrebbero creare un numero definito di case da affittare a prezzi calmierati, ma per un tempo limitato. Perché il senso di dare una mano è che le persone devono stringerla per tirarsi su, non per adagiarsi sulle spalle degli altri. Con queste due piccole, per quanto mastodontiche modifiche, cambieremmo da negativo a positivo un buco nero che affossa le finanze pubbliche. Basti pensare che più di 200mila persone usufruiscono a Milano di canoni calmierati, magari da generazioni. Col risultato che migliaia di famiglie hanno potuto accumulare ricchezza, mentre altri la perdevano. Una scorrettezza sociale a cui un destra veramente sociale dovrebbe pensare.

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Volontari ripuliranno i muri delle case popolari di via Laghetto 2

Questa volta l’intervento di ripulitura dei muri sarà nel cuore di Milano, proprio dietro la Cà Granda, luogo di storia e d’arte della città e toccherà ai volontari del Rotary Milano Castello e Rotaract. In via Laghetto, dove ancora esistono case di edilizia popolare i muri, negli anni, sono stati vandalizzati. Oltre 400 tra tag, scritte e strisce di spray hanno imbrattato metri di parete arrivando a lambire la teca con l’affresco, amatissimo dai milanesi, raffigurante la Madonna dei tencitt, simbolo della devozione popolare a colei che aveva protetto i “tencitt”, (in milanese i carbonai), dall’epidemia di peste del 1630. Domani, sabato 26 settembre, dalle ore 9 alle ore 13, i volontari si ritroveranno al civico 2 per ripulire l’intero stabile dalle scritte restituendolo alla città. I lavori saranno svolti sotto la regia del Coordinamento dei comitati milanesi. Nel rispetto delle norme anci Covid-19 il gruppo dei partecipanti i sarà organizzato per evitare assembramenti. L’iniziativa “Cleaning Laghetto” ha avuto il via libera della Soprintendenza e il patrocinio del Comune di Milano, proprietario dello stabile. Si svolgerà con la collaborazione tecnica di MM, gestore degli alloggi, che ha fornito materiali e vernici. “Grazie ai cittadini volontari e a MM – spiega l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Opena data, Lorenzo Lipparini, che sarà presente domani alle ore 12 – restituiamo agli abitanti dell’edificio e ai milanesi un luogo storico della città. Le scritte e l’incuria hanno deturpato uno scorcio di grande valore per la memoria e la qualità dell’ambiente urbano, ma quello che diamo oggi è un forte segnale di riscossa e di riappropriazione degli spazi, reso possibile dall’azione congiunta di associazioni e istituzioni, unite da un patto di collaborazione per la cura di quelli che sono a tutti gli effetti dei beni comuni. Si tratta del modo più efficace per diffondere il senso civico e innescare un cambiamento virtuoso, e lo stiamo promuovendo con determinazione e successo per una Milano più bella e veramente di tutti”. “Dopo via Nikolajevka 1, 3, 5 eccoci in via Laghetto 2. Comune, MM, Coordinamento dei comitati milanesi – affermano Salvatore Crapanzano e Fabiola Minoletti, Presidente e vicepresidente del Coordinamento – si ritrovano insieme, non solo per pulire, ma anche per lanciare un segnale di attenzione, di cura e di rispetto per i nostri quartieri e per i manufatti in essi contenuti che rappresentano la nostra storia. È proprio dalle nostre vie con dei piccoli gesti di amore che dobbiamo riconquistare la nostra città”. Via Laghetto è un luogo storico di Milano. Nel XIV secolo lì fu realizzato un piccolo bacino acqueo artificiale (chiamato poi “laghetto”) finalizzato all’attracco dei barconi che percorrevano i Navigli , trasportando il marmo di Candoglia destinato alla Fabbrica del Duomo. Venne interrato nel 1857. Sull’edificio di in via Laghetto 2 è tuttora presente un affresco che raffigura la Madonna detta dai milanesi dei “tencitt” (dal dialetto “tenc” bruno, annerito), ovvero dei carbonai. Quella era infatti la casa dove vivevano gli operai che scaricavano il carbone dai barconi che arrivavano al laghetto di Santo Stefano. L’affresco fu fatto realizzare dal carbonaio Bernardo Catoni come ringraziamento alla Madonna che aveva salvato la maggior parte dei tencitt dall’epidemia di peste del 1630, la storica peste manzoniana che uccise metà della popolazione di Milano. L’affresco rappresenta la Madonna, alla quale due cherubini tengono sollevati i due lembi del mantello mentre protegge San Sebastiano, San Carlo Borromeo e San Rocco. Ai piedi dei santi, sulla destra, si intravede la figura (parte del busto e la testa) proprio di Bernardo Catoni. La parte inferiore dell’affresco è riservata a una panoramica del Lazzaretto: alla destra un corso d’acqua e un ponte sul quale transitano gli appestati in arrivo; alla sinistra un carico di salme che lascia il Lazzaretto per essere trasportato fuori dalle mura della città. Visto il richiamo tra la pandemia attuale e la peste del 1630, alla presenza del vicario episcopale Monsignor Carlo Azzimonti, alle ore 12 sotto la Madonna dei tencitt, ci sarà un momento di riflessione e di preghiera con un pensiero alle vittime del Covid-19, a cui i volontari hanno dedicato questo intervento.

