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Scritta la parola fine per la Gang di Rizzoli Street?

Questa mattina, il commissariato di Villa San Giovanni, ha posto fine alle gesta di quella che si era nominata come la KO Gang. O Gang di Precotto. Che non c’entrava nulla con Precotto, perché faceva base all’Esselunga di via Adriano, dimostrando un minimo di furbizia nell’usare un luogo diverso dalla base per nominarsi. Numerosi i reati contestati, stando alle fonti giornalistiche: Nell’ordinanza di custodia cautelare che li ha mandati in cella vengono ricostruite sei rapine – di due sono accusati in concorso – più un vero e proprio raid vandalico all’interno di un autobus Atm. Non sarebbero, quindi, implicati negli incendi delle scorse notti e non sarebbero loro i devoti che facevano sacrifici ad antiche e rispettabili divinità di oltre mare. Non sarebbero nemmeno accusati dell’incendio all’interno delle case popolari di via Rizzoli o della rapina avvenuta ad inizio mese davanti alle case popolari di via Rizzoli. Insomma, questa gang non avrebbe legami con i più recenti atti di violenza della via. Almeno per ora, le Forza dell’Ordine, con molta serietà muovono accuse solo quando sicure di poterle difendere in tribunale. Quello che è certo è il sollievo di tanti cittadini residenti, soprattutto anziani, che si sentono più sicuri. In questi giorni, infatti, è stata notata una maggior presenza delle forze dell’ordine sempre positivamente accolta. Da chi vive nel rispetto della legge, quanto meno. Resta da capire cosa succederà al resto dei ragazzi che si trovavano alle Popo di Cre. Quale destino attenda la varia umanità che qui passa tutti i pomeriggi. Per quanto la voglia di sentirsi sollevati sia forte, non tutti sono convinti che la gang sia stata interamente smantellata. O che ve ne fosse una sola. Solo il tempo ci dirà se si tratta, come speriamo, di paure infondate.

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Arrestati membri della gang di Crescenzago

Ieri 23 marzo a Milano, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due cittadini italiani di 15 e 17 anni. Il 17enne, privo di precedenti penali, è ritenuto responsabile di 3 rapine, di cui due in concorso col 15enne, del danneggiamento di un bus ATM e di resistenza a pubblico ufficiale; al 15enne, già gravato da precedenti, invece, sono state addebitate 3 rapine. Le indagini dei poliziotti del Commissariato di Villa San Giovanni, hanno avuto origine da una rapina commessa il 10 gennaio 2021, in via Palmanova, ai danni di tre ragazzi. In quell’occasione, i due destinatari della misura cautelare, con metodi violenti, hanno sottratto alle vittime una cassa bluetooth e un paio di cuffiette. La volante, giunta sul posto, aveva identificato e indagato in stato di libertà il 15enne. Lo stesso giorno, dopo circa un’ora, e a distanza di pochi metri dal precedente episodio, è stato effettuato un intervento della Polizia di Stato per una rapina con lo stesso modus operandi ai danni di altri due ragazzi: gli agenti del Commissariato Villa San Giovanni sono riusciti a ricostruire anche questo episodio, individuando il 15enne come autore della rapina di 3 telefoni cellulari e un paio d’occhiali. L’attività investigativa dei poliziotti ha, inoltre, permesso di ricostruire l’evento del 27 luglio 2020 a bordo della linea bus 86, quando un gruppo di ragazzi, saliti a bordo senza mascherina anti-Covid, aveva provocato l’intervento dell’autista che li aveva invitati a rispettare la misura di sicurezza sanitaria. I ragazzi, per tutta risposta, lo avevano minacciato e il 17enne aveva sferrato un pugno allo specchietto del mezzo, danneggiandolo. Sempre al 17enne, le indagini hanno attribuito la responsabilità di un’aggressione nei confronti di un 46enne cittadino peruviano lo scorso 26 gennaio a bordo della linea ATM numero 53. Il ragazzo, accompagnato e sostenuto da un gruppo di circa 10 coetanei, cominciò a provocare l’uomo fino a generare un diverbio, sfociato in un pestaggio contro il 46enne, le cui lesioni furono giudicate guaribili in 10 giorni. L’attribuzione dei reati è stata resa possibile dalle denunce delle vittime, dagli accertamenti effettuati dai poliziotti su profili social dei ragazzi e sulle immagini di videosorveglianza a bordo dei mezzi pubblici: gli agenti del Commissariato Villa San Giovanni hanno accertato che gli eventi criminosi sono stati consumati tutti in presenza di gruppi di circa 10 persone che fungevano da supporto ai due minorenni sottoposti a custodia cautelare in carcere.

