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Case popolari, sentenza pro-migranti, centrodestra all’attacco

È irragionevole negare l’accesso all’edilizia residenziale pubblica a chi, italiano o straniero, al momento della richiesta non sia residente o non abbia un lavoro nel territorio della Regione da almeno cinque anni. Questo requisito, infatti, non ha alcun nesso con la funzione del servizio pubblico in questione, che è quella di soddisfare l’esigenza abitativa di chi si trova in una situazione di effettivo bisogno. È quanto ha stabilito la Corte costituzionale. La Consulta ha accolto la censura sollevata dal Tribunale di Milano sul requisito della residenza o dell’occupazione ultraquinquennale stabilito dalla legge della Regione Lombardia. “La sentenza” secondo Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega “senza dubbio discriminatoria nei confronti degli italiani e degli stranieri che da tempo fanno parte del tessuto socio-economico della nostra Regione. La legge regionale, non solo non discrimina nessuno, ma è pure sacrosanta: perché l’extracomunitario appena arrivato dovrebbe scavalcare il cittadino in difficoltà che da anni paga le tasse sul nostro territorio?” si chiede la Sardone. “La sinistra che già esulta per questa sentenza – aggiunge – conferma di non sapersi smentire mai: per loro vengono sempre prima gli stranieri. – concludendo – Un’ideologia pericolosa e profondamente ingiusta. Noi, come Lega, saremo sempre al fianco degli italiani“. “Per la Corte Costituzionale, dopo la sentenza di oggi, ci sono prima gli immigrati e poi gli italiani per le assegnazioni delle case popolari. – ribadisce a sua volta Riccardo De Corato (FdI), Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia – Esattamente il contrario di quello che era nelle intenzioni della scorsa giunta regionale di centrodestra che ha voluto la legge n.6/2016“. “Viene negata la precedenza che il centrodestra aveva voluto riservare ai cittadini lombardi. – spiega De Corato –  Sono stato uno dei proponenti di quella legge durante lo scorso mandato in qualità di capogruppo di Fratelli d’Italia con l’allora capogruppo della Lega, adesso Senatore, Massimiliano Romeo. Lo scopo di questa legge era appunto quello di non lasciare i cittadini della Lombardia in fondo alle graduatorie: ai primi cinquecento posti, allora, c’erano nordafricani, arabi ed esteuropei. – Concludendo – Non si tratta nemmeno di una legge discriminatoria, in quanto, ormai, come ben sappiamo, molti immigrati sono qui da oltre cinque anni”.  

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Partiti i lavori di riqualificazione nelle case popolari del Gallaratese

Un’imponente opera di ristrutturazione e riqualificazione, centrata sulla sistemazione delle facciate, sul rifacimento delle coperture e sulla sostituzione della rete di distribuzione dell’acqua all’interno delle abitazioni. Sono partiti in questi giorni i lavori nei caseggiati popolari di via Cilea, in zona Gallaratese/San Leonardo, che proseguiranno per il prossimo anno e mezzo con l’obiettivo di rimettere a nuovo le due torri di 14 piani ciascuna dei civici 118 e 120 in cui abitano circa 600 persone distribuite nei 247 alloggi presenti. Più nel dettaglio i lavori, finanziati con 5 milioni di euro e diretti da MM, gestore delle case popolari comunali, si concentreranno sul rifacimento dell’impianto idrico – motivo per il quale l’impresa dovrà  operare in parte anche all’interno delle abitazioni, in particolare nei bagni e nelle cucine – sulla risistemazione e razionalizzazione degli spazi al piano terra delle torri e dei cortili di pertinenza, oltre che dei locali rifiuti, e sugli interventi  finalizzati alla sicurezza e all’ottenimento del Cpi, il Certificato di prevenzione incendi. Una volta sistemate, le facciate verranno ridipinte con una colorazione rosso mattone, come deciso in un incontro organizzato dal Comitato inquilini cui hanno partecipato numerosi abitanti. “Sono contento dell’avvio del cantiere perché si tratta di lavori attesi da molto tempo su due palazzi che presentano non poche criticità – interviene l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – Saranno lavori che potranno generare qualche disturbo, perché per il rifacimento dell’impianto idrico l’impresa dovrà operare anche all’interno degli alloggi. Contiamo per questo sulla collaborazione delle famiglie, sapendo che alla fine raggiungeremo un importante risultato, quello di dare un volto nuovo a due caseggiati in cui risiedono molti dei nostri inquilini, eliminando i problemi con cui per anni sono stati costretti a fare i conti”.  

