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Sono 1.124 i milanesi morti di covid-19, il 94% aveva più di 60 anni

Repubblica, ha riportato oggi i dati contenuti nella risposta data da Regione Lombardia al Sindaco Sala, che aveva sollecitato dati più precisi in merito al contagio entro i confini cittadini. Confermato il dato giornaliero di ieri che vedeva 241 nuovi casi per un totale di 7.788 milanesi ufficialmente positivi a covid-19, si apprende che i tamponi effettuati in città sono stati 31.650, per una media di 1.033 al giorno. Sono stati 1.124 i decessi di persone che risultano risiedere a Milano. Il 94% di questi avevano più di 60 anni: 695, pari al 61,8%, avevano più di 80 anni, 361, il 32,1%, avevano fra i 60 e i 70 anni. Quattro vittime avevano tra 20 e 39 anni, altrettante più di 100. La “lettera” però non contiene dettagli sufficienti a capire in che modo il contagio si sia diffuso e perché si stia ancora diffondendo in città (sempre che sia effettivamente così).  Sembra oramai appurato che, almeno negli ultimi giorni, buona parte dei nuovi casi siano legati al mondo delle case di riposo, nelle quali dal 6 aprile sono iniziati i test a tappeto, attività che sta probabilmente facendo salire in modo esponenziale il numero di 830 casi positivi e 80 ricoverati che si registravano fino al 15 aprile scorso fra gli ospiti delle case di riposo milanesi. Discorso che vale anche per i 4.789 operatori impiegati nelle RSA,  fra i quali risultavano 45 ricoverati e 286 positivi al virus, destinati a crescere di molto quando saranno sottoposti a test gli altri 634 in isolamento domiciliare senza essere stati sottoposti a tampone e i 500 che si sono messi in malattia per motivi imprecisati. Secondo Repubblica, circa il 40 per cento dei nuovi casi diagnosticati ogni giorno è quindi riconducibile alle case di riposo, un’altra quota dei nuovi contagi sarebbe legata a medici di famiglia e ospedalieri, mentre solo un terzo dei nuovi contagi sarebbe da attribuire alla diffusione del virus in contesti familiari. Valutazione che ci sentiamo di condividere e che ci fa affermare che allo stato attuale delle cose, grazie ai provvedimenti presi e alla coscienziosità dei milanesi, il contagio “per strada” sia ridotto al lumicino.  

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Gallera: da qui ai prossimi mesi dobbiamo immaginare un modo di vivere diverso

Nel corso dell’aggiornamento giornaliero sull’emergenza coronavirus, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, giunto a leggere il bel dato di soli nuovi 9 ricoverati in terapia intensiva nella giornata di ieri, ha tenuto a sottolineare, “Oggi abbiamo superato ampiamente i 1.600 posti letto in terapia intensiva, partendo da 724. Qualcosa che non credo abbia eguali in nessun sistema sanitario“. L’assessore aveva precedentemente ricordato che si è ulteriormente rafforzato il servizio sanitario lombardo, “grazie alla solidarietà internazionale”. “Ieri sono arrivati 15 medici e infermieri polacchi e oggi sono arrivati 10 medici e 20 infermieri dall’Albania. Questi sono segnali importanti per noi, che abbiamo bisogno di rafforzare i presidi nelle aree più esposte. Ormai quasi tutti i nostri ospedali si sono riadattati per assistere le persone affette dal coronavirus. Oggi l’area di Brescia è un altro dei fronti caldi che abbiamo. Il grandissimo sforzo di tutto questo sistema ci ha consentito di reggere. Ospedali come quello di Varese o il San Gerardo di Monza hanno gli stessi pazienti delle aree calde perché grazie ai trasferimenti riusciamo a far reggere ancora anche i presidi più esposti”. Prima di passare alla lettura dei numeri, in riferimento a quanto accadrà quando il contagio comincerà a ridursi in modo deciso, Gallera ha tenuto a sottolineare che non dovremo, “giammai pensare che questa situazione verrà risolta in poche ore… da qui ai prossimi mesi dobbiamo immaginare un modo di vivere diverso“, che ci imporrà di “scaglionare la nostra vita sociale per un numero significativo di mesi“. Dati Lombardia: casi positivi 41.007 (+1592), ricoverati non in terapia intensiva: 11.613 (+461), in terapia intensiva: 1.328 (+9), dimessi e in isolamento domiciliare 21.706 (+706), deceduti 6.360 (+416). Provincia di Milano 8.329 (+546), di cui 3.406 in città (+247).

