documenti falsi

Documenti falsi per terroristi: sette arresti

La Polizia di Stato ha eseguito a Milano ed in altre città della Lombardia, sette misure restrittive della libertà personale, a carico di un cittadino russo di etnia cecena e sei cittadini ucraini, e due perquisizioni personali. I destinatari dell’ordinanza sono tutti ritenuti a vario titolo membri di un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di documenti falsi e contraffatti in area Schengen e in area balcanica. Le misure sono state eseguite dai poliziotti della D.I.G.O.S. di Milano – Sezione Antiterrorismo, in collaborazione con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno e con il personale dell’ECTC – European Counter Terrorism Centre di EUROPOL, al termine di un’attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano dr. Alberto Nobili e dai P.M. dr.ssa Paola Pirotta e dr. Enrico Pavone. Contestualmente, la Guardia di Finanza ha in corso attività di perquisizione e acquisizione in merito a talune significative anomalie nei trasferimenti di denaro, emerse all’esito dell’attivazione di procedure di collaborazione internazionale, richieste ai principali Istituti di pagamento comunitari, nonché di accertamenti bancari, che hanno consentito di ricostruire capillarmente l’operatività finanziaria dei principali target dell’attività di indagine, individuando flussi di denaro, in entrata e in uscita dal territorio nazionale, per circa 250mila euro. In particolare, in stretta sinergia con l’Unità di Informazione finanziaria e con le Financial Intelligence Units estere, sono state analizzate circa 5mila transazioni, oggetto di segnalazioni di operazioni sospette, poste in essere in 60 differenti Stati, compresa l’Italia, da circa duemila soggetti.

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Linate: arrestati due albanesi con documenti falsi

Lo scorso fine settimana, la Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Milano Linate ha arrestato due cittadini albanesi di 27 e 32 anni, per il reato di fabbricazione e possesso di documenti falsi. Il 32enne si è presentato ai controlli di frontiera, venerdì pomeriggio, in procinto di partire per Londra, esibendo una carta d’identità greca falsificata. Il documento era stato rubato e la foto sostituita con quella del detentore. Il 27enne, invece, ha cercato di imbarcarsi sul volo di domenica pomeriggio, sempre diretto a Londra, esibendo ai poliziotti un passaporto e una carta d’identità bulgara contraffatti. I due cittadini albanesi, che si sono procurati i falsi documenti rilasciati da paesi dell’Unione Europea per entrare nel Regno Unito in esenzione di visto, sono stati processati con rito direttissimo. Per il 32enne il giudice ha disposto la condanna a un anno di reclusione mentre per il secondo è stata disposta la custodia cautelare in carcere in attesa di giudizio.

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Scoperto laboratorio di documenti falsi per il reddito di cittadinanza

Giovedì sera in via Cividale del Friuli, la Polizia ha arrestato due cittadini romeni di 19 e 29 anni, e indagato una loro connazionale di 27, per il reato di possesso e fabbricazione di documenti d’identificazione falsi. Le indagini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno portato i poliziotti nei pressi di un condominio di via Cividale del Friuli, caratterizzatosi nell’ultimo periodo, per un via vai sospetto di gente nei pressi di un appartamento in particolare. Ieri sera gli agenti hanno notato un uomo all’esterno dello stabile che guardava nervosamente il proprio cellulare, come fosse in attesa di qualcuno. I poliziotti hanno, quindi, controllato l’uomo che non aveva alcun documento con sé e, una volta riferito che i suoi documenti erano in casa, gli agenti lo hanno seguito nell’appartamento. Entrati nell’abitazione, gli agenti delle volanti hanno visto che c’era un uomo al computer che stava visualizzando il file di un documento di identità rumeno in fase di formazione. I poliziotti hanno, così, controllato e perquisito l’appartamento rinvenendo numerose fototessere e documenti falsi intestati a diverse persone, 3 computer, 3 stampanti, 1 plancia taglia-carte, materiale per la plastificazione e stampa fotografica, 1 pacco di schede sim prepagate e 2mila euro. Mentre i poliziotti procedevano al controllo, è giunta una connazionale di 27 anni che si è appurato, data la presenza del suo volto nelle fototessere di alcuni documenti rinvenuti, concorresse nella fabbricazione dei falsi. In diverse chat su smartphone, inoltre, che la donna aveva avviato con i due romeni, vi era materiale fotografico e documentale, come atti d’attribuzione di codici fiscali. L’analisi dei cellulari dei due uomini ha permesso di rinvenire file contenenti attestazioni di soggiorno e documentazione utile all’ottenimento del reddito di cittadinanza. Il 29enne, che si trovava agli arresti domiciliari presso l’abitazione-laboratorio e già gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, è stato arrestato unitamente al 19enne, anch’egli con precedenti penali e già arrestato due settimane fa in provincia di Varese quando, con documenti falsi, stava tentando di inoltrare la richiesta di reddito di cittadinanza in un ufficio postale. La donna, con precedenti di polizia per falso, nonché percettrice di reddito di cittadinanza, è stata denunciata a piede libero dai poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale per possesso e fabbricazione di documenti falsi.

