Metropolitana: Milano sta per cedere

Metropolitana: Milano sta per cedere. L’immagine che vi proponiamo oggi è la sintesi di quanto ripetiamo da tempo: la locomotiva dell’Ottocento non può correre come un Frecciarossa, perché si rischia lo schianto. Prima scricchiola tutto, poi si contano morti e feriti. Partiamo dalla metropolitana Lilla: oggi, primo giorno di lavoro dopo le ferie natalizie, nella nodale stazione di Garibaldi funzionava solo una scala mobile per risalire. Ovviamente si è creato l’ormai consueto ingorgo di aspiranti lavoratori. Migliaia di persone che ancora prima di andare al lavoro si sono trovate con la prima grana da risolvere: hanno pagato un servizio intero, ma glielo hanno erogato a metà. E non era l’unica situazione, visto che in realtà la foto che vi proponiamo viene da una stazione secondaria: qui il problema però era lo stesso, una persona in stampelle costretta a usare le scale normali perché quelle mobili erano fuori servizio. Capitando spesso in quella zona, possiamo testimoniare che non è la prima volta nemmeno per la stazione secondaria. Anche lì le scale spesso non funzionano. Fino a quando l’azienda reggerà con questo livello di servizio? Tecnicamente si può considerare fallita, visto che senza i soldi di Salini difficilmente avrà un futuro. E i milioni di milanesi e city users che la usavano? Area C e Area B vanno bene se in cambio ci sono mezzi alternativi per spostarsi, ma se si continua così l’unica soluzione sarà chiudere la metropolitana trasformando il rutilante Beppe Sala in una Raggi di periferia. Potrebbe sopportarlo mai uno degli uomini più potenti d’Italia? Le conoscenze in ambito bancario nemmeno gli mancano, quindi potrebbe occuparsene chiedendo in famiglia se qualcuno può aprirgli le porte del credito e risanare la situazione. Milano non può fare a meno delle metropolitane, senza è come un gigante senza piedi. Dovrà strisciare, perdendo l’occasione di diventare ancora più bella e luccicante visto che potrebbe essere l’unica città globale con l’aeroporto a pochi minuti dal centro e con un costo del biglietto ferroviario iper competitivo a livello globale. Pensate però se chi arriva per lavorare, e magari vivere a Milano si ritrovasse con le metro che lo sbattano a terra per i freni che non funzionano o, peggio, senza metro dopo aver pagato il biglietto. L’unica fortuna per ora è che i milanesi vogliono davvero lavorare, ma ci sarebbero gli estremi per situazioni al limite: se per sbaglio si verificassero tutti i disservizi nello stesso momento cosa facciamo: estraiamo i cittadini dalla metro con le carrucole? Milano ora che ha pure la prospettiva 2026 per essere serena sul futuro ha bisogno di tirare il fiato, o un bagno di realtà. Insomma dobbiamo un attimo stringerci intorno a un tavolo e rassettare. Correre ancora ci farà schiantare così male che sarà difficile riprendersi. Bisogna tornare a occuparsi di tutti e per farlo l’attenzione alle basi, come le infrastrutture, è essenziale.

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