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Sulle case popolari pesa l’assenza dell’opposizione

Sulle case popolari pesa l’assenza dell’opposizione. Chiunque sia parte in un modo o nell’altro della polis milanese sapeva benissimo delle storture del sistema di gestione delle case popolari, ovviamente sono esclusi quelli che hanno il tesserino da giornalista ma sono solo megafoni a due zampe. Dei normali sapevano tutti. Chi un pezzo, chi l’altro. Ma sapevano tutti. Ora sui motivi per cui la stampa milanese sia ammaestrata al punto giusto è materia da psicanalisi di categoria, ma c’è un altro attore che è completamente mancato sul tema: l’opposizione. Sarebbe proprio compito dell’opposizione controllare e verificare ogni mossa dell’Amministrazione, tanto è vero che esiste una apposita commissione di controllo delle partecipate. E’ anche vero che l’intreccio di interessi tra chi dovrebbe rappresentare il centro sinistra e chi dovrebbe rappresentare il centro destra dai tempi di Expo 2015 si è intensificato molto, tutti hanno avuto un lavoro per sé o per gli amici. Lo stesso politico a capo della commissione di cui sopra era alle dipendenze del commissario governativo di Expo che oggi incidentalmente è anche il sindaco. Una situazione umanamente difficile da gestire per chiunque che forse doveva essere affrontata alla radice molto prima: perché obbligare uno che ha ricevuto uno stipendio da un’altra persona a rivestire il ruolo di controllore dell’agire dell’ex capo? Non è giusto per entrambi, ma soprattutto per chi deve per forza rivestire un ruolo molto scomodo già senza rapporti di lavoro nel mezzo. Fare opposizione è un lavoro duro, perché si hanno pochi poteri e molte più responsabilità verso i cittadini. Si è contrappeso del potere, quindi servono spalle molto larghe. Non si può caricare chiunque di questo ruolo, altrimenti si sottopone una persona a uno sforzo oltre le proprie possibilità (anche perché in tanti tengono famiglia, spesso allargate) e si verifica un cortocircuito: non c’è l’opposizione. E senza opposizione, come è capitato si creano regimi autocratici in cui al potere è permesso tutto. Un esempio? Il consigliere Andrea Mascaretti, FdI, anni fa aveva provato a sottolineare la stranezza di una società come MM che agisce a volte da società privata a volte da società pubblica. Eppure non è successo niente, ma se un piccolo commerciante o un libero professionista interpreta allo stesso modo le leggi finisce come minimo con la Finanza pure dentro le lenzuola. Un altro esempio? La commissione di controllo delle partecipate aveva provato a convocare MM per chiarire il caos creatosi tra licenziamenti di vario tipo e cambio di contratti, ma niente: un materasso avrebbe avuto reazioni più significative del management di MM. Un altro ancora: l’ufficio tecnico di MM realizza una metropolitana con l’unica curva del percorso destinata a creare per sempre  problemi a treni e binari? Nulla il capo dell’ufficio tecnico è  ancora lì a progettarne un’altra. Provate a vedere quanto dura un panettiere che una sola volta sbaglia le dosi delle pagnotte. Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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MM persino il Corriere si accorge che qualcosa non va