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Gallera: si riducono gli accessi ai pronto soccorso, gli ospedali tirano il fiato

Dopo una breve introduzione dell’Assessore al Bilancio di Regione Lombardia, Davide Camparini, che si è complimentato con i lombardi per come hanno ridotto i loro movimenti, annunciando contestualmente che la realizzazione dell’ospedale dedicato alle terapie intensive a Fiera Milano City è stata affidata al Policlinico di Milano e un messaggio di speranza lanciato in video-collegamento dal Giornalista Carlo Gaeta, convalescente all’ospedale di Legnano, dopo essere stato in terapia intensiva perché colpito dal coronavirus, l’Assessore Gallera ha iniziato l’aggiornamento sull’emergenza coronavirus. “Sono 36 giorni che lavvoriamo con un’intensità pazzesca, molte volte senza nemmeno tirare il fiato“, ha premesso l’Assessore, aggiungendo, “Abbiamo commesso errori? Sicuramente, ma abbiamo sempre fatto il massimo che potevamo, perché tutta questa ondata di dolore e difficoltà potesse trovare una risposta positiva e Massimo Gaeta e tutte queste persone potessero tornare a respirare e vivere come persone normali“. “I dati di oggi sono ancora un po’ alti, ma vanno contestualizzati“, ha esordito, “i positivi sono 37.298, siamo in linea con ieri, 2.409 in più, ospedalizzati 11.137 con una crescita inferiore rispetto a ieri di circa 200 casi e questo è un elemento positivo, il numero di  persone in terapia intensiva è arrivato a 1.292, con una crescita di 29, crescono però di più di 200 le persone che sono state dimesse andando a equilibrare i nuovi ricoveri. Milano città metropolitana più 574, che è molto meno rispetto a ieri, Milano città più 261″ anche in questo caso un dato molto più contenuto dopo che ieri si era riscontrato un aumento inatteso, perché erano entrati nel conteggio molti tamponi fatti nei giorni precedenti. I decessi purtroppo continuano a crescere, sono 541 in più, ma tutte le statistiche ci dicevano che il numero dei decessi sarà quello che scenderà per ultimo perché si tratta di persone entrate in ospedale tempo fa che poi si sono aggravate.  Concetto ribadito anche da Davide Camparini, sottolineando che il dato più importante è “quello degli accesi al pronto soccorso“, sui quali ha chiamato in causa Gallera che ha detto “se è vero che i nostri presidi ospedalieri sono ancora sotto una grande pressione” tutti i direttori confermano che, “c’è un dato confortante, cui attribuiamo una grande importanza, cioè, in tutti i pronto soccorso si evidenzia una riduzione dei ricoveri” e “in alcuni come a Lodi i pazienti ricoverati per patologie ordinarie hanno superato quelli covid“, quindi,  “finalmente nei nostri ospedali si sta cominciando a tirare il fiiato“. “Sull’altro fronte, stiamo rafforzando in maniera significativa l’attività sul territorio per prenderci cura di quelle persone cosiddette paucisintomatiche (con un solo sintomo ndr), recependo una direttiva nazionale che ha accolto le richieste dei medici di base di maggiore tutela, affiancando loro dei pool di assistenza domiciliare. Anche in Lombardia – ha puntualizzato – stiamo dunque procedendo a rimodulare l’assistenza domiciliare integrata su un modello di ADI Covid-19”. Su richiesta dei medici di medicina generale, unità speciali di continuità assistenziale (USCA) andranno a visitare i pazienti, li sorveglieranno o stabiliranno, se necessario, collocarli in degenze di sorveglianza quando non possono essere sorvegliati al proprio domicilio. Dati Lombardi:  positivi 37.298 (+2.409), ricoverati non in terapia intensiva 11.137 (+456), in terapia intensiva: 1.292 (+29), dimessi e in isolamento domiciliare 19.467 (+1.356), deceduti 5.402 (+541). Tamponi effettuati: 95.860 (+8.147). Provincia di Milano 7.496 (+547) di cui 3.009 a Milano città (+261).  

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Gallera: i milanesi stanno contenendo il virus, chi fa polemiche si qualifica da se

