L’intervento di Sala al convegno di Assolombarda

Grazie per l’invito. Assolombarda è un interlocutore indispensabile per chi amministra la capitale economica d’Italia. Rinnovo i miei più calorosi auguri di buon lavoro al presidente Spada e al presidente Bonomi, oggi “a casa sua”. Un ricordo commosso alla memoria di Giorgio Squinzi, che un anno fa ci lasciava. Il 2 novembre sarà inserito nel Famedio del Monumentale insieme alla moglie Adriana, come meritano i grandi milanesi. L’assemblea di oggi si chiama “Qui ogni impresa è possibile”. Un titolo così lombardo che sembra di Carlo Emilio Gadda. In Lombardia fare impresa è lo spirito del territorio, naturale come l’acqua del Po o la neve sulle Alpi. E il Covid è una sfida enorme. La Lombardia e Milano hanno pagato un prezzo altissimo ma non sono crollate, grazie al personale sanitario, alla collaborazione tra le istituzioni, e alla responsabilità dei cittadini, alla resistenza degli imprenditori. L’emergenza sanitaria è ancora preoccupante, facciamo il massimo per contenerla. Senza la protezione della salute l’attività economica non sarà possibile, neanche qui. Serve una ripresa sana, sostenibile ed equa. La parola “economia” deriva da due parole greche: “oikos”, che significa “casa”, e “nomos” che ha tanti significati fra cui “amministrazione”. Vedete come rimanda immediatamente all’economia delle famiglie. E’ sbagliato creare una distinzione fra salute e economia, dobbiamo trovare un giusto equilibrio fra le due cose, semmai. La pandemia ha creato la recessione più grave dal 1945. Fino allo scoppio della pandemia l’area metropolitana di Milano cresceva a un tasso triplo rispetto alla media italiana. Ora lo scenario è diverso, perché la pandemia ha fermato la mobilità e i consumi. L’anima eclettica di Milano e la capacità di adattamento delle sue oltre 300 mila imprese, con più di due milioni di occupati, sono la migliore ricetta per la sfida della transizione energetica, e la tutela di occupazione, salute e ambiente. Nel 1991 a Milano i laureati erano il 9%, nel 2011 il 22%, ora sfiorano il 30. Milano e le sue imprese sono state competitive nella globalizzazione anche grazie a lavoratori altamente istruiti. L’Italia invece nel 2011 aveva i laureati di Milano nel 1991, e rimane agli ultimi posti nel 2020, una delle principali cause delle difficoltà economiche degli scorsi decenni. Per competere servono istruzione, cultura, capacità di adattarsi e proiezione internazionale. Le grandi città, dove si scambiano creatività e intelligenza sono il motore dell’economia, come la Lombardia è uno dei 4 motori d’Europa. Milano è uno spazio di idee e azioni che supera i confini metropolitani. Da Milano partirà la ripresa, grazie alla forza delle sue imprese che l’hanno resa la capitale economica del Paese. L’Europa ci supporta per mitigare la crisi e progettare il futuro, con gli aiuti del Recovery Fund e l’azione della BCE. Colgo l’occasione per un invito a tutta la politica, con tanti esponenti qui presenti: troviamo una formula per portare a casa il MES, è fondamentale! Facciamolo, insieme. Milano insieme alle più grandi città europee chiede strumenti e fondi, a UE e governi nazionali, per uscire dalla crisi. Ogni giorno le città si confrontano con le imprese. Le energie del territorio le conosciamo meglio di qualsiasi altra istituzione. Vogliamo liberarle insieme alle aziende, a chi innova e fa cultura per progettare il futuro migliore possibile per i nostri figli.

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