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Albanese con documenti falsi arrestato a Linate

Venerdì 22 gennai la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino albanese di 23 anni per il possesso di documenti falsi, presso lo scalo aeroportuale di Milano – Linate. I poliziotti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera, venerdì pomeriggio, durante i controlli dei voli in partenza per Londra, hanno arrestato il cittadino albanese, il quale aveva esibito una carta d’identità e una patente spagnola contraffatti. L’agente, durante il controllo, ha posto alcune domande in lingua spagnola alle quali il passeggero non è riuscito a rispondere; successivamente, i documenti sono stati sottoposti ad accertamenti più approfonditi, anche mediante l’utilizzo di strumentazione tecnica in dotazione, all’esito del quale ne è stata accertata la contraffazione. Posto davanti all’evidenza, il passeggero ha dichiarato di essere cittadino albanese, di aver attraversato la frontiera Schengen in Ungheria e di essere arrivato in Italia dopo aver soggiornato in vari paesi UE esibendo carte d’identità false. Sottoposto a rito direttissimo per il reato di possesso di documenti falsi, il giudice, considerata la gravità dei fatti e la personalità del soggetto, ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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Arrestato algerino con documenti falsi

Ieri pomeriggio, alla fermata Duomo della linea metropolitana M1, i poliziotti della Polmetro hanno fermato un uomo per un controllo. Il 24enne, cittadino algerino, ha mostrato agli agenti una carta d’identità francese valida per l’espatrio riferendo, inoltre, di essere in viaggio per turismo. Dai successivi accertamenti, i poliziotti hanno appurato che il documento esibito dall’uomo fosse falso e per questo l’hanno arrestato per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Inoltre, da un controllo al bagaglio del 24enne, gli agenti hanno trovato al suo interno un coltello a serramanico motivo per cui è stato indagato a piede libero per porto di armi od oggetti atti ad offendere.

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Documenti falsi: arrestato un cittadino ceceno

La Polizia di Stato di Milano ha arrestato ieri a Varese un cittadino russo di etnia cecena di 35 anni per possesso e fabbricazione di documenti falsi. Gli operatori della Sezione Antiterrorismo della D.I.G.O.S. della Questura di Milano, in collaborazione con il Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della DCPP /U.C.I.G.O.S e coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica dr. Alberto Nobili e dal dr. Enrico Pavone della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano, hanno da 6 mesi avviato un’articolata indagine, denominata The Caucasian Job, finalizzata al contrasto di un organizzazione trasnazionale dedita al traffico di documenti falsi. In particolare gli investigatori, partendo da una precedente operazione antiterrorismo compiuta in Austria, hanno concentrato la loro attenzione su un soggetto residente nel milanese segnalato dalle autorità di Vienna in contatto con il principale elemento dell’indagine austriaca. Gli sforzi investigativi, che hanno beneficiato anche del costante contributo dell’A.I.S.I., si sono poi estesi su altri stranieri tra cui alcuni provenienti dalla repubblica cecena attivi nel falso documentale. Il modus operandi di tale gruppo criminale è risultato il seguente: il cliente contatta al telefono o via web il gruppo criminale indicando la tipologia di documento richiesto; successivamente, dopo aver ricevuto la foto dal cliente e avuta la conferma del pagamento tramite canali money transfer, il sodalizio spedisce i documenti con uno dei vettori ordinari presenti sul territorio. Il costo di tali documenti, compreso tra i 300 e i 1.500 euro, varia a seconda del tipo dei documenti contraffatti, nonché alla quantità dell’ordine (come in una sorta di mercato al dettaglio o all’ingrosso). Sugli effettivi fruitori dei documenti falsi non è stato possibile al momento individuare una connotazione chiara. Considerata l’origine dell’indagine, i recenti fatti di Parigi, Nizza e Vienna hanno suggerito agli investigatori l’opportunità di accelerare la conclusione dell’operazione eseguendo a Varese un decreto della Procura di Milano, con la perquisizione di tre cittadini stranieri, il 35enne russo (la cui richiesta di asilo presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Varese è in fase di contenzioso) e due cittadini di nazionalità ucraina, uno del 1956 e uno del 1978 entrambi regolari sul territorio nazionale. Tutto il materiale sequestrato dalla Polizia di Stato – 30 documenti falsi (carte d’identità, patenti, passaporti, etc.), 4 personal computer e 14 telefoni cellulari – sarà oggetto di successiva analisi. Le restrizioni epidemiologhe di questi mesi non hanno mai fermato i traffici documentali del sodalizio capeggiato dal ceceno, che, pur in possesso di patente falsa, non si muoveva dal suo appartamento nel quale recuperava gli ordini attraverso un sito web e un profilo Instagram, attraverso i quali pubblicizzava liberamente la vendita dei documenti (sul profilo Instagram era indicato “Carte di identità incluso formato elettronico. Siamo pronti ad aiutarti nell’ottenimento di documenti europei. Fare una carta d’identità. Patenti di tipo internazionale”),fornendo in rete la “garanzia soddisfatti o rimborsati” (Noi garantiamo il completamento del lavoro al 100%, altrimenti vi rimborseremo i vostri soldi”).

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