Coronavirus cinese

Tutti gli appelli per non cedere alla paura del virus

Tutti gli appelli per non cedere alla paura del virus. In questi giorni se ne contano sempre di più, uno dopo l’altro si sommano gli appelli a non lasciarsi trasportare dall’ansia per il virus e ritornare a vivere. Milano è letteralmente andata in paranoia vedendo le strade e gli scaffali dei supermercati che si svuotavano. In tanti hanno scoperto il significato di telelavoro e smart working, ma ora è già il momento della reazione: il Comune di Milano, le associazioni di categioria, le parti sociali, è tutto un alzarsi di appelli per riaprire le attività e lasciar scorrere la vita. Così se il sindaco di Milano Beppe Sala lancia #milanononsiferma, lo storico ristorante Biffi della Galleria risponde con MilanoMeno10, promuovendo una petizione per convincere i ristoratori a applicare uno scontro del 10 per cento su tutto il menu. Le università come la Bicocca lanciano un programma di lezioni online e tutti cercano di dare una spinta alla locomotiva che si è fermata. Ma ecco alcuni altri appelli per il ritorno a respirare: ARISA – “Facciamo ripartire Milano dallo sport e dal benessere fisico” è la richiesta di più di 5.000 palestre, centri fitness, piscine e centri sportivi a Milano costretti alla sospensione di tutte le attività a causa delle ordinanze necessarie al contenimento del Coronavirus. “Per gli operatori del nostro settore è una situazione di grande difficoltà – denuncia Marco Contardi il presidente di Arisa, l’Associazione delle imprese dello sport, delle arti e del benessere fisico aderente alla Confcommercio milanese – perché non è possibile svolgere qualsiasi tipo di attività fisica e sportiva negli impianti di tutto il territorio”. “Si tratta di una restrizione fortemente impattante – continua Marco Contardi – Ricordiamo che fino a settimana scorsa, nei nostri centri sportivi e nelle palestre migliaia di milanesi, oltre a fare attività legate allo sport ed al benessere fisico, svolgevano anche attività relative al recupero motorio come ginnastica dolce e psicomotricità. Tutte queste forme di attività necessarie, in particolare per i bambini e per gli anziani, sono di fatto oggi bloccate con conseguenti gravi disagi se le restrizioni dovessero perdurare”. A.R.I.S.A. chiede di valutare l’apertura di tutte le palestre e centri sportivi per riporre l’attenzione delle Istituzioni non solo allo sport professionistico, ma anche a quello di base, oggi in forte difficoltà a Milano e hinterland. #milanononsiferma #losportcè   Federalberghi – Federalberghi e le altre organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative del settore turismo hanno sottoscritto oggi presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo un avviso comune sull’emergenza coronavirus, allo scopo di promuovere iniziative per la tutela di 300.000 imprese e 1,5 milioni di lavoratori, che producono ogni anno un valore aggiunto di 90 miliardi di euro, con più di 430 milioni di presenze turistiche ed oltre 48 miliardi di euro spesi in Italia dai turisti stranieri. Un primo blocco di interventi riguarda attività di diretta competenza delle parti sociali, come la stipula degli accordi che consentono l’accesso agli ammortizzatori sociali e l’attivazione di interventi di sostegno mediante la rete degli enti bilaterali. Ulteriori misure, che richiedono l’intervento delle istituzioni, riguardano la necessità di garantire l’intervento del fondo integrazione salariale e della cassa integrazione in favore di tutte le aziende e tutti i dipendenti, concedere indennizzi per le imprese e i lavoratori autonomi del turismo che abbiano subito una significativa riduzione dell’attività, sospendere i vari termini, inclusi quelli inerenti il pagamento di tasse, contributi e mutui, realizzare una campagna straordinaria di promozione del nostro sistema turistico e rilanciare l’immagine turistica dei territori. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, evidenzia l’obiettivo perseguito dalle parti sociali: salvaguardare le attività economiche e i posti di lavoro, in tutto il territorio nazionale, condizione imprescindibile per assicurare la sopravvivenza del sistema turistico italiano, in attesa che passi la bufera e si ripristinino condizioni di normalità. L’avviso comune, immediatamente dopo la firma, è stato portato all’attenzione del Mibact, nel corso di una riunione per l’esame degli effetti dell’emergenza coronavirus, che si è svolta questa mattina presso il Ministero. FONDAZIONE CENTRO STUDI DOC – In seguito alle misure adottate per affrontare la diffusione del Coronavirus in Italia, è in costante aumento la cancellazione di spettacoli ed eventi culturali su tutto il territorio nazionale, con una perdita d’introiti irrecuperabili nel tempo e senza nessun tipo di copertura, accesso al credito o dilazione di pagamenti. Solo nel settore dello spettacolo dal vivo, Assomusica ha valutato almeno 10,5 milioni di minori entrate in 2 giorni. «Questa crisi che il D.C.M. del 25.2.2020 si propone di risolvere con smart working e periodi di ferie ha contribuito a far emergere la totale mancanza di riconoscimento per il lavoro di centinaia di migliaia di professionisti dello spettacolo, con enormi discriminazioni previdenziali e reddituali»: spiega Chiara Chiappa, presidente della Fondazione Centro Studi Doc, parte della Rete Doc, il più grande network cooperativo italiano nei settori cultura, musica, spettacolo e creatività, con oltre 8mila soci, 30 anni di storia e un fatturato aggregato di 71 milioni di euro nel 2019.   FONDAZIONE CENTRO STUDI DOC – L’appello lanciato oggi dalla Fondazione e inviato al ministro del Lavoro Catalfo, al ministro dei Beni Culturali Franceschini e al presidente INPS Tridico, richiede il riconoscimento di uno status giuridico specifico per i lavoratori dello spettacolo, che preveda in primo luogo l’assegnazione delle tutele previdenziali necessarie a scongiurare l’abbandono della professione in caso di malattia o difficoltà. Si richiedono con urgenza protezioni adeguate alla precarietà del settore, anche attingendo ai fondi ex-Enpals. Bisogna considerare, infatti, che per i lavoratori non assunti da fondazioni, cooperative o teatri, è quasi impossibile ottenere adeguate prestazioni, nonostante l’INPS disponga di un cospicuo e milionario fondo ex-Enpals e il lavoro nello spettacolo sia soggetto fin dal primo giorno al versamento di contributi INPS per malattia, FIS (Fondo d’Integrazione Salariale in caso di crisi) e disoccupazione (Naspi). Di seguito le 5 richieste più urgenti da riconoscere nell’immediato per affrontare la crisi causata in tutto il centro-nord Italia in seguito alle restrizioni del D.L. 6/2020 e del D.P.C.M. 25.02.2020: 1. Indennità di malattia riconosciuta a partire dal primo giorno come accade in tutti gli altri settori al di fuori dello spettacolo. Oggi è richiesto il versamento minimo di 100 giornate di contributi INPS dal gennaio dell’anno precedente; 2. Per l’accesso alla Naspi, l’abolizione del “ticket” licenziamento in caso di licenziamento per giustificato motivo a causa della

