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Violenze di capodanno, monsignor Delpini: “Schiaffo a una città che non meritava”

Violenze di capodanno, monsignor Delpini: “Schiaffo a una città che non meritava”. “Nella persona umana abita la contraddizione, siamo contraddittori, la prima parola del Vangelo è ‘Convertitevi’: la religione comincia col cambiare il punto di vista, con il mettere il punto di vista di Dio prima del proprio”.  Così l’Arcivescovo di Milano, Sua Eccellenza Monsignor Mario Enrico Delpini a Che tempo che fa su Rai3, sul dolore espresso da Papa Francesco verso i respingimenti in nome della religione. “La relazione con gli altri è un aspetto di questa conversione; gli altri sono quelli che ci disturbano, che ci provocano, che ci dicono ‘Convertiti, cerca di renderti conto del mondo in cui vivi e di rispondere alla vocazione a cui sei chiamato’. Gli altri sono necessari perché in fondo sono la voce di Dio. (…) Gli altri sono i vicini di casa, quelli lontani, i poveri, gli amici. Questa idea di respingere, di difendersi, di chiudersi in casa è il contrario dell’appello evangelico che dice ‘Esci da casa, esci da te stesso, ti aspettano gli altri, ti aspetta Dio”. Sul concetto di gentilezza. “La gentilezza è un modo di stabilire relazioni che parte dalla stima per gli altri, dal fatto che io mi aspetti qualcosa. L’atteggiamento di chi si mette ad ascoltare, di chi si lascia provocare, di chi dice quello che pensa aspettandosi che ci sia una reazione che lo aiuta a pensare meglio”. Sui difetti della comunicazione di oggi. “Il primo è ridurre la comunicazione a espressione, che non nasce dal voler comunicare agli altri perché mi interessano ma perché voglio esprimere me stesso, una rabbia, una presunzione, una delusione, quindi parlo e comunico per esprimermi, non per comunicare. L’altro grosso difetto è la comunicazione che si riduce a costruzione del consenso, un modo di sedurre l’interlocutore perché compri qualcosa o voti qualcuno o costruisca una mentalità che tollera quello che è sbagliato”. Sugli episodi di violenza verificatisi a Milano a Capodanno. “Una delle esperienze più umilianti della mia vita è stato quando forse un insegnante mi ha dato uno schiaffo che non meritavo. Ero un ragazzino, questo mi ha ferito al punto che ancora adesso questo schiaffo brucia. Penso che questi episodi di violenza siano stati uno schiaffo a una città che non lo meritava. Un’umiliazione che soprattutto le ragazze coinvolte hanno subìto, un elemento che fa molto soffrire, occorre stare vicino alle vittime perché penso che un atteggiamento così aggressivo possa lasciare una traccia profonda di paura e di risentimento. Poi ho pensato a chi sono questi tali che fanno queste cose, da dove vengono, come farli ragionare… Io ho delle responsabilità educative, come la Chiesa e tante altre istituzioni; questi episodi così umilianti devono suscitare anche un’interpretazione su da dove viene questa violenza. Noi abbiamo la responsabilità di comprendere, dialogare, intervenire, di non rinunciare mai al compito di educare, di avere una stima così profonda nell’umanità da voler aiutare tutti a diventare migliori, a evitare di darsi schiaffi che nessuno merita”.

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Flashmob di CasaPound e la Rete dei Patrioti in Duomo

“Solo pochi mesi fa, Sala accusava chi denunciava problemi di sicurezza di dipingere una città “buia e paurosa” non corrispondente alla realtà. Milano non è Gotham City, tuonava il Sindaco, ma la realtà è che le violenze di Capodanno sono solo l’ennesima dimostrazione che ormai la città è ostaggio della criminalità, che durante gli ultimi 2 anni ha trovato terreno ancora più fertile” Lo scrivono in una  Casapound e la Rete dei Patrioti che venerdì sera hanno organizzato un Flashmob in piazza Duomo. “Per riconsegnare Milano ai legittimi proprietari – continuano i militanti delle due formazioni di destra – i cittadini, non servono militari e blitz sporadici delle forze dell’ordine, ma un’Amministrazione che chieda al governo di fermare gli arrivi di clandestini sul tutto il territorio nazionale. Gli unici mezzi di trasporto su cui si può viaggiare senza super green pass sono i barconi che scaricano sulle nostre coste migliaia di immigrati irregolari che, proprio per mancanza del lasciapassare verde, non possono essere rimpatriati”. “Il modello di accoglienza meneghino – concludono – è solo un falso mito sbandierato dalla sinistra radical chic per nascondere la propria incapacità di fermare gli sbarchi e il business legato alla tratta di esseri umani”.

