Covid19, secondo Confcommercio è urgente pulire i cani
Covid19, secondo Confcommercio è urgente pulire i cani. Non è una battuta di cattivo gusto, ma proprio una dichiarazione scritta di quella che dovrebbe essere un’istituzione molto seria e autorevole di Milano e non solo. E’ urgente tolettare i cani, dice Confcommercio, in questo periodo. Quindi devono riaprire i negozi che se ne occupano. In effetti con centinaia di morti al giorno, si avverte strisciante la necessità di vedere il proprio cane bello pulito, pettinato e con la pedicure a posto. Hai visto mai che uscendo qualcuno noti un’irritazione cutanea del povero Fuffy, l’economia nazionale non potrebbe evidentemente sopportare una tale vergogna sociale. In fondo tutti i potenti ci hanno tartassato di immagini e video con cagnolini e cagnoloni per anni, la naturale evoluzione del periodo in cui si parlava dell’altro esemplare da compagnia dei potenti: mogli e mariti. Diventa quindi naturale che oggi in piena crisi Covid19, secondo Confcommercio è urgente pulite i cani. L’Italia non sa cosa sarà di lei, ma ecco che una delle rappresentanze del famoso cuore produttivo italiano se ne esce con questo comunicato: Emergenza Covid -19: “Autorizziamo le toelettature dei cani: non è soltanto un vezzo estetico – afferma Davide D’Adda, presidente di Acad, l’Associazione degli operatori commerciali di animali domestici e toelettatori aderente a Confcommercio Milano – ma un’operazione necessaria al benessere generale dei nostri animali”. Acad lancia l’allarme: a Milano Città Metropolitana sono almeno un migliaio i cani che hanno bisogno di un intervento urgente di toelettatura, possibile nella rete dei 500 esercizi commerciali specializzati. “Un’operazione – prosegue D’Adda – che dev’essere svolta da professionisti con la quale si preserva il benessere dei nostri amici a quattro zampe. Infatti, oltre a lavare il pelo vengono svolti anche il controllo delle unghie ed un’analisi superficiale del manto che consente di individuare eventuali problemi come dermatiti ed eczemi e di indirizzare il cliente dal veterinario per gli approfondimenti specifici”. Ora nessuno vuole mettere in dubbio che D’Adda e i suoi associati abbiano diritto di lavorare come tutti, ma le parole andrebbero misurate meglio. Non da lui per carità, sono comprensibili certi sfoghi, ma di Confcommercio che si lascia andare a comunicati come questo mentre le persone muoiono. Spesso senza essersi fatti barba e capelli, ma forse per corso Venezia sono meglio i cani.
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