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Coronavirus: a Milano riaprono i bar

Coronavirus: a Milano riaprono i bar. E’ durata poco, molto poco, la chiusura anticipata alle 18 per i bar di Milano. Oggi il Comune ha annunciato che sarà possibile rispettare gli orari normali, sebbene con alcune precauzioni: non potrà infatti esserci servizio al bancone, ma solo al tavolo. I locali dovranno dunque servire da bere solo a chi rientra nel numero massimo di coperti che ha a disposizione. Un segnale di Milano verso quel “Milano non si ferma” accennato dal sindaco Giuseppe Sala e auspicato da buona parte della popolazione. L’ansia per il Coronvirus è tanta e senza dubbio ha dei fondamenti da non sottovalutare, ma non è giusto fermare un’intera città per le ansie di una sua parte. Parte dei supermercati ha subito un assalto, ma buona parte no, segno che non tutti i milanesi avevano ceduto all’isteria prodotta dagli allarmi provenienti dalle varie autorità. Oggi si può già titolare, Coronavirus: a Milano riaprono i bar. E vogliamo festeggiare questa capacità di scommettere sulla serenità e moderazione che contraddistingue il milanese medio, seppur di fronte al panico generale e generalizzato di cui abbiamo già parlato sull’Osservatore. La riapertura dei bar è un piccolo segnale, ma sicuramente utile a lanciare un messaggio in controtendenza come solo il capoluogo sa fare anche nei momenti peggiori della propria storia, Coronavirus: a Mialno riaprono i bar. E la vita dei milanesi non si ferma.

