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Coronavirus: Gruppo Cap sospende le bollette

Coronavirus: Gruppo Cap sospende le bollette. Gruppo CAP annuncia il rinvio dei pagamenti delle bollette. Per contrastare i disagi dei cittadini dovuti all’evoluzione dell’emergenza Coronavirus/Covid-19, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano mette in atto con effetto immediato misure concrete per agevolare i pagamenti azzerando ogni costo aggiuntivo. In particolare, le bollette in corso di emissione, che hanno come scadenza di pagamento il prossimo 15 aprile, potranno essere pagate entro il 1° giugno senza nessun costo aggiuntivo. Lo stesso termine sarà applicato inoltre a chi ha scelto la domiciliazione bancaria. Per i clienti che non avessero ancora provveduto al pagamento delle bollette con scadenza 28 febbraio 2020 non sarà prevista l’applicazione di interessi di mora, in caso di pagamento effettuato entro il 1° giugno 2020. Infine, è sempre possibile rateizzare le bollette di importo superiore a 80 euro facendone richiesta tramite il sito internet www.gruppocap.it oppure tramite mail a rateizzazioni@gruppocap.it oppure contattando il servizio clienti al numero 800. 428.428. Dalla scorsa settimana, a fronte dell’emergenza della pandemia in corso che ha costretto Gruppo CAP a chiudere gli sportelli aperti al pubblico, l’azienda pubblica ha annunciato il potenziamento dei canali telefonici e online a beneficio dei servizi destinati ai consumatori, garantendo inoltre gli interventi urgenti e le attività non rimandabili. Per le urgenze l’invito è di rivolgersi ai numeri verdi di assistenza e di pronto intervento. Numero verde Servizi al pubblico: 800.428.428 Numero verde Pronto Intervento: 800. 175.571 Sito web: www.gruppocap.it sezione clienti Gruppo CAP Gruppo CAP è la realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città Metropolitana di Milano secondo il modello in house providing, cioè garantendo il controllo pubblico degli enti soci nel rispetto dei principi di trasparenza, responsabilità e partecipazione. Attraverso un know how ultradecennale e le competenze del proprio personale coniuga la natura pubblica della risorsa idrica e della sua gestione con un’organizzazione manageriale del servizio idrico in grado di realizzare investimenti sul territorio e di accrescere la conoscenza attraverso strumenti informatici. Per dimensione e patrimonio il Gruppo CAP si pone tra le più importanti monoutility nel panorama nazionale. Nel 2017 si è aggiudicato il premio assoluto Top Utility come migliore Utility italiana.

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Per favore manette per i medici traditori

Per favore manette per i medici traditori. Se come ha avvertito il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana siamo vicini al punto di rottura, è il momento di attuare a tutto campo le misure previste in caso di guerra. I medici del centro sud che si sono messi in malattia non meritano pietà perché non hanno avuto pietà: tantissimi loro colleghi, comprese le nuove generazioni non ancora pronte hanno risposto alla chiamata. Combattono con le scarpe di cartone della nostra epoca un nemico dotato di risorse illimitate, mentre il solito gruppo di furbi prende la via della casa al mare. Hanno pugnalato alle spalle un’intera nazione con le sue speranze proprio mentre era in difficoltà. Siccome le leggi di guerra non necessitano per definizione di durare oltre il conflitto, oggi abbiamo gli strumenti legali per fucilare alcuni medici. Non stiamo scherzando: qui non si tratta di quando c’è un picco di influenza normale ma gioca la squadra del cuore o è Natale e quindi si moltiplicano le assenze dagli sportelli pubblici, asl compresa. L’Italia è in Stato di guerra, i cittadini sottoposti a coprifuoco e senza stipendio se non per le funzioni fondamentali. Le fabbriche convertono la produzione come non si vedeva dai tempi delle guerre mondiali di inizio Novecento. I soldi presto mancheranno a tutti perché il contraccolpo mondiale del virus deve ancora arrivare, ma una congrega di traditori ha pensato bene di mettersi in malattia. A questo punto ai primi dieci che si sono messi in malattia per favore manette per i medici traditori: dieci vengano messi al muro come esempio, gli altri marchiati a fuoco come traditori e privati di diritti sociali e civili. Vivranno della pietà altrui, la stessa che loro hanno negato ai fratelli e sorelle che morivano sotto i colpi del Covid19.