Oggi l’Assessore Gallera ha iniziato la conferenza stampa commentando lo scontro che lo ha visto contrapposto all’Europarlamentare del PD, Pierfrancesco Majorino,  dicendo, “noi raccontiamo lo sforzo che Regione Lombardia sta mettendo in campo, siamo molto contenti che in tanti ci seguano, alcuni apprezzano, altri evidenziano cose che potrebbero essere fatte ed è per noi uno stimolo“, poi, “c’è chi travisa quanto diciamo per attaccarci” sottolineando quindi che, chi “in questo momento vuole fare polemica su quello che facciamo evidenzia la misura del proprio essere“, aggiungendo, “ognuno di noi lavora dando il massimo, facciamo sicuramente degli errori, ma ogni nostra azione è volta ad arginare quello che ci è venuto addosso e di dare il meglio delle cure possibili” a tutti, quindi quelli che provano a manipolare le nostre parole “li lascio giudicare a voi“. “La Regione Lombardia è riuscita ad aumentare del 110% i posto in terapia intensiva portandoli da 724 a 1500“, ha quindi sottolineato l’Assessore e, ha aggiunto “non è finita perché volgiamo continuare a garantire un’assistenza adeguata e ricoverare chi ne ha più bisogno. Domani ne apriamo altri 5 a Legnano e, 5 al San Carlo e giovedì 16 al Policlinico e 10 al Niguarda”. Continua anche il lavoro serrato per alleggerire gli ospedali pi§ in difficoltà. Domani, infatti, sarà operativo l’ospedale da campo di Crema dove lavoreranno 52 fra medici e infermieri cubani. Andranno invece al Papa Giovanni di Bergamo 30 medici russi inizialmente destinati a Sondalo. Sempre a Bergamo, in fiera, è in fase di allestimento un ospedale da campo realizzato dall’associazione nazionale Alpini della Lombardia. “Stiamo lavorando anche su area di Brescia – ha aggiunto – e a tutto il personale va il nostro grazie. Qui sono 90 i posti letto ricavati, segno della grande capacità gestionale ed operativa, visto che anche l’ospedale di Orzinuovi è stato riadattato”. Gallera, prima di illustrare i dati della giornata ha sottolineato che “a Codogno, comune del lodigiano dove, un mese fa, ci sono stati i primi casi di coronavirus in Italia, oggi le persone positive sono 268, con zero contagi in piu’ rispetto a ieri”.  In linea generale, anche a fronte di un generalizzato aumento rispetto a ieri, Gallera non vi ha letto nulla di negativo, poiché dopo che la crescita si è quasi dimezzata in due giorni, ora fra alti e bassi si dovrebbe stabilizzare per poi “ci si augura” ricominciare a scendere se continueremo tutti a comportarci in modo virtuoso. I dati della Lombardia: positivi 30.703 (+1.942), ricoverati non in terapia intensiva, 9.711 (+445), in terapia intensiva, 1.194 (+11), dimessi e in isolamento domiciliare, 15.620, deceduti, 4.178 (+402). Tamponi effettuati: 76695. Milano e provincia 5.701 (+375) di cui 2297 in città (+121). “Possiamo quindi dire – ha concluso Gallera – che a Milano, dove si temeva potesse esplodere l’epidemia, grazie ai milanesi che si stanno comportando in maniera molto rigida e molto responsabile, stiamo riuscendo a contenere l’espansione del virus“.  

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Galleria, diffusi dati errati, scontro Tasca – De Chirico

“Nel 2018, su 38,6 milioni di euro di canoni di affitto che il Comune doveva ricevere, l’ammanco è di 1,3 milioni“. è la precisazione fatta dall’Assessore al Bilancio e Demanio  Roberto Tasca, in merito alle cifre riportate nei giorni scorsi sulla stampa che parlavano di oltre 18 milioni di mancati pagamenti. Dati estrapolati da un’interrogazione del consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che li aveva poi diffusi. “Nelle tabelle che abbiamo consegnato al consigliere De Chirico – ha continuato Tasca – c’era una colonna dedicata al bollettato del 2019 e un’altra che faceva riferimento all’incassato ad oggi. Definire morosità la differenza tra queste due voci è sintomo di ignoranza“. L’assessore ha infatti spiegato che il Comune esegue una “bollettazione trimestrale e quindi dividiamo gli importi in quattro tranche. Nelle tabelle che abbiamo consegnato non era presente nemmeno il terzo trimestre del 2019, che scade il prossimo 28 ottobre. Se lo scostamento del 2018 era di 1,3 milioni, – concludendo – definire 18 milioni la morosità della Galleria è un errore macroscopico“. Pronta la replica di Alessandro De Chirico, che si è detto “stupito” dalla risposta di Tasca e “basito dalla superficialità con cui l’assessore ha firmato una risposta senza sapere cosa aveva tra le mani” sottolineando di evere solo esercitato il “ruolo di controllo di chi fa opposizione“.  l’azzurro ha quindi invitato Tasca a fare “un po’ meno l’arrogante” e a “cospargersi il capo di cenere” scusandosi “per aver dato risposte molto approssimative“. Fare l’assessore di Milano non è un passatempo, sarebbe il caso di farlo in maniera seria e non superficiale oppure di rassegnare le proprie dimissioni” ha quindi concluso De Chirico.  

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