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De Corato: Bene Estatepopolare ma Comune trascura case popolari Milano

De Corato: Bene Estatepopolare ma Comune trascura case popolari Milano. “Domani ripartono le iniziative del Comune di Milano per i ragazzi che vivono nei quartieri popolari. Tutto bene, ma quello che mi chiedo è come sia possibile che mentre vengono annunciate da Rabaiotti queste attività senza dubbio positive e utili, ci sia un silenzio totale da parte del Comune sugli oltre 1200 abusivi che occupano gli alloggi pubblici su un patrimonio dell’ente che conta 23 mila appartamenti. Sono numeri importanti. Il Comune vuole farci sapere qualcosa sugli sgomberi nei confronti di chi si appropria illegalmente di un bene pubblico sottraendolo a chi ne ha diritto? I problemi dei quartieri popolari non si risolvono se non si parte dalla lotta alla piaga dell’abusivismo”, afferma Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, commentando la ripartenza dell’iniziativa del Comune di Milano #estatepopolare. Su Aler, al contrario, gli sgomberi e gli escomi vanno avanti a ritmo serrato grazie all’impegno fattivo del Prefetto e del Questore insieme alle forze dell’ordine ai quali rivolgo il mio ringraziamento per l’opera di ripristino della legalità”, conclude De Corato.

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Bando per l’animazione territoriale dei comitati inquilini delle case popolari

Pronto un bando che prevede un sostegno economico per comitati inquilini e autogestioni delle case popolari del Comune di Milano. L’Amministrazione, insieme a MM, intende supportare e aumentare l’offerta di attività di animazione territoriale e di microservizi collaborativi all’interno delle case popolari di sua proprietà attraverso il rafforzamento della presenza e del funzionamento dei Comitati inquilini, che in questi quartieri già lavorano per aumentare la qualità della vita e dell’inclusione sociale. L’idea è quella di aprire i cortili e gli spazi comuni perché accolgano le idee degli abitanti e le loro iniziative, dando maggiore impulso all’attivazione delle organizzazioni di inquilini. Con questo obiettivo viene pubblicato l’avviso Casecittà, rivolto appunto ai comitati inquilini e alle autogestioni, volto a sostenere economicamente, mediante l’assegnazione di un premio una tantum, le migliori iniziative che coinvolgano gli abitanti delle case popolari nella cura del proprio quartiere e del contesto ambientale e sociale in cui abitano, per renderlo più aperto e accogliente, che dovranno svolgersi entro il 31 dicembre 2021. Il bando, comprensivo delle modalità di partecipazione, si trova sul sito istituzionale di MM, che gestisce le case popolari per conto del Comune. Rimarrà aperto fino all’esaurimento delle risorse disponibili, e comunque non oltre il 31 marzo dell’anno prossimo. “Da qualche anno ormai – interviene l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – girando per le nostre case, incontro inquilini animati dalla voglia di superare la situazione non sempre facile in cui vivono, desiderosi di rendere più belle le case e i cortili che abitano, attenti a chi, tra loro, si trova in una situazione di bisogno. Sono persone attente, determinate, pazienti che lavorano in silenzio per costruire una città più accogliente e più giusta. Anche grazie a loro i quartieri popolari di Milano rappresentano luoghi di cambiamento e di speranza. Per questo abbiamo cercato di sostenere il loro sforzo e di premiarli per quanto hanno fatto e faranno. Il loro impegno deve essere riconosciuto dall’Amministrazione e dall’intera città“. Con un plafond complessivo di 100mila euro a disposizione, i vincitori avranno diritto a un contributo fino ad un massimo di 10mila euro a progetto. Le proposte potranno riguardare, per fare alcuni esempi, la valorizzazione degli spazi condivisi e delle aree comuni (cortili, androni, aiuole) con scambi, incontri, rassegne musicali, cinematografiche, teatrali e di altre arti, la nascita di reti di vicinato, attraverso pranzi e cene comuni, spese a domicilio, visite alle persone sole, servizi di babysitting e di doposcuola, attività formative e di sensibilizzazione sul consumo consapevole, sull’educazione sanitaria, sul risparmio energetico. Il bando si rivolge ai comitati inquilini e alle autogestioni e associazioni formalmente costituiti, dotati di codice fiscale, da soli o in rete con altri soggetti del Terzo settore. Possono partecipare anche comitati non ancora costituiti formalmente all’atto della candidatura, ma solo se intendano assumere l’impegno di costituirsi – in caso di aggiudicazione del premio – entro la data di attivazione del progetto vincitore. In caso contrario, non avranno diritto all’assegnazione. I progetti presentati verranno poi selezionati da una Commissione valutatrice mista composta da tre membri nominati congiuntamente da MM e dal Comune di Milano. Casecittà (avviso del 4 agosto 2020, 1° edizione): premio a sostegno delle iniziative promosse dai comitati inquilini

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