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Torna il concerto natalizio in Duomo

Dopo la sospensione imposta dalla pandemia nel 2020, torna un appuntamento divenuto ormai una tradizione nel panorama milanese in attesa del Natale: il grande concerto in Cattedrale offerto alla città dalla Veneranda Fabbrica e dal Comune di Milano. Il concerto si terrà in Duomo il 15 dicembre alle 20 e 30: protagonista dell’evento, realizzato anche con il sostegno di Assolombarda, sarà laBarocca, l’ensemble specializzato in musica sei-settecentesca dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretto dal Maestro Ruben Jais, affiancato dall’ensemble vocale diretto dal Maestro Jacopo Facchini. Il programma musicale prevede Dixit Dominus HWV 232 di Georg Friedrich Händel e Magnificat BWV 243 di Johann Sebastian Bach. Nell’osservanza delle norme sanitarie attualmente vigenti, l’ingresso al concerto in Duomo sarà libero fino a esaurimento posti, previa prenotazione obbligatoria dal 10 dicembre sul sito ufficiale duomomilano.it. La capienza sarà estremamente ridotta (circa 500 spettatori) e l’accesso, consentito a partire dalle 19.45 prevede l’obbligo di Green Pass rafforzato. ANSA

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No green pass verso il Duomo attimi di tensione

Attimi di tensione si stanno verificando in centro a Milano, tra piazza Fontana e piazza del Duomo, dove improvvisamente un paio di centinaia di manifestanti no Green pass si sono palesati correndo verso piazza del Duomo, bloccati in extremis, all’altezza dell’Arengario, dalle forze dell’ordine. Del resto i No Vax avevano avvisato, definendo “cruciale”, la giornata in piazza, a Milano. “Oggi bisogna dimostrare che non molliamo – scrivono – dopo che lo scorso sabato la pioggia e una concomitante manifestazione hanno diviso la piazza”. E sull’ipotesi di manifestare in altri luoghi, ventilata nei giorni scorsi, più di un organizzatore precisa “non ora”, “non è il momento”. Dal canto suo la Questura ricorda che non essendo state in alcun modo preavvisate, le manifestazioni di oggi ricadono nell’ordinanza prefettizia che le permette solo in forma di presidio, e non in piazza Duomo essendo un giorno prefestivo. Ancora tensione – ma nessun episodio con feriti o contusi – in piazza Duomo a Milano, dove gruppetti di decine di attivisti no green pass, in tutto svariate centinaia di persone, stanno mettendo a dura prova lo schieramento delle forze dell’ordine. Un manifestante bloccato dagli agenti in borghese all’altezza dell’Arengario ha provocato la reazione dei manifestanti, con spintoni e urla, il tutto ripreso da decine di fotografi, giornalisti e tv. Al momento gli attivisti bloccati sono almeno tre. Siparietto tra una manifestante e la polizia. Un’attivista No green pass che stava manifestando in piazza del Duomo, a Milano, ha inseguito in bici un poliziotto in borghese che le aveva strappato un cartello, o forse un indumento, con una scritta di protesta. La donna, con casco e bici al seguito, lo ha rincorso fino al cordone di polizia dietro il quale era sparito gridando “al ladro”. Polizia e carabinieri le hanno tentato di spiegare che era stato sequestrato non rubato ma lei ha insistito dicendo di volerlo denunciare alla polizia. “Signora ma siamo noi la polizia”, ha replicato un funzionario della Questura. ANSA

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Flash Mob in piazza Duomo contro la demolizione di San Siro e la “sparizione” di 5 ettari di verde

Flash Mob in piazza Duomo contro la demolizione di San Siro e la “sparizione” di 5 ettari di verde. Oggi, in piazza Duomo flash mob dei Cittadini del coordinamento San Siro e la rete dei comitati milanesi per protestare contro la decisione della Giunta Sala di abbattere lo stadio Meazza e far sparire cinque ettari di verde con la costruzione di un nuovo stadio sul Parco dei Capitani. I partecipanti del flash mob hanno partecipato con magliette, gialle o bianche, fischietti, cartellini gialli per “ammonire” la giunta per una serie di falli realizzati in questa vicenda. Commenta Gabriella Bruschi, presidente del comitato “Coordinamento San Siro: “Lo stadio Meazza è un monumento storico, ancora in buona salute, e abbatterlo per far spazio a infinità di edifici imponenti sul suolo pubblico è uno scempio ambientale e un’ingiustizia. Solo per favorire le squadre di calcio”.

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Manifestazione pro Palestina in Duomo

Sono oltre un migliaio i manifestanti che si sono ritrovati in piazza Duomo a Milano per il presidio indetto alle 17.30 “a sostegno della lotta del popolo palestinese” in relazione ai combattimenti in corso nella Striscia di Gaza e in Israele. A partire dalle 17 in piazza si sono erano già radunati centinaia di giovani e giovanissimi ragazzi di origine araba. L’iniziativa è organizzata da Assopace Palestina, Gaza Freestyle, Giovani palestinesi d’Italia, Mutuo Soccorso Milano APS e ha visto l’adesione di molte sigle della sinistra radicale e internazionalista. Assopace Palestina in una lettera inviata ieri al governo, chiedeva “di fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio dei razzi ed al governo israeliano di rimuovere l’assedio di Gaza e di fermare qualsiasi tipo di ritorsione contro la popolazione della Striscia di Gaza; di impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est; di esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti; di sostenere e assistere l’Anp per l’organizzazione e la realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii; di inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale, i giorni del voto e il conteggio dei voti, che si svolga secondo gli standard internazionali di trasparenza e con pieno diritto di voto per tutta la popolazione residente in Cisgiordania, nel distretto di Gerusalemme e nella Striscia di Gaza; di agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità”. Askanews

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