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Coronavirus: la conferenza stampa dell’Assessore Gallera

Si è svolta a Palazzo Lombardia la conferenza stampa nel corso della quale l’Assessore alla Sanità Giulio Gallera ha dato aggiornamenti in merito alle infezioni da coronavirus riscontrate in Lombardia. “Altre due persone residenti a Castiglione D’Adda sono risultate positive al test del Coronavirus. Si tratta della moglie del 38enne in terapia intensiva e di uno stretto conoscente. I due pazienti si trovano attualmente in stato di isolamento. Si invitano tutti i cittadini di Castiglione d’Adda e di Codogno, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali. Per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori l’indicazione perentoria è di non recarsi in pronto soccorso ma di contattare direttamente il numero 112 che valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure ad eseguire eventualmente i test necessari a domicilio. E’ attiva da ieri sera una task force regionale che sta operando in stretto contatto con il Ministero della Salute e con la Protezione Civile. La maggior parte dei contatti delle persone risultate positive al Coronavirus è stata individuata e sottoposta agli accertamenti e alle misure necessarie”.  

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Coronavirus cinese, Gallera: attivato il sistema di prevenzione

“Il sistema di prevenzione e di sicurezza sanitaria è stato attivato ed è pronto ad intervenire. In Lombardia e in Italia, però, non c’è nessun allarme e non è stato segnalato alcun caso di contagio da Coronavirus”. Lo afferma l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, illustrando il piano d’azione messo in atto in applicazione delle indicazioni internazionali di salute pubblica. “Siamo in stretto e costante raccordo con il Ministero della Salute – spiega Gallera – per le azioni da attivare a cura delle Regioni. Si è svolto a Palazzo Lombardia un incontro fra i rappresentanti dell’Unita operativa Prevenzione della Direzione generale Welfare e i responsabili delle Unità di Malattie Infettive delle Asst, i responsabili della rete di Sorveglianza delle Malattie Infettive di Ats. Sono stati condivisi con tutti gli operatori sanitari i criteri per l’individuazione di casi sospetti. Vengono da oggi attivate negli ospedali le procedure per la presa in carico dei pazienti sospetti (percorso dedicato e presidi per ridurre la trasmissione per via aerea), in coerenza con le indicazioni Ministeriali. È prevista inoltre la definizione di un raccordo operativo con i Medici di Base e i Pediatri a cura delle Ats”. “Negli aeroporti lombardi e attraverso le compagnie aeree stiamo diffondendo informazioni utili per i viaggiatori – continua l’assessore – anche se non vi sono voli diretti dal nostro Hub di Malpensa diretti e provenienti dalle aree a rischio della Cina. Teniamo alta l’attenzione. Il sistema di sorveglianza e controllo delle malattie infettive di Regione Lombardia è di assoluta qualità e complessivamente capace di identificare l’insorgenza di casi sospetti; è quindi importante per tutti i cittadini mantenere la giusta serenità, rivolgendosi sempre per ogni necessità o segnalazione ai riferimenti autorevoli in campo sanitario, in primis il proprio medico curante”. “Lo sviluppo dell’epidemia da Coronavirus in Cina è una emergenza internazionale – conclude Gallera – pertanto le azioni sono coordinate dall’Organizzazione Mondale della Sanità che si raccorda con le Nazioni anche tramite il supporto del ECDC per le nazioni europee“. Il Ministero della Salute italiano, a sua volta, coordina le azioni di competenza delle Regioni e fornisce gli indirizzi per la sanità di frontiera (USMAF). Fermo restando che, a oggi, non sono presenti casi, in Italia, di riferimento per l’aggiornamento delle informazioni è il sito del Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4015 Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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