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Corvetto, scritta choc: “Covid ammazza gli sbirri, dai”

Corvetto, scritta choc: “Covid ammazza gli sbirri, dai”. La scritta è opera di un anonimo che in un momento come questo ha deciso di prendersela con le forze dell’ordine. Alessandro Montunato, segretario provinciale della Upl sicurezza, ha contestato subito questo ennesimo insulto. “L’ennesimo affronto alle donne e agli uomini della polizia in un momento così delicato per il nostro Paese merita ancora di più una risposta forte, di ferma condanna, che mi aspetto arrivi dai rappresentati politici di ogni schieramento. In questi giorni – si legge in una nota -, oltre all’incredibile lavoro che stanno svolgendo tutti gli operatori del mondo sanitario, non si può di certo dimenticare chi, in nome sia del giuramento a suo tempo prestato, sia di un incommensurabile senso dello Stato, esercita quotidianamente la sua mission di servizio nei confronti del cittadino”. “Chi ha compiuto questo gesto, ha ulteriormente connotato il mondo a cui appartiene e tutta la sua inutilità esistenziale”, ha concluso il segretario, rinvolgendo poi “il massimo plauso a tutte le forze dell’ordine per la sensibilità con cui stanno quotidianamente dimostrando di operare”. Anche Riccardo De Corato si è subito schierato con la polizia: “È l’ennesimo attacco alle forze dell’ordine in zona. Questa volta si è arrivati al punto di augurare agli agenti la morte per Coronavirus, usato come pretesto per rinfocolare l’astio e la lotta contro i poliziotti – le parole dell’assessore regionale alla sicurezza, Riccardo De Corato -. Mi auguro che Amsa provveda al più presto a cancellare dal muro la vergognosa scritta, particolarmente odiosa in un momento di emergenza che vede le forze dell’ordine impegnate per garantire la salute di tutti”.

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Coronavirus e passeggiate: ora controllano anche i vigili

Coronavirus e passeggiate: ora controllano anche i vigili. Il Prefetto Renato Saccone è infatti intervenuto nella serata di ieri per autorizzare anche la polizia locale, se avrà disponibilità di uomini e mezzi, a effettuare controlli sulle persone trovate in giro per le strade. Un problema che si era presentato in più parti d’Italia e soprattutto a Milano, dove ancora circolano migliaia di persone e secondo alcuni dovrebbero pure essere di più. A sollevare il problema in territorio meneghino era stata Forza Italia tramite Simone Enea Riccò, presidente della Commissione sicurezza del Municipio 5: “#Coronavirus Chiediamo al Prefetto di intervenire immediatamente e utilizzare tutte le forze disponibili per disporre controlli sul territorio. Questa è la situazione di oggi a Milano. E’ oltremodo necessario che tutte le Forze di Polizia, compresa la Polizia Locale, si adoperino per fermare questa follia prima che la situazione a Milano sfugga di mano. Il vicepresidente Fabrizio Sala oggi ha giustamente fatto notare che oltre il 40% dei Lombardi è in movimento, molti si sposteranno per lavoro certo, ma una situazione del genere mette a repentaglio la salute pubblica del capoluogo. E’ necessario un controllo del territorio più capillare, o viceversa l’unica soluzione sarà un inasprimento dei provvedimenti: non possiamo vanificare il grande sacrificio di tantissimi cittadini a causa di irresponsabili”. Diversi della comunità politica milanese avevano seguito la stessa strada, chiedendo un intervento rapido dalle istituzioni per risolvere una questione organizzativa molto importante in questa fase. “È davvero incomprensibile la decisione del prefetto Saccone di escludere gli agenti di Polizia Locale dal controllo del territorio, non dandogli la possibilità di verificare le motivazioni dello spostamento così come previsto dal DPCM dell’8/3/2020 – aveva attaccato Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia – A seguito di questa scelta, da domani circa il 70% degli agenti di PL sarà in ferie o in congedo parentale. Mentre il sindaco Sala nei suoi videomessaggi è in ritardo di un giorno rispetto a quello che succede fuori dal suo bunker, continuano ad arrivarmi segnalazioni con fotografie della presenza di gruppi di persone nei parchi non recintati della città. Chiedo al prefetto di tornare sui suoi passi affinché in un momento critico e di emergenza non prevalgano scelte politiche. Le Istituzioni continuano a ripetere che l’unità del Paese è fondamentale per superare l’ora più buia, ma questa scelta va nell’esatto opposto. In questa fase storica della Nazione equiparare la Polizia Locale alle forze di Pubblica Sicurezza è doveroso. Il presidio del territorio è fondamentale per impedire che si verifichino assembramenti in luoghi pubblici come parchi, piazze, supermercati e stazioni della metropolitana. Chi meglio dei ghisa può portare ordine in una città che conoscono come le loro tasche?”. Dopo le critiche si è mosso corso Monforte. E ora che si è mosso il Prefetto possiamo titolare Coronavirus e passeggiate: ora controllano anche i vigili. 

