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COVID: 102 casi 3 decessi e rapporto al 0,8%

I nuovi casi di positività al coronavirus in Lombardia sono stati 102 a fronte di 11.699 tamponi per un rapporto dello 0,8%. Si registrano 3 nuovi decessi. Le persone in terapia intensiva sono 109; 5 in meno di ieri. Sono 596 i pazienti attualmente ricoverati non in terapia intensiva, 32 in meno di ieri. Da inizio pandemia sono stati eseguiti 11.105.601 tamponi. Nelle province i nuovi casi sono così suddivisi: Milano 42 di cui 25 a Milano città; Bergamo 17; Brescia 3; Como 10; Cremona 2; Lecco 1; Lodi 0; Mantova 1 ; Monza e Brianza 10; Pavia 1; Sondrio 11; Varese 0.    

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Covid: focolaio in palestra, 10 casi accertati

Un focolaio Covid con 10 casi, di cui uno da variante indiana, è stato scoperto in una palestra di Milano che aveva riaperto lo scorso 24 maggio. Lo rende noto ATS Città Metropolitana di Milano, spiegando che, visto che un caso ha evidenziato infezione da variante indiana, è stato richiesto il sequenziamento per gli altri 9. Tutti i casi sono in isolamento. L’Agenzia ha inoltre identificato 140 frequentatori della palestra che dal 24 maggio (data di apertura della palestra) al 31 maggio (data di presenza dell’ultimo caso) hanno avuto contatti con almeno uno dei 10 casi rilevati. Sono stati tutti invitati a eseguire un test antigenico o molecolare presso la rete dei punti tampone e dei drive through di ATS. ANSA

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Lombardia, Post Covid: il 20% dei non ospedalizzati accusa sintomi

Lombardia, Post Covid: il 20% dei non ospedalizzati accusa sintomi. Approfondire il tema post Covid sia dal punto di vista sanitario, nell’assistenza dei pazienti che hanno contratto le infezioni da Sars-Cov2 e relative varianti, sia dal punto di vista prospettico, nella riorganizzazione della sanità alla luce delle problematiche emerse durante la pandemia. È l’obiettivo che hanno centrato oggi Fondazione Sanità Futura, AIOP Lombardia e Società Scientifica della Riabilitazione, promotori dell’evento digitale, dal titolo “Post Covid e riabilitazione: innovazioni sanitarie e organizzative”, che ha visto il susseguirsi degli interventi di autorevoli personalità della sanità e dell’industria lombarda. Da Dario Beretta, presidente di AIOP Lombardia, a Gabriele Pelissero, presidente di Confindustria Lombardia Sanità e Servizi, da Sandro Iannaccone, presidente della Società Scientifica Riabilitazione e direttore del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero funzionale dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ad Alberto Ricci di CERGAS – Bocconi, coordinatore del Rapporto OASI, da Giovanna Beretta, direttore della Struttura complessa di Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione dell’Ospedale Niguarda di Milano, ad Alessandro Giustini, direttore dell’Ospedale riabilitativo San Pancrazio di Arco (TN), da Marco Parenti, Lombardia Area Manager vice Coo di Korian, a Federico Piron, Ceo di Khymeia Group e Simone Ungaro, Ceo di Movendo Technology. Ha chiuso i lavori Giovanni Pavesi, direttore generale Welfare di Regione Lombardia. Un’occasione per parlare del cosiddetto Long Covid, la sindrome che accusano le persone non vaccinate che hanno contratto il coronavirus in forma sintomatica e che vorrebbero uscirne ma continuano ad esserne infastidite dalle conseguenze a distanza di tempo. E per riflettere, altresì, sull’opportunità di implementare l’utilizzo di telemedicina, teleriabilitazione e nuove tecnologie digitali per modernizzare la sanità. “Vogliamo sensibilizzare la Regione affinché si prenda in carico le problematiche post Covid già emerse – esordisce Dario Beretta, presidente di AIOP Lombardia -. Durante l’emergenza epidemiologica, la Lombardia ha visto oltre un terzo dei ricoveri avvenuti in Italia a causa del coronavirus. Numeri significativi, perché parliamo di circa 100.000 pazienti ricoverati in terapia intensiva o degenza. Una alta percentuale di questi soggetti ha evidenziato dei disturbi motori o neurologici anche severi a causa dell’infezione contratta – incalza Beretta – pertanto è necessario affrontate il tema del Long Covid con grande attenzione ed efficienza, considerando l’apporto fondamentale delle nuove tecnologie, come la telemedicina e la teleriabilitazione”.  “Il webinar ha acceso i riflettori sui deficit sanitari provocati dall’emergenza epidemiologica – commenta Sandro Iannaccone, presidente della Società Scientifica Riabilitazione e direttore del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero funzionale dell’Ospedale San Raffaele di Milano –. Nel post Covid, la nostra sanità dovrebbe aver acquisito delle competenze per migliorarsi, anche in funzione dei danni che il virus ha recato ai pazienti che hanno necessitato di cure intense”. “A distanza di 6 mesi – fa sapere Iannaccone – la metà dei pazienti ospedalizzati e il 15-20% dei non ospedalizzati ha manifestato almeno un disturbo post Covid. Parliamo di circa 600 mila persone, che hanno accusato un deficit a livello neurologico, cardiaco o renale e ora abbisognano di una riabilitazione a livello ambulatoriale. Già prima del Covid, il 50% dell’assistenza ambulatoriale era a pagamento e in questo quadro l’ideale sarebbe il day hospital con le persone che potrebbero fare due o tre prestazioni lo stesso giorno, razionalizzando i tempi. Nell’ambito della riabilitazione, come lo è per la campagna vaccinale – continua Iannaccone – sono coinvolte anche le aziende private perché si va dalla robotica alla telemedicina, con un utilizzo sempre più rilevante delle nuove tecnologie. Su questi fronti in Italia abbiamo grandi competenze e credo che anche il sistema sanitario si debba adeguare, sia in termini logistici sia economici”. “L’Italia è una popolazione che invecchia e nei prossimi 20 anni circa 5 milioni di persone passeranno dalla fascia attiva alla fascia over 65, con più bisognosi di assistenza – afferma Alberto Ricci di CERGAS – Bocconi, coordinatore del Rapporto OASI –. Ad oggi, il 58% degli over 65 ha più di una patologia cronica, un fatto che per il sistema sanitario determina un impegno rilevante e nel contempo innesca una dinamica di tipo sociale. La nostra società è infatti sempre più frammentata, con una disponibilità ridotta delle persone ad aiutare i pazienti con disabilità e ad accompagnarli nella riabilitazione. Questi aspetti si acuiscono nelle regioni del centro e del sud, che stanno invecchiando rapidamente e dove l’offerta assistenziale è scarsa. Bisogna considerare anche gli aspetti economici – osserva Ricci – ad esempio, la presa in carico in un percorso ospedaliero riabilitativo di un paziente post ictus può costare al sistema anche 15 o 20 mila euro. Ma se la riabilitazione è fatta bene, si abbassa il livello di disabilità e quindi si riduce la richiesta di assistenza con tutto ciò che ne comporta”. “Il tema della riabilitazione sarà cruciale per Regione Lombardia. Una filiera che è già strategica: parliamo nel 2019 di 100.000 ricoveri, 220 unità di recupero e un centinaio di presidi ospedalieri con unità riabilitativa. La ripartenza post Covid dovrà dunque prevedere il potenziamento delle cure intermedie che potranno trovare spazio nei vari setting indicati dal PNRR, Da qui l’impegno della Regione –conclude Giovanni Pavesi- di riattivare la rete della riabilitazione lombarda: non una centralizzazione, ma una formula che sintetizzi e promuova, con il supporto e la collaborazione delle realtà pubbliche e private, una omogeneità di cure sul territorio lombardo, per confermare e sviluppare la qualità delle prestazioni che già oggi ci pongono come riferimento a livello nazionale in termini di numeri e di efficacia”.