MM persino il Corriere si accorge che qualcosa non va. Dopo aver tenuto una linea genuflessa nei confronti di chi gestiva la sicurezza delle case popolari, un’altra manina passa un fascicolo allo stesso giornalista. Oggi lo stesso giornalista parla di un dossier che avrebbe verificato e che parla di una gestione allegra delle case popolari. Case date ad amici e parenti della dirigenza e via discorrendo. Un altro simbolo di una gestione che pare tutt’altro che di primo livello della cosa pubblica e su cui sono arrivate le critiche dell’opposizione. Secondo Marco Osnato, deputato di FdI: “Oggi abbiamo la plastica conferma di ciò che abbiamo detto da sempre, ovvero che il quadro idilliaco tratteggiato da Pisapia prima e da Sala poi sulle case popolari in realtà è una fotografia opaca di una mala gestione dove sciatteria amministrativa e incrostazioni gestionali si sovrappongono a ingerenze partitiche nell’operato aziendale! La favola, alla quale non abbiamo peraltro mai creduto, della “meravigliosa gestione” dell’edilizia popolare da parte del Comune è smentita, prima dalle quotidiane lamentele che raccogliamo dagli inquilini, e ora da notizie di stampa gravissime che testimoniano una concezione tutt’altro che trasparente della cosa pubblica. Mi chiedo cosa farà il sindaco è come si comporteranno quegli esponenti del PD sempre pronti a infangare chiunque stia dall’altra parte, basandosi su illazioni spesso costruite ad arte, e che – oggi – si trovano a doversi assumere la responsabilità politica di un gravissimo fallimento politico con evidenti tratti di illegalità diffusa?”. Alessandro De Chirico, Forza Italia, rincara la dose: “L’articolo pubblicato questa mattina dal Corriere della Sera, sulle basi di un’inchiesta giudiziaria tuttora in corso, accende luci sinistre sulla gestione MM delle case popolari di proprietà del Comune di Milano. Alloggi di pregio o in centro città assegnati alla figlia di, all’autista di, all’attivista politica, all’uomo della security, alla portinaia, al commissario della Polizia Locale. Un quadro poco edificante, per non dir di peggio, che merita approfondimenti per individuare le responsabilità politiche, oltre a quelle penali, di chi sapeva ed ha taciuto in maniera connivente. Mi auguro che il giustizialista David Gentili, presidente della commissione anticorruzione, si attivi oggi stesso per convocare quanto prima un’audizione della dirigenza MM coinvolgendo le commissioni Casa ed Enti Partecipati. Nel frattempo mi auguro che il sindaco Sala, finito di aprire “il pacco del terrone”, si dedichi concretamente ai problemi della città. E la casa è uno dei grossi problemi irrisolti da questa amministrazione, a meno che nello scomputo degli alloggi consegnati non rientrino quelli di questa che sembra essere una nuova parentopoli“.    

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Pubblicato il bando per ridare vita a nove spazi nelle case popolari