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Presa la gang di via Gola

Ci sono anche due trapper dei ‘Golas Locos’, la crew di via Gola coinvolta nelle indagini sui cosiddetti roghi di Capodanno, tra gli arrestati della Polizia di Stato a Milano per una serie di rapine a ragazzi nelle vie della movida, in zona Navigli. Le indagini hanno preso in considerazione più episodi, tutti con le medesime modalità e caratterizzati sempre da violenze gratuite, ma al momento sono due quelli contestati nell’ordinanza del gip del Tribunale di Milano che ha fatto scattare gli arresti da parte degli agenti del Commissariato Ticinese. Il primo avvenuto l’8 gennaio 2020, ai danni di un 25enne, e l’altro l’11 febbraio 2020, che ha visto per vittima un 24enne. In entrambi i casi i ragazzi erano stati accerchiati e malmenati, dopo essere stati privati di cellulari e soldi. Nessuno dei due comunque aveva avuto bisogno di cure mediche. Le indagini, che si sono subito indirizzate verso il quartiere intorno a via Gola, zona ad alta concentrazione di immigrazione irregolare e spaccio, spesso al centro di sgomberi, hanno portato all’emissione di un’ordinanza nei confronti di 5 persone, una delle quali, il capo della banda, un 28enne, al momento è ricercato. Gli altri sono un 21enne e un 22 enne, e i due trapper, entrambi 17enni. Tutti hanno precedenti e sono di origine nordafricana. ANSA

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Sono due membri della Gang Barrio 18 gli assassini del Parco Lambro

Sono due i fermati per l’omicidio al Parco Lambro. Si tratta di due salvadoregni di 26 e 28 anni, entrambi affiliati alla gang “Barrio 18” e con precedenti per tentato omicidio. I due sono stati fermati per rapina e per omicidio. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile, il delitto non rientra in dinamiche di guerre tra bande: la vittima ha litigato con i due sconosciuti all’interno del parco dopo averli incontrati per caso mentre si allontanava da una grigliata con amici. La discussione sarebbe partita per futili motivi, Calderon Gonzales aveva bevuto molto alcol ed era ubriaco. I due salvadoregni lo hanno picchiato e gli hanno sottratto il cellulare prima di spingerlo, ormai privo di sensi, nelle acque del fiume. I due sono stati individuati durante la notte nei loro appartamenti in zona Stadera e Bovisa, a Milano. Il più giovane si è nascosto nel cassettone del divano su cui si sono seduti i suoi famigliari nella speranza che gli agenti non se ne accorgessero. Il 26enne, inoltre, tre giorni dopo l’omicidio è stato identificato dalla polizia per una rissa scoppiata nel parco della Martesana. Un episodio che non ha avuto seguiti. Gli investigatori hanno recuperato in casa anche gli abiti che i due presunti assassini hanno usato durante l’aggressione. “Li abbiamo individuati partendo dalle telecamere del parco che li hanno filmati mentre uscivano e salivano su una Toyota Yaris – ha spiegato Lorenzo Bucossi, capo della Squadra Mobile di Milano – Dopo aver analizzato migliaia di auto siamo riusciti a stringere il cerchio attorno al più giovane dei due fermati“. ANSA    

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Gang di giovanissimi si ispirava a un videogame

Una gang di giovanissimi si ispirava a un videogame. Il branco di giovanissimi arrestati dalla Squadra Mobile di Monza che si ispirava al violento videogioco di gangster “Gta” di cui parlavano al telefono, tanto da farsi un tatuaggio sul palmo della mano come i ganster protagonisti. La banda aveva scelto un tatuaggio di numeri che una volta chiusi e accostati i palmi permette di leggere la scritta ‘Acab’ (acronimo di all cops are bastards, tutti i poliziotti sono bastardi). Tra le loro “gesta” ci sono calci e pugni al volto e alla testa, fendenti scagliati con coltelli e catene, dopo aver letteralmente accerchiato la ‘preda’ che aveva ‘osato’ calpestare il suolo del centro di Monza perché era zona loro. “Tu da qui non te ne vai finché non lo decido io” e, ancora, “questa è zona nostra” hanno minacciato. Come ‘trofei’ per le aggressioni, rapinavano i malcapitati di sigarette, cuffie per Ipad, cellulari e poco altro. Le posizioni dei minorenni solidali a sei arrestati sono al vaglio del Tribunale per i minorenni di Milano. Questa vicenda riporta all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno delle baby gang, italiane e non.

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