degrado

Via Clitumno. De Chirico (FI): zona franca di illegalità

“Sono stato contattato da alcuni abitanti dello stabile di via Clitumno, 11 per il grave stato di degrado e d’illegalità residente nello stabile privato. Siamo a pochi passi da via Arquà, periferia Nord-Est di Milano“, lo comunica Alessandro De Chirico Consigliere Comunale di Forza Italia, dopo avere svolto un sopralluogo in loco. “Per anni – continua l’azzurro – ai residenti sono state fatte promesse da  politici che poi si sono disinteressati di loro senza fare nulla di concreto. Su 83 appartamenti, una quindicina risultano occupati abusivamente e per molti altri non si sa chi ci sia all’interno”. “Con alcuni agenti del Commissariato di Villa San Giovanni – racconta De Chirico –  ci siamo avventurati sulle traballanti scale, nei sottotetti non a norma abitabilità e nelle cantine allagate. Ovunque rifiuti, moto e biciclette abbandonate. Da alcune finestre socchiuse siamo stati osservati dagli spacciatori”. “Le persone perbene che vivono lì, insieme a nuovi proprietari” mutuando il modello già adottato nel condominio di via Porpora 161, spiega De Chirico, “hanno pronto un progetto di recupero dell’intero stabile che è al limite dell’agibilità. Ho garantito all’amministratore condominiale che lo supporterò per quanto di mia competenza, promettendogli di non lasciarlo solo. È tempo che a Milano si dica basta all’illegalità imperante che genera ghetti come questo, dove vivono anche molti stranieri desiderosi di integrarsi. Solo – conclude – una virtuosa sinergia fra Forze dell’Ordine e privati consentirà un completo recupero delle periferie degradate“.  

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Centrale, Nava (FI): non esiste una politica dell’accoglienza

Sulla questione del degrado e dei bivacchi presenti in stazione Centrale, interviene anche il vice-Presidente del Municipio 2, Marzio Nava (FI). “Purtroppo – sottolinea l’azzurro – il degrado e la disperazione sono tornate a regnare sovrane in tutte le piazze adiacenti alla stazione centrale. È chiaro che in una situazione di questo genere non esiste né una politica dell’accoglienza né della dignità delle persone né tantomeno una politica di sicurezza sociale e di controllo del territorio. Se alle dichiarazioni roboanti e agli opposti estremismi facessimo prevalere la politica concreta dell’occuparsi realmente del territorio e della gestione effettiva dei problemi tutto ciò potrebbe essere arginato e opportunamente governato, ma così non è!“. A ispirare l’interevento dell’Assessore Nava è stato il messaggio di un cittadino cui erano allegate le immagini del degrado dentro e nei dintorni della Stazione Centrale: “una situazione al limite da piazza Duca d’Aosta fino a viale Vittorio Veneto – scrive il cittadino –  e scovando appunto gli accampamenti improvvisati di decine di persone. Oggi, a due settimane di distanza, la situazione non è migliorata e, anzi, è forse anche peggiorata. Lo stato di piazza Duca d’Aosta non è degno di una città che si professa internazionale come Milano, ma semmai di qualche paese del terzo mondo. Di prima mattina ci sono decine e decine di africani stesi a terra in ogni angolo a dormire. La mela del Pistoletto è il luogo preferito dagli extracomunitari per passare la notte, ma anche le aiuole e le grate della metropolitana sono prese d’assalto. Anche la vicina piazza Luigi di Savoia è assediata da decine di immigrati e sbandati di ogni etnia, così come il lato di via Ferrante Aporti vicino al Memoriale della Shoah”. “A chi dobbiamo imputare questo stato di degrado e di abbandono della stazione centrale che dovrebbe essere il biglietto da visita della città? – si chiede Nava –  Possiamo pensare di continuare a coabitare con una situazione simile ancora per molto? Ricordo sommessamente – conclude –  che la nostra città si appresta ad accogliere ed essere teatro delle Olimpiadi invernali del 2026, pensiamo di farlo in queste condizioni?“.  

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Degrado e abbandono, macerie, spazzatura in via Giambellino 181