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Covid: meno di 1.000 ricoverati 6 morti e 142 nuovi positivi

Sono 142 i nuovi positivi al Covid-19 in Lombardia, l’1,1% dei 12.697 tamponi processati nelle ultime 24 ore. I decessi sono 6, 33.675 da inizio pandemia. La Regione fa sapere che negli ultimi sette giorni l’incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti è stata pari a 26. Sul fronte ricoveri sono stabili i pazienti in terapia intensiva (167), mentre calano leggermente i letti occupati negli altri reparti che scendono sotto quota 800: sono 799 i pazienti, 34 in meno da ieri. L’aggregato guariti-dimessi conta sale a 783.492, +216 da ieri. I dati:  i tamponi effettuati: 12.697 (di cui 9.580 molecolari e 3.117 antigenici) totale complessivo: 10.881.430  i nuovi casi positivi: 142 (di cui 11 ‘debolmente positivi’)  i guariti/dimessi totale complessivo: 783.492 (+216), di cui 2.103 dimessi e 781.389 guariti  in terapia intensiva: 167 (=)  i ricoverati non in terapia intensiva: 799 (-34)  i decessi, totale complessivo: 33.675 (+6) I nuovi casi per provincia: Milano: 48 di cui 21 a Milano città; Bergamo: 20; Brescia: 18; Como: 9; Cremona: 3; Lecco: 1; Lodi: 0; Mantova: 2; Monza e Brianza: 10; Pavia: 4; Sondrio: 14; Varese: 6.

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Covid: 5 decessi e 458 nuovi positivi

Con 28.195 tamponi effettuati è di 458 il numero di nuovi positivi al Coronavirus registrati in Lombardia, una percentuale dunque dell’1,6% in leggero aumento rispetto a ieri che non raggiungeva l’1,4%. Sono 246 i ricoverati in terapia intensiva, tre più di ieri, e 1076 negli altri reparti (-55). I decessi sono invece cinque, un numero mai così basso da ottobre, che porta comunque il totale da inizio pandemia a 22598. Per quanto riguarda le province, sono stati segnalati 157 casi a Milano, 62 a Brescia, 50 a Bergamo, 37 a Pavia, 32 a Monza, 24 a Varese e Mantova, 20 a Como, 19 a Lecco, 11 a Cremona, 10 a Sondrio e 1 a Lodi.

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Covid: 620 casi e 13 decessi

Con 44.808 tamponi effettuati è di 620 il numero di nuovi casi positivi al Coronavirus in Lombardia, con una percentuale leggermente al di sotto dell’1,4%. Continua il calo di ricoverati che sono 243 in terapia intensiva (-5) e 1131 negli altri reparti, dunque 102 meno di ieri. Sono invece 13 i deceduti che porta il totale da inizio pandemia a 33.593. Per quanto riguarda le province, sono stati segnalati 203 contagi a Milano, 89 a Bergamo, 74 a Varese, 67 a Monza, 54 a Brescia, 38 a Como, 16 a Lecco, 14 a Pavia, 12 a Mantova, 10 a Cremona, 9 a Sondrio e 3 a Lodi.

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