Nove spazi di proprietà comunale ora inutilizzati da riqualificare e trasformare in nodi di servizio per il quartiere attraverso la realizzazione di una piattaforma web accessibile a tutti e l’inserimento di nuove attività a vocazione sociale, culturale e imprenditoriale. È questo l’obiettivo del bando aperto fino al 16 marzo ad operatori del Terzo settore disponibili alla co-progettazione e in seguito gestione di servizi innovativi tesi alla creazione di opportunità sociali in alcune aree urbane periferiche, in attuazione del progetto “Quartieri connessi”, finanziato dal programma europeo PON Metro con circa 3 milioni di euro, di cui oltre 500mila dedicati alla parte cui si riferisce il bando. “Stiamo riqualificando nove spazi – dice l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – che diventeranno il ponte di collegamento tra i quartieri popolari e il contesto vicino sul modello delle portinerie parigine: grazie all’uso delle tecnologie avvicineremo i cittadini tra loro e all’Amministrazione pubblica. L’obiettivo è quello di dar vita ad un servizio innovativo che organizzi e tenga insieme le tante realtà che lavorano nei quartieri milanesi, un lavoro complesso ma necessario sulle periferie, per migliorare la qualità della vita e anche la sicurezza dei loro abitanti. Spero che le migliori capacità e le energie presenti in molti giovani che vivono a Milano raccolgano questa occasione di innovazione. Sono convinto che se questo dovesse  avvenire avremo fatto un passo in più nell’operazione di ricucitura tra i quartieri e l’intera città, oltre che nell’abilitazione delle parti di Milano che ancora si sentono distanti”. Dopo l’avvio della ristrutturazione e messa a norma degli spazi, che per alcuni è tuttora in corso, parte quindi la seconda fase del programma che rimette in gioco spazi diversificati per caratteristiche e metratura (che va dai 40 ai circa 100 mq) ai piedi di stabili di edilizia residenziale pubblica, per i quali in origine fungevano da locali di guardiania o nei quali erano inseriti come negozi, ormai sfitti. Si presentano ricchi di potenzialità in termini di versatilità d’uso e bacino d’utenza intercettato, e sono diffusi a raggiera sul territorio della città: a nord largo Boccioni, piazzetta Capuana (dove è già aperto anche uno spazio comunale WeMi, per informare sull’offerta dei servizi domiciliari) e via Padre Luigi Monti, a est via sant’Erlembaldo e via Palmanova, a sud viale Omero e via Faenza, a ovest via Fratelli Zoia e via Alex Visconti. Al momento sono sostanzialmente completati i lavori all’interno dei locali in via Padre Luigi Monti 18/20 e via Palmanova 59, in fase di realizzazione quelli in piazzetta Capuana 7 e Fratelli Zoia 105, in avvio quelli all’interno della portineria di largo Boccioni, via Visconti 24, viale Faenza 25. A ruota seguiranno quelli nelle portinerie di via Sant’Erlembaldo e di viale Omero. Gli ambiti tematici individuati in accordo con i Municipi, sulla base dei quali sviluppare i progetti, sono tre: innanzitutto le portinerie sociali, ovvero servizi a prioritaria vocazione sociale e di prossimità, destinati principalmente agli inquilini delle case popolari, ai quali sono stati associati gli spazi di largo Boccioni, via Fratelli Zoia e viale Omero. Si passa poi ai servizi innovativi e di animazione (sviluppo di servizi a vocazione socio-culturale), da associare alle vie Alex Visconti, sant’Erlembaldo e Faenza, per chiudere con lo sviluppo di progetti micro-imprenditoriali ad alto impatto sociale che prevedano il coinvolgimento attivo degli inquilini Erp e di soggetti svantaggiati in generale, indicati per le vie Padre Luigi Monti e Palmanova e per piazzetta Capuana. I progetti dovranno coniugare diversi aspetti: la sostenibilità economica del servizio, che dopo un periodo di start-up di due anni dovrà sostenersi autonomamente, l’inclusione sociale, con il diretto e attivo coinvolgimento dei residenti e delle realtà presenti sul territorio, il radicamento al quartiere attraverso una rete locale a sostegno del progetto, e infine l’ibridazione tra ambiti diversi, quali il commercio, l’impresa, ma anche il welfare di comunità e forme di economia sociale e solidale. L’Amministrazione comunale sosterrà i progetti attraverso l’erogazione di un finanziamento (fino al 90% del costo totale) per i primi due anni ed assegnando i locali riqualificati a titolo gratuito per l’intera durata del servizio (massimo 6 anni, rinnovabili). A carico dei soggetti vincitori rimarranno quindi solo i costi vivi, quali utenze e spese condominiali. PON Metro è un programma rivolto alle città metropolitane, in linea con le strategie dell’Agenda urbana europea e con gli obiettivi di Europa 2020, con il quale il Comune di Milano intende finanziare, oltre a ‘Quartieri connessi’, anche altri progetti su diversi assi di intervento, tutti comunque dedicati allo sviluppo urbano sostenibile. Quartieri connessi – Cos’è PON Metro Avviso pubblico Quartieri connessi (Azione MI 3.3.1.b – PON Metro 2014-2020)

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Cleaning day nelle case popolari dedicato ad Antonio Iosa

Sarà dedicata ad Antonio Iosa, l’ex esponente della DC gambizzato dalle Br nel 1980 e morto alcuni giorni fa all’età di 86 anni, la giornata di pulizia di alcuni caseggiati delle case popolari, nel quartiere di Baggio. Il cleaning day del 28 settembre sarà solo il primo di una serie di iniziative che saranno promosse da Comune, MM, la società che gestisce le case popolari comunali, e il Coordinamento dei comitati milanesi nell’ambito dell’accordo siglato ieri a Palazzo Marino che prevede di ripulire dalle scritte tre complessi di case popolari delle periferie. Nel corso della prima giornata di pulizia, in via Nikolajevka, i volontari puliranno i muri dei caseggiati da graffiti. “Puliremo oltre 2 mila metri quadrati di superficie, con oltre 100 volontari – ha detto Fabiola Minoletti, portavoce dei Comitati -. Dedichiamo questo cleaning day ad Antonio Iosa che è da poco mancato, perchè si è battuto molto per far rinascere le nostre periferie“. Le vernici e il materiale per 40 volontari saranno messi a disposizione da MM. Questo accordo “migliorerà la qualità della vita di molti cittadini – ha detto l’assessore alla Partecipazione, Lorenzo Lipparini -, si sono moltiplicate in questi mesi le realtà che ci chiedono di potersi prendere cura dei beni pubblici, dai giardini, alle piazze, agli immobili“. ANSA  

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