Degrado e abbandono, macerie, spazzatura e luoghi dove giovani tossicodipendenti si riparano per consumare una dose. Il Laboratorio di quartiere Giambellino-Lorenteggio ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un video-denuncia che torna sulle condizioni degli stabili Aler di via Lorenteggio 181 chiedendo un intervento delle istituzioni. Le case erp del quartiere al civico 181 sono sospese tra il futuro progetto di riqualificazione e un presente di forte degrado. Ci vivono ancora almeno quattro famiglie con 11 bambini. Una situazione complessa di case occupate mentre gli inquilini regolari sono stati trasferiti in attesa dell’abbattimento dei due edifici rimasti (il terzo è stato demolito nel 2017). Per queste famiglie occupanti che – spiega il Laboratorio – chiedono di regolarizzare la propria posizione, il Laboratorio chiede “che sia rispettato il diritto di accesso alla valutazione del bisogno, come sottoscritto da Aler stessa“, sottolineano in riferimento al protocollo d’intesa stipulato dal Comune, dall’Aler e dai sindacati degli inquilini nel 2016 che riguarda i cosiddetti “occupanti per necessità“. Ora, oltre a una sistemazione per queste famiglie con minori, in vista del maxi progetto per l’area, le organizzazioni territoriali chiedono che all’interno del processo di riqualificazione siano definiti degli obiettivi minimi di progetto che elencano per punti: “1. Mantenimento della qualifica ERP a canone sociale dell’intero patrimonio abitativo, ad libitum; 2. Mantenimento, a seguito delle ristrutturazioni ovvero degli abbattimenti e ricostruzioni, del numero di alloggi totali, esplicitamente inclusi quelli classificati come attualmente occupati senza titolo, disponibili, potenziale latente e sotto-soglia; 3. Assegnazione di tutti gli alloggi attualmente non assegnati, esplicitamente inclusi quelli classificati come attualmente occupati senza titolo, disponibili, potenziale latente e sotto-soglia, stimati in circa ottocento unità alla data odierna, incluse le ristrutturazioni ove necessarie, a partire dai 240 PNEA ex L. 80 la cui ristrutturazione in quartiere è prevista dall’Accordo di Programma; 4. Regolarizzazione delle famiglie occupanti senza titolo in stato di necessità; 5. Garanzia che i servizi di base, quali le portinerie e le manutenzioni ordinarie, siano istituiti in tutti gli stabili del quartiere; 6. Garanzia che ai nuclei familiari oggetto di mobilità sia concesso il diritto di restare in quartiere; 7. Istituzione di un tavolo integrato (composto dai membri costituenti l’Accordo di Programma, il Municipio 6, eventuali soggetti attuatori, i sindacati e dalle organizzazioni locali) di condivisione trimestrale dello stato di avanzamento del Progetto e della documentazione relativa; 8. Istituzione di un calendario semestrale di assemblee pubbliche; 9. Attivazione di un percorso di progettazione partecipata della riqualificazione con gli abitanti e le organizzazioni territoriali“.

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Bestetti: fioriere contro bivacchi e degrado

Il presidente del Municipio 7, Marco Bestetti, ha formalizzato una richiesta “agli Assessori Maran, Scavuzzo e Granelli” per “collocare grossi vasi di piante e fiori – che pesano oltre 500 chili l’uno – nelle aree dove stazionano da mesi le carovane dei nomadi. Sul modello di quanto recentemente fatto in Piazza Dergano e Piazza Angilberto“. “Verde e decoro a costo ridotto – e di immediata realizzazione – per combattere il degrado e l’inciviltà“, lo spiega in un post su Facebook. “Siamo pronti a pagare noi come Municipio7 l’acquisto delle piante. Occorre solo il nulla-osta viabilistico della Polizia Locale. Il Comune di Milano non applica il DASPO, non intensifica gli sgomberi e non installa barriere strutturali. Ci impedirà di realizzare anche questa soluzione?“

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Rubattino, arte immersa nel degrado

Sono passati quattro giorni da quando l’Assessore dal Corno, insieme al Presidente del Municipio 3, Caterina Antola e all’Assessore Luca Costamagna, hanno inaugurato le opere di Massimo Costantini e Pao Bordinoche realizzate per abbellire il sottopassaggio autostradale al Parco dell’Acqua nel quartiere Rubattino. Un’iniziativa definita da Dal Corno: “Un’esperienza di arte e cultura in un paesaggio e in un contesto molto particolare, ma arricchito da una presenza propositiva di un bel tessuto di associazionismo e cittadinanza attiva“. Qualche cosa però non deve essere andato come era previsto nei piani degli ideatori dell’iniziativa. Infatti, questa mattina il vice capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Alessandro De Chirico, ha denunciato: “Al Parco dell’Acqua nel quartiere Rubattino, la situazione delle vasche artificiali sotto la tangenziale è tornata ad essere quella che lamentano da mesi i residenti: degrado e abbandono“, sottolineando “Nonostante le segnalazioni all’assessore al Verde del Municipio 3, che pare abbia risposto che non si può fare nulla, e il consueto intervento di pulizia straordinario in vista del taglio del nastro, in puro stile propagandistico, nessuno dell’amministrazione sembra aver interpellato una delle ditte di spurgo appaltatrici del Comune per verificare le condizioni insalubri delle vasche. Ho scritto a Granelli, mettendo in copia ARPA e AMSA, affinché si intervenga prontamente“. L’azzurro ha quindi concluso: “I pesci saranno sicuramente morti, ma almeno si potranno rimuovere i tanti rifiuti gettati dai soliti incivili che nel weekend frequentano il parco per grigliate e grandi bevute multietniche. Alla faccia dell’integrazione e dell’ambientalismo alle spalle dei milanesi!”.

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