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Regione Lombardia sul caso Corona: “Il carcere meramente punitivo non ci appartiene”

Regione Lombardia sul caso Corona: “Il carcere meramente punitivo non ci appartiene”. “Il caso di Fabrizio Corona e il clamore mediatico che ne è conseguito consente al mio ufficio, l’Autorità Garante, di riproporre all’attenzione generale un tema gravoso e urgente come quello della patologia psichiatrica e della possibilità di cura nei contesti carcerari. Ricordo che la salute e la dignità delle persone ristrette in carcere è affidata all’Istituzione e farsene carico nel migliore dei modi è un dovere e, al contempo, un indice che qualifica la nostra società”. Inizia così il commento di Carlo Lio, Garante dei detenuti di Regione Lombardia, sul caso che riguarda Fabrizio Corona. “L’esperienza che ho maturato -continua Lio- mi porta ad affermare che, all’interno degli istituti di pena, le persone a cui è stato diagnosticato un disturbo psichiatrico difficilmente riescono ad ottenere trattamenti adeguati. I Garanti sono costantemente impegnati nel tentativo di risolvere le criticità che si riscontrano nelle strutture carcerarie e alcuni macroproblemi impongono di riflettere non sulla gestione del quotidiano ma sul sistema nel suo complesso. La finalità della pena è sempre la riabilitazione degli individui ed è orientata, per principio, al reinserimento dei condannati in un possibile contesto socio-lavorativo. L’idea di un carcere meramente punitivo per fortuna non appartiene alla nostra civiltà giuridica. Le persone che presentano patologie psichiatriche sono tra le categorie più fragili, esposte alle carenze strutturali del sistema e per costoro andrebbe formulato un progetto concreto, predisposto da una équipe di professionisti, comprensivo di professionalità cliniche. Questo percorso non può prescindere dalla presa in carico sanitaria del soggetto e dall’individuazione del luogo più idoneo al percorso riabilitativo formulato, che spesso non è compatibile con le strutture detentive carcerarie. Si auspica pertanto che le valutazioni tecniche psichiatriche e psicologiche dei clinici concorrano a determinare le misure più idonee individuate dai magistrati per i soggetti che presentino una diagnosi di patologia psichiatrica acclarata”.

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Corona si ferisce i polsi e attacca i giudici

Fabrizio Corona deve tornare in carcere. Lo ha deciso il tribunale di Sorveglianza di Milano revocando il differimento pena in detenzione domiciliare e, come ha spiegato il suo legale Ivano Chiesa, l’ex agente fotografico “appena gliel’ho comunicato, si è ferito ai polsi”. Corona ha pubblicato su Instagram un video con il volto sporco di sangue in cui attacca i magistrati, in particolare il presidente del collegio della Sorveglianza Marina Corti e il sostituto pg Antonio Lamanna. Instagram ha quindi rimosso i post e le storie in questione di Fabrizio Corona. “Non permettiamo immagini o video di autolesionismo su Instagram ed eliminiamo questi contenuti ogni volta che ne veniamo a conoscenza”, dichiara un portavoce di Facebook, la società che possiede Instagram. La vicenda Corona. Dopo l’udienza di lunedì scorso nella quale Corona aveva chiesto ai giudici di non farlo tornare “all’inferno”, ossia in carcere, il collegio ha accolto la richiesta del sostituto pg Lamanna di revocare il differimento pena in detenzione domiciliare per l’ex ‘re dei paparazzi’ per una serie di violazioni delle prescrizioni, tra cui le comparsate in tv e l’uso dei social network, da cui sono scaturite denunce a suo carico per diffamazione e minacce. Lo stesso giudice Marina Corti, che presiedeva anche il collegio della Sorveglianza, aveva già proposto la revoca del differimento pena che gli era stato concesso nel dicembre 2019 per una “patologia psichiatrica”. “Questo è solo l’inizio, dottoressa Corti, signor Lamanna questo è solo l’inizio. Quant’è vero Iddio sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie. Sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie. Vergogna. Chiedo, se no mi taglio veramente la vita, che venga il presidente del Tribunale di Sorveglianza, che guardi gli atti il presidente”. E’ la reazione di Fabrizio Corona in un video su Instagram al provvedimento che dispone che deve tornare in carcere. Nel video mostra chiazze di sangue “dopo essersi ferito”, secondo il suo legale Ivano Chiesa, e la faccia sporcata col sangue. “Avete creato un mostro”, aggiunge. Corona ha riportato ferite lievi alle braccia. Sarà portato presumibilmente all’ospedale Niguarda. Nella sua abitazione, in cui era in detenzione domiciliare, sono intervenuti i soccorritori del 118 e gli agenti della Questura di supporto. ANSA

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