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Covid19, Federalberghi: bene il governo, ma resta molto da fare

Covid19, Federalberghi: bene il governo, ma resta molto da fare. Questa è la sintesi del commento di Federalberghi a proposito del decreto Cura Italia varato dal governo. “Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri offre alcune prime risposte utili a fronteggiare l’emergenza, ma molto resta da fare per salvare l’economia del turismo.” E’ questo il commento a caldo del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, dopo la Conferenza stampa del presidente del Consiglio che ha illustrato i punti principali del provvedimento.   “Bene il rinvio dei termini per il pagamento di IVA, ritenute e contributi e l’intervento sui mutui – dice Bocca – nel sottolineare una situazione drammatica che, quest’anno vedrà gli alberghi registrare un crollo del fatturato che, secondo gli ultimi dati Cerved, diminuirà di oltre il 70%.” Bocca sottolinea “una doppia preoccupazione relativa alle varie scadenze che si susseguiranno nei prossimi mesi, in primis per il pagamento di IMU e TARI, e per la sorte degli alberghi che vengono gestite con contratto di affitto o formule simili. Ogni mese, quasi ventimila strutture devono pagare un canone alla proprietà e in questo momento non sono in condizione di farlo”. Ed aggiunge “apprezzo la norma sui voucher, che realizza un giusto equilibrio tra gli interessi dei clienti e quelli degli alberghi, che in questo momento di crisi di liquidità non avrebbero potuto far fronte alle richieste di restituzione delle caparre. Agli ospiti che avevano già acquistato la vacanza e dovranno cambiare il proprio programma, offriremo un voucher di pari valore, che potrà essere utilizzato nell’arco dei prossimi dodici mesi.” “Bene anche le risposte sugli ammortizzatori sociali, che offrono copertura a tutti i dipendenti attualmente in servizio e accendono un faro anche sui lavoratori autonomi e sui lavoratori stagionali. In relazione a questi ultimi, sarà necessario chiarire l’operatività della norma, soprattutto in riferimento ai circa cinquecentomila lavoratori del turismo che in un anno normale sarebbero stati assunti tra marzo e luglio e che quest’anno corrono seriamente il rischio di restare al palo.” Il presidente degli albergatori ricorda che “Mancano all’appello due misure importanti, che erano state preannunciate: una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi e un incentivo agli italiani che effettuano le vacanze in Italia. Si tratta di passaggi fondamentali per consentire al sistema di fronteggiare una situazione drammatica e per iniziare a programmare il ritorno alla normalità, facendo leva sulla clientela italiana, che storicamente costituisce il nostro primo bacino di riferimento.” E conclude affermando che “Federalberghi ha interagito con le istituzioni nella fase di confronto che ha preceduto l’adozione del provvedimento e intende contribuire attivamente al dibattito che ne accompagnerà l’iter parlamentare, collaborando con il Governo e con tutte le forze parlamentari, per migliorare i contenuti del decreto.”

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Covid19, gli attacchi di panico impegnano le ambulanze

Covid19, gli attacchi di panico impegnano le ambulanze. In una sera della scorsa settimana sono stati una decina i casi in cui un’ambulanza è stata chiamata per un sospetto caso di Covid19 che poi si è rivelato un attacco di panico. Questo tipo di crisi ha infatti effetti simili a quelli del Covid19, almeno all’apparenza perché toglie il fiato alla persona colpita. E in questi giorni di Covid19, gli attacchi di panico impegnano le ambulanze: i casi sono diversi e iniziano ad avere una consistenza numerica, perché il martellamento di previsioni catastrofiche e impossibilità di uscire sta cominciando ad avere effetti collaterali sulla psiche dei più fragili. Il cambio di stile di vita che è stato imposto dalla crisi sanitaria di inizio secolo non è stato da poco, soprattutto dopo decenni in cui l’imperativo categorico era spostarsi in continuazione. L’improvvisa calma unita al pericolo di finire intubati (sempre a letti disponibili) sta causando un problema come il fatto stesso di impegnare la ambulanze per attacchi di panico e non per veri malati. Per fortuna in Lombardia non mancano i mezzi e si sta reclutando personale a più non posso, ma forse è il momento di pensare che per tanti portati via per il panico, ce ne sono molti di più in situazioni simili. Magari le ansie che cova una parte della popolazione non esploderanno mai, però potrebbe anche essere che succeda perché per molte famiglie restare a casa in questo periodo si sta rivelando una dura prova. Allora forse si potrebbero mettere in campo delle misure alternative e a basso costo sull’esempio dei tabaccai: se si è giustamente pensato di permettere ai dipendenti dal tabacco di proseguire nei propri vizi, forse si può fare lo stesso ragionamento per gli altri. Gli psicofarmaci non possono essere distribuiti in massa, ma una soluzione per accompagnare i più fragili fuori dalla crisi va pensata.

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